Romanzo molto breve (150 pagine circa) questo Baol di Stefano Benni: racconta con la solita prosa ironica e accattivante una sorta di spaccato dell'Italia e della società moderna che non solo, considerando che è uscito nel 1990, è ancora moderno ed attuale, ma quasi profetico, forse perché il protagonista è un mago baol, che decide di aiutare un gruppo di ribelli al regime mediatico instauratosi nella loro non meglio identificata nazione.
Oltre alla prosa di Benni e alla trama del romanzo, sono belli ed interessanti i riferimenti ai testi ed alla filosofia baol, sparsi per il romanzo, che creano l'ennesimo libro nel libro, stuzzicando il lettore alla ricerca di qualcosa che, in effetti, non c'è!
Buona lettura!
mercoledì 30 gennaio 2008
lunedì 28 gennaio 2008
Si inizia a veder la luce
Notizia recente l'arresto, legato con l'inchiesta sul delitto Fortugno, di alcuni esponenti di cosche calabresi ed esponenti della politica regionale.
Leggiamo un po' cosa pubblica quest'oggi la Gazzetta del Sud:
'Ndrangheta nella sanità
arrestati anche politici
Un'operazione, chiamata "Onorata Sanita", condotta dai carabinieri di Reggio Calabria stamani ha portato all'arresto di 18 persone.
L'operazione, chiamata "Onorata Sanita", condotta dai carabinieri di Reggio Calabria che stamani ha portato all'arresto di 18 persone, secondo gli investigatori, ha messo in luce gli stretti legami tra ambienti mafiosi e politica e fatto emergere un'ampia rete di meccanismi truffaldini che coinvolgeva dirigenti ed operatori dei servizi sanitari a livello regionale, provinciale e locale.
Attraverso questa rete, secondo l'accusa, venivano condizionate le scelte delle strutture politico-amministrative per favorire attività ed interessi privati.
TRA ARRESTATI ANCHE CONSIGLIERE REGIONALE CREA
C'é anche il consigliere regionale Domenico Crea tra le persone arrestate stamane dai carabinieri a Reggio Calabria nell'ambito dell'operazione chiamata 'Onorata Sanita'. L'operazione ha portato all'arresto complessivamente di 18 persone tra cui Crea, esponenti della cosca Morabito di Africo ed anche persone già coinvolte nell'inchiesta sull'omicidio del vicepresidente del consiglio regionale della Calabria, Francesco Fortugno. Nell'ambito delle indagini sull'omicidio Fortugno più volte era emerso anche il nome di Domenico Crea, pur non avendo mai egli avuto nessun coinvolgimento nell'inchiesta. Crea, eletto nel 2005 nelle liste dell'allora Margherita, è subentrato nel consiglio regionale della Calabria dopo la morte di Francesco Fortugno.
ARRESTATI DIRIGENTE REGIONE E DG AZIENDA CATANZARO
Il dirigente vicario del Dipartimento Sanita' della Regione Calabria, Peppino Biamonte, e il direttore generale dell'Azienda sanitaria provinciale di Catanzaro, Piero Morabito, sono tra le 18 persone arrestate. Biamonte e Morabito, coinvolto nell'inchiesta perché negli anni scorsi era stato direttore generale dell'Azienda sanitaria locale 11 di Reggio Calabria, sono stati posti agli arresti domiciliari.
COINVOLTI GLI ACCUSATI OMICIDIO FORTUGNO
Ci sono anche Alessandro e Giuseppe Marciano', padre e figlio, presunti responsabili dell'omicidio del vicepresidente del Consiglio regionale della Calabria, Francesco Fortugno, fra gli arrestati dell'operazione "Onorata Sanità". Alessandro Marcianò è accusato di essere stato il mandante dell'omicidio di Fortugno, che avrebbe ordinato per consentire a Domenico Crea, anch'egli arrestato nell'operazione della scorsa notte, di subentrare allo stesso Fortugno nel consiglio regionale. Il figlio Giuseppe, invece, avrebbe svolto, sempre secondo l'accusa, il ruolo di mandante e al contempo di esecutore dell'assassinio di Fortugno. Fra le 18 persone coinvolte nell'operazione c'é anche il medico Giuseppe Panzera, già detenuto, genero del boss della 'Ndrangheta Giuseppe Morabito, detto 'u Tiradrittu, arrestato negli anni scorsi dopo un lungo periodo di latitanza.
CREA DA CDL A CENTROSINISTRA E POI CDL
Una carriera politica dai molti spostamenti quella del consigliere regionale Domenico Crea, arrestato questa mattina dai carabinieri a Reggio Calabria nell'ambito dell'operazione "Onorata Sanita". Crea, infatti, era subentrato in Consiglio regionale a Francesco Fortugno, il vicepresidente dell'Assemblea ucciso dalla mafia a Locri nell'ottobre 2005. Proveniva dal centrodestra per il quale, nella passata legislatura 2000-2005, era stato consigliere regionale e assessore regionale al Turismo.
Alle ultime elezioni regionali, nella primavera del 2005, si era candidato nella lista della Margherita, nonostante le forti perplessità che in quella occasione vennero opposte da più parti. Tra queste proprio Franco Fortugno e l'attuale presidente della Regione Calabria, Agazio Loiero, all'epoca dei fatti ancora nella Margherita. Come hanno spiegato ai giudici di Locri - davanti ai quali si sta celebrando il processo per l'omicidio del vicepresidente del Consiglio Regionale - la vedova Fortugno, on.Maria Grazia Laganà, e lo stesso Loiero, si considerava la sua candidatura "inopportuna". Le perplessità erano aumentate quando Alessandro e Giuseppe Marcianò, padre e figlio, vennero arrestati come presunti mandanti del delitto Fortugno. In quell'occasione il presidente della Regione Loiero in un'intervista a un quotidiano "invitò" Crea, pur considerato estraneo al fatto criminale, a farsi da parte dopo l'arresto dei due, che tra l'altro sono destinatari di due ordinanze di custodia anche nell'ambito dell'operazione odierna. Ciò determinò una frattura insanabile. Crea lasciò la Margherita e aderì alla Dc di Rotondi diventandone capigruppo in Consiglio Regionale e tornò con il centrodestra, riprendendo un'intensa attività politica.
