Stomachion

sabato 22 maggio 2021

Batman Death Metal: Megadeth

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La storia dietro Batman: Death Metal viene da lontano, dal 2017, quando Scott Snyder introdusse il Batman che ride, una versione folle e distorta di Batman proveniente da un multiverso oscuro, che venne successivamente utilizzato dall'allora scrittore di Justice League nel crossover Batman: Metal disegnato dal fidato Greg Capullo e recentemente ristampato in volume dalla Panini Comics, e che sto pensando di acquistare in occasione del secondo crossover con il Batman che ride come protagonista: Batman: Death Metal.
La Dc Comics e la Warner hanno puntato molto forte su questa nuova idea partorita da Snyder, sempre con Capullo ai disegni, tanto da rilasciare una soundtrack ai sette episodi in cui si sviluppa la saga, con l'aggiunta di una serie sempre di sette video che, oltre a riassumere la vicenda, danno voce ad alcuni dei personaggi della storia, il tutto condito con alcuni estratti dalla succitata soundtrack metallica. Death Metal, infatti, spicca per i riferimenti più o meno espliciti al metal: alcuni sono presenti nei crediti, con il team creativo, supervisori inclusi, che ha usato nomi di band e album di genere come nick, altri invece sono nel corso della storia, all'interno delle battute o dei titoletti che suddividono ciascun capitolo.
Inoltre per la distribuzione estera DC e Warner hanno pensato bene di realizzare una serie di versioni variant delle cover di ciascun albo, ognuna dedicata a un diverso gruppo metal: e la prima copertina, realizzata da Juanjo Guarnido, è dedicata ai Megadeth.
Metalverse
I Megadeth sono una band heavy metal statunitense fondata nel 1983 da Dave Mustaine e David Ellefson. Il loro disco d'esordio, Killing Is My Business... and Business Is Good!, è datato 1985, ma come un po' tutti gli album di genere continua a mantenere intatta la sua potenza, anche grazie ai virtuosismi acustici tipici del genere.
L'album che forse meglio si adatta alla serie di Snyder e Capullo è, però, il quinto, Countdown to Extinction, visto che in un certo senso Death Metal presenta una sorta di conto alla rovescia verso l'estinzione del multiverso. L'album presenta molte sonorità che ricordano i Judas Priest, i grandi assenti dell'edizione internazionale (anche se il nick di Capullo è Painkiller proprio dei Judas), mentre l'interpretazione vocale di Mustaine ricorda molto Rob Halford (anche se non altrettanto efficace, ma questi sono gusti), che all'epoca di Countdown (1992) stava abbandonando i Judas per qualcosa come una decina d'anni. Ad ogni buon conto è un disco power con alcuni spunti che ricordano il symphonic, soprattutto nel pezzo che vi presento qui sotto, Symphony of Destruction, la seconda traccia dell'album, perfetta per introdurre Ogni cosa conta, il primo dei sette episodi di Death Metal:
Un elseworld ufficiale
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La storia inizia con un monologo di Sgt. Rock, il personaggio bellico della DC Comics, per poi alla pagina successiva, dopo i crediti, passare all'Isola Paradiso, che ora coincide con l'inferno, retto da Wonder Woman, dotata di motosega e occhialoni da saldatore: una presentazione decisamente metallica in cui Capullo da decisamente il meglio di se (ma lo fa praticamente per tutto l'albo). A dare il senso dello sconvolgimento accaduto nel DC Universe c'è anche il compagno di Diana, Swamp Thing, altro personaggio scritto per un breve periodo sempre da Snyder. La cosa della palude, però, risulta più emaciata e luciferina, chiaro segno della corruzione cui è costretto il pianeta dalla presenza del Batman che ride.
Se da un lato Snyder vuole dare al lettore la netta sensazione di una vicenda drammatica e oscura, dall'altro lo sceneggiatore, ben coadiuvato dal suo storico collaboratore in DC Comics, vuole divertirsi con il multiverso ancora di più di quanto fatto con Batman: Metal. Si ha, infatti, la sensazione di essere di fronte a una sorta di elseworld gigantesco, con l'unica differenza che questo è al tempo stesso ufficiale. Snyder, inoltre, in questo primo numero mette in chiaro le cose, presentando riferimenti alle precedenti Crisi e crossover vari del DC Universe, rivalutando un personaggio letteralmente massacrato dopo il New 52, Wally West, e chiudendo la storia con un cliffangher che sembrerebbe chiudere la storia, salvo poi notare un inquietante simbolo una volta girata la pagina.
I personaggi che spiccano nella storia, però, sono i due Batman e soprattutto Wonder Woman, che sin da subito sembra possa essere la chiave risolutiva di tutto il crossover, soprattutto perché il Batman che ride si dimostra un Bruce Wayne molto simile al "nostro" Bruce Wayne per modo di pensare e strategia, con l'unica differenza di essere completamente folle e privo di qualunque morale. Questo rende il Batman che ride un avversario sin da subito difficile da sconfiggere, proprio perché in grado di prevedere qualunque piano che potrà pensare il suo equivalente di Terra-DC.
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Devo dire che la scena che ho personalmente trovato più spettacolare di questo primo numero è quella del confronto diretto tra i due Batman, quando il "nostro" Bruce, dotato dell'anello del potere nero, resiscita i caduti gothamiti della guerra d'indipendenza e li scaglia contro il Batman che ride: non solo è una scena altamente metallica (vedi gli Iron Maiden, per intenderci), ma anche splendidamente disegnata da Capullo, che in un certo senso torna (quasi) alle origini con atmosfere che ricordano il suo Spawn, mentre Batman richiama il forse tardivamente amato Bat-Affleck.
Il primo numero dell'edizione italiana, poi, si completa con alcuni racconti tratti da Dark Knights: Death Metal - Legends of the Dark Knights #1 dove vengono approfonditi alcuni dei Batman alternativi, come il Batman dinosauro, il Batman intelligenza artificiale o il letale Re Robin, la cui storia d'origine viene raccontata come una sorta di lungo flashback con la voce di Alfred da Peter Tomasi per i disegni cartooneschi ma molto efficaci di Riley Rossmo.
Per questo numero, causa covid, non sono riuscito ad accaparrarmi la variant dedicata ai Megadeth, ma sono riuscito a ottenere quella del numero successivo, dedicata ai Gosth. Ne parleremo con la prossima recensione, nel frattempo vi lascio alla sonificazione del primo numero, non prima di una piccola curiosità. Il titolo originale di questo primo numero, It all matters, non può che far pensare a un capolavoro come Nothing else matters dei Metallica!

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