venerdì 10 maggio 2024

Aeterna, o della morte e della nascita

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Nonstante non sia tra i membri fondatori degli Epica, Simone Simons è nel gruppo sin dal loro album di debutto, The Phantom Agony, rilasciato nel 2003. Entrata nel gruppo alla fine del 2002 al posto di Helena Iren Michaelsen, che era stata la prima iniziale scelta, dopo più di 20 anni ha deciso di intraprendere un progetto discografico solista o, ascoltando il singolo di debutto, essere la voce unica del nuovo progetto discografico di Arjen Lucassen. D'altra parte Aeterna, il singolo cui faccio riferimento, rilasciato qualche giorno fa dalla Nuclear Blast, è stato scritto dalla stessa Simons insieme con Lori Linstruth, chitarrista e da anni storica collaboratrice di Lucassen sia nei Guilt Machine sia negli Ayreon, per i quali, sempre insieme con Lucassen, ha scritto praticamente tutti i testi.
Nel caso di questo primo singolo Lucassen si è dedicato solo alla composizione musicale, ma l'insieme del tutto suona decisamente molto Ayreon, che insieme con i Kamelot sono la band con cui la cantante ha collaborato di più nel corso di questi 20 anni e passa di symphonic death metal.
Una delle caratteristiche che balzano subito all'orecchio ascoltando Aeterna è, però, l'utilizzo del latino nei versi, lingua che viene spesso utilizzata dagli Epica, mentre il tema scientifico del pezzo risulta un punto in comune tra Ayreon ed Epica. E anche il video ufficiale, diretto da Patric Ullaeus, è come in pochi casi ricco di elementi scientifici, in concordanza con il testo.
Partiamo con la stanza iniziale:
Now the ending is in sight
In my heart of hearts I know
As I bleed my final starlight
Life is born as I let go
Il riferimento del primo verso, la fine è vicina, è al tema della canzone, l'esplosione di una supernova, mentre il secndo con quel cuore dei cuori, si fa riferimento al nucleo interno della stella, racchiuso dagli altri strati superiori, ormai pronto a esplodere.
Significativo di questo processo è il terzo verso, mentre sanguino la mia ultima luce stellare, mentre il quarto è un ottimo riassunto di come queste esplosioni stellari siano, almeno secondo le teorie attuali, essenziali nella nacita di sistemi planetari come il nostro: la vita nasce quando io vado via o mi lascio andare. Concetto che viene ulteriormente enfatizzato dall'ultimo verso del pre-corus:
On stardust we ride
Cavalchiamo sulla polvere delle stelle, o in termini più scientifici è dalla nube stellare che resta dopo l'esplosione della supernova che, grazie ai processi di condensazione, si formano i pianeti. E, se le condizioni sono quelle opportune per la nascita della vita, anche gli esseri viventi. E' una visione che in qualche modo è nella frase siamo figli delle stelle, divenuta popolare grazie alla (quasi) omonima canzone di Alan Sorrenti. Solo che a differenza della canzone italiana, dedicata al "popolo della notte", Aeterna è molto più consapevole di questo fatto, come ben ribadito dagli ultimi due versi della seconda stanza:
Through the endless and forever
I am еchoed in your eyes
E questa consapevolezza è anche degli esseri che vivono sui pianeti, come chiarito esplicitamente nell'ultimo verso secondo pre-corus:
In starlight we shine
La parte più filosofica, che di solito non manca mai negli album degli Epica, è invece veicolata soprattutto nei chorus in latino, vedi per esempio la stretta comunione con l'universo:
Sensus omnes profundi
Universo coniuncti sunt
che può essere reso come tutti i sensi profondi sono connessi con l'universo. C'è poi una lunga serie di versi in latino, che potremmo considerare come la terza stanza della canzone, caratterizzati da un sottofondo power metal, che in maniera ritmata trasmettono una serie di concetti in cui viene ribadita l'importanza dell'esplosione della supernova, come nel significativo Illa - penetravit in spiritum, ovvero ella, identificata poco prima come lux, luce, è penetrata nello spirito, quindi non solo per donarci i suoi atomi (come ribadito dal precedentemente visto I am echoed in yout eyes), ma anche il nostro stesso spirito.
Elemento non trascurabile, oltre allo stile tipico di Lucassen, epico e fortemente influenzato dalla musica orientale, è l'alternanza delle due voci, quella della stella, rappresentata dalla stessa Simons, e di tutto ciò che da essa discende, rappresentati dai vari pre-chorus, che sono comunque interpretati dalla cantante (ribadendo quindi il concetto che parte della stella morta si ritrova in ciò che i suoi resti hanno prodotto), chorus e versi in latino.
Aeterna, quindi, mescola la descrizione, ovviamente poetica, del fenomeno scientifico dell'esplosione di una supernova, con la poetica tipica della Simons e degli Epica che ribadiscono in moltissime delle loro canzoni lo stretto legame tra gli esseri viventi e l'universo, in una continua ricerca del recupero di ciò che siamo come esseri umani per allontanarci dalla disumanizzazione della società moderna. E' un concetto espresso in particolare negli ultimi album degli Epica e che ho la sensazione verrà ribadito anche in Vermillion, di cui questo singolo mi sembra veramente un ottimo antipasto.

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