(articolo della Gazzetta del Sud)
Questo è solo uno dei tanti piccoli passi che dobbiamo percorrere, possibilmente tutti insieme...
- Articolo su Repubblica
Leggiamo un po' cosa pubblica quest'oggi la Gazzetta del Sud:
'Ndrangheta nella sanità
arrestati anche politici
Un'operazione, chiamata "Onorata Sanita", condotta dai carabinieri di Reggio Calabria stamani ha portato all'arresto di 18 persone.
L'operazione, chiamata "Onorata Sanita", condotta dai carabinieri di Reggio Calabria che stamani ha portato all'arresto di 18 persone, secondo gli investigatori, ha messo in luce gli stretti legami tra ambienti mafiosi e politica e fatto emergere un'ampia rete di meccanismi truffaldini che coinvolgeva dirigenti ed operatori dei servizi sanitari a livello regionale, provinciale e locale.
Attraverso questa rete, secondo l'accusa, venivano condizionate le scelte delle strutture politico-amministrative per favorire attività ed interessi privati.
TRA ARRESTATI ANCHE CONSIGLIERE REGIONALE CREA
C'é anche il consigliere regionale Domenico Crea tra le persone arrestate stamane dai carabinieri a Reggio Calabria nell'ambito dell'operazione chiamata 'Onorata Sanita'. L'operazione ha portato all'arresto complessivamente di 18 persone tra cui Crea, esponenti della cosca Morabito di Africo ed anche persone già coinvolte nell'inchiesta sull'omicidio del vicepresidente del consiglio regionale della Calabria, Francesco Fortugno. Nell'ambito delle indagini sull'omicidio Fortugno più volte era emerso anche il nome di Domenico Crea, pur non avendo mai egli avuto nessun coinvolgimento nell'inchiesta. Crea, eletto nel 2005 nelle liste dell'allora Margherita, è subentrato nel consiglio regionale della Calabria dopo la morte di Francesco Fortugno.
ARRESTATI DIRIGENTE REGIONE E DG AZIENDA CATANZARO
Il dirigente vicario del Dipartimento Sanita' della Regione Calabria, Peppino Biamonte, e il direttore generale dell'Azienda sanitaria provinciale di Catanzaro, Piero Morabito, sono tra le 18 persone arrestate. Biamonte e Morabito, coinvolto nell'inchiesta perché negli anni scorsi era stato direttore generale dell'Azienda sanitaria locale 11 di Reggio Calabria, sono stati posti agli arresti domiciliari.
COINVOLTI GLI ACCUSATI OMICIDIO FORTUGNO
Ci sono anche Alessandro e Giuseppe Marciano', padre e figlio, presunti responsabili dell'omicidio del vicepresidente del Consiglio regionale della Calabria, Francesco Fortugno, fra gli arrestati dell'operazione "Onorata Sanità". Alessandro Marcianò è accusato di essere stato il mandante dell'omicidio di Fortugno, che avrebbe ordinato per consentire a Domenico Crea, anch'egli arrestato nell'operazione della scorsa notte, di subentrare allo stesso Fortugno nel consiglio regionale. Il figlio Giuseppe, invece, avrebbe svolto, sempre secondo l'accusa, il ruolo di mandante e al contempo di esecutore dell'assassinio di Fortugno. Fra le 18 persone coinvolte nell'operazione c'é anche il medico Giuseppe Panzera, già detenuto, genero del boss della 'Ndrangheta Giuseppe Morabito, detto 'u Tiradrittu, arrestato negli anni scorsi dopo un lungo periodo di latitanza.
CREA DA CDL A CENTROSINISTRA E POI CDL
Una carriera politica dai molti spostamenti quella del consigliere regionale Domenico Crea, arrestato questa mattina dai carabinieri a Reggio Calabria nell'ambito dell'operazione "Onorata Sanita". Crea, infatti, era subentrato in Consiglio regionale a Francesco Fortugno, il vicepresidente dell'Assemblea ucciso dalla mafia a Locri nell'ottobre 2005. Proveniva dal centrodestra per il quale, nella passata legislatura 2000-2005, era stato consigliere regionale e assessore regionale al Turismo.
Alle ultime elezioni regionali, nella primavera del 2005, si era candidato nella lista della Margherita, nonostante le forti perplessità che in quella occasione vennero opposte da più parti. Tra queste proprio Franco Fortugno e l'attuale presidente della Regione Calabria, Agazio Loiero, all'epoca dei fatti ancora nella Margherita. Come hanno spiegato ai giudici di Locri - davanti ai quali si sta celebrando il processo per l'omicidio del vicepresidente del Consiglio Regionale - la vedova Fortugno, on.Maria Grazia Laganà, e lo stesso Loiero, si considerava la sua candidatura "inopportuna". Le perplessità erano aumentate quando Alessandro e Giuseppe Marcianò, padre e figlio, vennero arrestati come presunti mandanti del delitto Fortugno. In quell'occasione il presidente della Regione Loiero in un'intervista a un quotidiano "invitò" Crea, pur considerato estraneo al fatto criminale, a farsi da parte dopo l'arresto dei due, che tra l'altro sono destinatari di due ordinanze di custodia anche nell'ambito dell'operazione odierna. Ciò determinò una frattura insanabile. Crea lasciò la Margherita e aderì alla Dc di Rotondi diventandone capigruppo in Consiglio Regionale e tornò con il centrodestra, riprendendo un'intensa attività politica.
