giovedì 24 dicembre 2020

Topolino #3396: Natale a Paperopoli

A volte succede: ho saltato il Topolino della settimana scorsa, dedicandomi solo alla storia matematica di Giorgio Fontana e Nicola Tosolini. Torno, però, questa settimana con leggero anticipo sul solito visto il tema natalizio del numero, in questa occasione particolarmente snello con appena 4 storie, ma tutte di una buona qualità.
Il Topolino #3396 si caratterizza, poi, per una particolarità: le tre storie ambientate a Paperopoli sono tutte realizzate per avere al loro interno riferimenti alle altre storie del numero, un modo interessante per dare ai lettori la sensazione di contemporaneità tra le vicende narrate sul numero. La storia ambientata a Topolinia, invece, è la seconda parte de Le piccole verità del Natale, ultimo capitolo della trilogia di Mr. Vertigo. Visto che di questa storia me ne occuperò in altri lidi (domani, ad ogni modo), immergiamoci subito nell'atmosfera natalizia paperopolese, seguendo per una volta l'ordine del sommario (di solito non lo seguo mai!).
Lo spirito del Natale
Questo è (o dovrebbe essere) un Natale particolare, relativamente chiusi in casa, a cercare nei giorni precedenti di non affollare troppo supermercati e negozi combinando acquisti intelligenti con shop online. In una situazione usuale, però, il Natale sarebbe stato una festa affollata, con la gente in giro a riempire negozi, tra folle difficilmente gestibili e stress da acquisti (di regali, cibo per cenoni e pranzi, dolci e quant'altro). Ed è proprio in una situazione del genere che si trova Paperino ne Il Natale da saltare di Blasco Pisapia.
Il nostro, infatti, tra il vicino Mr. Jones, le spese varie, gli addobbi, la beneficienza, si lascia influenzare dalle solite battute anti-festaiole di Paperone e decide di non festeggiare il Natale, almeno fino all'arrivo a Paperopoli di una vecchia conoscenza dello zione dei tempi del Klondike!
La bellezza della storia di Pisapia sta in un elemento molto semplice: essere riuscito a recuperare lo spirito del Natale sul Monte Orso aggiornandolo ai tempi moderni, con l'ovvia critica alla commercializzazione di una festa che invece dovrebbe essere anche (e soprattutto) altro, come ben riassunto da una delle battute di Doretta:
Trascorreremo una bella serata scintillante di luci e di calore familiare!
Nella storia di Pisapia sono anche presenti i riferimenti alle altre due storie paperopolesi del numero, in particolare la solita scorribanda (più o meno) scientifica di Newton Pitagorico, segno che ormai il personaggio è tornato con grande efficacia sulle pagine di Topolino.
Mini-Paperopoli
L'aspirazione natalizia, realizzata dalla solita coppia Marco Nucci-Stefano Intini, combina ben due spunti scientifici decisamente interessanti in una storia dinamica, veloce e divertente, anche se non esente da errori, sempre dietro l'angolo con avventure temporali.
La storia, infatti, inizia con il giovane Newton che propone a Qui, Quo, Qua, la sua versione della macchina del tempo (lo zio Archimede, in effetti, ne ha realizzate diverse nel corso della sua carriera), che necessita di un elemento inesistente sulla Terra. Visto il nome, oscurite vibronica, è probabilmente uno degli elementi ancora non presenti nell'attuale versione della tavola periodica. Al momento l'ultimo elemento scoperto, che ne costituisce il limite massimo attuale, è il Laurenzio, con numero atomico 103, ovvero possiede 103 protoni.
Ci sono varie ipotesi sulla cosìdetta fine della tavola periodica. Ad esempio secondo John Emsley, scrittore scientifico britannico, il limite ultimo è un atomo con 128 protoni; Richard Feynman, invece, pone il limite a 137, mentre Albert Khazan ipotizza che si possa arrivare fino al 155.
Le ragioni di Feynman sembrano essere le più solide: sia il modello di Bohr sia l'equazione di Dirac presentano dei problemi per gli atomi con un numero di protoni superiore a 137, però alcuni calcoli successivi, più precisi, sembrano indicare in 173 protoni il primo limite superiore per l'energia di legame. In questo caso tutti gli atomi più pesanti, se l'orbitale più interno non è riempito, emettono spontaneamente un positrone: questo, però, vuol dire che se l'orbitale più interno risulta completamente pieno, allora non sembra esserci nessun problema per atomi con più di 173 protoni.
