giovedì 20 giugno 2024

Per viaggiare nello spazio servono delle mappe

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Uno degli elementi di maggiore attrattività di Le mappe del cielo (in originale And all the stars a stage) è il titolo stesso. E poi la storia: James Blish, infatti, descrive un pianeta abitato su cui un gruppo più o meno nutrito di abitanti, anche contro una parte della popolazione mondiale all'inizio, decide di costruire una serie di astronavi che li porterà lontano nello spazio alla ricerca di un pianeta abitabile, e questo per impedire la catastrofe dovuta alla sempre più vicina morte della propria stella.
La descrizione delle fasi previste della morte della stella e dell'aumento delle temperature sulla superficie del pianeta è quanto di più scientificamente corretta si possa trovare in giro, ma presenta anche alcuni elementi di imprecisione che fanno scattare un campanello d'allarme nel lettore, unito con un altro elemento di differenza con il nostro pianeta: una società matriarcale. Se, però, questa è in qualche modo plausibile in un lontano futuro, la descrizione del viaggio che i coloni spaziali si prendono in carico di affrontare fornisce la prova definitiva: il pianeta non è la Terra, né i coloni terrestri.
Questi, però, sono a un livello tecnologico sufficientemente avanzato al punto da possedere una propulsione in grado di viaggiare a velocità superiori a quelle della luce, il che ci dice che comunque le idee alla base della relatività sono in qualche modo universali (e d'altra parte questo è anche uno dei due principi su cui la relatività speciale si basa), mentre la durata del viaggio ci dice che, per quanto tu possa andare più veloce della luce, non puoi omunque ridurre la durata di un viaggio interstellare a relativamente pochi attimi come per esempio succede nella pur scientificamente accurata Star Trek. Tra l'altro lo stesso Blish è stato anche un collaboratore della serie, scrivendo pure un romanzo con i personaggi originali.
La quantità di concetti scientifici che Blish riesce così a veicolare con Le mappe del cielo, per quanto minima, è comunque tale da creare un background scientifico plausibile e magari fornire al lettore degli ottimi spunti di partenza per approfondire in autonomia, anche se la precisione con cui sono descritti è già di per se un ottimo esempio di come si possa scrivere buona scienza anche all'interno di un'opera di fantasia.

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