(articolo della Gazzetta del Sud)
Questo è solo uno dei tanti piccoli passi che dobbiamo percorrere, possibilmente tutti insieme...
- Articolo su Repubblica
venerdì 25 gennaio 2008
... o l'ultimo dei pazzi?
Commentando il mio post sulla "cacciata" del papa dalla Sapienza, il buon amico Alessandro scriveva in particolare:
Se i cattolici credono nel libero arbitrio e quindi nella facoltà intellittiva personale di decidere et giudicare et criticare atque agire, perchè questo pallone gonfiato scrive encicliche "per orientare il pensiero dei fedeli in un' epoca di confusione mentale e spirituale"?
Si crede un eccelso critico? ma se non è capace neanche di accettare e scusarsi per tutti i crimini ideologici compiuti dalla chiesa....
Illuminami.
In pratica non conosco un cattolico che creda veramente e fino in fondo nel libero arbitrio, se non quando bisogna condannare i comportamenti ritenuti immorali, e poi nel frattempo è passato sotto i ponti anche la lettura di alcuni interventi alla questione, interventi che si possono scaricare dalle pagine dell'Osservatorio sulla Ricerca. Il più interessante di questi è sicuramente l'intervento di Parisi, uno dei criticatissimi fisici firmatari della lettera. In questo intervento si scoprono alcuni fatti interessanti: la lettera era stata inviata al Rettore in forma privata il 10 novembre dell'anno scorso, e non pochi giorni prima dell'inaugurazione, come sembrava dal polverone mediatico sollevato dalla questione. Non solo: la lettera serviva per dare inizio ad una discussione, come nello stile di ogni scienziato, e in particolare di ogni fisico, sull'opportunità di invitare il papa non in quanto uomo di cultura, ma in quanto rappresentante di un'istituzione religiosa. Ovviamente quando la questione viene lasciata cadere per tanti mesi per poi tirarla fuori quando si arriva al dunque, è certo che qualcuno si arrabbia come una bestia, che cerca di linciare a parole uomini che cercavano semplicemente di difendere la loro libertà di partecipare alla fase decisionale della vita universitaria. In fondo alla Sapienza ci lavorano ogni giorno!!!
Certo, qualcuno dirà che avendo visto alcuni anni fa Parisi ad un congresso a Cortona, avendo visto e sentito con mano le sue capacità di divulgatore nel descrivere le sue scoperte di alta fisica teorica in maniera chiara sono portato a pensare che Parisi sia un uomo di cultura decisamente molto più illustre ed importante di un qualsiasi papa, però è sicuramente uno dei protagonisti della vicenda e nessuno meglio di lui può essere chiaro sulla vicenda.
Alla fine chi è stato più intollerante? E soprattutto chi è stato più intelligente visto che il problema dei rifiuti in Campania ha iniziato a sparire dagli organi di informazione proprio da quel momento in poi?
E infine, il problema dei rifiuti lo abbiamo veramente risolto? Non possiamo saperlo visto che, come tanti Ponzio Pilato, i nostri governanti se ne sono lavati le mani...
Se i cattolici credono nel libero arbitrio e quindi nella facoltà intellittiva personale di decidere et giudicare et criticare atque agire, perchè questo pallone gonfiato scrive encicliche "per orientare il pensiero dei fedeli in un' epoca di confusione mentale e spirituale"?
Si crede un eccelso critico? ma se non è capace neanche di accettare e scusarsi per tutti i crimini ideologici compiuti dalla chiesa....
Illuminami.
In pratica non conosco un cattolico che creda veramente e fino in fondo nel libero arbitrio, se non quando bisogna condannare i comportamenti ritenuti immorali, e poi nel frattempo è passato sotto i ponti anche la lettura di alcuni interventi alla questione, interventi che si possono scaricare dalle pagine dell'Osservatorio sulla Ricerca. Il più interessante di questi è sicuramente l'intervento di Parisi, uno dei criticatissimi fisici firmatari della lettera. In questo intervento si scoprono alcuni fatti interessanti: la lettera era stata inviata al Rettore in forma privata il 10 novembre dell'anno scorso, e non pochi giorni prima dell'inaugurazione, come sembrava dal polverone mediatico sollevato dalla questione. Non solo: la lettera serviva per dare inizio ad una discussione, come nello stile di ogni scienziato, e in particolare di ogni fisico, sull'opportunità di invitare il papa non in quanto uomo di cultura, ma in quanto rappresentante di un'istituzione religiosa. Ovviamente quando la questione viene lasciata cadere per tanti mesi per poi tirarla fuori quando si arriva al dunque, è certo che qualcuno si arrabbia come una bestia, che cerca di linciare a parole uomini che cercavano semplicemente di difendere la loro libertà di partecipare alla fase decisionale della vita universitaria. In fondo alla Sapienza ci lavorano ogni giorno!!!
Certo, qualcuno dirà che avendo visto alcuni anni fa Parisi ad un congresso a Cortona, avendo visto e sentito con mano le sue capacità di divulgatore nel descrivere le sue scoperte di alta fisica teorica in maniera chiara sono portato a pensare che Parisi sia un uomo di cultura decisamente molto più illustre ed importante di un qualsiasi papa, però è sicuramente uno dei protagonisti della vicenda e nessuno meglio di lui può essere chiaro sulla vicenda.
