mercoledì 1 settembre 2021

Lo sciame

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Trovo molto difficile riuscire a classificare come horror Lo sciame di Just Philippot, film che si regge quasi esclusivamente su Virginie, interpretata da Suliane Brahim, già protagonista di Zone blanche.
Il rischio, non completamente scongiurato, è quello di avere uno stile di recitazione non molto diverso rispetto a quello mostrato nella serie, e in effetti in alcuni momenti piì che Virginie sembra di essere di fronte a Laurène Weiss. La storia, invece, è molto più simile a un noir che a un horror: Virginie ha un allevamento di cavallete, il cibo del futuro. L'allevamento, però, non decolla, almeno fino a che le cavallette stesse non scoprono il sapore del sangue. A quel punto Virginie inizia a nutrirle con il suo stesso sangue, procurandosi ferite sulle braccia e sulla schiena e facendosele succhiare dalle cavallette stesse.
Il film prosegue così, tra una disputa con i figli (Virginie è vedova) e un flirt accennato con il vicino di fattoria, mentre la donna scende sempre più in se stessa in maniera inversamente proporzionale alla velocità di crescita del suo allevamento. La pellicola cerca di costruire una tensione crescente e lì abbiamo il primo problema: non ci riesce. L'unico personaggio realmente approfondito è proprio Virginie, mentre il resto dei comprimari sono in un certo senso accessori, alcuni di questi diventano quasi delle vittime sacrificali di fronte alla fame di sangue delle cavallette.
Detta così sembra che gli insetti a un certo punto inizino una vera e propria strage, e in parte è così, solo che la cosa dura poco, meno di mezz'ora su un film di un'ora e 41 minuti, e il modo in cui le cavallette vengono sconfitte (può sembrare assurdo per tutti gli amanti di questo sottogenere dell'horror, ma vengono sconfitte) risulta abbondantemente insoddisfacente, inclusa la velocità con cui il film viene portato a termine. A voler essere buoni, Lo sciame è il prequel di un disaster movie a tema ecologico, solo che questo film non lo abbiamo mai visto.

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