mercoledì 20 maggio 2009

Con la faccia di cera

Più riguardo a Con la faccia di ceraLa prima volta che ne ho sentito parlare è stato a Report, nel servizio Verità e giustizia di Milena Gabanelli: più precisamente di come alcune industrie chimiche hanno avvelenato i propri operai facendoli lavorare sena le necessarie misure di sicurezza. E gli operai si sentivano così sicuri da utilizzare quei materiali anche per uso domestico, quando invece gli effetti nocivi del pvc iniziavano ad essere sempre più noti negli ambienti accademici e industriali. E poi le malattie, le morti, intere zone cittadine inquinate, come a Ferrara. E proprio a Ferrara è ambientato Con la faccia di cera di Girolamo De Michele.
Nel periodo del palio ferrarese, il protagonista, un fotografo che sta lavorando a un libro sugli anni dello sviluppo industriale della città, si trova invischiato in una strana storia, tra sogno e realtà, una vicenda che ricorda molto da vicino, dal punto di vista tecnico e narrativo, Il palio delle contrade morte di Fruttero e Lucentini.
Per quel che riguarda i contenuti, invece, al di là delle singole vicende, la ricerca del fotografo lo porterà a riscoprire i fattacci legati alla Solvay e ai disastri causati da quest'industria nell'area ferrarese e in altre simili a questa. Il racconto diventa a tratti agghiacciante, soprattutto perché De Michele utilizza le testimonianze reali degli ex-operai. E la memoria va subito al servizio di Report, del quale vorrei qui riportare alcuni stralci:
Insieme a medicina Democratica Gabriele Bortolozzo costruisce una vera e propria indagine epidemiologica e il 22 agosto del '94 il fascicolo finisce sul tavolo della procura di Venezia, nelle mani del Pubblico Ministero Felice Casson. Nell'autunno del 1996 scatta il rinvio a giudizio per Cefis, Necci e altri ventisei alti dirigenti che si sono succeduti nelle cariche di Montedison, Montefibre, Enimont, Enichem dagli anni '70 fino alla fine degli anni '90. Nel mondo e' il primo caso di processo penale nel quale si tenterà di dimostrare che una sostanza chimica è causa di morte e che i dirigenti dell'azienda, pur sapendo che quella sostanza avrebbe ucciso gli operai, non hanno preso le precauzioni necessarie per tutelarne la salute. Inoltre, quei dirigenti, avrebbero avvelenato le acque, il suolo, la falda. Si tratta dei vertici della più grande azienda chimica italiana. Ovvero quella grande industria che ha creato il benessere di Mantova, Brindisi, Ferrara, e di una buona parte del Veneto, attraverso il colosso di Porto Marghera, trascinata in tribunale da un semplice turnista che aveva deciso che era ora di finirla di venerare le macchine, senza considerare che intorno ci lavorano gli uomini. Ma il modesto operaio non saprà come andrà a finire il processo, perché una sera qualunque in questa curva a pochi chilometri da Mestre un camion lo travolge.

E ancora:
Autrice
Nel 1985 si scopre che bere il vino o alcolici imbottigliati nel pvc non faceva bene, perché rilasciava troppo monomero. Ma la plastica è un'invenzione straordinaria e il punto di partenza è quel lattice bianco, che si chiama cvm, sbarcato a Marghera e alla Solvay di Rosignano e Ferrara negli anni '50, il sistema di lavorazione produce un gas, tossico, e si sapeva già da dieci anni, ma non gli operai che lo lavoravano.

LUIGI ONESTINI - Sindacalista Solvay Ferrara
"Si lavorava senza nessun rispetto di questo gas. È un liquido che a temperatura ambiente ghiaccia quindi si mettevano al fresco anche le bottiglie di vino, per fare in fretta era un po' come il frigo, si scaricava un po' dalla valvolina sulla bottiglia e la bottiglia diventava tutta bianca, bella fresca e il vino era fresco, qualcuno dice che ci metteva anche i cocomeri ma quella potrebbe essere una leggenda metropolitana".

Archivio Istituto Luce - 1955
Le particelle solide vengono trasportate dalla corrente d'aria direttamente nei silos. Si ottiene così il cloruro di polivinile in polvere finissima che viene insaccato

E più avanti:
D - Che cosa succede alle mani e ai piedi?

