Stomachion

domenica 25 dicembre 2016

(non) carnevale della fisica #21

Per uno strano (ma non troppo strano per chi è un po' avvezzo alla matematica del calendario!) caso l'ultimo (non) carnevale della fisica del 2016 cade nel giorno di Natale. Visto che siamo sul finire dell'anno, permetetemi un minimo di celebrare questa iniziativa (non) ufficiale che, in questo 2016, pur tra tante difficoltà, con Anarita Ruberto siamo riusciti a condurre in porto ogni mese. Sarebe bello se per il 2017 qualcuno degli altri blogger italiani volesse provare a organizzare una delle future edizioni, per allargare lo spettro e le potenzialità di questo picollo progetto. Contattateci!
Ad ogni buon conto, essendo questo un mese di festa, parto subito con il primo contributo a tema natalizio, la puntata #136 del podcast di Scientificast condotto da Simone Angioni e Paolo Bianchi. Gli argomenti trattati sono vari, ma l'attacco con la fisica arriva grazie a Silvia De Simone che parla delle proprietà fisiche della neve e del ghiaccio!
Tra i collaboratori di Scientificast, Marco Casolino ha anche un blog personale, dove scrive di fisica. Per questa edizione ho selezionato un articolo recente sul funzionamento di una lampadina:
La prima lampadina elettrica è stata quella a incandescenza. Si tratta di un filamento di tungsteno posto in un bulbo di vetro in cui è stato fatto il vuoto. Facendo passare corrente elettrica nel filamento, questo si scalda per gli urti che gli elettroni della corrente hanno con il materiale (effetto Joule). L’alta temperatura fa agitare gli elettroni, accelerandoli in tutte le direzioni e facendo loro emettere luce. Una carica elettrica accelerata emette, infatti, un’onda elettromagnetica: maggiore la temperatura e maggiore l’accelerazione e anche la frequenza dell’onda elettromagnetica emessa (legge di Wien). Ciascun corpo emette radiazione secondo la sua temperatura: gli animali a sangue caldo nell’infrarosso, le braci di carbone nel rosso se la temperatura è bassa e nel bianco se è alta (per il contributo delle frequenze verdi e blu). Dato che le accelerazioni degli elettroni possono avere vari valori, l’emissione termica di luce avviene in un ampio intervallo di frequenze.
Con Pasquale Napolitano su Math is in the air cerchiamo di capire l'equazione che fa vibrare il mondo:
Cosa hanno in comune una sospensione di una vettura e un palazzo soggetto ad un terremoto? Da un punto di vista macroscopico ben poco, sono due fenomeni completamente diversi. Quello che hanno in comune è, che per certi aspetti, entrambi sono soggetti alle stesse leggi della dinamica, entrambi presentano gli stessi comportamenti (quali ad esempio la risonanza) e possono essere trattati mediante la stessa schematizzazione fisica e le stesse equazioni matematiche.
Inauguro la corposa sezione astronomica con Sandro Ciarlariello che smonta l'ennesima bufala sul Sole:
Mercoledì 16 novembre 2016 uno degli strumenti dell'osservatorio STEREO che si occupa di registrare le variazioni di temperatura è andato momentaneamente oltre il limite di rivelazione e ha iniziato a non funzionare per un po'. Questo ha provocato uno sfasamento delle immagini registrate da due diversi strumenti a bordo di stereo e di conseguenza una sovvrapposizione di dati acquisiti.

sabato 19 novembre 2016

L'odissea del volo 33

Ideatore della serie televisiva Ai confini della realtà, Rod Serling ne ha anche scritto un certo numero di episodi, alternandosi a vari, grandi scrittori del genere, tra cui spiccano autori come Richard Matheson o Ray Bradbury. Nella raccolta di Urania 1151, come al solito recuperata a una bancarella, vengono presentati una manciata di racconti trati da altrettanti episodi della serie.
Il libro si apre con Il solitario, un racconto di gusto dickiano su un uomo che, condannato all'esilio dalla Terra, si innamora dell'androide che gli viene passato sottobanco per impedirgli di impazzire. In effetti, di tutti i racconti della raccolta, questo d'apertura è quello che soffre di più, insieme con Quell'energumeno del signor Dingle (che per ironia di fondo ricorda il già citato Bradbury), dello scarso sviluppo del tema trattato, mentre quello per molti versi più efficace (innanzitutto per l'approfondimento dei due protagonisti) è Un desidero grande grande, storia di un pugile a fine carriera alla ricerca di quell'ultimo guizzo che gli permetta di ritirarsi con dignità. A essere debole è il finale e soprattutto l'assenza di una qualsivoglia morale (difetto presente in tutti i racconti, ma in questo più evidente proprio grazie alla sua maggior qualità complessiva), che sembra lì, sventolata davanti al lettore a ogni passo.
Il racconto che da il titolo alla raccolta è, invece, la sintesi delle peregrinazioni di un aereo disperso tra i meandri del tempo, saltando ogni volta da un punto all'altro della storia terrestre. In effetti è il racconto di un gruppo di indomiti che cercano di ritornare al loro punto temporale d'origine.
Nel complesso i racconti sono un ottimo esempio della varietà di tematiche del fantastico trattate da Ai confini della realtà, ognuno con pregi e difetti ma che tuttosommato si lasciano leggere con gusto, interesse e un certo piacere, anche grazie al loro ritmo televisivo.

