In effetti la teoria dell'informazione è stata spesso presente nei vari volumi della raccolta grazie ai giochi matematici del buon Maurizio Codogno, curatore della testata e autore, in particolare, di questo 20.mo volume, dedicato al modello matematico dell'informazione sviluppato in particolare da Claude Shannon (ma non solo lui).
Ora, nonostante la capacità di Maurizio di risultare chiaro nell'esposizione e, anche, abbastanza conciso, ma al tempo stesso ricco di esempi e di momenti di puro formalismo matematico (che sono agevolmente saltabili come spesso all'interno della collana), probabilmente il principale difetto del volume è, per strano che possa sembrare, proprio uno dei pregi della scrittura di Codogno: un qual certo ritmo sostenuto. Mi si potrebbe dire che il lettore meno avvezzo potrebbe, semplicemente, leggere con più calma quanto scritto, o rileggere più volte, il che è comunque corretto, però alla fine sono, almeno personalmente, restato con la sensazione che avrebbe giovato all'argomento, pur nella ristrettezza dei contenuti scelti (come in altri testi, va considerato più come una sorta di introduzione, per quanto tecnica, alla disciplina raccontata) una quantità di pagine maggiore rispetto al centinaio classico della collana.
Si potrebbe dire "niente di grave", "minuzie", soprattutto se consideriamo che probabilmente siamo rimasti quattro gatti in tutta la penisola a seguire la collana.
Bando ai sentimentalismi, mentre, come intuibile dall'introduzione, i giochi matematici di questo volume sono tornati a interessarmi, la parte biografica è invece dedicata a una delle figure più al limite di tutta la storia della matematica: Georg Cantor. Lo scopritore (o creatore: dipende dai punti di vista) della teoria degli insiemi e delle sue più... transfinite conseguenze emerge, nel testo di Sara Zucchini, al tempo stesso come un rivoluzionario e un complottista depresso che, relegato in una università minore, si ritrovò non compreso nei suoi risultati per buona parte della sua vita. E forse i matematici iniziarono a comprendere il suo lavoro solo quando si avvicinò inesorabilmente al manicomio. Alla fine pagando il prezzo più alto per aver fornito la matematica delle ali per affrontare l'infinito.
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