Effettivamente è un numero ricco di sfide, iniziando dalla classica tra Rockerduck e Paperone che va in scena su Lo scontento miliardario di Pier Giuseppe Giunta per i disegni di Lucio Leoni. In questo caso lo sceneggiatore in una storia di media lunghezza riesce a mostrare ai lettori come l'essenza del rapporto tra Paperone e Rockerduck è sostanzialmente nel confronto e nella sfida che forniscono uno all'altro. Giunta, infatti, riesce a mettere prima Rockerduck e poi Paperone nella situazione di non avere alcun avversario, per poi riportare tutto allo status quo originario.
La storia di chiusura, invece, presenta una sfida a Paperino, lanciatagli come al solito dallo zione: ne La locanda del quadrifoglio Paperino deve rimettere in moto gli affari di una locanda di Paperone con una apparente cattiva nomea. Per dargli una mano Paperone gli affianca Gastone. Carlo Panaro, supportato da Valerio Held ai disegni, riesce a realizzare come in poche occasioni negli ultimi anni una perfetta collaborazione tra Paperino e Gastone, con il primo descritto come intraprendente e ricco di idee. Una ventata di freschezza, anche se macchiata dal solito uso della lista dei debiti.
Indubbiamente questa storia risulta più efficace e gradevole de La maestria arboricola, disegnata da Mattia Surroz, che apre lo Zio Paperone #35 con cui era abbinata la prima delle due estensioni del gioco de La ventiquattrore di Paperopoli. Spero presto di potervene parlare (del gioco), mentre la storia è sostanzialmente l'ennesima sfida tra Paperone e Rockerduck, questa volta per chi finanzia (e per Paperone è una parola grossa) il miglior tree climber.
Chiudo con Splendide in piscina, storia in due tempi della serie di Minni pret-a-porter. Valentina Camerini, sempre supportata da Marco Mazzarello ai disegni, risolve il mistero dietro le telefonate ricevute da Betty la settimana scorsa, ed effettivamente la risoluzione del mistero delude un po', ma forse è tutto dovuto al mio scarso interesse nei confronti del tema della serie. A parte questo, ci sono da notare un paio di dettagli un po' eccessivi: la nuotatrice che chiede i servigi della Purple Boutique ha addirittura un intero palazzo a sua disposizione, dimostrando di avere ben più soldi di Betty e socie, alle quali chiede una sponsorizzazione. Va bene che siamo in un fumetto parodico, ma forse certe cose ce le si potrebbe risparmiare.
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