Alla fine chi è stato più intollerante? E soprattutto chi è stato più intelligente visto che il problema dei rifiuti in Campania ha iniziato a sparire dagli organi di informazione proprio da quel momento in poi?
E infine, il problema dei rifiuti lo abbiamo veramente risolto? Non possiamo saperlo visto che, come tanti Ponzio Pilato, i nostri governanti se ne sono lavati le mani...
giovedì 24 gennaio 2008
Dio? ...
Io non so se Dio esiste, ma se non esiste ci fa una figura migliore.
(Galles a un cliente, aprile 1984)
(da Baol di Stefano Benni)
(Galles a un cliente, aprile 1984)
(da Baol di Stefano Benni)
lunedì 21 gennaio 2008
Mr.Vertigo
Passando sopra e sotto la metropolitana, tra viaggi in treno e passeggiate a piedi, ascoltando i Dream Theater o gli Ayeron per riprendersi, ho letto un bel romanzo di Paul Auster, Mr.Vertigo.
Un po' City, un po' Questa storia, entrambi di Baricco, Mr.Vertigo racconta le avventure di un orfano che ha la fortuna di incontrare un maestro levitatore che gli insegnerà l'arte della levitazione e gli lascerà, insieme a tutte le persone che Walt, il protagonista e voce narrante, incontra nella sua vita, il modo migliore di vivere la sua, di vita, soprattutto da quando non potrà più solcare i cieli a causa di terribili mal di testa.
Così come in City, anche in Mr.Vertigo c'è un bambino geniale, in questo caso un Bambino Prodigio, che fa però dello spettacolo, e non dell'intelligenza, la chiave per aprire il mondo. E come in Questa storia, Walt attraversa settanta anni della storia statunitense, dal proibizionismo fino agli anni novanta, passando per l'era dei gangster, delle scommesse illegali, degli idoli del baseball, vivendo (o subendo) la trasformazione della società, sempre più frenetica e conservatrice. Tanto che Walt rinuncia al suo proposito di addestrare il figlio della sua governante:
Un po' City, un po' Questa storia, entrambi di Baricco, Mr.Vertigo racconta le avventure di un orfano che ha la fortuna di incontrare un maestro levitatore che gli insegnerà l'arte della levitazione e gli lascerà, insieme a tutte le persone che Walt, il protagonista e voce narrante, incontra nella sua vita, il modo migliore di vivere la sua, di vita, soprattutto da quando non potrà più solcare i cieli a causa di terribili mal di testa.
Così come in City, anche in Mr.Vertigo c'è un bambino geniale, in questo caso un Bambino Prodigio, che fa però dello spettacolo, e non dell'intelligenza, la chiave per aprire il mondo. E come in Questa storia, Walt attraversa settanta anni della storia statunitense, dal proibizionismo fino agli anni novanta, passando per l'era dei gangster, delle scommesse illegali, degli idoli del baseball, vivendo (o subendo) la trasformazione della società, sempre più frenetica e conservatrice. Tanto che Walt rinuncia al suo proposito di addestrare il figlio della sua governante:
Il problema però sono quei trentatré scalini. Un conto è dire a Yolanda che posso insegnare a suo figlio a volare, ma una volta superato quell'ostacolo, come la mettiamo? Fa male persino pensarci. Io ci sono passato, ho provato tutto quel tormento, la tortura, e come potrei sopportare di infliggerli a un altro? Non ne nascono più di uomini come Maestro Yehudi, e nemmeno di ragazzini come me: stupidi, permalosi e testardi. Era tutto diverso, e quello che il maestro e io facevamo allora, oggi non sarebbe più possibile. La gente non ci starebbe più. Chiamerebbero la polizia, scriverebbero alle autorità, consulterebbero il medico di famiglia. Non abbiamo più la scorza dura di un tempo, e forse il mondo di adesso è migliore proprio per questo, chi lo sa. Quel che so io è che non si può avere niente in cambio di niente, e quanto più alta è la richiesta, tanto più alto sarà anche il prezzo da pagare.Come si può non essere d'accordo? Insomma il romanzo è bello e vale la pena leggerlo!
(trad. Susanna Basso)
martedì 15 gennaio 2008
Papa sì, papa no
A parte i drammi sulla spazzatura campana, questi giorni sono pieni delle contestazioni romane alla decisione del Rettore della Sapienza di invitare il papa Benedetto XVI ad aprire l'anno accademico. La contestazione parte da una lettera del professor Cini (il link al testo più sotto), inviata pubblicamente al Rettore.
Innanzitutto, dal mio personale punto di vista, contesto il mancato invio privato della lettera stessa al Rettore (e per conoscenza ai presidi di facoltà e dipartimento), quindi mi sembra più che altro una lettera di contestazione politica, perché nonostante si possa essere d'accordo con il Cini stesso che un invito di tal genere ha senso in un'università in cui lo studio della teologia ha ancora un senso, senza dimenticare che la contestazione è preventiva e indipendente dai contenuti che papa Benedetto XVI avrebbe portato e fondati su interventi simili precedenti. Cini, poi, sembra dimenticare l'insegnamento tollerante di Voltaire secondo cui è giusto lottare affinché anche chi la pensa diversamente abbia la possibilità di esprimere le proprie idee. Solo dopo si può iniziare la discussione su tesi differenti che non ci vedono d'accordo. Questa contestazione ha tanto il sapore di una guerra preventiva, un po' come quella di Bush in Iraq, fatta per evitare i danni che ci sarebbero potuti essere, e soprattutto dimenticandosi che la maggior parte dei politici italiani è cattolica, e quindi schierata (come si potrà vedere in queste ore) contro i contestatori.
