Neri spazi infiniti dell'universo, soli incandescenti che illuminano terre sconosciute... Quanti miliardi di civiltà, quanti miliardi di miliardi di esseri viventi ricevono la vostra luce?...
E' così che inizia
L'impero dei mille pianeti, terza storia del ciclo di
Valerian e Laureline: agenti spaziotemporali, che prosegue nella pagina successiva con
In una galassia lontana (...)
Già. Avete capito bene. La mitica saga di
Guerre Stellari ha proprio questo inizio, ma non condivide solo questo con le avventure realizzate da
Pierre Christin e
Jean-Claude Mézières. Molte suggestioni visive, le atmosfere al limite del
fantasy, anche alcune scene chiave sono identiche quasi fino al plagio, alle soluzioni proposte all'interno della saga dai due
cartoonist francesi, tanto che alla fine dell'anteprima di
Guerre Stellari durante una
convention fantascientifica in quel di
Metz, Mexieres disse:
Sembra quasi la trasposizione cinematografica di Valerian.
Quella di Valerian e Laureline, però, non era iniziata come una saga stellare:
Valerian, infatti, è un agente della polizia temporale di
Galaxity, la capitale della Terra di un lontano futuro, e deve tornare indietro nel tempo, all'XI secolo per la precisione, per evitare che un fuggiasco della sua epoca cambi il normale corso degli avvenimenti. Questa in sintesi la prima avventura della serie,
Brutti sogni, dove Valerian incontra
Laureline, una popolana dell'XI secolo, e saranno destinati a non separarsi più.
Più o meno lo stesso schema, una avventura nel passato della Terra, avviene ne
La città delle acque mobili. In questo caso ci troviamo in una
New York di fine XX secolo, colpita da un terribile disastro, inondata d'acqua e decisamente spopolata, e già qui i due autori iniziano a variare sin da subito rispetto a quella che probabilmente è una delle fonti ispiratrici, la serie di racconti
Time patrol di
Poul Anderson, dove gli agenti temporali affrontano sempre delle missioni nel lontano passato su avvenimenti storici ben noti (o loro variazioni plausibili).
La città delle acque mobili, originariamente pubblicata in due parti, è invece una storia sul futuro prossimo (rispetto agli autori) con protagonista un uomo del futuro remoto, un modo semplice per vedere con occhio distaccato una delle possibili conseguenze delle azioni irresponsabili dell'uomo sul pianeta.
Il secondo volume dell'integrale che la
001 edizioni dedica a questa pietra miliare della fantascienza prosegue con storie spaziali tendenti al
fantasy, ovvero quelle storie che maggiormente hanno influenzato il
team di
George Lucas:
Il mondo senza stelle,
Benvenuti su Aflolol e
Gli uccelli del padrone. In particolare
Il mondo senza stelle potrebbe aver dato lo spunto, con le opportune variazioni, per
Miliardi di tappeti di capelli di
Andreas Eschbach, un libro che oscilla tra il favolistico e la
space opera classica e che per certi versi richiama proprio alla saga di
Valerian e Laureline.
Ad ogni modo con le storie di questo secondo volume, Meziers e Christin iniziano a utilizzare in maniera sempre più evidente le loro storie per lanciare spunti politici ai lettori: d'altra parte Christin è laureato in scienze politiche!
Grazie alle saghe spaziali che stanno realizzando, i due autori, infatti, non solo riescono a inventare mondi fantastici, ma soprattutto a raccontare le varie strutture sociali, con tutti i loro difetti e differenze.
Il mondo senza stelle racconta di un mondo in guerra continua, diviso tra due città, una di soli maschi e una di sole femmine, diventando così una metafora della dialettica, a volte violenta, tra uomini e donne;
Gli uccelli del padrone è una storia di ispirazione quasi
kirbyana dove i nostri due agenti spaziotemporali devono affrontare un essere dal grande potere psicologico che controlla mentalmente un intero pianeta, diventando così una sorta di metafora per le monarchie totalitarie.
Il mondo di Aflolol, infine, la storia centrale del volume, è dal punto di vista politico l'avventura più interessante. Il popolo di Aflolol, degli instancabili viaggiatori del cosmo, vengono descritti come una sorta di sempliciotti che riescono solo a combinare pasticci, almeno confrontandosi con i terrestri. In effetti la storia, peraltro divertente, dove gli aflololiani sembrano una versione extraterrestre dei galli di
Goscinny e
Uderzo, sembra mettere a confronto la società terrestre, sostanzialmente immutata rispetto a quella del XX secolo, con una società più semplice e libera come quella di un gruppo di
cacciatori-raccoglitori. Mezieres e Christin sembrano quindi mostrare una sorta di simpatia verso questo genere di società, delle proto società libertarie, come sembra confermare anche l'ultima storia del terzo volume,
Gli eroi dell'equinozio.