venerdì 23 luglio 2021

Le grandi domane della vita: In moto sulla Luna

Il 10 luglio su EduINAF abbiamo lanciato la prima delle due iniziative estive, le Olimpiadi Spaziali. E' una serie di articoli a tema sportivo in cui insieme con Andrea Bernagozzi, Fabio Nottebella e Luca Piantino abbiamo provato a immaginare come sarebbero gli sport giocati sugli altri oggetti celesti del Sistema Solare. A supportare il gruppo dell'Osservatorio della regione autonoma della Valle d'Aosta ci sono anche Marco Castellani, Claudia Mignone, Livia Giacomini e, in sottotraccia, anche il sottoscritto, che si sta prendendo il compito, oltre quello classico della sistemazione del layout e della programmazione, di verificare più o meno che ogni cosa sia a posto (quindi riteneremi l'ultimo responsabile di eventuali errori).
Gli articoli escono ogni sabato e, in particolare, sabato scorso è uscito l'articolo dedicato alla Luna, Campioni lunari!. L'articolo è ricco di spunti interessanti, uno di questi fornisce proprio il titolo a questa puntata (in un certo senso speciale) de Le grandi domande della vita, dedicata ovviamente anche alle Olimpiadi sportive vere e proprie, inaugurate da poche ore in quel di Tokyo.
A zonzo sulle rocce lunari
Il primo oggetto a ruote che è atterrato sulla Luna è stato il rover sovietico Lunokhod 1, giunto sul nostro satellite il 10 novembre del 1970 trasportato dal Luna 17.
Il primo rover statunitense, invece, venne portato sulla Luna nel 1971 dall'Apollo 15 e utilizzato dagli astronauti della missione, David Scott e James Irwin il 31 luglio del 1971 (come al solito il terzo componente dell'equipaggio, Alfred Worden, rimase in orbita intorno alla Luna).
Il veicolo a quattro ruote portato dall'Apollo 15, però, non fu il primo veicolo motorizzato sviluppato e testato dalla NASA: ad agosto 1969 venne testata in un classico volo orbitale (un volo in caduta libera che permette di trovarsi veramente nelle condizioni di bassa gravità sperimentate lontano dalla Terra) una motocicletta elettrica lunare!
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La moto nella foto, testata da John Slight del Manned Spacecraft Center, è in effetti una versione ridotta delle classiche motociclette generalmente commercializzate sulla Terra. Il motivo della scelta di questa struttura compatta è legato al fatto che una moto classica per poter curvare sulla Luna dovrebbe piegarsi a un angolo molto più basso rispetto a quanto avviene sulla Terra. E questo, ovviamente, per via della gravità lunare inferiore. Trovate altre versioni del prototipo in un articolo uscito su RevZilla.
L'idea del progetto venne a David Gordon Wilson, un ingegnere meccanico del MIT, che pensò a un veicolo di questo genere in quanto sufficientemente compatto da occupare poco spazio e con un peso contenuto per non caricare eccessivamente di carburante il razzo (l'equilibrio tra carburante e peso complessivo è, infatti, sempre piuttosto delicato, e a volte avere meno carburante, per assurdo, risulta molto più vantaggioso, ovviamente in funzione della potenza disponibile). Lo sviluppo della moto, che come la storia ci ha tramandato, non è mai andata sulla Luna, sembra che venne comunque portato avanti come progetto di backup per l'Apollo 15 e successivamente comme possibiule veicolo per gli spostamenti sulla superficie per l'Apollo 20. Anche in questo caso, però, la storia ha avuto la meglio, visto che l'ultima missione del programma Apollo fu la #17.
Della moto lunare si parla anche in un articolo scientifico Prototyping of Lunar surface geological sampling tools for Moon spacewalk simulations by ESA, mentre la foto stessa la trovate su Apollo archive.
Buche lunari
Una delle parti dove sono intervenuto di più nell'articolo di EduINAF di cui sopra (anche se non mi sono accreditato la coscrittura, visto che nel complesso era poca cosa) è quella relativa al golfista lunare. Stiamo parlando dell'Apollo 14, la missione precedente all'esordio del primo rover lunare statunitense (peraltro anche il primo guidato da esseri umani).
Sulla superficie della Luna troviamo Alan Shepard ed Edgar Mitchell, che si esibiscono in due differenti imprese sportive. Il primo lancia una pallina da golf sulla superficie lunare utilizzando un così detto ferro 6, mentre il secondo lancia, come fosse un giavellotto, l'asta che doveva servire per un esperimento sul vento solare. Recentemente (a maggio di quest'anno) Andy Saunders, specializzato in tecniche di imaging, restaurando le foto di quella missione, in particolare quelle scattate dal modulo di comando a bordo del quale si trovava Stuart Roosa, è riuscito a stimare la distanza percorsa dalle due palline lanciate da Shepard e dal giavellotto improvvisato di Mitchell.
Mentre la prima pallina ha percorso una distanza di circa 23 iarde (all'incirca 21 metri), con l'asta arrivata giusto un po' più in là, il secondo colpo di Shepard ha permesso alla pallina di volare per ben 40 iarde, ovvero poco meno di 37 metri. Certo, sempre secondo Saunders, un campione di golf professionista sarebbe in grado di arrivare oltre i 5 chilometri, ma al momento non c'è alcun modo per verificare questa supposizione.
Scherzi lunari (ma non troppo)
L'ultima curiosità sportiva sulla Luna è legata esplicitamente alle Olimpiadi. Il 2004 era anno olimpico e fu scelta come sede delle gare Atene. In preparazione alle olimpiadi ateniesi, una celebrazione al tempo stesso delle olimpiadi moderne e delle olimpiadi dell'antichità, il sito sportivo GamesBids decise di pubblicare l'1 aprile due notizie relative a un presunto villaggio olimpico lunare, che all'epoca dicevano essere ancora tutto da decidere. La cosa curiosa è che appena due anni dopo, in occasione delle olimpiadi invernali di Torino, fu la stessa NASA a rilanciare il giochino nato come un pesce d'aprile determinando una possibile posizione per la costruzione di un villaggio olimpico sulla Luna!

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