venerdì 25 ottobre 2024

Matematica, lezione 33: Pi greco, e, phi

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Come ha ricordato Maurizio Codogno nel post introduttivo all'uscita del libro, un paio di anni fa è uscito un suo libriccino proprio sul pi greco che è recentemente rispuntato sugli scaffali delle librerie. E come vi ho raccontato in un post di metà settembre, questo è anche il volumetto "della discordia", quello che, onestamente, speravo mi venisse chiesto di scrivere, o co-scrivere considerando la decennale scrittura dei Carnevali della matematica del pi day. Il libro l'ho, ovviamente, acquistato, e nel frattempo ho anche sistemato il mio ebook sulla Breve storia del pi greco aggiungendo i box del 2024, ma leggerlo è stato un altro paio di maniche e ho adottato un procedimento diverso dal solito che mi ha permesso di poter scegliere fino all'ultimo momento utile se, appunto, leggerlo o meno. E quindi sono partito dai giochi matematici.
Questi ultimi avevano come tema proprio i tre numeri protagonisti del volume. E se nel caso del primo problema la connessione nello specifico con il \(\pi\) era evidente (in quel caso specifico ho pensato a una soluzione alternativa a quella proposta, visto che un dato del problema era leggermente ambiguo, o quanto meno si prestava a generare casi differenti), negli altri si poteva intuire la presenza di uno dei numeri protagonisti del volumetto forse solo nel problema 4, quando bisognava accostare una serie di rettangolini uno all'altro.
La biografia di Sara Zucchini è, invece, dedicata alla matematica russa Sofia Kovalevskaja. Ho ben poco da aggiungere sulle qualità di scrittura e sulle capacità della Zucchini di sintetizzare al meglio i vari passaggi delle vite e delle scoperte che racconta, ma in questo caso specifico gli elogi sono anche maggiori. La bografia, infatti, mi ha spronato a leggere la biografia a fumetti che Alice Milani ha dedicato sempre alla Kovalevskaja. E potete immaginare chi sia stata la vincitrice in questo confronto di racconti!
E arriviamo al testo principale, che alla fine ho ceduto e letto. Niente da eccepire sulle capacità di Maurizio nel raccontare la materia da un punto di vista diattico, ricreativo e anche formale. E' ovviamente un testo ricco di storia e curiosità, in cui alla fine, se facciamo il peso delle tre sezioni, quella dedicata al \(\pi\) è quella che prende meno spazio. C'è, però, qualcosa che non mi torna con la sezione aurea. Nel captoletto iniziale dedicato a \(\varphi\) troviamo scritto:
(...) nella maggior parte dei casi le supposte "evidenze" della presenza del rapporto aureo si ottengono approssimando con molta disinvoltura le misure in gioco, un po' come nella battuta che dice che due più due fa tre per valori sufficientemente grandi di tre.
Di fatto ciò che scrive Maurizio è corretto, e presenta anche alcuni esempi a supporto di quanto \(\varphi\) sia stato utilizzato un po' a sproposito. Eppure nell'ultima pagina, dopo aver raccontato del Nobel per la Chimica al matematico Daniel Shechtman, scrive:
Abbiamo insomma davanti ai nostri occhi la rivincita di \(\varphi\): non tanto una costante di seconda categoria ma qualcosa di presente nel mondo intorno a noi, proprio come \(\pi\) ed \(e\).
E considerando che la citazione che ho messo prima mi aveva passato il gusto di voler indicare \(\varphi\) come una costante di seconda categoria, direi che con il finale lo stesso Codogno ha pagato dazio alla sezione aurea nel modo migliore possibile: con la matematica!

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