sabato 29 novembre 2003
Omaggio... spilloso!
Sull'ultimo numero di Topolino (il 2505), nella storia Topolino e il caso Mike Spillone, di Daniele Bernardini (testi) e Giuseppe Dalla Santa (disegni), sin dal titolo è evidente l'omaggio a Mickey Spillane, lo scrittore americano specializzato in romanzi polizieschi. La trama, però, nell'avversario di Topolino, Smiley, sembra presentare anche un velato omaggio a Ellery Queen e al suo sfuggente avversario Comus, abile nei travestimenti e nei furti incredibili.
venerdì 28 novembre 2003
giovedì 27 novembre 2003
La visita del Dalai Lama
In questi giorni il Dalai Lama sta visitando l'Italia. La sua gentilezza e compostezza, la sua conoscenza del mondo e della politica gli hanno consentito di fare una visita silenziosa e in punta di piedi, per non mettere in difficoltà la diplomazia italiana e religiosa a causa dei brutti rapporti tra il suo popolo, i tibetani, e la Cina, repubblica comunista macchiatasi nel passato, anche recente, di molti crimini, iniziando dall'invasione del Tibet.
La cosa incredibile, in tutta questa storia, non è tanto il suo comportamento, quanto la sensazione che, giustamente, comunque, coloro che avevano avversato i politici che avevano allacciato rapporti diplomatici con la Cina negli anni passati, oggi sembrano dare una seconda possibilità a questo popoloso paese, cercando di stringere sempre più i rapporti diplomatici già avviati. Spero non si tratti, invece, di un cambio di idee o di un tentativo per combattere l'invasione dei prodotti e della manovalanza cinese senza intervenire sulla qualità dei nostri prodotti e sulla tutela di tutta la catena produttiva (dall'imprenditore al consumatore, senza dimenticare l'operaio e l'artigiano); spero, al contrario, che sia, come ho già detto poco sopra, di un tentativo di dare ad un paese che cerca di entrare al meglio nel terzo millennio, una seconda possibilità per espiare ai peccati del passato.
La cosa incredibile, in tutta questa storia, non è tanto il suo comportamento, quanto la sensazione che, giustamente, comunque, coloro che avevano avversato i politici che avevano allacciato rapporti diplomatici con la Cina negli anni passati, oggi sembrano dare una seconda possibilità a questo popoloso paese, cercando di stringere sempre più i rapporti diplomatici già avviati. Spero non si tratti, invece, di un cambio di idee o di un tentativo per combattere l'invasione dei prodotti e della manovalanza cinese senza intervenire sulla qualità dei nostri prodotti e sulla tutela di tutta la catena produttiva (dall'imprenditore al consumatore, senza dimenticare l'operaio e l'artigiano); spero, al contrario, che sia, come ho già detto poco sopra, di un tentativo di dare ad un paese che cerca di entrare al meglio nel terzo millennio, una seconda possibilità per espiare ai peccati del passato.
Obelix il saggio
(Moralelastix, capo di un villaggio gallico, saputo che Cesare vuole mettere nuove imposte, porta al villaggio degli irriducibili galli un paiolo pieno di sesterzi. In questo paiolo, prima, era stata messa una zuppa di cipolle, prontamente gettata e sostituita dai suddetti sesterzi)
Asterix: Metterò il paiolo nella mia capanna.
Obelix: E' da stupidi buttar via della buona zuppa di cipolle per rimpiazzarla con sesterzi!
Asterix: Ma Obelix, con i sesterzi si può comprare la zuppa di cipolle!
Obelix: Giust'appunto! Non valeva perciò la pena di gettar via la zuppa di cipolle che era già nel paiolo!
(da Asterix e il paiolo, di Goscinny e Uderzo, allegato a Il Giornalino, trad.Luciana Marconcini)
Asterix: Metterò il paiolo nella mia capanna.
Obelix: E' da stupidi buttar via della buona zuppa di cipolle per rimpiazzarla con sesterzi!
Asterix: Ma Obelix, con i sesterzi si può comprare la zuppa di cipolle!
Obelix: Giust'appunto! Non valeva perciò la pena di gettar via la zuppa di cipolle che era già nel paiolo!
(da Asterix e il paiolo, di Goscinny e Uderzo, allegato a Il Giornalino, trad.Luciana Marconcini)
mercoledì 26 novembre 2003
Giuramenti
Nel giorno più splendente
Nella notte più profonda
Nessun malvagio sfugga alla mia ronda
Colui che nel male si perde
Si guardi dal mio potere
La luce di Lanterna Verde!
(Il gioramento delle Lanterne Verdi - da una qualsiasi storia a fumetti su LV - DC Comics)
Nella notte più profonda
Nessun malvagio sfugga alla mia ronda
Colui che nel male si perde
Si guardi dal mio potere
La luce di Lanterna Verde!
(Il gioramento delle Lanterne Verdi - da una qualsiasi storia a fumetti su LV - DC Comics)
martedì 25 novembre 2003
Marcinelle
"Marcinelle è un messaggio all'Italia di oggi, per ricordare di quando eravamo noi a cercare fortuna all'estero" e per "essere oggi - ha proseguito Claudio Amendola - più attenti ai problemi di immigrazione, richiamandoci al nostro passato".
Gli autori, per raccontare meglio l'odissea dei minatori di Marcinelle, sono addirittura scesi in una vera miniera, in Polonia, dove poi hanno girato per "cercare di capire il pulsare della vità lì dentro sottoterra 16 ore al giorno", sconvolti per aver visto i veri minatori "tornare su dopo i turni massacranti con lo sguardo allucinato e febbricitante di vita".
Marcinelle, hanno detto, é "una storia che ci appartiene, una storia di eroismo oltre che di martirio. Ed è anche una storia di persone semplici che ci può dare grande insegnamento".
Con queste parole è stato presentata l'opera che ieri sera ha trasmesso la Rai sulla tragedia di Marcinelle, in Belgio, dove ben 136 italiani morirono a causa del rogo di una miniera fatiscente e senza le opportune regole di sicurezza... Fu una vera strage, che è bene non dimenticare mai!
Era l'8 Agosto 1956.
Per approfondire: Belgio, Marcinelle, Il Nuovo - Marcinelle, una tragedia tutta italiana.
Gli autori, per raccontare meglio l'odissea dei minatori di Marcinelle, sono addirittura scesi in una vera miniera, in Polonia, dove poi hanno girato per "cercare di capire il pulsare della vità lì dentro sottoterra 16 ore al giorno", sconvolti per aver visto i veri minatori "tornare su dopo i turni massacranti con lo sguardo allucinato e febbricitante di vita".
Marcinelle, hanno detto, é "una storia che ci appartiene, una storia di eroismo oltre che di martirio. Ed è anche una storia di persone semplici che ci può dare grande insegnamento".
