sabato 24 luglio 2021

Death Metal: Doom Metal

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Sebbene i Black Sabbath siano considerati precursosi anche del doom metal (dopo il precedente speed metal), le origini del genere vengono generalmente fatte risalire agli anni Ottanta del XX secolo con gruppi come i Pentagram e i Saint Vitus. Il doom metal è caratterizzato da suoni cupi e tematiche decadenti, con testi che presentano anche citazioni dal mondo dell'occulto. Introspezione e dramma interiore sono tipici dei testi doom metal. Inevitabile l'incontro del genere con il death metal che da l'origine al death doom metal, di cui tipici esponenti sono band come i My Dying Bride o i Paradise Lost, entrambi britannici, o i Draconian, band svedese. E tutti e tre presenti nei miei ascolti usuali del genere.
Non siamo però, qui, per discutere (solo) di doom metal, ma anche dell'omonima saga in cinque puntate della Justice League ambientata nell'era Death Metal del Cavaliere più oscuro e pubblicata da Panini Comics sui numeri #13 e #14 dell'omonimo mensile italiano.
Cammintori del sonno
Come scritto, i Draconian sono una band svedese formatasi nel maggio del 1994 quando Johan Ericson, Jesper Stolpe e Andy Hindenäs formarono i Kerberos. Sette mesi più tardi si unì Anders Jacobsson, tutt'ora voce della band, che cambiò nome in Draconian. Del gruppo fondatore è rimasto, il solo Ericson, che nel frattempo è passato dalla batteria alla chitarra, mentre negli anni si è unita una seconda voce, prima Lisa Johansson nel 2002, quindi sostituita nel 2021 da Heike Langhans.
L'ingresso della voce femminile ha introdotto un'interpretazione aggiuntiva, chiara, che va a contrastare con la voce gracchiante maschile, quella di Jacobsson. Inoltre la loro struttura musicale continua a restare molto melodica e progressive, con testi fortemente filosofici. Esempio di questo è indubbiamente il loro ultimo album, Under a Godless Veil del 2020, con il quale ho anche scoperto la band. Questo settimo disco in studio della band è anche un concept album dedicato ai Sethiani. La storia di come credono che sia stato concepito il mondo è molto interessante, soprattutto perché il modo in cui il multiverso DC Comics è stato impstato sembra fortemente ispirato proprio a queste credenze. In questo caso, però, Perpetua, la deus ex-machina, risulta avere un ruolo negativo rispetto alla Sofia dei Sethiani. Vi rimando, però, alla pagina wiki dell'album dove vengono riassunte le basi della loro mitologia sulla creazione del mondo. Torniamo ai Draconian. Per l'articolo di oggi ho deciso di abbinare alla recensione Sleepwalkers, quarta traccia dell'album in questione. Il motivo della scelta sarà chiaro quando andremo ai contenuti specifici della saga. Per ora, buon ascolto:
Giochi mentali
La saga, originariamente uscita su Justice League ##53-57, vede ai testi Joshua Williamson affiancato ai disegni da Xermanico (capitoli 1, 2 e 5) e Robson Rocha (capitoli 3 e 4). Visto che i pezzi grossi sono impegnati nella sfida contro il Cavaliere più oscuro e Perpetua, la Justice League che opera in questa storia è molto più simile ai Teen Titans originali, con Nightwing, Starfire e Cyborg, cui si affiancano Detective Chimp e Hawkgirl e, nel finale di saga, J'onn J'onzz. Al gruppo si unisce momentaneamente Lex Luthor, che non è esattamente il personaggio cui siamo normalmente abituati. Ho in programma di recuperare (fatto a grandi linee come lettore) lo status di Luthor e di Superman, almeno quello di base, in un prossimo articolo. Per ora vi basti sapere che Lex ha da farsi perdonare l'aver permesso a Perpetua di dare il via al suo piano di distruzione di massa del multiverso, motivo per cui si unisce a Dick Grayson e agli altri leaguers sostituti.
La storia, che ha un'estetica da saga fantasy, vede il team di Dick andare verso la torre di Perpetua sulla Terra, protetta dal Cavaliere Omega, con il compito di distruggerla e liberare i sodali di Luthor, Grodd, Sinestro e Ceetha. Il problema è che, rifiutando all'inizio l'aiuto di Luthor, si ritrovano a dover attraversare una valle costituita da centinaia di Starro. Questi non è altro che il conquistatore intergalattico che, nella sua versione originale (mai sconfessata, ma oggi migliorata), utilizzava delle versioni minuscole di se stesso per controllare la mente degli esseri senzienti che abitano i pianeti che si ritrovano sul suo cammino. Tra l'altro è proprio Starro la minaccia che originariamente mette insieme i leaguers nella lontana golden age.
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I leaguers sono, quindi, mentalmente catturati da Starro, che inizia a controllarli usando sogni della loro vita passata, motivo della scelta di Sleepwalkers. Unico a sfuggire al controllo è Dick. Secondo Luthor è per via della pistolettata alla testa che ha recentemente subito, ma personalmente, viste le immagini che ha visto nella sua testa, forse la spiegazione è più complessa, visto che nel corso degli anni Dick è, rispetto agli altri personaggi, quello che ha subito più cambiamenti di identità e di costume: Robin, Nightwing (con almeno due cambi di costume), persino Batman due volte. Senza dimenticare che anche chi gli stava intorno è cambiato diverse volte, come Barbara Gordon, prima Batgirl, poi Oracolo a causa della disabilità causata dal Joker, quindi di nuovo Batgirl.
Ad ogni buon conto i nostri riescono a sfuggire e si ricongiungono con J'onn J'onzz, che nel frattempo sta affrontando Mindhunter, un Batman alternativo che si è introdotto nel corpo del DNA marziano. Il confronto tra i due, iniziato su Justice League #13, esplode negli ultimi tre capitoli della saga e permette di approfondire il rapporto tra il marziano e Kendra, che nel corso della gestione di Snyder sono diventati intimi. La storia, dunque, non è una semplice corsa contro il tempo, ma un modo per approfondire i personaggi (altro esempio è Detective Chimp che deve venire a patti con un lutto recente). Williamson riesce a farli emergere in maniera efficace, lasciando però ancora qualcosa da raccontare su Luthor, che nel corso di Death Metal dovremmo rivedere in una saga insieme con Grodd e soci.
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Sul piano dei disegni, sebbene personalmente gradisca di più il tratto di Xermanico, devo dire che nel complesso anche Rocha non mi è dispiaciuto. Quest'ultimo si è rivelato un po' più sporco rispetto a Xermanico, molto più elegante, risultando più adatto alle scene più inquietanti, quelle legate ai ricordi del protagonisti. Il risultato finale è stato più che soddisfacente, anche da fan sfegatato di Dick Grayson!

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