domenica 3 febbraio 2019

Topolino #3297: Il conte di Anatrham e altre storie

In linea con l'alternanza di qualità che sta caratterizzando questi ultimi numeri di Topolino, il #3297 propone un sommario di livello superiore a quello della settimana scorsa e non solo grazie all'esordio de Il conte di Anatrham, storia in costume ambientata nella Gran Bretagna del 1906 scritta da Marco Bosco per i disegni di Nico Picone.
Una società in cambiamento
Libero dal dover necessariamente seguire una parodia specifica con la quale confrontarsi, Bosco nel complesso realizza un ottimo primo episodio dove pone le basi per la vicenda in divenire, ricca di molti spunti interessanti, primo su tutti la trasformazione sociale ed economica della società. Da un lato c'è la sempre maggiore apertura finanziaria ai mercati stranieri, che in qualche modo non va molto a genio agli industriali locali: di fatto la borsa così come la intendiamo noi è nata in Francia nella prima metà del XIX secolo, sebbene le società per azioni esistevano sin dal XVII secolo, sempre create in Francia. In questo senso Paperon Pound rappresenta, in maniera un po' inconsueta, il vecchio mondo ancorato ai suoi privilegi: il personaggio, modellato sul primo Paperone barksiano e in parte su quello martiniano, non sembra gradire di buon occhio i crescenti successi di una nuova società misteriosa e dell'arrivo dell'erede del conte Basil Quackley, che sta arrivando dagli Stati Uniti per prendere il controllo del patrimonio. In questo senso è significativa la battuta che Paperon pronuncia all'uscita dallo studio del notaio di Quackley.
Interessante, poi, la relazione di parentela tra Puond e Quackley: sono cognati. La definizione di questo status è la seguente:
Fratello, o sorella, del coniuge, o coniuge del fratello o della sorella.
il che vorrebbe dire che ci dovrebbe essere una qualche moglie da qualche parte. Direi che questo dettaglio potrebbe non essere trascurabile, considerando che negli episodi successivi potrebbe entrare in gioco Brigitta nel ruolo di Lady Brygitt, anche in questo caso in cerca di un buon partito. La speranza è che, ovviamente non si perda per strada (non Brigitta, ma l'aleggiante presenza di una moglie!). Inoltre la presenza/assenza di Basil Quackley promette uno spunto interessante su un possibile finale aperto per la serie.
Altro personaggio interessante è Paperina Quackley, che rappresenta la crescente anima femminista dell'epoca. Il movimento femminista, che ha le sue radici nella Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina del 1791 redatta da Olympe de Gouges e dedicata a Maria Antonietta, vedeva all'epoca l'attivismo delle suffragette, nate nel 1897 grazie all'impegno di Millicent Garrett Fawcett proprio in Inghilterra. Bosco combina i movimenti femministi con il tema economico proponendo uno spunto interessante e in qualche modo inconsueto, soprattutto considerando l'epoca di ambientazione della storia. Questo permette un utilizzo di Paperina molto meno scontato e molto più interessante del solito, dimostrando ancora una volta che Bosco è uno dei pochi sceneggiatori a riuscire a rappresentare il personaggio in maniera meno banale rispetto alla media.
Tra gli altri personaggi, spendo giusto due parole su Quentin, Quintin e Quinton: Bosco, con un colpo d'arguzia decisamente raro, recupera la caratterizzazione più antipatica del trio, tre discoli in continuo movimento che si completano le frasi a vicenda emettendo parole a turno.
Il resto dei personaggi spero di approfondirlo nei successivi episodi, ma nel frattempo una lode su questo primo episodio e l'ottimo utilizzo degli attori disneyani messi in campo da Bosco, sì coerenti con il loro ruolo originario, ma comunque con qualche carta nascosta da giocare, pescata proprio dalla loro lunga storia editoriale. Infine aver assegnato una storia a episodi di Bosco a Nico Picone dimostra anche quanto la crescita di questo bravo disegnatore stia proseguendo in maniera spedita. Epigono di Stefano Intini, grazie a un tratto leggermente più tozzo risulta al tempo stesso riconoscibile rispetto al suo maestro. E lo stesso disegnatore sembra puntare soprattutto su queste differenze piuttosto che sulle similitudini, che pure sono tante e riemergono fortemente in particolare nelle architetture e nelle ambientazioni e in alcuni dei personaggi di contorno.
Atmosfere alla Mickey Mouse Mystery Magazine.
Il soggetto di Topolino nel mirino sarebbe stato perfetto per la mitica Mickey Mouse Mystery Magazine: Topolino, come al solito impegnato in un'indagine al fianco di Basettoni, diventa testimone nel processo a un importate imprenditore topolinese; così, per proteggerlo dagli attacchi dei sottoposti dell'imprenditore, il nostro eroe entra nel programma di protezione dei testimoni.
Alessandro Sisti propone ai lettori un quasi-procedurale: l'assenza dell'ufficio del procuratore in qualche modo non permette una completa identificazione della storia in quel sottogenere del thriller (o del giallo, per dirla all'italiana). Se vogliamo è l'unica mancanza in una storia decisamente originale per il settimanale, visto che il tema non è mai stato affrontato (almeno non in questi termini). Inoltre Sisti riesce a sviluppare una vicenda quasi spiazzante anche per l'usuale appassionato del genere, trasformando la SWAT nella meno letale ma altrettanto efficiente SPLAT.
I disegni di Marco Palazzi, ordinati e puliti grazie al tratto classico del disegnatore, risultano in qualche modo ingabbiati dalla griglia classica, come mostra la 14.ma pagina della storia, unica vera uscita dalla struttura usuale delle storie topolinesche. Forse, per l'occasione, si sarebbe potuto osare di più con una costruzione della pagina più vicina a PKNE: il sospetto che l'indicazione sia originata più dalla redazione che dagli autori nasce proprio dal fatto che comunque, Palazzi, ha provato questa soluzione sia nella pagina indicata sia, in maniera un po' più timida, all'inizio della 16.ma pagina.
Certo tutto ciò non inficia la bontà del prodotto finale, ma avrebbe impreziosito Topolino nel mirino, soprattutto se la confrontiamo con il modo più libero con cui Francesco D'Ippolito ha giocato con la griglia nella più che mediocre Ammirazione a percussione, storiella di Gabriele Panini ambientata nel mondo dei Wizards of Mickey con Gambadilegno protagonista e che ho letto pensando alla continuity interna della serie, ma che non credo continuerò a leggere (le storielle di Panini, non la serie principale).
Mania collezionistica
Ultima menzione, in un numero come detto ricco, va a Lo spirito del collezionista, gag story di Enrico Faccini che vede Paperino andare in giro alla ricerca dell'ultimo numero dell'agognata rivista Flic & Floc. Faccini, come spesso accade nelle sue storie da autore completo, segue fedelmente la lezione barksiana: la vicenda, dall'antefatto esplicativo, è un alternarsi di piccole gag più o meno efficaci che però nel complesso ottengono una somma armoniosa, gradevole e divertente fino all'effetto comico finale che spinge il lettore a leggere l'ultima battuta ad alta voce!

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