Con queste parole è stato presentata l'opera che ieri sera ha trasmesso la Rai sulla tragedia di Marcinelle, in Belgio, dove ben 136 italiani morirono a causa del rogo di una miniera fatiscente e senza le opportune regole di sicurezza... Fu una vera strage, che è bene non dimenticare mai!
Era l'8 Agosto 1956.
Per approfondire: Belgio, Marcinelle, Il Nuovo - Marcinelle, una tragedia tutta italiana.
lunedì 24 novembre 2003
L'elemento umano
La cosa è passata un pò sotto silenzio. Oggi cerco di fare ammenda.
E' bello leggere che i nostri governanti hanno il coraggio delle loro azioni. Soprattutto quando queste sono di interrare delle scorie radioattive (ma noi dove le produciamo? Se non erro non abbiamo centrali nucleari, in Italia. O no?) a quattro passi da un centro abitato (Scanzano Jonico, in Basilicata). Gli abitanti del posto, giustamente indignati, hanno iniziato una protesta, forse dai toni eccessivi, ma vista la situazione forse l'unico modo per far sentire la propria voce e, quanto meno, per ottenere chiarimenti e mettere il "becco" in una faccenda che li interessa da vicino.
Non voglio certo discutere sulla correttezza e la giustezza delle conclusioni degli esperti che hanno esaminato i luoghi possibili per l'interramento delle scorie, ma certo mi sembra che abbiano lavorato più come macchine, che come esseri umani, considerando che hanno, a quanto sembra, ignorato l'elemento umano, che mediamente mal sopporta di dover vivere a pochi passi di un potenziale pericolo, per quanto questo possa essere altamente poco probabile.
Penso che la certezza non ci sia in niente, ma perché bisogna stuzzicare il can che dorme?
Siamo contrari alla decisione di collocare a Scanzano Jonico il sito nazionale per lo stoccaggio delle scorie radioattive, perché:
· il sito è vicino a tre grandi dighe che supportano il sistema idrico di Basilicata e Puglia, fra le quali la più grande diga in terra battuta d'Europa, che ha una capacità di massimo invaso di oltre 450 milioni di metri cubi di acqua;
· il sito è vicino al mare, in una zona fortemente segnata dal fenomeno dell'erosione della costa;
· la Basilicata è una delle regioni italiane a maggior rischio sismico;
· mancano, per ammissione degli stessi promotori dell'iniziative, studi approfonditi sul sito e sull'area circostante, studi che in analoghe situazioni ed in altri paesi del mondo hanno richiesto diversi anni di approfondimenti;
· la decisione del governo è stata assunta in assenza di un confronto con la Regione e le altre istituzioni del territorio;
· l'area è collocata in una zona dalla valenza naturalistica e storico-archeologica;
· l'agricoltura e il turismo sono fortemente sviluppati.
Per queste ragioni chiediamo la revoca del provvedimento
Il sito della regione ha iniziato una raccolta firme...
Chi vuole può contribuire anche così.
E' bello leggere che i nostri governanti hanno il coraggio delle loro azioni. Soprattutto quando queste sono di interrare delle scorie radioattive (ma noi dove le produciamo? Se non erro non abbiamo centrali nucleari, in Italia. O no?) a quattro passi da un centro abitato (Scanzano Jonico, in Basilicata). Gli abitanti del posto, giustamente indignati, hanno iniziato una protesta, forse dai toni eccessivi, ma vista la situazione forse l'unico modo per far sentire la propria voce e, quanto meno, per ottenere chiarimenti e mettere il "becco" in una faccenda che li interessa da vicino.
Non voglio certo discutere sulla correttezza e la giustezza delle conclusioni degli esperti che hanno esaminato i luoghi possibili per l'interramento delle scorie, ma certo mi sembra che abbiano lavorato più come macchine, che come esseri umani, considerando che hanno, a quanto sembra, ignorato l'elemento umano, che mediamente mal sopporta di dover vivere a pochi passi di un potenziale pericolo, per quanto questo possa essere altamente poco probabile.
Penso che la certezza non ci sia in niente, ma perché bisogna stuzzicare il can che dorme?
Siamo contrari alla decisione di collocare a Scanzano Jonico il sito nazionale per lo stoccaggio delle scorie radioattive, perché:
· il sito è vicino a tre grandi dighe che supportano il sistema idrico di Basilicata e Puglia, fra le quali la più grande diga in terra battuta d'Europa, che ha una capacità di massimo invaso di oltre 450 milioni di metri cubi di acqua;
· il sito è vicino al mare, in una zona fortemente segnata dal fenomeno dell'erosione della costa;
· la Basilicata è una delle regioni italiane a maggior rischio sismico;
· mancano, per ammissione degli stessi promotori dell'iniziative, studi approfonditi sul sito e sull'area circostante, studi che in analoghe situazioni ed in altri paesi del mondo hanno richiesto diversi anni di approfondimenti;
· la decisione del governo è stata assunta in assenza di un confronto con la Regione e le altre istituzioni del territorio;
· l'area è collocata in una zona dalla valenza naturalistica e storico-archeologica;
· l'agricoltura e il turismo sono fortemente sviluppati.
Per queste ragioni chiediamo la revoca del provvedimento
Il sito della regione ha iniziato una raccolta firme...
Chi vuole può contribuire anche così.
domenica 23 novembre 2003
Conan (5): non si può tenere un uragano chiuso per sempre...
Yes, here's the story of the Hurricane
The man the authorities came to blame
For something that he never done
Put in a prison cell but one time
he coulda been The Champion of the World
(da Hurricane, di Bob Dylan e Jacques Levy)
The man the authorities came to blame
For something that he never done
Put in a prison cell but one time
he coulda been The Champion of the World
(da Hurricane, di Bob Dylan e Jacques Levy)
sabato 22 novembre 2003
Le tagliatelle di nonna Pina
le tagliatelle di nonna Pina
un pieno di energia, effetto vitamina
mangiate calde col ragù, col ragù!
Ti fanno il pieno per sei giorni e anche più
(dalla canzone vincitrice del 46° Zecchino d'oro)
un pieno di energia, effetto vitamina
mangiate calde col ragù, col ragù!
Ti fanno il pieno per sei giorni e anche più
(dalla canzone vincitrice del 46° Zecchino d'oro)
venerdì 21 novembre 2003
giovedì 20 novembre 2003
75 anni insieme
Topolino ha festeggiato 75 anni. In pochi se ne sono accorti, in questo periodo di lutti terribili. Speriamo che questa piccola segnalazione possa far tornare il sorriso a tutti. |
mercoledì 19 novembre 2003
martedì 18 novembre 2003
[715]
Il mondo intero sembra solo polvere
quando è l'ora di morire, e ci fermiamo.
