martedì 6 febbraio 2024

Radiazione gravitazionale di fondo

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Sappiamo tutti (si spera!) che il nostro universo è permeato da una radiazione cosmica di fondo, scoperta nel 1964 da Arno Penzias (scomparso recentemente, il 22 gennaio 2024) e Robert Wilson. Ora, in una serie di articoli usciti tra l'estate e l'autunno 2023 (trovate i link nel box alla fine del post), abbiamo dei forti indizi dell'esistenza di una specie di radiazione gravitazionale di fondo, o almeno a me così piace chiamarla, o movimento di fondo /background commotion, che sembra richiamare alla latina commozione, ma non lasciatevi fuorviare dalla nostra lingua) come viene raccontata da Keith Cooper su physics world.
In sintesi queste onde gravitazionali, per lo più prodotte dalla collisione e conseguente fusione di due buchi neri (ma non solo), permeano lo spaziotempo lasciando una leggera impronta nei segnali provenienti dalle pulsar. La rilevazione di questi segnali è stato un nuovo successo dell'astronomia multimessaggera, di fatto assurta agli onori della cronaca grazie a GW170817, la kilonova osservata il 17 agosto del 2017 in cui i recercatori dell'INAF ebbe un ruolo fondamentale (a tal proposito l'8 febbraio 2024 si terrà un incontro su questo elettrizzante inizio come evento collaterale alla mostra Macchine del tempo). Infatti i dati osservativi determinanti per mettere insieme questo quadro sono arrivati grazie a radiotelescopi in Africa, Asia, Australia, Europa e Stati Uniti, sancendo tra l'altro una forte collaborazione mondiale tra i team scientifici e astronomici in particolare, da cui il mondo degli stati-nazione dovrebbe imparare parecchio.
In conclusione vi segnalo la puntata del podcast Physics World Storiesin cui Andrew Glester e l'astronoma Cherry Ng chiacchierano su questa scoperta, annunciata da NANOGrav, collaborazione che, attraverso proprio i radiotelescopi e lo studio delle pulsar, vuole capire qualcosa di più sulle onde gravitazionali. Il podcast è in inglese, ma con la giusta attenzione non dovrebbe essere troppo complicato da seguire. L'immagine iniziale è tratta dal video che dedicai alcuni anni fa proprio alle onde gravitazionali.

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