mercoledì 13 aprile 2022

Abbiamo sempre vissuto nel castello

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Dopo Hill House, continuano a regalarmi i libri della grande Shirley Jackson. Se il libro da cui è tratta l'omonima serie televisiva è un'inquietante romanzo che oscilla tra l'horror psicologico e il noir, Abbiamo sempre vissuto nel castello ricade esattamente in quest'ultima categoria.
La storia è quella delle sorelle Blackwood che vivono, insieme con lo zio infermo, in una grande casa isolata dal resto del paese. Anche ciò che resta dei Blackwood vive isolato dal paese. Il motivo è la morte del resto della famiglia a causa di un veleno finito nello zucchero.
La storia è una ricostruzione, un pezzo alla volta, di quel tragico incidente, alternata con la vita delle sorelle nel presente. Quest'ultima è un alternarsi tra la faccende di casa, l'accudire il vecchio zio e le scarse interazioni con gli abitanti del paese, che non vedono di buon occhio le sorelle sopravvissute, in particolare Constance, che, nonostante sia sta dichiarata innocente, è ritenuta colpevole della morte dei genitori e della moglie dello zio.
Tutta la storia viene raccontata dalla sorella minore, Mary Katherine, diciotto anni, ma con una mente piuttosto infantile. Questo espediente permette di trasmettere al lettore le sensazioni forti che una mente di questo genere prova: gioia, amore, ma anche odio vengono descritti con una forza travolgente, il tutto condito dalle piccole malvagità quotidiane che circondano la nostra vita. Abbiamo sempre vissuto nel castello Shirley Jackson Monica Pareschi Adelphi 2021 192 brossurato 12 9788845935497

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