Vogliamo la rugiada, in quel momento,
gli onori hanno per noi un sapore arido.
Le bandiere disturnano il morente,
ma il ventaglio più piccolo, agitato
dalla cara mano di un amico,
rinfresca come una tenera pioggia.
Il giorno in cui soffrirai la sete
spetti a me l'ufficio di servirti,
di procurarti balsami di Ibla
e gocce di rugiada di Tessaglia.
(di Emily Dickinson, trad. Alessandro Quattrone)
quando è l'ora di morire, e ci fermiamo.
Vogliamo la rugiada, in quel momento,
gli onori hanno per noi un sapore arido.
Le bandiere disturnano il morente,
ma il ventaglio più piccolo, agitato
dalla cara mano di un amico,
rinfresca come una tenera pioggia.
Il giorno in cui soffrirai la sete
spetti a me l'ufficio di servirti,
di procurarti balsami di Ibla
e gocce di rugiada di Tessaglia.
(di Emily Dickinson, trad. Alessandro Quattrone)
lunedì 17 novembre 2003
L'orrore
La prima cosa è il nome, la seconda quegli occhi, la terza un pensiero, la quarta la notte che viene, la quinta quei corpi straziati, la sesta è fame e la settima è orrore, l'orrore, che scoppia di notte - di nuovo la notte - l'orrore, la ferocia, il sangue, la morte, l'odio, fetido orrore. Si sono impossessati di una botte, e il vino si è impossessato di loro. Alla luce della luna un uomo mena gran colpi con un'ascia sulle legature della zattera, un ufficiale cerca di fermarlo, gli saltano addosso e lo feriscono a coltellate, torna sanguinante verso di noi, tiriamo fuori le sciabole e i fucili, sparisce la luce della luna dietro le nubi, è difficile capire, è un istante che non finisce più, poi è un'onda invisibile di corpi e urla e di armi che si abbatte su di noi, la cieca disperazione che cerca la morte, subito e sia finita, e l'odio che cerca un nemico, subito, da trascinare all'inferno - e nella luce che va e sparisce io ricordo quei corpi correre contro le nostre sciabole e lo schioccare dei colpi di fucili, e il sangue schizzare fuori dalle ferite, e i piedi scivolare sulle teste schiacciate tra le assi della zattera, e quei disperati trascinarsi con le gambe spezzate fino a noi e, disarmati ormai, morderci alle gambe e rimanerci attaccati, ad aspettare il colpo e la lama che li spezza, alla fine - io ricordo - due dei nostri morire, fatti letterarmente a morsi da quella bestia inumana venuta fuori dal nulla della notte, e morire decine di loro, squarciati e affogati, si trascinano per la zattera guardando ipnotizzati le loro mutilazioni, invocano santi mentre immergono le mani nelle ferite dei nostri a strappargli le viscere - io ricordo - un uomo mi si getta addosso, mi stringe le mani al collo, e mentre cerca di strozzarmi non smette un attimo di piagnucolare "pietà, pietà, pietà", spettacolo assurdo, c'è la mia vita sotto le sue dita, e c'è la sua sulla punta della mia sciabola che alla fine gli entra nel fianco e poi nel ventre e poi nella gola e poi nella testa che rotola in acqua e poi in quello che rimane, pasticcio di sangue, incartocciato tra le assi della zattera, fantoccio inutile in cui si inzuppa la mia sciabola una volta, e due e tre e quattro e cinque
(da Oceano mare di Alessandro Baricco)
(da Oceano mare di Alessandro Baricco)
domenica 16 novembre 2003
il pittore e il mare
"acqua di mare, quast'uomo dipinge il mare con il mare"
(da Oceano mare di Alessandro Baricco)
(da Oceano mare di Alessandro Baricco)
sabato 15 novembre 2003
Alcune reazioni
Questa agenzia è stata oggi, nel giorno in cui le salme dei nostri militari morti a Nassirya tornano a casa, nel giorno in cui un latro dei feriti si aggiunge alla lista degli immortali, pubblicata su Gazzetta del Sud. Segue il testo integrale:
PARIGI – (Ansa) Luca Casarini contro tutti: al Forum Sociale Europeo di Parigi, il leader dei Disobbedienti spara a zero sulla missione italiana in Iraq, sui carabinieri, sul governo e rifiuta anche parole di cordoglio e pietà umana per i caduti. Sentimenti di dolore, pur nell'opposizione all'intervento, arrivano invece da altri due partecipanti al Forum, don Luigi Ciotti e Josè Bovè. Dopo aver analizzato e discusso le modalità di lotta del movimento, Luca Casarini ha affrontato il tema dei carabinieri caduti in Iraq. Ed è stato durissimo. «La tragedia in Iraq - ha esordito - è cominciata quando un'amministrazione fascista come quella americana ha deciso di sganciare tonnellate di bombe e il popolo iracheno è stato massacrato in nome di interessi capitalistici. Il fatto di pensare che truppe di carabinieri da guerra che abbiamo conosciuto anche a Genova come quelle del “Tuscania” e dei gruppi specializzati della Msu (Multinational Specialised Unit) fossero inviate in Iraq a fare la pace e non la guerra è una cosa ipocrita e lì c'è una guerriglia che risponde». Casarini non usa mezzi termini per definire, a modo suo, la missione dei militari italiani. «Non sono andati a portare la pace - dichiara -. Quanto succede è frutto di una decisione lucida del governo italiano che ha deciso di fare carne da cannone, come si diceva una volta, di un po' di persone. Io credo che questa parata di regime in cui tutti si stracciano le vesti sia tutta una fesseria. La guerra è tragica per le vittime. Pensate che subito dopo l'attentato gli americani hanno fatto due raid a Falluja e Mosul facendo numerose vittime irachene. Il problema è che devono andarsene dall'Iraq». Ma almeno la pietà, quella che tutti incondizionatamente hanno espresso in questi giorni, troverà posto nel corteo di no global di oggi per le strade di Parigi? Per quanto lo riguarda, Casarini non tentenna: «Non voglio ricadere nel rituale macabro della pietà. Migliaia di persone muoiono per la guerra, l'umana pietà va ai poveri indifesi che subiscono le politiche assurde di chi manda i soldati». Mentre Casarini parlava a Saint-Denis, fervevano i lavori del Movimento per organizzare una giornata di mobilitazione contro «l'occupazione in Iraq». In serata si è appreso che sarà, in Italia, sabato 22 novembre, ma i particolari si conosceranno soltanto stamattina. Accenti diversi, pur nell'opposizione netta alla missione italiana in Iraq, sono venuti questa mattina in altri dibattiti del Forum Sociale. Alla città delle Scienze della Villette hanno parlato di Iraq e guerra don Luigi Ciotti, presidente di “Libera” e del “Gruppo Abele”, e l'eroe dei no global francesi, Josè Bovè. Dolore profondo e sincero quello di Don Ciotti: «Io mi fermo in silenzio, a riflettere. E per quanto mi riguarda personalmente, a pregare. La vita e la morte camminano insieme. Vorrei abbracciare tutte le famiglie delle vittime. Ma al tempo stesso non vorrei che calasse l'attenzione su tutte le vittime della violenza, tutti gli iracheni morti sotto i bombardamenti o durante l'embargo».