Ripeto, prima di lasciarvi alle fonti, che è sempre meglio ascoltare e poi discutere le tesi di un intervento, piuttosto che impedire l'intervento stesso: mi sembra che le contestazioni di questi giorni debbano essere messe quasi sullo stesso piano del processo dell'Inquisizione ai danni di Galileo.
Passiamo agli atti ufficiali:
Magnifico Rettore, con queste poche righe desideriamo portarLa a conoscenza del fatto che condividiamo appieno la lettera di critica che il collega Marcello Cini Le ha indirizzato sulla stampa a proposito della sconcertante iniziativa che prevedeva l'intervento di papa Benedetto XVI all'Inaugurazione dell'Anno Accademico alla Sapienza. Nulla da aggiungere agli argomenti di Cini, salvo un particolare. Il 15 marzo 1990, ancora cardinale, in un discorso nella citta di Parma, Joseph Ratzinger ha ripreso un'affermazione di Feyerabend: "All'epoca di Galileo la Chiesa rimase molto più fedele alla ragione dello stesso Galileo. Il processo contro Galileo fu ragionevole e giusto". Sono parole che, in quanto scienziati fedeli alla ragione e in quanto docenti che dedicano la loro vita all'avanzamento e alla diffusione delle conoscenze, ci offendono e ci umiliano.
In nome della laicità della scienza e della cultura e nel rispetto di questo nostro Ateneo aperto a docenti e studenti di ogni credo e di ogni ideologia, auspichiamo che l'incongruo evento possa ancora essere annullato.
(dal sito di Repubblica)
A quel punto un po' di ricerche per la rete e trovo il testo dell'intervento di Parma di Ratzinger, o almeno la parte relativa al processo di Galileo:
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La crisi della fede nella scienza
tratto da Svolta per l'Europa? Chiesa e modernità nell'Europa dei rivolgimenti, Paoline, Roma 1992, p. 76-79.
"Nell'ultimo decennio, la resistenza della creazione a farsi manipolare dall'uomo si è manifestata come elemento di novità nella situazione culturale complessiva. La domanda circa i limiti della scienza e i criteri cui essa deve attenersi si è fatta inevitabile.
Particolarmente significativo di tale cambiamento del clima intellettuale mi sembra il diverso modo con cui si giudica il caso Galileo.
Questo fatto, ancora poco considerato nel XVII secolo, venne -già nel secolo successivo- elevato a mito dell'illuminismo. Galileo appare come vittima di quell'oscurantismo medievale che permane nella Chiesa. Bene e male sono separati con un taglio netto. Da una parte troviamo l'Inquisizione: il potere che incarna la superstizione, l'avversario della libertà e della conoscenza. Dall'altra la scienza della natura, rappresentata da Galileo; ecco la forza del progresso e della liberazione dell'uomo dalle catene dell'ignoranza che lo mantengono impotente di fronte alla natura. La stella della Modernità brilla nella notte buia dell'oscuro Medioevo (1).
Secondo Bloch, il sistema eliocentrico -così come quello geocentrico- si fonda su presupposti indimostrabili. Tra questi, rivestirebbe un ruolo di primo piano l'affermazione dell'esistenza di uno spazio assoluto; opzione che tuttavia è stata poi cancellata dalla teoria della relatività. Egli scrive testualmente: «Dal momento che, con l'abolizione del presupposto di uno spazio vuoto e immobile, non si produce più alcun movimento verso di esso, ma soltanto un movimento relativo dei corpi tra loro, e poiché la misurazione di tale moto dipende dalla scelta del corpo assunto come punto di riferimento, così ?qualora la complessità dei calcoli risultanti non rendesse impraticabile l'ipotesi? adesso come allora si potrebbe supporre la terra fissa e il sole mobile» (2).
Curiosamente fu proprio Ernst Bloch, con il suo marxismo romantico, uno dei primi ad opporsi apertamente a tale mito, offrendo una nuova interpretazione dell'accaduto.
Il vantaggio del sistema eliocentrico rispetto a quello geocentrico non consiste perciò in una maggior corrispondenza alla verità oggettiva, ma soltanto nel fatto che ci offre una maggiore facilità di calcolo. Fin qui, Bloch espone solo una concezione moderna della scienza naturale. Sorprendente è invece la valutazione che egli ne trae:
«Una volta data per certa la relatività del movimento, un antico sistema di riferimento umano e cristiano non ha alcun diritto di interferire nei calcoli astronomici e nella loro semplificazione eliocentrica; tuttavia, esso ha il diritto di restar fedele al proprio metodo di preservare la terra in relazione alla dignità umana e di ordinare il mondo intorno a quanto accadrà e a quanto è accaduto nel mondo» (3).
Se qui entrambe le sfere di conoscenza vengono ancora chiaramente differenziate fra loro sotto il profilo metodologico, riconoscendone sia i limiti che i rispettivi diritti, molto più drastico appare invece un giudizio sintetico del filosofo agnostico-scettico P. Feyerabend. Egli scrive:
«La Chiesa dell'epoca di Galileo si attenne alla ragione più che lo stesso Galileo, e prese in considerazione anche le conseguenze etiche e sociali della dottrina galileiana. La sua sentenza contro Galileo fu razionale e giusta, e solo per motivi di opportunità politica se ne può legittimare la revisione» (4).
Dal punto di vista delle conseguenze concrete della svolta galileiana, infine, C. F. Von Weizsacker fa ancora un passo avanti, quando vede una «via direttissima» che conduce da Galileo alla bomba atomica.
