venerdì 19 ottobre 2018

Flying at the speed of light

cc @astrilari @Pillsofscience @lpitaly
Come scrivevo settimana scorsa, è stato difficile riprendere ad ascoltare i Linkin Park. Dopo aver ripreso, però, più o meno con lo stesso spirito con cui ho affrontato quattro delle più note canzoni degli Who, vorrei proporre un percorso non molto differente anche con i Linkin Park. Mentre nel caso degli Who il filo rosso era CSI, nel caso dei Linkin non ci sarà alcun legame particolare. Quest'oggi inizio con Waiting for the end, di cui ho utilizzato un verso per il titolo del post:


Robert Oppenheimer
La canzone fa parte del concept album A thousand suns, quarto lavoro in studio del gruppo, rilasciato l'8 settembre del 2010. L'album si concentra sulle paure umane, come ad esempio quella della guerra nucleare, come è evidente sin dal titolo: A thousand suns, infatti, è un riferimento tanto alle scritture sanscrite del Bhagavad Gita, quanto a Robert Oppenheimer, che, a capo del Progetto Manhattan, descrisse la bomba atomica come "brillante come mille soli", citando sempre lo stesso testo.
Oppenheimer viene anche citato nel testo di apertura al libretto del CD, mentre viene utilizzata la sua voce in Radiance, nel dettaglio quello che il fisico disse dopo la bomba di Hiroshima:
We knew the world would not be the same. A few people laughed, a few people cried, most people were silent. I remembered the line from the Hindu scripture, the Bhagavad-Gita. Vishnu is trying to persuade the Prince that he should do his duty and to impress him takes on his multi-armed form and says, "Now, I am become Death, the destroyer of worlds." I suppose we all thought that one way or another.
L'attenzione del gruppo al tema della resistenza sociale è poi confermato grazie all'uso delle voci di Mario Savio e Martin Liuther King. I testi, invece, raccontano di paure e insicurezze, a volte anche rabbia, mentre la musica ora asseconda queste emozioni, ora le accompagna verso quell'unico istante in grado di risollevare, un po' come avviene proprio in Waiting for the end.
Il video di quest'ultima, oltre alla citazione della velocità della luce nel verso che da il titolo al post, ha in qualche modo un'ispirazione astronomica. I componenti della band, infatti, sono mostrati come sagome illuminate, quasi iridescenti, su sfondo nero con dei punti in particolare che fanno pensare alle stelle più luminose di una costellazione. Altrettanto interessante e in qualche modo coerente con lo spirito della canzone (e dell'album) è l'alternarsi tra movimento e immobilità: il primo si presenta durante le parti rappate di Mike Shinoda, il secondo durante la lunga porzione cantata da Bennington, creando così un vero e proprio contrappasso con il verso flying at the speed of light. In effetti c'è da notare come nel momento esatto in cui viene cantato questo verso, i Linkin Park cambiano posizione per prenderne una aereodinamica, simile a quella di un uccello in volo, mentre la camera durante tutta questa lunga parte ruota intorno ai componenti della band, dando in alcuni casi l'illusione del movimento anche grazie a particolari effetti di luce.
Chiudo osservando che, nel cielo, di uccelli ne troviamo, in particolare la costellazione del cigno che dovrebbe essere visibile proprio in questo periodo:

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