(Tullio Giannotti)
Al lettore le conclusioni del caso...
PARIGI – (Ansa) Luca Casarini contro tutti: al Forum Sociale Europeo di Parigi, il leader dei Disobbedienti spara a zero sulla missione italiana in Iraq, sui carabinieri, sul governo e rifiuta anche parole di cordoglio e pietà umana per i caduti. Sentimenti di dolore, pur nell'opposizione all'intervento, arrivano invece da altri due partecipanti al Forum, don Luigi Ciotti e Josè Bovè. Dopo aver analizzato e discusso le modalità di lotta del movimento, Luca Casarini ha affrontato il tema dei carabinieri caduti in Iraq. Ed è stato durissimo. «La tragedia in Iraq - ha esordito - è cominciata quando un'amministrazione fascista come quella americana ha deciso di sganciare tonnellate di bombe e il popolo iracheno è stato massacrato in nome di interessi capitalistici. Il fatto di pensare che truppe di carabinieri da guerra che abbiamo conosciuto anche a Genova come quelle del “Tuscania” e dei gruppi specializzati della Msu (Multinational Specialised Unit) fossero inviate in Iraq a fare la pace e non la guerra è una cosa ipocrita e lì c'è una guerriglia che risponde». Casarini non usa mezzi termini per definire, a modo suo, la missione dei militari italiani. «Non sono andati a portare la pace - dichiara -. Quanto succede è frutto di una decisione lucida del governo italiano che ha deciso di fare carne da cannone, come si diceva una volta, di un po' di persone. Io credo che questa parata di regime in cui tutti si stracciano le vesti sia tutta una fesseria. La guerra è tragica per le vittime. Pensate che subito dopo l'attentato gli americani hanno fatto due raid a Falluja e Mosul facendo numerose vittime irachene. Il problema è che devono andarsene dall'Iraq». Ma almeno la pietà, quella che tutti incondizionatamente hanno espresso in questi giorni, troverà posto nel corteo di no global di oggi per le strade di Parigi? Per quanto lo riguarda, Casarini non tentenna: «Non voglio ricadere nel rituale macabro della pietà. Migliaia di persone muoiono per la guerra, l'umana pietà va ai poveri indifesi che subiscono le politiche assurde di chi manda i soldati». Mentre Casarini parlava a Saint-Denis, fervevano i lavori del Movimento per organizzare una giornata di mobilitazione contro «l'occupazione in Iraq». In serata si è appreso che sarà, in Italia, sabato 22 novembre, ma i particolari si conosceranno soltanto stamattina. Accenti diversi, pur nell'opposizione netta alla missione italiana in Iraq, sono venuti questa mattina in altri dibattiti del Forum Sociale. Alla città delle Scienze della Villette hanno parlato di Iraq e guerra don Luigi Ciotti, presidente di “Libera” e del “Gruppo Abele”, e l'eroe dei no global francesi, Josè Bovè. Dolore profondo e sincero quello di Don Ciotti: «Io mi fermo in silenzio, a riflettere. E per quanto mi riguarda personalmente, a pregare. La vita e la morte camminano insieme. Vorrei abbracciare tutte le famiglie delle vittime. Ma al tempo stesso non vorrei che calasse l'attenzione su tutte le vittime della violenza, tutti gli iracheni morti sotto i bombardamenti o durante l'embargo».
(Tullio Giannotti)
Al lettore le conclusioni del caso...
venerdì 14 novembre 2003
[1698]
E' molto facile aver pietà dei morti,
di coloro che, in vita, la pietà
avrebbe certo potuto salvare.
Una tragedia appena terminata
riceve quell'appaluso
che troppo raramente viene fatto
se la tragedia è in atto.
(di Emily Dickinson, trad. Alessandro Quattrone)
di coloro che, in vita, la pietà
avrebbe certo potuto salvare.
Una tragedia appena terminata
riceve quell'appaluso
che troppo raramente viene fatto
se la tragedia è in atto.
(di Emily Dickinson, trad. Alessandro Quattrone)
giovedì 13 novembre 2003
Perché non siano persi per sempre
you will suck the life out of me
bury it
I won't let you bury
I won't let you smother it
I won't let you murder it
and our time is running out
(da Time is running out, dei Muse, dal CD Absolution)
Oggi abbiamo saputo che un'altro morto si è aggiunto alla lista di ieri. Oggi ancora molti indossano i vestiti del lutto, ma sotto questi molti non hanno né una S rossa sul petto né un pipistrello nero sul cuore e aspettano solo il momento buono per strappare queste vesti e rimettere quelle di tutti i giorni, quelle pronte a contestare, piuttosto che discutere, proporre.
Oggi è ancora giorno di lutto, e lo sarà per ancora molto, perché il dolore non si può cancellare con pochi giorni; lo si può solo lasciare lì, in un piccolo posto nascosto dentro di noi, mascherarlo ben bene come se fosse sempre carnevale, per evitare di impazzire, per evitare di farsi piegare dal dolore stesso.
E molti già sono pronti a farsi carico di battaglie e idee che non tutti vogliono caricarsi, e molti già chiedono di tirarsi indietro da certe responsabilità, come se aiutare un uomo a difendersi fosse un'azione illegale e immorale.
Ma anche oggi c'è una storia, la storia di un uomo che insegnò a suo figlio a vivere in un mondo fragile e difficile al tempo stesso, che gli disse, con sincerità:
- Hai tutto il diritto di pareggiare i conti. Mi chiedo però se non ci sia un modo migliore per impartirgli una lezione... Una lezione di quelle serie, di quelle che colpiscono le coscienze e non le mascelle. Dandogli una seconda possibilità.
E quest'uomo, orami adulto, non ha fatto altro che dire a se stesso:
- Una seconda possibilità. Ne siamo degni? O siamo forse talmente sprofondati nelle tenebre da non poter discernere un simile dono, nemmeno se posto davanti ai nostri occhi? C'è un solo modo per scoprirlo. Ovvero offrire questo dono... e vedere se qualcuno ha la forza di accettarlo.
Quest'uomo è un giornalista ed un eroe, il suo nome è Clark Kent, Superman.
