A questi spunti iniziali, si aggiungevano anche ricerche personali su "cose carrolliane" non prese in considerazione da Fisher, o, in puro spirito carrolliano, diventavano punti di partenza per andare in direzioni leggermente differenti. La serie, però, non si è limitata solo ai rompicapi di Carroll, ma l'ho utilizzata per raccontare anche altre questioni presenti nella matematica, in particolare ricreativa, utilizzando altri punti di riferimento del campo, su tutti Martin Gardner.
L'articolo di oggi ricadrebbe in questa seconda categoria, ma molto più di altri merita di avere l'Alice nel titolo, come scoprirete se avrete la pazienza di leggerlo tutto (anche se chi legge il blog da un po', potrebbe intuirlo!).
Poligoni, poliedri e oltre
Siamo tutti abituati a pensare a poligoni e poliedri utilizzando la visione tridimensionale che ci è stata donata dalla natura. Eppure queste figure geometriche possono essere viste anche in dimensioni superiori. Il primo (o quanto meno uno dei primi) a fare qualcosa del genere fu August Ferdinand Möbius che nel 1827 scoprì che due solidi speculri possono essere sovrapposti ruotando uno di essi attraverso una opportuna quarta dimensione.Qualche anno più tardi, nel 1850, furono Arthur Cayley e Hermann Grassmann a prendere in considerazione le dimensioni superiori.
Il primo che, però, immaginò l'esistenza degli analoghi di poligoni e poliedri in dimensioni superiori fu Ludwig Schläfli nel 1852: il suo articolo, in cui descriveva i sei quadri-politopi convessi regolari non venne, però, pubbliato fino al 1901, sei anni dopo la sua morte. Il lavoro di Schläfli, tra l'altro, anticipava di un paio di anni quello di Bernhard Riemann che di fatto dava inizio alla ricerca matematica nelle geometrie a dimensioni superiori a 3.
I politopi regolari di Schläfli, comunque, vennero più volte ri-scoperti da altri matematici nel corso degli anni successivi. Il primo in questa lista fu Washington Irving Stringham nel 1880. Il suo articolo forniva una dimostrazione intuitiva dei sei politopi regolari, fornendo delle istruzioni esplicite per la loro costruzione. All'interno dello stesso era presente una delle prime (se non la prima) illustrazioni di figure quadridimensionali:

Dall'articolo di Stringham - via Alicia Boole Stott, a geometer in higher dimension di Irene Polo-Blanco
Allo stesso modo se prendiamo una figura geometrica quadridimensionale, questa taglierà il nostro mondo tridimensionale generando delle sezioni differenti a seconda di come attraversa il nostro spazio. Ovviamente ciascuna di queste sezioni risulterebbe un solido differente.
I solidi rappresentati da Stringham sono proprio queste sezioni, o, appunto, proiezioni tridimensionali.
E una delle matematiche che diede maggiore impulso alla scoperta di tali proiezioni, realizzando anche dei modellini veri e propri, fu Alicia Boole, sia da sola sia in collaborazione con Pieter Hendrik Schoute.

Una teca con i modeli di Alicia Boole conservati presso l'università di Groningen

Un disegno di Alicia Boole - via Alicia Boole Stott, a geometer in higher dimension di Irene Polo-Blanco
Ultima curiosità prima di chiudere: nel 2013 è stato scoperto che l'amplituhedron (amplituedro) permetterebbe di semplificare alcuni calcoli in fisica teorica.
Approfondisci
- The Princess of Polytopia: Alicia Boole Stott and the 120-cell di Tony Phillips
- Alicia Boole Stott, a geometer in higher dimension di Irene Polo-Blanco
- The Classification of Archimedean 4-Polytopes (pdf) di Robin Whitty
Nessun commento:
Posta un commento