lunedì 9 agosto 2021

La stella di Pinocchio (o quasi)

Tra le foto che Stefano Capretti ha inviato per il cielo del mese di agosto, ce n'è una di Valeriano Antonini di Vega, la seconda stella più brillante del cielo settentrionale, appartenente alla costellazione della Lira. La foto di Valeriano, così come quella di Stephen Rahn che abbino alla fine di questo articolo, mi ha subito fatto venire in mente un flash: la stella cui Geppetto rivolge il suo desiderio all'inizio del Pinocchio disneyano del 1940 per chiedere di dare la vita al suo burattino.
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In effetti nel libro la scena non è per nulla presente (non è l'unica variazione alla trama) per cui la presunta stella di Pinocchio è semplicemente una stella particolarmente luminosa che potrebbe proprio essere Vega.
E' una stella bianca con sfumature blu e, a parte il Sole, è stata la prima stella a essere fotografata, nel 1850, ad opera di William Bond e John Adams Whipple dell'Harvard College Observatory. Si trova a 25 anni luce da noi e ha un'età stimata di circa 455 milioni di anni, un decimo dell'età del Sole. Secondo i modelli di evoluzione stellare, si trova all'incirca a metà della sua vita media, che però risulta più che sufficiente per tornare tra poco più di 11700 anni la stella polare dei cieli settentrionali. D'altra parte il raggio di Vega dovrebbe essere poco più del doppio del raggio del Sole, mentre la sua luminosità reale 40 volte quella della nostra stella.
Nonostante la sua relativamente giovane età, potrebbe avere un sistema planetario (al momento ci sono alcune osservazioni che non sono ancora state confermate come pianeta). Quasi sicuramente è invece presente un disco di polveri e detriti. Vega, però, è anche stata resa famosa da una serie di prodotti di fiction tra i più disparati: romanzi, fumetti, film, cartoni animati. In particolare in quest'ultimo campo non si può non citare Ufo Robot, forse il prodotto più noto, insieme al Contact di Robert Zemeckis basato su un romanzo scritto da Carl Sagan e dalla moglie Ann Druyan. A proposito del romanzo, quest'ultima disse:
Carl's and my dream was to write something that would be a fictional representation of what contact would actually be like, that would convey something of the true grandeur of the universe.
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