martedì 19 maggio 2020

Futu.re

Nonostante il libro sfiori le 600 pagine, Futu.re è una lettura agile e appassionante che porta il lettore in un mondo sottilmente distopico i cui difetti sono, però, tremendamente simili ai difetti della nostra attuale società. Dmitry Glukhovsky, giunto alla notorietà grazie alla serie di Metro, descrive una società basata sull'immortalità. A differenza, però, di quella di Tanith Lee, quella dello scrittore russo è al tempo stesso più realistica e inquietante. L'immortalità di Futu.re è, infatti, molto più simile a un virus, che viene sostenuto grazie a sostanze chimiche presenti nell'acqua, che non a quella sorta di trapianto del cervello (o forse dell'anima) di Non mordere il Sole.
La società europea, che ha raggiunto questo incredibile traguardo, è sostanzialmente un'unica gigantesca metropoli che copre l'intero continente. Essa nega l'ingresso a nuovi cittadini, in fuga da zone povere e disagiate del mondo, trattandole sostanzialmente come tratta oggi i migranti provenienti dall'Africa, con una piccola differenza: il parcheggio dei profughi è la Spagna e non l'Italia, diventata invece una sorta di meta turistica. Inoltre l'Europa democratica ha introdotto una legge per il controllo delle nascite: è vietato avere figli. Se per caso in una coppia la donna resta incinta, la coppia deve registrare la gravidanza e, nel caso decidano di portarla a termine, uno dei due genitori deve sottoporsi al trattamento di invecchiamento, che lo porterà alla morte in un tempo medio di dieci anni, mentre l'altro genitore crescerà il bambino. Nel caso di gravidanza clandestina, il bambino verrà portato in un orfanotrofio, dove riceverà un duro addestramento per diventare un Apollo.
Nell'Europa del 2454, infatti, è stata istituita una task force specializzata, gli Immortali, che vanno a caccia delle coppie con bambini, invecchiano i gentori e sottraggono loro i figli. Tutto ciò, ovviamente, è fatto per mantenere quanto più costante possibile il numero di abitanti nella megalopoli unica europea, e al tempo stesso la qualità della vita media del cittadino.
Per esaminare questa società emersa dalla scoperta dell'immortalità, Glukhovsky utilizza uno degli Immortali, che diventa protagonista di un'intricata vicenda che lo porterà, di pari passo, a scoprire di più sul suo passato e ad aumentare la consapevolezza sull'anima stessa della società umana divenuta immortale. In un certo senso, proprio come Philip Dick, anche lo scrittore russo si concentra sullo stesso interrogativo: cosa rende umano il genere umano?

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