Con mia grande sorpresa, in una recente intervista sul caso Galileo non mi è stata posta una domanda del tipo: «Perché la Chiesa ha preteso di ostacolare lo sviluppo delle scienze naturali?», ma esattamente quella opposta, cioè: «Perché la Chiesa non ha preso una posizione più chiara contro i disastri che dovevano necessariamente accadere, una volta che Galileo aprì il vaso di Pandora?».
Sarebbe assurdo costruire sulla base di queste affermazioni una frettolosa apologetica. La fede non cresce a partire dal risentimento e dal rifiuto della razionalità, ma dalla sua fondamentale affermazione e dalla sua inscrizione in una ragionevolezza più grande. [...]
Qui ho voluto ricordare un caso sintomatico che evidenzia fino a che punto il dubbio della modernità su se stessa abbia attinto oggi la scienza e la tecnica".
(1) Cfr. W. Brandmüller, Galilei und die Kirche oder das Recht auf Irrtum, Regensburg 1982.
(2) E. Bloch, Das Prinzip Hoffnung, Frankfurt/Main 1959, p. 920; Cfr F. Hartl, Der Begriff des Schopferischen. Deutungsversuche der Dialektik durch E. Bloch und F. v. Baader, Frankfurt/Main 1979, p. 110.
(3) E. Bloch, Das Prinzip Hoffnung, Frankfurt/Main 1959, p. 920s.; F. Hartl, Der Begriff des Schopferischen. Deutungsversuche der Dialektik durch E. Bloch und F. v. Baader, Frankfurt/Main 1979, p. 111.
(4) P. Feyerabend, Wider den Methodenzwang, FrankfurtM/Main 1976, 1983, p. 206.
© Copyright 1990-2008 - Libreria Editrice Vaticana
(dal Papa Ratzinger blog)
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Innanzitutto, dal mio personale punto di vista, contesto il mancato invio privato della lettera stessa al Rettore (e per conoscenza ai presidi di facoltà e dipartimento), quindi mi sembra più che altro una lettera di contestazione politica, perché nonostante si possa essere d'accordo con il Cini stesso che un invito di tal genere ha senso in un'università in cui lo studio della teologia ha ancora un senso, senza dimenticare che la contestazione è preventiva e indipendente dai contenuti che papa Benedetto XVI avrebbe portato e fondati su interventi simili precedenti. Cini, poi, sembra dimenticare l'insegnamento tollerante di Voltaire secondo cui è giusto lottare affinché anche chi la pensa diversamente abbia la possibilità di esprimere le proprie idee. Solo dopo si può iniziare la discussione su tesi differenti che non ci vedono d'accordo. Questa contestazione ha tanto il sapore di una guerra preventiva, un po' come quella di Bush in Iraq, fatta per evitare i danni che ci sarebbero potuti essere, e soprattutto dimenticandosi che la maggior parte dei politici italiani è cattolica, e quindi schierata (come si potrà vedere in queste ore) contro i contestatori.
Ripeto, prima di lasciarvi alle fonti, che è sempre meglio ascoltare e poi discutere le tesi di un intervento, piuttosto che impedire l'intervento stesso: mi sembra che le contestazioni di questi giorni debbano essere messe quasi sullo stesso piano del processo dell'Inquisizione ai danni di Galileo.
Passiamo agli atti ufficiali:
Magnifico Rettore, con queste poche righe desideriamo portarLa a conoscenza del fatto che condividiamo appieno la lettera di critica che il collega Marcello Cini Le ha indirizzato sulla stampa a proposito della sconcertante iniziativa che prevedeva l'intervento di papa Benedetto XVI all'Inaugurazione dell'Anno Accademico alla Sapienza. Nulla da aggiungere agli argomenti di Cini, salvo un particolare. Il 15 marzo 1990, ancora cardinale, in un discorso nella citta di Parma, Joseph Ratzinger ha ripreso un'affermazione di Feyerabend: "All'epoca di Galileo la Chiesa rimase molto più fedele alla ragione dello stesso Galileo. Il processo contro Galileo fu ragionevole e giusto". Sono parole che, in quanto scienziati fedeli alla ragione e in quanto docenti che dedicano la loro vita all'avanzamento e alla diffusione delle conoscenze, ci offendono e ci umiliano.
(dal sito di Repubblica)
A quel punto un po' di ricerche per la rete e trovo il testo dell'intervento di Parma di Ratzinger, o almeno la parte relativa al processo di Galileo:
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La crisi della fede nella scienza
tratto da Svolta per l'Europa? Chiesa e modernità nell'Europa dei rivolgimenti, Paoline, Roma 1992, p. 76-79.
"Nell'ultimo decennio, la resistenza della creazione a farsi manipolare dall'uomo si è manifestata come elemento di novità nella situazione culturale complessiva. La domanda circa i limiti della scienza e i criteri cui essa deve attenersi si è fatta inevitabile.
Particolarmente significativo di tale cambiamento del clima intellettuale mi sembra il diverso modo con cui si giudica il caso Galileo.
Questo fatto, ancora poco considerato nel XVII secolo, venne -già nel secolo successivo- elevato a mito dell'illuminismo. Galileo appare come vittima di quell'oscurantismo medievale che permane nella Chiesa. Bene e male sono separati con un taglio netto. Da una parte troviamo l'Inquisizione: il potere che incarna la superstizione, l'avversario della libertà e della conoscenza. Dall'altra la scienza della natura, rappresentata da Galileo; ecco la forza del progresso e della liberazione dell'uomo dalle catene dell'ignoranza che lo mantengono impotente di fronte alla natura. La stella della Modernità brilla nella notte buia dell'oscuro Medioevo (1).
