venerdì 20 novembre 2020

L'enigma quantistico

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A preparare il terreno a The Holographic Principle uscì nel 2014 The Quantum Enigma, sesto album in studio degli Epica, che proprio quest'anno hanno rilasciato The Quantum Enigma - B sides, una raccolta di 9 brani che si conclude con le splendide versioni acustiche di quattro pezzi dell'album del 2014.
E a tracciare una sorta di prologo al successivo The Holographic Principle ci pensa The Essence of Silence, che attacca così:
Something is wrong
My strength has gone
Thoughts are corrupting my mind
I can see, I perceive this ain't me
Something so strong
My mood has swung
I can't get it out of my head
I believe that my mind misleads me
L'idea è dunque quella di una realtà che non viene percepita in maniera perfetta, in aperta ispirazione (in un certo senso einsteiniana) alla meccanica quantistica, come dimostra non solo il titolo dell'album, ma anche queste chiarificatrici parole di Simone Simons, la fantastica cantante della band:
Well in quantum physics they have done this experiment and they found out that whenever you observe particles they take a certain shape – and when you are looking away, it’s a different shape – so in a way you can say you never know: 'What is reality?' We determine our reality through our observations, and if we would look away, reality would change. So the quest of finding out what is reality, what are illusions, is a topic that goes through all of the lyrics – life and death and everything in between. The power of the human mind has been the main source of inspiration for this record.
Se da un lato ciò ci catapulta al principio di realtà della psicologia freudiana, dall'altro non può che far pensare ai miei fedeli lettori all'annosa questione aperta tra Albert Einstein e Niels Bohr sulla realtà della meccanica quantistica. A tal proposito potrebbe avere senso riportare nuovamente quanto Einstein scrisse in una lettera a Max Born:
La meccanica quantistica è certamente imponente. Ma una voce interiore mi dice che non è ancora reale. La teoria dice molto, ma non ci conduce realmente più vicino al segreto del "grande vecchio". Io, in ogni caso, sono convinto che Egli non gioca a dadi.
Einstein sviluppò tutto ciò insieme con Boris Podolsky e Nathan Rosen, come già raccontato in un altro articolo. Le argomentazioni di Einstein, Podolsky e Rosen, come ho anche esaminato in una conferenza per alcuni insegnanti del Cavalleri di Parabiago ai bei tempi in cui si poteva, hanno poi portato, anche grazie all'intervento di Erwin Schroedinger con il suo famoso gatto (ma non solo con quello), allo sviluppo del concetto di entanglement. Ovviamente potrete andare nei link che vi ho proposto, ma brevemente l'entanglement avviene quando partiamo da uno stato quantistico costituito da due particelle vicine, magari con spin opposti (lo spin è una proprietà quantistica legata alla rotazione). Se allontaniamo le due particelle, queste continuano a comportarsi come se fossero legate una all'altra, e quindi se eseguiamo una misura su una, possiamo ragionevolmente sapere lo stato dell'altra senza aver effettuato alcuna misurazione. Per farla ancora più breve: un mal di testa quantistico per molti fisici teorici, un vero e proprio parco dei divertimenti per i fisici sperimentali, che nel corso dei decenni si sono impegnati a verificare questi concetti. Con un grado di precisione così alto che possiamo affermare con sufficiente sicurezza che Einstein aveva sostanzialmente torto.
L'ho fatta un po' lunga, conisderando che di queste cose ho scritto più lungamente in molte occasioni (alcune linkate in precedenza), per cui vi lascio alla title track di The Quantum Enigma:
All the shadows and illusions
We tend to believe
Are creations of our own deceiving mind
If we can't let go and keep chasing satisfying needs
We will not get
How to forget our sapience

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