sabato 7 agosto 2021

Batman Death Metal: Sepultura

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Raphael Albuquerque fa, tutto sommato, una copertina piuttosto convenzionale per la band edition del quinto numero di Death Metal. I protagonisti sono i Sepultura, con il Batman che ride che campeggia sopra di loro. Niente di realmente paragonabile a quanto avvenuto con le altre copertine della band edition, in particolare quelle dedicate a Opeth e Lacuna Coil, ma meglio di quello che sembra sarà la copertina dedicata ai Dream Theather. Vedremo quando il risultato verrà stampato sul cartoncio della cover del sesto albo del crossover. Ora, però, immergiamoci tra le pagine de L'uomo senza domani, ma soprattutto della musica dei Sepultura.
Guardiani della Terra
Fondati nel 1984 dai fratelli Max e Igor Cavalera, rispettivamente voce e batterista della band, i Sepultura sono una band brasialiana death metal che conoscevo solo di nome, senza avere mai ascoltato nulla di loro fino all'uscita dell'albo. Iniziando a prepararmi avevo ascoltato qualcosa del repertorio realizzato dalla formazione iniziale, di cui l'unico "sopravvissuto" è il solo Paulo Jr., il bassista. Entrambi i fratelli Cavalera, infatti, hanno abbandonato il gruppo: Max nel 1996, sostituito nel 1998 da Derrick Green, attuale voce del gruppo, e Igor nel 2006, sostituito prima da Jean Dolabella e poi nel 2011 da Eloy Casagrande, ancora a bordo della band. A completare la formazione ecco Andreas Kisser, chitarrista, considerato il leader dei Sepultura, salito a bordo nel 1987, all'epoca del secondo album della band, Schizophrenia, e sostituto di Max Cavalera anche alla voce per i due anni di transizione tra la prima era vocale e quella attuale.
Della loro discografia ho intenzione di recuperare Roots del 1996, considerato la commistione del genere metal con la musica folkloristica degli indigeni brasiliani. Per l'occasione di questo articolo, invece, ho ascoltato Machine Messiah del 2017 e soprattutto Quadra del 2020, che viene considerato da Kisser come l'album che più di tutti sintetizza le varie anime dei Sepultura che si sono sviluppate nel corso dei trent'anni e più di attività. La conclusione dell'ascolto è quella di una band che, nonostante tutte le influenze ufficiali, è sostanzialmente arrivata a uno stile che ricorda molto da vicino i Metallica, ma con le influenze death metal. Non mancano, però, le altre influenze collaterali, come quelle provenienti dalla musica indigena brasiliana, o persino il symphonic metal presente in Guardians of Earth, pezzo a tema ecologista potente e con elementi sinfonici e acustici che si mescolano e si fondono in maniera ottimale con l'anima metal del gruppo:
The source of our life
There's no second chance
Che poi è quel che si racconta sempre: la Terra è l'unico pianeta che possiamo abitare da qui ai prossimi secoli. Non abbiamo e non avremo una seconda opportunità, almeno per diverse centinaia di anni, quindi dobbiamo proteggerla, conservarla, preservare il nostro futuro (preserve our future). E' significativo il video ufficiale della canzone, che è peraltro una scelta che calza molto bene, come vedremo tra poco, con l'albo cui la band è stata associata:
L'ultima difesa
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E in un certo senso torniamo all'inizio. Sia sul primo numero, sia sul quarto, Scott Snyder fa partire la storia con il Sergent Rock che inizia a narrare. Nel primo numero il personaggio si trova nel sottosuolo e solo nell'ultima pagina scopriamo che il suo corpo è mutilato. Nel quarto numero, invece, lo vediamo completamente scarnificato e sul campo di battaglia. E proprio quest'ultimo diventa il teatro di questo quinto numero di Death Metal, con una storia sostanzialmente interlocutoria, preparatoria della sfida finale che si svolgerà su due piani differenti, quello sulla Terra, con l'assedio delle versioni alternative degli eroi appartenenti alle Terre metalliche create dal Cavaliere più oscuro, e quello cosmico-mistico dove Perpetua viene sfidata dal suo Cavaliere ormai evoluto e dove, secondo i piani, dovrebbe intromettersi Wonder Woman.
Lo avevo già scritto in altre occasioni che Diana avrebbe avuto un ruolo centrale nella vicenda, cosa evidente sin da subito, e con il passare dei numeri questa sensazione è diventata sempre più qualcosa di più evidente, come dimostrato dallo scambio di battute con Luthor alla fine del monologo di quest'ultimo. La storia, inoltre, si lega strettamente a Doom Metal, la saga in cinque parti della Justice League uscita più o meno contemporaneamente con il crossover principale. Inoltre Snyder rivela esplicitamente due verità che erano note sin dall'inizio, anche se i dettagli non erano mai stati rivelati: Batman, in realtà, è morto, e come tutti i lettori DC Comics sanno la cosa era abbastanza evidente, visto che è una condizione necessaria per utilizzare l'anello nero, mentre Superman si sta trasformando in un Super-Darkseid, cosa anche questa abbastanza evidente al lettore attento alle parole del Batman-Darkseid del terzo numero.
Infine, come scritto all'inizio, l'ambientazione principale è il campo di battaglia finale, quello che intuiamo sul primo numero e che viene mostrato in maniera evidente da Greg Capullo sul quarto numero. Proprio questa ambientazione sporca e bellica risulta perfetta per l'ex-disegnatore di Spawn, che su Death Metal ha realizzato alcune splendide pagine, sia per gestione dei personaggi, sia per costruzione della pagina. D'altra parte la lunga collaborazione con Snyder permette a entrambi gli autori di conoscersi molto bene e gli effetti si vedono proprio nel prodotto finale, con Capullo che riesce a rendere in maniera perfetta non solo i momenti di azione, ma anche le parti più narrative.
Le storie d'appendice, tratte dal Guidebook, nulla aggiungono e nulla tolgono alla storia, ma permettono di contestualizzare un po' meglio alcuni personaggi (Harley Queen, Aquaman e Poison Ivy, per la precisione) e la situazione in cui versa la Terra dopo la vittoria del Batman che ride.

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