E se è in nostro potere dare una seconda possibilità a chi ha sbagliato, a chi soffre, a chi ha perso tutto, allora è nostra responsabilità condurlo verso questa seconda possibilità e assicurarci che possa percorrerla nel modo migliore possibile.
(le frasi dette da Johnatan e Clark Kent sono tratte da Il dono, di Joe Kelly, Brandon Badeaux e Mark Morales, trad.Marco Farinelli)
bury it
I won't let you bury
I won't let you smother it
I won't let you murder it
and our time is running out
(da Time is running out, dei Muse, dal CD Absolution)
Oggi abbiamo saputo che un'altro morto si è aggiunto alla lista di ieri. Oggi ancora molti indossano i vestiti del lutto, ma sotto questi molti non hanno né una S rossa sul petto né un pipistrello nero sul cuore e aspettano solo il momento buono per strappare queste vesti e rimettere quelle di tutti i giorni, quelle pronte a contestare, piuttosto che discutere, proporre.
Oggi è ancora giorno di lutto, e lo sarà per ancora molto, perché il dolore non si può cancellare con pochi giorni; lo si può solo lasciare lì, in un piccolo posto nascosto dentro di noi, mascherarlo ben bene come se fosse sempre carnevale, per evitare di impazzire, per evitare di farsi piegare dal dolore stesso.
E molti già sono pronti a farsi carico di battaglie e idee che non tutti vogliono caricarsi, e molti già chiedono di tirarsi indietro da certe responsabilità, come se aiutare un uomo a difendersi fosse un'azione illegale e immorale.
Ma anche oggi c'è una storia, la storia di un uomo che insegnò a suo figlio a vivere in un mondo fragile e difficile al tempo stesso, che gli disse, con sincerità:
- Hai tutto il diritto di pareggiare i conti. Mi chiedo però se non ci sia un modo migliore per impartirgli una lezione... Una lezione di quelle serie, di quelle che colpiscono le coscienze e non le mascelle. Dandogli una seconda possibilità.
E quest'uomo, orami adulto, non ha fatto altro che dire a se stesso:
- Una seconda possibilità. Ne siamo degni? O siamo forse talmente sprofondati nelle tenebre da non poter discernere un simile dono, nemmeno se posto davanti ai nostri occhi? C'è un solo modo per scoprirlo. Ovvero offrire questo dono... e vedere se qualcuno ha la forza di accettarlo.
Quest'uomo è un giornalista ed un eroe, il suo nome è Clark Kent, Superman.
E se è in nostro potere dare una seconda possibilità a chi ha sbagliato, a chi soffre, a chi ha perso tutto, allora è nostra responsabilità condurlo verso questa seconda possibilità e assicurarci che possa percorrerla nel modo migliore possibile.
(le frasi dette da Johnatan e Clark Kent sono tratte da Il dono, di Joe Kelly, Brandon Badeaux e Mark Morales, trad.Marco Farinelli)
mercoledì 12 novembre 2003
Il dolore e il pianto
declare this an emergency
come on and spread a sense of urgency
and pull us through
and pull us through
and this is the end
and this is the end of the world
(da Apocalypse please, dei Muse, dal CD Absolution)
Oggi è giorno di lutto nazionale. Oggi, in Iraq, a Nassirya, sono morti 16 militari italiani, 4 soldati e 12 carabinieri, e 2 civili, sempre italiani, a causa di un attacco suicida di un terrorista.
Mentre ancora il paese piange la morte di questi nostri eroi, c'è già chi pretende, con urgenza, il ritorno a casa dei nostri militari, perché non era d'accordo con la guerra USA e con il nostro coinvolgimento, sia quando la guerra iniziò sia ora che bisogna lavorare per costruire la pace in un paese distrutto da molte guerre.
Non so se dobbiamo veramente ritornare a casa o è meglio restare lì, ma so che un giorno un ladro passò accanto ad un ragazzo con un costume rosso e blu. Questo ladro era inseguito da una guardia e il ragazzo non fece niente per fermarlo. Perso il ladro, la guardia si fermò e disse al ragazzo:
- Che le succede?? Doveva solo trattenerlo per un minuto!
Il ragazzo allora rispose:
- Scusa amico, ma è il tuo lavoro! Sono stanco di essere preso per fesso... d'ora in poi mi occuperò solo del numero uno... cioé... di me!
Forse dovremmo fare come questo ragazzo e dire che tanto non è nostro compito lasciare lì il nostro esercito per fare da bersaglio agli attacchi terroristici, o potremmo dire che non è con un esercito che si può portare la pace, la cui costruzione è compito degli abitanti dell'Iraq.
Forse tutto ciò è vero, ma è anche vero che dopo alcuni giorni il ladro uccise lo zio del ragazzo, che rimase sconvolto e decise che avrebbe passato la sua vita al servizio della giustizia.
Da allora il ragazzo comprese che da un grande potere derivano grandi responsabilità.
Quel ragazzo era l'Uomo Ragno.
Adesso tutti sono impegnati ad onorare questi eroi che hanno dato la vita per la pace. Adesso i giornalisti sono impegnati a ricordarci la vita di questi uomini che sono morti per la pace. Speriamo di non dimenticarnene mai...
(le frasi dette dalla guardia e dall'Uomo Ragno sono tratte da Spider-Man!, di Stan Lee e Steve Ditko, trad.Francesco Meo e Marco M.Lupoi)
come on and spread a sense of urgency
and pull us through
and pull us through
and this is the end
and this is the end of the world
(da Apocalypse please, dei Muse, dal CD Absolution)
Oggi è giorno di lutto nazionale. Oggi, in Iraq, a Nassirya, sono morti 16 militari italiani, 4 soldati e 12 carabinieri, e 2 civili, sempre italiani, a causa di un attacco suicida di un terrorista.
Mentre ancora il paese piange la morte di questi nostri eroi, c'è già chi pretende, con urgenza, il ritorno a casa dei nostri militari, perché non era d'accordo con la guerra USA e con il nostro coinvolgimento, sia quando la guerra iniziò sia ora che bisogna lavorare per costruire la pace in un paese distrutto da molte guerre.
Non so se dobbiamo veramente ritornare a casa o è meglio restare lì, ma so che un giorno un ladro passò accanto ad un ragazzo con un costume rosso e blu. Questo ladro era inseguito da una guardia e il ragazzo non fece niente per fermarlo. Perso il ladro, la guardia si fermò e disse al ragazzo:
- Che le succede?? Doveva solo trattenerlo per un minuto!
Il ragazzo allora rispose:
- Scusa amico, ma è il tuo lavoro! Sono stanco di essere preso per fesso... d'ora in poi mi occuperò solo del numero uno... cioé... di me!
