domenica 16 gennaio 2022

Topolino #3451: Sopra le righe

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Nuovo numero di Topolino con tre storie a puntate. Oltre alle due già avviate e prossime alla conclusione, inizia questa settimana L'allenza disastrosa tra Brigitta e Amelia. La storia, realizzata da Silvia Ziche, propone con l'ormai classico stile dell'autrice una nuova tragicommedia disneyana che mescola comicità e dramnma senza soluzione di continuità.
Dopo l'ennesimo episodio in cui Paperone tratta Brigitta in maniera sufficiente, quasi come una sguattera personale, ecco che si presenta Amelia per proporre a Brigitta un'allenza che permetta alla strega di ottenere la Numero Uno e alla papera attempata il cuore di Paperone, o quantomeno la sua riconscenza. Per portare a termine il piano Amelia lancia una maledizione su Paperone, costretto a grattarsi ogni volta che è vicino al denaro. E quanto più denaro si trova vicino a lui, tanto più velocemente il nostro si gratta. Questa è una precisazione fondamentale per comprendere sin da questa prima pagina quale sia il contro-piano di Paperone, elaborato peraltro in tutta fretta. Ovviamente ciò che importa della storia non è quanto essa sia scontata, ma il suo sviluppo e le interazioni tra i personaggi e soprattutto come queste riescano a generare situazioni comiche.
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A enfatizzare il tutto ci pensa una caratterizzazione piuttosto sopra le righe dei personaggi. La Ziche, infatti, porta alle estreme conseguenze alcuni aspetti particolari del carattere dei tre personaggi principali, come l'opportunismo di Paperone, la depressione e lo zerbinaggio di Brigitta, l'avidità di Amelia e il suo attaccamento alla Numero Uno. Inoltre sia le gag descritte dalla Ziche, come i lunhi soliloqui di alcuni dei personaggi, mentre gli altri, ad esempio, si danno a una partita a scacchi nell'attesa della decisione, o il tratto o le scelte stilistiche (ad esempio il ritmo del grat grat o la posizione delle mani) continuano a ricordare (cosa che ho già scritto, ma mi piace ribadirlo ancora) il grande Bonvi, di cui la Ziche può essere considerata come la più fulgida erede!
Il piacere della scoperta
Seconda delle tre puntate de Il viaggio del Pippon-Tiki, versione disneyana del viaggio di Thor Heyerdahl a bordo della Kon-Tiki. In questo secondo episodio Sergio Cabella alterna la narrazione del viaggio degli esploratori guidati da Pipperdhal con le reazioni alle scarne notizie sulla loro impresa da parte degli altri esploratori. Cabella si preoccupa relativamente di far scorrere il tempo in maniera precisa. Semplicemente fa capire al lettore che i vari momenti descritti sono a volte a distanza di giorni o settimane uno dall'altro. C'è, però, un evento che ci aiuta a piazzare cronologicamente la storia: a un certo punto la Pippon-Tiki viene sballottata da una serie improvvisa di onde che Pipperdhal definisce idroturbolenza oceanica. In effetti l'evebto ricorda la serie di tre onde anomale descritte nel diario di bordo da Heyerdahl il 2 luglio del 1947, quindi dopo circa un paio di mesi dalla partenza.
Ottimo l'apporto di Ivan Bigarella, che oltre a mostrare una grande confidenza con i personaggi, si esibisce in vignette spettacolari, come un paio di quadruple sottomarine. A queste mi piace aggiungere la sequenza cinematografica in cui l'inquadratura si allontana dalla Pippon-Tiki andando verso l'alto e dando così maggiore forza alla battuta che chiude la pagina:
(...) ogni scoperta può illuminare la vita delle persone ed è bello vivere lasciando qualcosa agli altri!
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Arrivano, infine, al terzo episodio le Cronache degli Antichi Regni. Con Nel ghiaccio e nel fuoco Alessandro Sisti, sempre supportato da Francesco D'Ippolito, scopre definitivamente le carte e rende manifesto il tema principale della storia: non solo i problemi dei quattro regni sono causati, anche se non volontariamente, dal quarto, ma questi problemi possono essere risolti solo se i regni lavoreranno uniti, presumibilmente nel quarto e ultimo episodio.
La storia, che nel complesso si gioca sul continuo equivoco tra i regni e sulla loro incapacità di fermarsi a comunicare, cosa cui saranno costretti dai loro nipoti, presenta alcuni spunti interessanti. Innanzitutto il quarto regno, legato all'aria (confermando che ogni regno è legato ai corrispondenti segni dello zodiaco terrestre: non a caso la storia è abbinata a dei ciondoli zodiacali), sembra quello più tecnologicamente avanzato, cosa non difficile da immaginare vista la presenza di Gilberto. Poi ha un che di liberatorio il calcione che Paperhon da a Gastalder per aver anteposto il suo tornaconto personale al bene del regno, mentre Reginella, date le alte motivazioni di Paperhin, che ha sacrificato i suoi sentimenti per il bene del suo popolo, prova un amore ancora più saldo nei confronti di Paperhin rispetto a prima. Proprio la presenza di Reginella nella storia è evidentemente da ascriversi al direttore Alex Bertani, che dai crediti è anche l'ispiratore della saga di Sisti. Ed effettivamente, anche se i personaggi non sono esattamente quelli standard, questa scelta permette di non dover nascondere l'amore tra Paperino e Reginella dietro un'amicizia di facciata che suonerebbe un po' fuoriluogo per chi conosce molto bene il rapporto tra i due.
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C'è, poi, un ultimo spunto particolarmente interessante, ma ne discuteremo alla chiusura della saga, sperando che Sisti non voglia stupirci a ogni costo realizzando un finale meno scontato di quello che si sta delineando, ma che presenterebbe un cliché del genere fantasy che, nella storia, obiettivamente servirebbe a poco, perché darebbe meno forza all'altro grande tema della storia. E anche di questo ne discuterò tra una settimana!

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