giovedì 2 gennaio 2020

Quello che fu

Non amo scrivere degli anni passati, ma questa volta mi sembra che possa essere utile. Questo 2019 appena passato è stato in qualche modo una corsa, un modo per dimostrare a me stesso che stavo reagendo a quanto era accaduto nel 2017. L'obiettivo minimo che mi ero prefisso era, infatti, quello di ripetere il numero di post dello scorso anno, ma alla fine sono addirittura riuscito a raggiungere e superare il risultato ottenuto nel 2010, giungendo a un articolo dal 2008. Anche con il Caffè del Cappellaio Matto la situazione è stata piuttosto rosea e ho anche ripreso a scrivere in inglese, sia su Doc Madhattan sia per Mathematics in Europe. Il tutto, ovviamente, mentre anche le attività per l'INAF e l'Osservatorio Astronomico di Brera sono andate nel modo migliore possibile.
Sono riuscito a portare a termine il 2019 con una certa costanza e precisione, cercando di mantenere un buon ritmo per mantenere vive le tre rubriche principali che ho in corso: Ritratti, Rompicapi di Alice e Grandi domande della vita. A queste tre ho affiancato anche le Particelle musicali, aperiodica rispetto alle altre, che metto in piedi quando capita.
Alla fine tutto bene, vero? Purtroppo non è esattamente così, e non c'entra tanto l'ombra del lutto, ma altre situazioni, alcune che si sono trascinate negli ultimi 14 mesi e che non hanno soddisfatto, e altre che sono legate all'incertezza sul futuro, quello sul lavoro. Sarà un 2020 complicato, lo so già (in mezzo ci sarà anche un cambio di casa). Un 2020 in cui dovrò districarmi con pazienza e curare alcune ferite che il 2019 e poco più ancora mi hanno lasciato, ma per ora cerco di mantenere l'ottimismo. In fondo il nuovo anno è appena iniziato, e anche se mi hanno insegnato che onestà e sincerità non contano nulla, onestamente cercherò di non tenerne conto.

2 commenti:

  1. Caro Gianluigi, come sai ti seguo da un po', e negli ultimi tempi gironzolo tra i tuoi blog per assimilare le scelte tecniche (non siamo in molti oggi a non essere su WordPress e la cosa mi ha piacevolmente incuriosito) e soprattutto tipo e frequenza dei post, stimolo per me a scrivere con più costanza. Che fa sempre molto bene.

    Un saluto carissimo.

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    1. Carissimo Marco,
      come ho scritto nel post, avere delle rubriche e cercare di aggiornarle in maniera regolare aiuta moltissimo a mantenere vivo il blog e fa da stimolo anche a non lasciare troppo vuoti di contenuti gli altri giorni. Inoltre anche il non aver voluto concentrarmi esclusivamente sulla scienza ha avuto il suo peso in quest'ultimo anno in cui la scrittura mi ha aiutato moltissimo.

      A presto,
      G.

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