Forse dovremmo fare come questo ragazzo e dire che tanto non è nostro compito lasciare lì il nostro esercito per fare da bersaglio agli attacchi terroristici, o potremmo dire che non è con un esercito che si può portare la pace, la cui costruzione è compito degli abitanti dell'Iraq.
Forse tutto ciò è vero, ma è anche vero che dopo alcuni giorni il ladro uccise lo zio del ragazzo, che rimase sconvolto e decise che avrebbe passato la sua vita al servizio della giustizia.
Da allora il ragazzo comprese che da un grande potere derivano grandi responsabilità.
Quel ragazzo era l'Uomo Ragno.
Adesso tutti sono impegnati ad onorare questi eroi che hanno dato la vita per la pace. Adesso i giornalisti sono impegnati a ricordarci la vita di questi uomini che sono morti per la pace. Speriamo di non dimenticarnene mai...
(le frasi dette dalla guardia e dall'Uomo Ragno sono tratte da Spider-Man!, di Stan Lee e Steve Ditko, trad.Francesco Meo e Marco M.Lupoi)
martedì 11 novembre 2003
[870]
Trovare è il primo atto.
Il secondo, perdere.
Terzo, la spedizione
per il vello d'oro.
Quarto, non c'è scoperta.
Quinto, non c'è equipaggio.
Infine, nemmeno il vello d'oro.
Giasone, poi, un'inganno.
(di Emily Dickinson, trad. Alessandro Quattrone)
Il secondo, perdere.
Terzo, la spedizione
per il vello d'oro.
Quarto, non c'è scoperta.
Quinto, non c'è equipaggio.
Infine, nemmeno il vello d'oro.
Giasone, poi, un'inganno.
(di Emily Dickinson, trad. Alessandro Quattrone)
domenica 9 novembre 2003
Finalmente una fine alla vergogna!
Era il 1997 quando, in Italia, venne edita finalmete una storia di due anni prima in cui il mito di Batman veniva a contatto con il mondo oscuro e terribile della pedofilia e dei "turisti del sesso".
La storia, uscita in due puntate su Play Magazine ##16-17 (ed.Play Press Publishing), era un vero pugno allo stomaco: l'indagine del detective portava alla scoperta di abiezioni e orrori terribili. L'intera storia era un adattamento al romanzo di Andrew Vachss ed era un invito a riflettere su una situazione tollerata dai governi occidentali e spesso incoraggiata da alcuni paesi asiatici che vedevano in questo traffico infame una fonte di ricchezza, pur se alle spalle della popolazione povera e dei propri figli.
Alla fine della storia venivano raccontati alcuni dati e veniva informato il lettore dell'esistenza di un ente no-profit, l'ECPAT, con sede anche in Italia, fortemente impegnato in una campagna innanzitutto di sensibilizzazione dei cittadini e quindi di segnalazione di tutto ciò che non va.
Forse qualcuno ricorderà i timidi tentativi di qualche anno fa con cui il governo cercava di scoraggiare partiche becere come il traffico di materiale pedo-pornografico o i "viaggi del piacere" (una delle mete preferite è sempre stata la Thailandia, per la sua legislazione dalle maglie larghe), ma la situazione è sempre stata difficile. Certo l'Italia qualcosa aveva fatto, come si puà leggere più sotto:
Sono 170 gli Stati (e l'Italia nel 1991) che hanno ratificato la Convenzione sui diritti dell'infanzia. Essa recita, gli artt. 34-35: "Gli Stati parti si impegnano a proteggere il fanciullo contro ogni forma di sfruttamento e violenza sessuale. A tal fine gli Stati parti devono prendere in particolare ogni misura adeguata sul piano nazionale, bilaterale e multilaterale, per prevenire: a) l'induzione o la coercizione di un fanciullo per coinvolgerlo in attività sessuali illecite; b) lo sfruttamento dei fanciulli nella prostituzione o in altre pratiche sessuali illecite; c) lo sfruttamento dei fanciulli in spettacoli e materiali pornografici".
Dopo molti anni di vergogna, alcuni paesi come la Thailandia, le Filippine, lo Sri Lanka, dove il fenomeno é particolarmente esteso, hanno inasprito le pene relative agli abusi sessuali sui minori, mentre altri, come la Germania, la Francia, la Svezia, gli Stati Uniti, l'Australia e la Nuova Zelanda, paesi produttori di turismo sessuale, hanno introdotto nel loro sistema giuridico il principio dell'extraterritorialità del crimine: i loro cittadini possono essere perseguiti per abuso sessuale su minori anche una volta tornati in patria.
Inoltre Germania, Stati Uniti, Canada, Norvegia, Gran Bretagna hanno una nuova legge che persegue, oltre che la produzione e il commercio di materiale pornografico avente i bambini come attori, anche il possesso di detto materiale.
E' però notizia di ieri che finalmente il governo italiano ha deciso di porre un limite alla decenza e, come già Germania, USA, Canada, Norvegia, UK, inasprire le pene nei confronti dei pedofili e degli spacciatori di materiale pedo-pornografico, nonché di perseguire con pene severe anche questi... turisti.
C'è voluto molto tempo e una lunga attesa, ma finalmente anche l'Italia ha preso seriemente atto del problema, proponendo una legge serie che, speriamo, presto diventerà esecutiva. Nel frattempo non possiamo fare altro che tenerci informati e segnalare a chi di dovere tutto ciò che di poco chiaro vediamo e sentiamo intorno a noi e nella rete.
(il testo di cui sopra è stato preso da legge)
La storia, uscita in due puntate su Play Magazine ##16-17 (ed.Play Press Publishing), era un vero pugno allo stomaco: l'indagine del detective portava alla scoperta di abiezioni e orrori terribili. L'intera storia era un adattamento al romanzo di Andrew Vachss ed era un invito a riflettere su una situazione tollerata dai governi occidentali e spesso incoraggiata da alcuni paesi asiatici che vedevano in questo traffico infame una fonte di ricchezza, pur se alle spalle della popolazione povera e dei propri figli.
Alla fine della storia venivano raccontati alcuni dati e veniva informato il lettore dell'esistenza di un ente no-profit, l'ECPAT, con sede anche in Italia, fortemente impegnato in una campagna innanzitutto di sensibilizzazione dei cittadini e quindi di segnalazione di tutto ciò che non va.