Secondo Bloch, il sistema eliocentrico -così come quello geocentrico- si fonda su presupposti indimostrabili. Tra questi, rivestirebbe un ruolo di primo piano l'affermazione dell'esistenza di uno spazio assoluto; opzione che tuttavia è stata poi cancellata dalla teoria della relatività. Egli scrive testualmente: «Dal momento che, con l'abolizione del presupposto di uno spazio vuoto e immobile, non si produce più alcun movimento verso di esso, ma soltanto un movimento relativo dei corpi tra loro, e poiché la misurazione di tale moto dipende dalla scelta del corpo assunto come punto di riferimento, così ?qualora la complessità dei calcoli risultanti non rendesse impraticabile l'ipotesi? adesso come allora si potrebbe supporre la terra fissa e il sole mobile» (2).
Curiosamente fu proprio Ernst Bloch, con il suo marxismo romantico, uno dei primi ad opporsi apertamente a tale mito, offrendo una nuova interpretazione dell'accaduto.
Il vantaggio del sistema eliocentrico rispetto a quello geocentrico non consiste perciò in una maggior corrispondenza alla verità oggettiva, ma soltanto nel fatto che ci offre una maggiore facilità di calcolo. Fin qui, Bloch espone solo una concezione moderna della scienza naturale. Sorprendente è invece la valutazione che egli ne trae:
«Una volta data per certa la relatività del movimento, un antico sistema di riferimento umano e cristiano non ha alcun diritto di interferire nei calcoli astronomici e nella loro semplificazione eliocentrica; tuttavia, esso ha il diritto di restar fedele al proprio metodo di preservare la terra in relazione alla dignità umana e di ordinare il mondo intorno a quanto accadrà e a quanto è accaduto nel mondo» (3).
Se qui entrambe le sfere di conoscenza vengono ancora chiaramente differenziate fra loro sotto il profilo metodologico, riconoscendone sia i limiti che i rispettivi diritti, molto più drastico appare invece un giudizio sintetico del filosofo agnostico-scettico P. Feyerabend. Egli scrive:
«La Chiesa dell'epoca di Galileo si attenne alla ragione più che lo stesso Galileo, e prese in considerazione anche le conseguenze etiche e sociali della dottrina galileiana. La sua sentenza contro Galileo fu razionale e giusta, e solo per motivi di opportunità politica se ne può legittimare la revisione» (4).
Dal punto di vista delle conseguenze concrete della svolta galileiana, infine, C. F. Von Weizsacker fa ancora un passo avanti, quando vede una «via direttissima» che conduce da Galileo alla bomba atomica.
Con mia grande sorpresa, in una recente intervista sul caso Galileo non mi è stata posta una domanda del tipo: «Perché la Chiesa ha preteso di ostacolare lo sviluppo delle scienze naturali?», ma esattamente quella opposta, cioè: «Perché la Chiesa non ha preso una posizione più chiara contro i disastri che dovevano necessariamente accadere, una volta che Galileo aprì il vaso di Pandora?».
Sarebbe assurdo costruire sulla base di queste affermazioni una frettolosa apologetica. La fede non cresce a partire dal risentimento e dal rifiuto della razionalità, ma dalla sua fondamentale affermazione e dalla sua inscrizione in una ragionevolezza più grande. [...]
Qui ho voluto ricordare un caso sintomatico che evidenzia fino a che punto il dubbio della modernità su se stessa abbia attinto oggi la scienza e la tecnica".
(1) Cfr. W. Brandmüller, Galilei und die Kirche oder das Recht auf Irrtum, Regensburg 1982.
(2) E. Bloch, Das Prinzip Hoffnung, Frankfurt/Main 1959, p. 920; Cfr F. Hartl, Der Begriff des Schopferischen. Deutungsversuche der Dialektik durch E. Bloch und F. v. Baader, Frankfurt/Main 1979, p. 110.
(3) E. Bloch, Das Prinzip Hoffnung, Frankfurt/Main 1959, p. 920s.; F. Hartl, Der Begriff des Schopferischen. Deutungsversuche der Dialektik durch E. Bloch und F. v. Baader, Frankfurt/Main 1979, p. 111.
(4) P. Feyerabend, Wider den Methodenzwang, FrankfurtM/Main 1976, 1983, p. 206.
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(dal Papa Ratzinger blog)
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mercoledì 9 gennaio 2008
Previsioni nel tempo
...ma gli uomini del 1960 non lo erano più alla vista di quelle meraviglie; ne usufruivano tranquillamente, senza gioia, poiché, dalla loro andatura incalzante, dal loro passo frettoloso, dal loro impeto americano, si intuiva che il demone della prosperità li spingeva senza posa e senza quartiere.
(Jules Verne, Parigi nel XX secolo, trad. Mauro Grasso)
(Jules Verne, Parigi nel XX secolo, trad. Mauro Grasso)
martedì 8 gennaio 2008
Primo giorno di scuola!
E giunse puntuale il mio primo giorno al liceo di Seregno!
La giornata di oggi, dopo una prima mezz'oretta segnata da pratiche burocratiche, si sviluppata in tre ore, le ultime tre, con l'approccio ed una prima conoscenza delle classi. Comunque, in buon ordine, i corsi in cui devo fare la supplenza, sono del biennio, due corsi per un totale di 4 classi.
La situazione mi sembra difficile, con ragazzi decisamente distratti e con scarsa voglia di seguire e probabilmente anche di studiare. Fin qui nulla di sconvolgente, considerando che arrivo a metà anno, praticamente a chiusura di quadrimestre (e dovrò chiuderlo io!), ma certo il materiale su cui dovrò lavorare è molto poco e molto grezzo e, se la seconda mi ha raccontato il vero, anche con lacune dall'anno precedente.