LUIGI ONESTINI - Sindacalista Solvay Ferrara
"I colleghi dicevano che entrati in autoclave, specialmente quelle grosse, sentivano freddo ai testicoli, quindi noi vedevamo e avevamo registrato che i nostri compagni di lavoro fisicamente integri che improvvisamente nell'arco di due tre mesi avevano un crollo fisico eccezionale che li portava al decesso, è mai possibile? Ci siamo fortemente preoccupati"

Autrice
Il primo allarme lo lancia un medico della Solvay, Pierluigi Viola. Nel 1969 al congresso internazionale di medicina del lavoro a Tokyo comunica: "L'esposizione cronica al cvm può causare nell'uomo alterazione dello scheletro, del sistema nervoso, delle funzioni epatiche.
Le aziende devono ridurre i valori di esposizione e la pulizia delle autoclavi non deve piu' essere fatta dagli uomini."
Nel 1970 alla conferenza internazionale sul cancro a Houston conferma: i topi esposti ad alte dosi di cvm si ammalano di cancro. Nel '71 L'Istituto Regina Elena informa il Ministero della Sanita' : Il cloruro di vinile e' un cancerogeno multipotente. Sempre nel 71 la Montedison commissiona all'oncologo di Bologna Cesare Maltoni uno studio specifico. Nel '72 ci sono i primi risultati, e vengono comunicati il 14 Novembre a Washington ai produttori di cloruro di vinile e Pvc in un incontro riservato. Agli invitati, si legge nel resoconto depositato presso Il dipartimento di Giustizia di N.Y., fu impedito di prendere appunti. Cosa si diceva nella riunione? Che nei topi compare il tumore al fegato e ai reni ad esposizioni di clururo di vinile di 250 parti per milione. Ma gli umani, invece, a quale dose erano esposti?

LUIGI ONESTINI - Sindacalista Solvay Ferrara
"Cinquecento parti per milione ma senza nessun tipo di controllo basato sulla fiducia che veniva accordata all'azienda, l'azienda diceva io sono nel rispetto della legge perché quel gas lì è un gas che non è fastidioso"

Nessuno interviene a modificare gli impianti. Passa un altro anno e nel '73 Maltoni comunica altri dati, definitivi.

D - Che cosa diceva quella comunicazione?

MORANDO SOFFRITTI - Direttore Istituto Ramazzini
"Che erano stati osservati effetti cancerogeni a livello del fegato i primi angiosarcomi, nefroblastomi e carcinomi delle ghiandole di Zimber"

Autrice
Le sperimentazioni sui settemila topi continuano, e qualche anno più tardi Maltoni comunica che le forme di tumore colpiscono molti organi ad esposizioni di cvm fino a 10 parti per milione. Intanto gli operai di Marghera e Ferrara continuavano ad essere esposti a 500 parti per milione.

LUIGI ONESTINI - Sindacalista Solvay Ferrara
"Il collaudatore mi diceva: " Io sotto questo livello non posso dir niente, il livello di quindici ppm (parti per milione) cioè, io non posso garantire che i tre vadano bene, perché io sotto i quindici non riesco ad andarci, fino a quindici io trovo dei risultati sotto i quindici il ratto muore di vecchiaia, cioè non fa in tempo il tumore a formarsi, il tempo di latenza invece va dai venticinque ai trent'anni"

E sulle lotte del sindacato, in particolare ecco uno stralcio:
Autrice
Il sindacato ha certamente fatto qualcosa, ha detto chi rischia la pelle deve guadagnare di più. Questa era la busta paga di un insaccatore su 80.000 lire di stipendio, la pelle era valutata poco più di duemila lire e si chiamava indennità di nocività

LUIGI ONESTINI - Sindacalista Solvay Ferrara
"I primi anni quando uno entrava nell'autoclave aveva un'indennità, aveva 25 30 lire all'ora in più rispetto a quello che non entrava in autoclave. Dal momento in cui abbiamo detto la salute non si vende al momento in cui siamo riusciti realmente a non venderla in quel periodo di tempo le abbiamo regalate. Purtroppo sono cose che son successe, sono anni di storia".

Il resto, agghiacciante per molti versi, potete leggerlo direttamente sul sito.

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