Forse qualcuno ricorderà i timidi tentativi di qualche anno fa con cui il governo cercava di scoraggiare partiche becere come il traffico di materiale pedo-pornografico o i "viaggi del piacere" (una delle mete preferite è sempre stata la Thailandia, per la sua legislazione dalle maglie larghe), ma la situazione è sempre stata difficile. Certo l'Italia qualcosa aveva fatto, come si puà leggere più sotto:
Sono 170 gli Stati (e l'Italia nel 1991) che hanno ratificato la Convenzione sui diritti dell'infanzia. Essa recita, gli artt. 34-35: "Gli Stati parti si impegnano a proteggere il fanciullo contro ogni forma di sfruttamento e violenza sessuale. A tal fine gli Stati parti devono prendere in particolare ogni misura adeguata sul piano nazionale, bilaterale e multilaterale, per prevenire: a) l'induzione o la coercizione di un fanciullo per coinvolgerlo in attività sessuali illecite; b) lo sfruttamento dei fanciulli nella prostituzione o in altre pratiche sessuali illecite; c) lo sfruttamento dei fanciulli in spettacoli e materiali pornografici".
Dopo molti anni di vergogna, alcuni paesi come la Thailandia, le Filippine, lo Sri Lanka, dove il fenomeno é particolarmente esteso, hanno inasprito le pene relative agli abusi sessuali sui minori, mentre altri, come la Germania, la Francia, la Svezia, gli Stati Uniti, l'Australia e la Nuova Zelanda, paesi produttori di turismo sessuale, hanno introdotto nel loro sistema giuridico il principio dell'extraterritorialità del crimine: i loro cittadini possono essere perseguiti per abuso sessuale su minori anche una volta tornati in patria.
Inoltre Germania, Stati Uniti, Canada, Norvegia, Gran Bretagna hanno una nuova legge che persegue, oltre che la produzione e il commercio di materiale pornografico avente i bambini come attori, anche il possesso di detto materiale.
E' però notizia di ieri che finalmente il governo italiano ha deciso di porre un limite alla decenza e, come già Germania, USA, Canada, Norvegia, UK, inasprire le pene nei confronti dei pedofili e degli spacciatori di materiale pedo-pornografico, nonché di perseguire con pene severe anche questi... turisti.
C'è voluto molto tempo e una lunga attesa, ma finalmente anche l'Italia ha preso seriemente atto del problema, proponendo una legge serie che, speriamo, presto diventerà esecutiva. Nel frattempo non possiamo fare altro che tenerci informati e segnalare a chi di dovere tutto ciò che di poco chiaro vediamo e sentiamo intorno a noi e nella rete.
(il testo di cui sopra è stato preso da legge)
giovedì 6 novembre 2003
Bikini
Mamma: BUAAA!
Mafalda: Cosa'hai mamma? Perché piangi?
Mamma: Perché dall'estate scorsa sono ingrassata e il bikini mi sta malissimo! Snog!
Mafalda: Io ti direi che mezza umanità non può ingrassare di un grammo perché non ha niente da mangiare... ma tu hai bisogno di consolazione, non di far la figura della scema, vero?
(Quino)
Mafalda: Cosa'hai mamma? Perché piangi?
Mamma: Perché dall'estate scorsa sono ingrassata e il bikini mi sta malissimo! Snog!
Mafalda: Io ti direi che mezza umanità non può ingrassare di un grammo perché non ha niente da mangiare... ma tu hai bisogno di consolazione, non di far la figura della scema, vero?
(Quino)
mercoledì 5 novembre 2003
Punti di vista
Punti di vista sono quelli dell'ex calciatore Pasquale Bruno, che dalle pagine de Il Messaggero commenta la sentenza della Cassazione che condanna un calciatore, reo di avere, quasi 10 anni fa (questo è il vero scandalo!), rotto la mascella ad un avversario, in un'azione di gioco, con un calcio (forse il querelante era coricato per terra?):
Mi sarei fatto arrestare però mai avrei rinunciato ad un'entrata a gamba tesa. Il fallo, l'entrata un pò rude sono l'essenza del calcio.
E più sotto dice:
(...) chi pensa di rivolgersi al giudice per far valere le proprie ragioni non merita d'essere chiamato atleta. Lasci lo sport, farà meglio.
Il calcio deve prendere dal rugby cha ha nel suo DNA un codice d'onore non scritto che tutti ripettano. In campo ci si affronta dando sempre il massimo, agonismo giusto per vivere nel modo migliore lo sport, entrate decise dove giganti di più di cento chili si sfidano, lottano e si affrontano senza risparmiarsi. Nessuno ha mai protestato. Poi, alla fine del match, si salutano, si abbracciano e vanno a bere insieme.
Anche perché, aggiungo io, hanno ancora i denti e la mascella a posto!
Forse è più sportivo un atleta che, solo per prendere il pallone, alza il piede all'altezza della testa rispetto a chi ha preso il calcio, con conseguenze anche gravi e che non avrebbe mai pensato di tornare così malamente acciaccato per un semplice gioco, per una semplice partita.
Ma questo è un punto di vista, condivisibile o meno, ma pur sempre un punto di vista e come tale va difeso da attacchi violenti e da interventi a gamba tesa (e volante) perché è nel volo del tacco che sta l'essenza del calcio!
Un altro punto di vista, ancora più estremo, è quello dei terroristo che ieri, giorno della Repubblica, hanno colpito un maresciallo dei carabinieri con un pacco bomba, pensando a se stessi come soldati di una guerra e non come criminali e assassini che colpiscono senza pietà le persone che hanno come unica colpa quella di lavorare per il bene comune (e quindi, per estensione, per il bene di uno stato che loro non rispettano).
Se hanno veramente così poco rispetto per il paese in cui vivono e per la vita delle persone, forse farebbero meglio ad andare in un altro posto, magari proprio nel Sud America di cui parlo nel mio post di ieri, per sapere veramente cosa vuol dire morire per difendere dei giusti (in quel caso) diritti!
e non ti vantare se ci hai perso un fratello
l'amico mio ci ha perso il cervello
(a proposito delle guerre, da ogni adolescenza, dei Tre Allegri Ragazzi Morti, dal CD La Testa Indipendente)
Mi sarei fatto arrestare però mai avrei rinunciato ad un'entrata a gamba tesa. Il fallo, l'entrata un pò rude sono l'essenza del calcio.
E più sotto dice:
(...) chi pensa di rivolgersi al giudice per far valere le proprie ragioni non merita d'essere chiamato atleta. Lasci lo sport, farà meglio.
Il calcio deve prendere dal rugby cha ha nel suo DNA un codice d'onore non scritto che tutti ripettano. In campo ci si affronta dando sempre il massimo, agonismo giusto per vivere nel modo migliore lo sport, entrate decise dove giganti di più di cento chili si sfidano, lottano e si affrontano senza risparmiarsi. Nessuno ha mai protestato. Poi, alla fine del match, si salutano, si abbracciano e vanno a bere insieme.
Anche perché, aggiungo io, hanno ancora i denti e la mascella a posto!