In questo senso, nonostante i ragazzi (soprattutto ragazze, nella prima, una situazione più equilibrata nella seconda) cerchino di fare i simpatici (più che altro per perdere tempo, come i bravi studenti), l'unica cosa che mi dispiace di quest'esperienza è il poco tempo a disposizione.
Speriamo, comunque, che tutto possa andare per il meglio nelle prossime 4 settimane!
Cordami salumi da Milano!
La giornata di oggi, dopo una prima mezz'oretta segnata da pratiche burocratiche, si sviluppata in tre ore, le ultime tre, con l'approccio ed una prima conoscenza delle classi. Comunque, in buon ordine, i corsi in cui devo fare la supplenza, sono del biennio, due corsi per un totale di 4 classi.
La situazione mi sembra difficile, con ragazzi decisamente distratti e con scarsa voglia di seguire e probabilmente anche di studiare. Fin qui nulla di sconvolgente, considerando che arrivo a metà anno, praticamente a chiusura di quadrimestre (e dovrò chiuderlo io!), ma certo il materiale su cui dovrò lavorare è molto poco e molto grezzo e, se la seconda mi ha raccontato il vero, anche con lacune dall'anno precedente.
In questo senso, nonostante i ragazzi (soprattutto ragazze, nella prima, una situazione più equilibrata nella seconda) cerchino di fare i simpatici (più che altro per perdere tempo, come i bravi studenti), l'unica cosa che mi dispiace di quest'esperienza è il poco tempo a disposizione.
Speriamo, comunque, che tutto possa andare per il meglio nelle prossime 4 settimane!
Cordami salumi da Milano!
domenica 6 gennaio 2008
Ed eccomi qui!
Sono arrivato a Milano dopo un viaggio di una notte in bus. Il viaggio è stato tranquillo e sono anche, incredibilmente, riuscito a dormire. Per ora riesco a collegarmi e sfrutto l'occasione per avvisare voi poveri 3 o 4 lettori, ma nei prossimi giorni non so come e quando riuscirò a realizzare altri post, ma certo proverò anche a inviarvi qualche foto di Milano, di Seregno, e a tenervi aggiornati sulla mia attività nel Liceo Levi.
Non mi resta che salutare e, ovviamente, continuare a spostare l'archivio!
Non mi resta che salutare e, ovviamente, continuare a spostare l'archivio!
venerdì 4 gennaio 2008
Saluti e baci!
Sta arrivando il momento della partenza, il momento di prepararsi per andare a Milano, per ora per venti giorni, per una supplenza di fisica in quel di Seregno.
Sta arrivando il momento della partenza e, come sempre, ho la sensazione che sto dimenticando qualcosa: alla fine, magari, qualcosa la dimenticherò, o forse porterò qualcosa di cui potevo fare a meno, per ora, però, saluto tutti e me ne vado... e poi, appena posso, mi sentirete per telefono (per chi ce l'ha), via e-mail su questo angolino di web.
Cordami salumi a tutti i 3 o 4 lettori di DropSea!
Sta arrivando il momento della partenza e, come sempre, ho la sensazione che sto dimenticando qualcosa: alla fine, magari, qualcosa la dimenticherò, o forse porterò qualcosa di cui potevo fare a meno, per ora, però, saluto tutti e me ne vado... e poi, appena posso, mi sentirete per telefono (per chi ce l'ha), via e-mail su questo angolino di web.
Cordami salumi a tutti i 3 o 4 lettori di DropSea!
giovedì 3 gennaio 2008
Sei pezzi non tanto facili
In effetti il titolo è Sei pezzi meno facili, ed è un libro di Feynman, il premio nobel per la fisica, edito in Italia dalla Adelphi, che raccoglie 6 lezioni tratte dal suo corso e pubblicate sulle sue famose Lectures on Physics.
Devo dire che le lezioni di Feynman sono belle e brillanti, molto interessanti, approfondite e, in particolare, spiegano in modo semplice e intuitivo la relatività speciale di Einstein. Bé... Natale è finito, ma sicuramente è un ottimo regalo per un compleanno per un ragazzo che si interessa di scienza e fisica in particolare.
Buona lettura!
P.S.: appena finiti i Sei pezzi meno facili, mi attenderanno sicuramente i Sei pezzi facili.
Devo dire che le lezioni di Feynman sono belle e brillanti, molto interessanti, approfondite e, in particolare, spiegano in modo semplice e intuitivo la relatività speciale di Einstein. Bé... Natale è finito, ma sicuramente è un ottimo regalo per un compleanno per un ragazzo che si interessa di scienza e fisica in particolare.
Buona lettura!
P.S.: appena finiti i Sei pezzi meno facili, mi attenderanno sicuramente i Sei pezzi facili.
mercoledì 2 gennaio 2008
Va pensiero...
E' stata la penultima aria del concerto di Capodanno della Fenice, da alcuni anni tradizionale appuntamento concertistico italiano, in aggiunta, piuttosto che in concorrenza, con il concerto di Capodanno di Vienna.
E' un buon modo per iniziare l'anno nuovo, considerando quali notizie sono giunte nel finale.
L'anno è iniziato ormai da un paio di giorni, ma ogni momento è comunque buono per farsi gli auguri: abbiamo 365, anzi 366 giorni di tempo per fare gli auguri per un buon 2008!!!
E' un buon modo per iniziare l'anno nuovo, considerando quali notizie sono giunte nel finale.
L'anno è iniziato ormai da un paio di giorni, ma ogni momento è comunque buono per farsi gli auguri: abbiamo 365, anzi 366 giorni di tempo per fare gli auguri per un buon 2008!!!