giovedì 28 ottobre 2010

Operazione Padova, parte terza

Ad essere pignoli è il quarto post dedicato al concorso, però quello precedente può essere considerato una sorta di passaggio intermedio.
Prima di immergermi, però, nella sintesi del giorno e mezzo in cui si è concentrato viaggio di andata e ritorno e concorso, vorrei ringraziare Carla, Giovanni, Flavio e Michele che mi hanno fatto gli auguri elettronici sia qui, sia negli altri posti dove ho condiviso la chiamata al concorso (ovviamente, con loro, ringrazio anche chi, gli auguri, me li ha fatti di persona!).

L'andata. Prima riesco a perdere il regionale che avevo acquistato, un treno che aveva prima 15 minuti di ritardo, poi 10 e in fine parte in orario, pur essendo ancora segnalato sul cartellone con 10 minuti di ritardo!
Questo, però, è solo l'inizio, perché sulla tratta Milano-Verona sembra che sia accaduto un problema increscioso: sono caduti degli alberi, molto probabilmente per il mal tempo. Ci può stare: i ritardi per questo motivo possono anche andar bene, però non i 220 minuti e passa, cui aggiungersi la mancanza di informazioni e la paura di passare tutta la notte sul treno, con Treni Italia che non sa che pesci pigliare e che, alla ripartenza del treno, si inventa una distribuzione gratuita (al bar del treno, però) di generi di conforto!
C'è da aggiungere, però, la gentilezza del figlio della padrona del bed & breakfast che avevo scelto per dormire a Padova la notte prima del concorso: siciliano, persona simpaticissima, che ha gentilmente atteso l'arrivo ultra ritardato (a venti minuti dall'1 di notte) del sottoscritto.
E non contenti di ciò, ci siamo anche messi a chiacchierare! Morale della favola: non so a che ora sono andato a dormire, anche se, comunque, ho dormito abbastanza bene (per quanto la stanchezza e i pensieri potessero permettere, of course!)

Verso il dipartimento. Di tutti i viaggi fatti in questi due giorni e mezzo quello verso (e poi il ritorno) sono stati i più semplici e tranquilli. Dopo aver provato ad andare a piedi e deciso, visto il tempo e il non perfetto stato di salute (decisamente migliorato, però, rispetto alla settimana precedente, anche se ora rimane una tosse alquanto fastidiosa), mi ridirigo verso la stazione dei treni dove fermano praticamente tutti gli autobus, compro a un'edicola due biglietti e quindi chiedo a destra e a manca quale è il miglior bus per avvicinarmi alla mia destinazione.
Sia una ragazza che sta attendendo il pullman alla fermata, sia l'autista, sono estremamente gentili e mi indicano anche la traversa (per sicurezza, però, chiedo anche a una persona che incrocio mentre sto andando) e così giungo in perfetto orario al dipartimento, di fronte all'aula dove è già in riunione la commissione esaminatrice.

Il concorso. Tre professori del dipartimento, dopo la registrazione, ci riassumono l'ordine e il modo in cui si svolgerà il colloquio: dopo un breve riassunto dei titoli messi in curriculum, avremo una decina di minuti per parlare di una delle linee di ricerca che abbiamo affrontato all'interno dei titoli proposti.
Prima del mio intervento, mi anticipano due ricercatori, un ragazzo non italiano (non so di che nazione, però) e un italiano in Sud Africa, con due curriculum ricchi e interessanti e due ricerche altrettanto interessanti.
Quindi tocca a me, ma solo perché chi doveva esserci in quel momento era andato un attimo via (non pensando che la discussione sul candidato precedente sarebbe stata così rapida).
Non sto qui a descrivervi il dettaglio del mio racconto (potete leggere il mio curriculum su LinkedIn), però non credo di aver fatto una gran impressione sulla commissione: in fondo una ricerca topologica applicata alla meccanica quantistica non è tra le ricerche che stanno sviluppando nel dipartimento di fisica di Padova. D'altra parte i curriculum dei due che mi hanno preceduto sono abbondantemente più importanti di quello del sottoscritto, quindi dovrò armarmi di pazienza e attendere una occasione migliore e probabilmente differente da questa.

Padova. Visto che avevo diverse ore davanti a me per prendere il treno e tornare a Milano (non potevo cambiare il biglietto per prendere un treno prima, avendolo preso in offerta), mi sono fatto un giretto in città, scattando qualche foto (che spero di mettere presto in rete...) nella zona storia o monumentale. Devo dire che, pur non essendo ai livelli di Firenze o di Praga, Padova si difende molto bene e un giro per la parte storica lo merita: quindi, se passate da quelle parti, considerate anche di fermarvi un attimo e vedere quello che la città offre come ospitalità (finora solo a Cortona ho visto una concentrazione di bar, ristoranti, locali superiore rispetto a Padova!).
Finiti i giri, poi, passo un'altra oretta a prendere un té caldo nello stesso locale dove avevo pranzato e poi l'ultima attesa nella stazione, per prendere la via di casa.
Viaggio di ritorno. Cosa ve lo dico a fare? Una fotocopia dell'andata, questa volta con un ritardo di appena 80 minuti...
Alla prossima e ancora grazie per gli In bocca al lupo!

Operazione Padova: parte 1, parte 2, un anno dopo.

1 commento:

  1. Dai che sarà andata alla grande, la prossima volta gli auguri te li facciamo per il viaggio :)

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