Nell'attesa di scoprire se effettivamente questi limiti esistono, torniamo all'oscurite vibronica, la cui esistenza è evidentemente stata prevista dal giopvane Newton sulla base delle caratteristiche "tipiche" di una macchina del tempo, o quanto meno della sua macchina del tempo. In effetti il nome dell'elemento chimico sconosciuto sembrerebbe suggerire che questi abbia delle particolari proprietà vibratorie, che in realtà richiamano al supereroe Flash, che quest'anno compie 80 anni. Grazie alla sua capacità di vibrare le sue molecole, Flash, oltre ad attraversare i muri, è anche in grado di passare da un universo parallelo all'altro. E in effetti l'idea dei molti mondi è, come più volte raccontato, spuntata proprio grazie ai tentativi dei fisici teorici di trovare una sintesi tra meccanica quantistica e relatività generale.
Tutto questo per dire che a un certo punto Newton si ritrova alle prese con il viaggio nel tempo. Il motivo è molto semplice: l'invenzione centrale della storia è l'aspiraneve restringifiocchi (AR), una versione evoluta dell'aspirabriciole restringipane (AR) realizzato per Paperoga. L'idea è quella di usare questo particolare AR per evitare di spalare la neve nel cortile del laboratorio di Archimede. Il problema è che, come tutte le invenzioni di Newton, risulta più potente del previsto e, oltre a restringere la neve, aspira e restringe anche tutto il quartiere!
Sulla fisica della miniaturizzazione ho speso ben due articoli, uno qui su DropSea l'altro nella serie de La scienza con i supereroi dedicato al personaggio di Ant-Man, per cui spendo ben poche altre parole, se non quelle di andare a leggervi la storia e scopire quale problema ci sia nel paradosso temporale generato da Newton e Qui, Quo, Qua (in effetti c'è anche la soluzione, che non è completamente soddisfacente, anche se impedisce alla storia di diventare ingestibile).
Ultimo elemento interessante è la presenza di Babbo Natale, elemento apparentemente magico: Nucci, invece, sembra proporre una lettura del personaggio un po' più scientifica, suggerendo che molti dei suoi poteri siano, in realtà, dovuti ad avveniristiche invenzioni costruite dallo stesso Babbo Natale!
Un eroe sotto l'albero
Dopo la lunga porzione scientifica dedicata a Newton Pitagorico, concludiamo questo excursus tra 3 delle 4 storie natalizie di Topolino con Il torrone Papergé, nuova storia paperinikiana sempre di Marco Gervasio per i disegni del nuovo Nico Picone.
L'avventura, che sembra un po' slegata dalle altre due (si fatica a incastrarla correttamente all'interno della cronologia interna, visto che Paperino non dovrebbe essere così ben disposto nei confronti del Natale, come invece è all'inizio), racconta di uno sfratto natalizio ai danni dei genitori di due compagni di scuola di Qui, Quo, Qua. Paperino, che si offre di dare una mano al trasloco, da alcune battute dei due genitori subodora un losco traffico, e quindi decide di intagare nei panni di Paperinik.
Costruita come una storia alla Carlo Panaro, è forse una delle migliori di Gervasio con il personaggio. Il ritorno di Sheriduck, poi, fornisce un interessante elemento in più che da valore alla storia molto più dei riferimenti al resto del sommario natalizio paperopolese. In effetti proprio gli elementi di scarsa integrazione de Il torrone Papergé fanno concludere che l'operazione di storie leggermente legate una all'altra risulta sì interessante, ma non certo esente da difetti, visto che la bella storia di Gervasio avrebbe necessitato di maggiori interventi per integrarsi meglio. E c'è da dire, però, che per fortuna ciò non è avvenuto!
Ovviamente fatemi concludere con un Buon Natale e un buon cenone della vigilia!

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