Forse è più sportivo un atleta che, solo per prendere il pallone, alza il piede all'altezza della testa rispetto a chi ha preso il calcio, con conseguenze anche gravi e che non avrebbe mai pensato di tornare così malamente acciaccato per un semplice gioco, per una semplice partita.
Ma questo è un punto di vista, condivisibile o meno, ma pur sempre un punto di vista e come tale va difeso da attacchi violenti e da interventi a gamba tesa (e volante) perché è nel volo del tacco che sta l'essenza del calcio!
Un altro punto di vista, ancora più estremo, è quello dei terroristo che ieri, giorno della Repubblica, hanno colpito un maresciallo dei carabinieri con un pacco bomba, pensando a se stessi come soldati di una guerra e non come criminali e assassini che colpiscono senza pietà le persone che hanno come unica colpa quella di lavorare per il bene comune (e quindi, per estensione, per il bene di uno stato che loro non rispettano).
Se hanno veramente così poco rispetto per il paese in cui vivono e per la vita delle persone, forse farebbero meglio ad andare in un altro posto, magari proprio nel Sud America di cui parlo nel mio post di ieri, per sapere veramente cosa vuol dire morire per difendere dei giusti (in quel caso) diritti!
e non ti vantare se ci hai perso un fratello
l'amico mio ci ha perso il cervello
(a proposito delle guerre, da ogni adolescenza, dei Tre Allegri Ragazzi Morti, dal CD La Testa Indipendente)
martedì 4 novembre 2003
Colombia...
.... una serie di denunce che accusano la COCA-COLA di Crimini di Lesa Umanità per essere la mandante di politiche persecutorie nei confronti di lavoratori sindacalizzati nelle imprese colombiane.
da Coca Cola in Colombia
*QUALCHE CIFRA...*
Nei soli mesi del 2002 siamo già arrivati a :
65 SINDACALISTI ASSASSINATI
73 SEQUESTRATI e DESAPARECIDOS
39 ATTENTATI
Nel 2001 :
193 SINDACALISTI ASSASSINATI, ma si conoscono almeno 200 esecuzioni che però non rientrano nelle cifre ufficiali;
82 Tra SEQUESTRATI e DESAPARECIDOS, di cui 17 Assassinati - sui loro corpi tracce di torture -, 24 sono stati liberati, gli altri 41 sono ancora sequestrati
30 ATTENTATI
SI STIMA CHE CIRCA 10.000 DIRIGENTI SINDACALI SONO STATI MINACCIATI DAI GRUPPI PARAMILITARI (COME NEL 2000)
Nel 2000
112 - DIRIGENTI SINDACALI ASSASSINATI che rappresentano L' 80% DEI SINDACALISTI COMPLESSIVAMENTE ASSASSINATI NEL MONDO 10.000 - MILITANTI SINDACALI MINACCIATI
Il Sud America in genere è sempre stata terra di conquista facile per gli speculatori (si inizia dai conquistadores spagnoli post-Colombo!) e molte altre volte molti sono stati gli innocenti schiacciati dalla macchina dei corrotti governi di quei paesi (risale a pochi decenni fa la torbida vicenda dei desaparesidos argentini). In Colombia, poi, la situazione è ancora più complessa: le famiglie mafiose legate al traffico di drogra sono praticamente ovunque e questa situazione della Coca Cola non è altro che la punta dell'iceberg di una situazione estremamente complicata. In Colombia, infatti, o per convenienza o per sopravvivenza bisogna essere legati ad una di queste famiglie; l'alternativa, come per i sindacalisti e i lavoratori di cui si parla, è la morte!
da Coca Cola in Colombia
*QUALCHE CIFRA...*
Nei soli mesi del 2002 siamo già arrivati a :
65 SINDACALISTI ASSASSINATI
73 SEQUESTRATI e DESAPARECIDOS
39 ATTENTATI
Nel 2001 :
193 SINDACALISTI ASSASSINATI, ma si conoscono almeno 200 esecuzioni che però non rientrano nelle cifre ufficiali;
82 Tra SEQUESTRATI e DESAPARECIDOS, di cui 17 Assassinati - sui loro corpi tracce di torture -, 24 sono stati liberati, gli altri 41 sono ancora sequestrati
30 ATTENTATI
SI STIMA CHE CIRCA 10.000 DIRIGENTI SINDACALI SONO STATI MINACCIATI DAI GRUPPI PARAMILITARI (COME NEL 2000)
Nel 2000
112 - DIRIGENTI SINDACALI ASSASSINATI che rappresentano L' 80% DEI SINDACALISTI COMPLESSIVAMENTE ASSASSINATI NEL MONDO 10.000 - MILITANTI SINDACALI MINACCIATI
Il Sud America in genere è sempre stata terra di conquista facile per gli speculatori (si inizia dai conquistadores spagnoli post-Colombo!) e molte altre volte molti sono stati gli innocenti schiacciati dalla macchina dei corrotti governi di quei paesi (risale a pochi decenni fa la torbida vicenda dei desaparesidos argentini). In Colombia, poi, la situazione è ancora più complessa: le famiglie mafiose legate al traffico di drogra sono praticamente ovunque e questa situazione della Coca Cola non è altro che la punta dell'iceberg di una situazione estremamente complicata. In Colombia, infatti, o per convenienza o per sopravvivenza bisogna essere legati ad una di queste famiglie; l'alternativa, come per i sindacalisti e i lavoratori di cui si parla, è la morte!
lunedì 3 novembre 2003
[308]
Invio due tramonti -
abbiamo gareggiato, il giorno e io -
io ne ho finiti due, e varie stelle -
mentre lui ne allestiva uno soltanto.
Il suo era più grande -
ma, come dicevo ad un amico,
il mio è assai più comodo
da portarsi dietro in una mano.
(di Emily Dickinson, trad. Alessandro Quattrone)
abbiamo gareggiato, il giorno e io -
io ne ho finiti due, e varie stelle -
mentre lui ne allestiva uno soltanto.
Il suo era più grande -
ma, come dicevo ad un amico,
il mio è assai più comodo
da portarsi dietro in una mano.
(di Emily Dickinson, trad. Alessandro Quattrone)
sabato 1 novembre 2003
...e chi lo diventa!
Panoramix: Guardate! I romani rinunciano all'assedio! Per Belenos!!!
Asterix: Vittoria, per Toutatis!
Obelix: E tutto ciò per Idefix!
(mentre Idefix si gode il meritato osso)
(da Asterix e Cleopatra, di Goscinny e Uderzo, allegato a Il Giornalino, trad.Marcello Marchesi)
Asterix: Vittoria, per Toutatis!
Obelix: E tutto ciò per Idefix!
(mentre Idefix si gode il meritato osso)
(da Asterix e Cleopatra, di Goscinny e Uderzo, allegato a Il Giornalino, trad.Marcello Marchesi)