martedì 6 luglio 2021

Nello spazio con Superman

Continua la ristampa del Superman di John Byrne, tra avventura e scienza!
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La sesta uscita di DC Best Seller: Superman propone la conclusione della storia iniziata nel numero scorso sul misterioso ritrovamento archeologico, e ben altre due storie realizzate da John Byrne e tratte da Action Comics intervallate da un nuovo capitolo tratto da Adventures of Superman. Prima di affrontare le storie byrniane inizierei proprio da quest'ultima, Vecchi legami di Marv Wolfman e Jerry Ordway.
Lo sceneggiatore di Crisis prosegue con la sottotrama del Cerchio, un misterioso gruppo di esseri mutanti che dopo aver cercato di reclutare Superman nel loro gruppo con le "buone" (un controllo telepatico cui l'azzurrone è riuscito a resistere), ora ha deciso di ucciderlo. L'attacco ideato dal gruppo si va a intrecciare con l'affare personale che Clark Kent sta intrecciando con Cat Grant, giunto a uno stato per cui Clark decide di intervenire nei panni di Superman per aiutare l'affascinante collega. La storia, dunque, approfondisce un altro aspetto del personaggio che non era sfruttato nell'era pre-Crisis come il limite tra Clark Kent e Superman, quella linea sottile dove finisce il primo e inizia il secondo. D'altra parte è lo stesso personaggio a chiederselo nell'ultima vignetta:
Sono Clark Kent o sono Superman? In passato ho evitato di pensarlo, ma ora devo farlo.
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Tornando alla sottotrama del Cerchio, è interessante rilevare come i componenti di questa misteriosa setta si rivelano già abbondantemente infiltrati all'interno della società umana, mentre il design di Concussion, l'avversario di Superman su Adventures #429, risulta tipicamente anni Ottanta.
Su Superman #6, invece, si conclude la saga iniziata sul numero scorso dove si scopre che la gigantesca mummia affrontata da Clark Kent nel finale della storia precedente è un gigantesco robot degli H'V'Ler'Ni, un'antica razza di abitanti della Terra che era dovuta andare via dal nostro pianeta a causa dei microbi presenti sui corpi degli esseri umani primitivi, usati come schiavi da questo popolo, forse alieno o forse no. Ad ogni buon conto un gruppo di H'V'Ler'Ni era rimasto sulla Terra mantenendo in stasi le proprie coscienze all'interno di questo robot, per poi riversare alcune di esse, quelle dei capi, all'interno dei corpi dei componenti della spedizione archeologica. La storia di Byrne racconta di questa sfida (e vittoria) di Superman contro questi "invasori" (o dominatori), ma l'aspetto interessante è la narrazione a incastro di flashback dentro flashback, dimostrando, qualora ce ne fosse bisogno, il passo in più di Byrne rispetto ad altri colleghi dell'epoca.
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E proprio Byrne, su Action Comics, continua a riproporre la struttura a team up impostata dall'inizio della sua gestione del personaggio realizzando un piccolo viaggio cosmico del personaggio in due puntate, la prima sul #588 in compagnia di Hawkman e Hawkgirl, e la seconda sul #589 insieme con il Corpo delle Lanterne Verdi.
In Tutte le guerre devono finire il trio affronta l'armata di invasione spaziale di Thanagar che si dirige contro la Terra per vendicarsi del tradimento di Hawkman stesso. La sfida, che detta così sembra piuttoto impari, viene risolta grazie a un piccolo difetto strategico all'interno della flotta thanagariana che permette di teletrasportare le astronavi lontane dalla Terra a distanza di sicurezza. Il problema è che persino Superman viene catapultato chissà dove.
A raccoglierlo a ben quattrocentomila anni luce dalla Terra ci pensa Arisia, una delle Lanterne Verdi, che lo trasporta fino alla base di un ristretto gruppo del Corpo che sta cercando di trovare una nuova casa ai Theril, una specie di lombrichi intelligenti rimasti senza pianeta dopo Crisis. La ricerca del nuovo pianeta, però, si incrocia anche con una nuova minaccia al pianeta Terra direttamente collegata con Action Comics #585 (vedi l'articolo Il ritorno di Superman Classic).
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Le due storie, come intuibile, presentano una serie di spunti interessanti proprio dal punto di vista scientifico, soprattutto il team-up con le Lanterne Verdi. Mentre nel primo episodio l'elemento scientifico è il teletrasporto, di cui ho discusso in In viaggio con Capitan Marvel, Verde su verde propone in maniera più o meno nascosta il tema degli elementi necessari che rendono un pianeta abitabile, ovvero in grado, potenzialmente, di ospitare la vita.
La minaccia alla Terra, infatti, proviene dal pezzo del nostro pianeta maledetto dalla magia che Superman aveva lanciato nello spazio profondo, ma che evidentemente non era così profondo visto che si era ritrovato in rotta di collisione con la Terra. Il terreno, interagendo probabilmente con le radiazioni solari e con i residui magici rimasti al suo interno, ha prodotto una sorta di giganteschi microbi spaziali che, come una sorta di sistema immunitario, hanno reagito all'azione offensiva di Superman e delle Lanterne Verdi. Questi ultimi, allora, hanno compattato l'agglomerato utilizzando una grande quantità di energia, che dobbiamo considerare di ordine stellare, soprattutto considerando che la trasformazione del sistema in un planetoide è avvenuta in tempi decisamente brevi. Basti considerare che, secondo la teoria della nebulosa solare, i residui di gas e polvere che si trovano a orbitare intorno a una stella neonata impiegano tra i 100000 e i 300000 anni per compattarsi in una serie di protopianeti (o planetoidi) prima dell'era di grandi collisioni che porta alla formazione dei pianeti rocciosi.
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Torniamo, però, al planetoide creato da Superman e dalle Lanterne Verdi: da successive analisi il piccolo pezzo di terra spaziale si rivela avere una composizione chimica compatibile con i Theril, a meno di una ulteriore manipolazione biochimica ad opera di Kilowog. E' qui che troviamo l'ultimo elemento interessante: l'idea che sostanzialmente le basi biologiche della vita nell'universo siano sostanzialmente simili a quelle presenti sulla Terra. D'altra parte è anche la stessa idea alla base di molti esperimenti spaziali che sono alla ricerca delle biotracce di vita aliena sui pianeti extrasolari che utilizzano, tra gli altri strumenti, lo studio dello spettro di luce riflesso proveniente dai pianeti rocciosi confermati.
Ancora una volta il Superman di Byrne spicca rispetto ad altri fumetti coevi e non solo anche per una non scontata cura nei confronti di dettagli scientifici non banali.

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