lunedì 12 gennaio 2004

Armani Affair

Il 7 Gennaio, come commento al post Golia ha torto, sul MANTEBLOG, scrivevo:

La vicenda armani.it sembra, in effetti, complessa. Da un lato un personaggio importante, titolare di un'azienda importante che ha marchio Giorgio Armani, dall'altro una società locale che ha come marchio Timbrificio Armani. Indipendentemente dal fatto che Luca Armani ha, in un primo momento, agito per ottenere una maggiore visibilità, ora il sito www.armani.it è un sito personale (a quanto mi sembra), mentre www.giorgioarmani.it (il sito del marchio) è di proprietà dello stilista, www.lucaarmani.it e www.lucarmani.it non sono stati registrati, così come www.timbrificioarmani.it.
A questo punto mi chiedo: se Giorgio Armani ha il sito riferito al suo marchio (c'è anche www.giorgioarmani.com), a cosa gli serve www.armani.it e www.armani.net (e per fortuna non ha registrato www.armani.org! - cosa incredibile: non ha registrato neanche www.armani.com!)? E mi chiedo anche: perché Luca Armani non ha ancora registrato dei marchi che fanno più diretto riferimento a lui, mentre ha registrato www.timbrificio.com (il .it è occupato dalla ditta Il Timbrificio)? Forse sono stati irragionevoli entrambi, ma certo Luca Armani ha la mia solidarietà proprio perché il marchio non è Armani, ma Giorgio Armani.


Un commento successivo di Carlo fa notare che, in realtà, il marchio è Armani, registrato da prima del 1970.
Non ho modo di controllare né motivo di credere che questa informazione sia errata; il problema, a questo punto, si sposta da una disputa tra due persone sul dominio di un cognome a una disputa tra due società per un dominio che dovrebbe fare riferimento a un marchio. In effetti la Disney ha tutti i diritti di avere i domini .com e .it, per esempio, proprio perché, ora, il marchio della società è anche il cognome del fondatore della stessa. Inoltre è arrivata prima degli altri!
Il discorso, la protesta che theGNUeconomy ha portato avanti è molto più profondo e importante del semplice appoggio a Luca Armani, che dal punto di vista legale ha torto: è possibile che una persona fisica, con una attività commerciale alle spalle, possa chiamarla col proprio nome e registrare questo come marchio? La conseguenza più ovvia e assurda non sarebbe, quindi, che ciascun omonimo a tale marchio sia in realtà proprietà del possessore di tale marchio?
Luca Armani ha torto, ma ha la mia solidarietà proprio perché, comunque, Giorgio Armani e tutti quelli che lo hanno fino ad ora fatto, non dovrebbero più utilizzare il proprio nome (leggi: cognome) come marchio registrato.

(theGNUeconomy ha finito la sua attività. La sua ideale continuazione è affidata a Macchianera. Divertitevi.)

(un breve riassunto: Chiamami Aquila, Di Armani, di domini e di altre sciocchezze, Chiamami Aquila/2, Via i terzisti da Armani.it)

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