sabato 13 agosto 2011
La leggenda di Earthsea: Le tombe di Atuan
Impresa spesso citata come una delle più grandi, senza mai scendere nei dettagli, è quella narrata ne Le tombe di Atuan, secondo romanzo della saga di Earthsea di Ursula K. Le Guin. Se ne Il mago Ged, lo Sparviero, era il protagonista indiscusso, con la narrazione, per quanto in terza persona, centrata sulla sua persona, sui suoi pensieri, sui suoi piani, in questo caso la scrittrice si cioncentra su Tenar, una ragazzina strappata in tenera età per essere la nuova sacerdotessa dei Senza Nome, le oscure e tenebrose entità presenti nelle viscere dell'isola di Atuan.
Sull'isola, in modo che la ragazzina pensi di essere la reincarnazione della primissima sacerdotessa, essa viene indottrinata sui segreti delle gallerie e del labirinto nascosti sotto al tempio cui comanda, e le viene imposto un nuovo nome, Arha, che vuol dire nella lingua in uso su quell'isola Divorata, perché la sua identità precedente è scomparsa, divorata dalle divinità tenebrose cui ormai appartiene.
Nel tesoro custodito dai Senza Nome è presente la metà di un potente amuleto, l'anello di Erreth-Akbe, la cui ricerca a scopo di ricomposizione (la prima metà era stata recuperata ne Il mago di Earthsea) è oggetto della sfida alle tombe da parte di Ged. Grazie al fatto che la narrazione è incentrata su Tenar, il lettore non sa mai bene quale sia il piano dello Sparviero, al massimo è in grado di intuirlo modificarsi al procedere degli eventi: prima sconfitto dalla potenza dei Senza Nome, quindi apertamente scoperto da Tenar, e infine da questi aiutato a fuggire.
E' grazie al leggero legame con il mondo esterno e al rapporto con le donne, altre sacerdotesse di altri culti inferiori, che la crescono che si riesce a comprendere completamente questa svolta di Arha, che scoperto il suo nome grazie a Ged, decide di intraprendere una nuova vita, abbandonando essere crudeli che ormai non venera più nessuno. E' un bel finale, un po' come un invito ad abbandonare le vecchie superstizioni, apparentemente per altre nuove e più potenti. Eppure i maghi rappresentano la conoscenza in un mondo che si fonda sulla magia, un po' come gli scienziati in un mondo che si fonda sulla scienza: in questo senso, dunque, l'invito è rivolto anche al lettore ad abbandonare superstizioni e paure antiche per uno stile di vita più sereno, fondato o meno che sia sulla scienza.
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