sabato 25 marzo 2023

Paperinik #75: Sfide ipnotiche

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Soprattutto con una rivista che ha i redazionali ridotti al minimo indispensabile, è raro trovare ben tre storie che hanno se non lo stesso tema più o meno degli avversari molto simili. Questo, però, accade con Paperinik #75, le cui prime tre storie a sommario presentano proprio un ipnotista come "cattivo". Iniziamo con Lo scettro di Tatzelwurm, decimo capitolo del Wacky knight, ovvero il Paperinik fantasy.
A me gli occhi!
Scritta da Riccardo Pesce e disegnata, come la maggior parte delle storie della serie, da Alessandro Pastrovicchio, vede l'esordio in quel di Duckmelot di un altro avversario del passato del Paperinik normale, un personaggio molto inquietante, ma forse per questo anche molto difficile da utilizzare: Spectrus. Anche questa versione possiede dei poteri ipnotici, che ovviamente utilizza a suo vantaggio, ma viene ulteriormente poteziata grazie al particolare oggetto magico del titolo. Ad affrontare la sua minaccia ci pensano sir Paperinik e Lady Paperinika, o come si auto proclama di fronte a Spectrus, Fox Knight.
La storia spicca soprattutto per la collaborazione istauratasi in maniera molto naturale tra i due eroi, in aperto contrasto con la rappresentazione che viene data nelle storie classiche di Guido Martina e di altri autori che alle sue storie si sono ispirati. E che forse non avevano capito che l'enfasi per rendere apprezzato il personaggio di Paperinika ai lettori doveva essere dato proprio alla collaborazione e non alla rappresentazione della classica diatriba di genere.
Nel complesso, quindi, una bella storia dove il bilanciamento tra commedia e avventura pende leggermente su quest'ultima, cosa che personalmente ho gradito. Unico appunto è la battuta di Pico in una delle vignette iniziali sulla forma del pianeta:
Un giorno dimostreranno che è tonda!
Poiché la serie vive nell'equivoco tra l'essere un fantasy e l'essere ambientata nel medioevo, questo è un riferimento a un errore storico che ancora non sembra sia stato corretto, visto che nel medioevo sapevano perfettamente che la Terra è tonda. D'altra parte la dimostrazione l'avevano ottenuta già gli antichi greci.
Ipnotici segreti
Con La pistola comandina, avventura di produzione scandiava scritta da Andreas Phil per i disegni di José Antonio Gonzalez, torniamo al Paperinik classico. O quasi, visto che la storia appartiene a una serie di avventure di produzione egmontiana in cui non solo il covo di Paperinik ha un aspetto molto batmaniano (in una eloquente quadrupla o poco più grande si nota la presenza di una specie di Paperinik-mobile), ma lo stesso eroe indossa un guanto ipertecnologico che evidentemente richiama allo scudo Extrasformer pikappico.
L'avversario di Paperinik nella storia, però, è Hypno, un criminale-inventore che usando una pistola ipnotica riesce a controllare la mente delle sue vittime. La storia, però, più che su Hypno ruota proprio intorno alla sua pistola ipnotica, che Paperino si porta a casa. C'è, però, l'imprevisto dietro l'angolo: i nipotini scoprono che dietro la maschera di Paperinik c'è lo zio. La notizia non li esalta, ma anzi li sconvolge e usano la pistola di Hypno per dimenticare la cosa. E il fatto che la pistola venga abbandonata in mezzo alla casa risulta un elemento in qualche modo fondamentale della storia.
Senza aggiungere altro, se non che ho la sensazione che un evento del genere arriverà prima o poi anche in Italia (motivo per cui ho citato questo passaggio della storia), c'è da dire che la storia non è proprio di altissima qualità. Dialoghi non esattamente memorabili e piuttosto superficiali e una caratterizzazione dei paperi martiniana, senza dimenticare l'inconsistenza dello stesso Hypno. A questo aggiungiamoci i non sempre efficaci disegni di Gonzalez: in alcune vignette le teste risultano sproporzionate rispetto ai corpi, soprattutto con Paperino, mentre nel complesso non sembra riuscire a mantenere una certa continuità stilistica per non più di una manciata di pagine, lasciando la sensazione che la storia sia stata disegnata da almeno due disegnatori differenti.
Era una storia che aspettavo di leggere proprio per la pagina con la scoperta dell'identità segreta di Paperino, ma nel complesso è stata una attesa non corrisposta dalla sua qualità.
Quando lo dico io!
Questa era una delle battute tipiche, su cui poi molti imitatori hanno posto enfasi, dell'ipnotizzatore televisivo Jucas Casella. Che spesso ipnotizzava gruppi di persone in tv, invitando, peraltro, le persone da casa a non seguire le sue ipnotizzazioni. E' anche circolata la leggenda, che non ho mai verificato, che una volta Casella è dovuto andare a casa di uno spettatore per liberargli le mani, che erano rimaste intrecciate dopo averlo visto in televisione mentre convinceva la gente che non sarebbe riuscita a strecciarle (scusate il neologismo).
Evidentemente è proprio a un episodio di questo genere che si è ispirato Giorgio Figus per La suggestione televisiva, storia del 2001 magistralmente disegnata da Giorgio Cavazzano. In questo caso un ipnotizzatore televisivo prova a convincere Paperinik di non essere più in grado di usare i suoi marchingegni tecnologici. Ne emerge una divertente storia ricca di gag, in cui, però, Paperinik non viene realmente ridicolizzato, ma messo in difficoltà in una maniera tutto sommato piuttosto originale.
Con questo si chiude la parte tematica dell'albo, che avrebbe meritato di essere introdotta con un articolo ad hoc. Questo per dire che basterebbe veramente poco per migliorare la qualità generale di Paperinik, anche a costo di ridurre il sommario di una storia (cosa che, forse, gioverebbe anch'essa).

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