venerdì 18 novembre 2016

Mondo Matematico: la crittografia

Proseguo con le recensioni/approfondimenti della collana da edicola Mondo Matematico. Dopo il volume sui numeri primi, nella seconda, doppia uscita erano proposti insieme due testi sul teorema di Pitagora e sulla crittografia. Oggi provo a raccontarvi quest'ultimo, un libro indubbiamente interessante e ricco di approfondimenti, sebbene in certi punti scritto da Joan Gomez Urgellés in maniera forse eccessivamente asettica:
Matematici, spie e pirati informatici
La storia della crittografia sembra intimamente legata con lo sviluppo della scrittura: uno dei primi esempi crittografici risale infatti ai babilonesi, con una tavoletta cui mancavano alcune lettere, e non perché si sono persi a causa del tempo trascorso (all'incirca 4500 anni fa).
Ad ogni buon conto, si possono clasificare i cifrari dell'antichità in due tipi diversi: per trasposizione e per sostituzione. Il primo si basa sulla trasposizione delle lettere che compongono il messaggio: supponendo che esse siano $n$, il numero di possibili messaggi che si possono comporre è pari a $n!$. Unico elemento che fece cadere in disuso il sistema era la difficoltà nel poter utilizare chiavi semplici per le operazioni di crittazione e decodifica.
Il secondo, che ebbe in Giulio Cesare il suo più noto utilizzatore (tanto che uno dei codici di critazione porta il suo nome) prevede la sostiuzione di ciascuna lettera dell’alfabeto con un’altra fornita grazie alla traslazione dell'intero alfabeto. Dal punto di vista matematico questi ultimi cifrari sono indubiamente i più interessanti, basandosi sulla matematica modulare.
L'operazione di modulo, $a \mod b$, restituisce il resto dela divisione di $a$ per $b$ e introduce una interessante classe di equivalenza (ovvero un sottoinsieme di oggetti di un dato insieme che godono di una stessa proprietà): avere lo stesso resto nella divisione per $b$. Così, per esempio $5 \equiv 14 (\mod 3)$, questo perché sia 5 sia 14 forniscono lo stesso resto quando li dividiamo per 3.
Anche il cifrario di Cesare aveva un punto debole: l'analisi delle frequenze. Come qualunque scherlockiano può dirvi, per ogni lingua si possono determinare le frequenze con cui ciascuna lettera compare all’interno del vocabolario. Così confrontando le frequenze delle lettere (o simboli) presenti nel messaggio da decifrare con le frequenze della lingua in cui si presume che tale messaggio sia stato scritto, è possibile risalire con buona precisione al messaggio originario. Per ovviare all'analisi delle frequenze, Blaise De Vigenère sviluppò l'omonimo quadrato, costituito come segue:

martedì 15 novembre 2016

Psycho: il rassicurante sorriso di Norman Bates

Il 16 giugno del 1960 al DeMille Theatre di New York venne proiettato per la prima volta Psycho, uno dei tanti capolavori del maestro del brivido cinematografico Alfred Hitchcock. Il film era basato sull'omonimo romanzo di Robert Bloch uscito l'anno precedente, i cui diritti di immagine erano stati acquistati dallo stesso Hitchcock praticamente a tempo di record. Il film del regista statunitense fu una vera e propria scommessa personale, anche contro la sua stessa casa di produzione, la Paramount, che alla fine divenne il semplice distributore della pellicola.

The house by the railroad, il quadro di Edward Hopper che ha ispirato l'architettura della casa di Norman Bates
Il romanzo di Bloch, d'altra parte, è uno splendido esempio della più tipica narrativa americana d'azione, ma non solo. Di fatto, ispirandosi alle gesta del serial killer Ed Gein arrestato nel 1957, due anni prima della pubblicazione del romanzo, Bloch introduce gli elementi del noir (l'approfondimento psicologico, in particolare dei personaggi negativi) all'interno del tipico hard boiled, ottenendo un duplice effetto: da un lato una narrazione veloce e appassionante, anche nelle sezioni che approfondiscono la personalità del famoso albergatore Norman Bates, e dall'altro scene truculente, praticamente splatter, che Hitchcock, con grande maestria, rende meno esplicite, ma probabilmente più evocative.
In effetti se la pellicola restituisce come immagini simbolo gli occhi spiritati e il sorriso sinistro di Bates e la lama del suo coltello pronta a colpire, il romanzo di Bolch approfondisce il protagonista a un livello più intenso e intimo, anche grazie alla voce dell'infanzia che convive insieme con le altre due presenti nella sua personalità multipla.
Un libro appassionante che costringe il lettore a leggerlo fino alla fine senza concedergli alcuna tregua.

lunedì 14 novembre 2016

Il segno del Re Giallo

Nel suo progetto di riproposizione e aggiornamento dei miti di Lovecraft, lo sceneggiatore Alan Moore sembra aver trovato una chiave narrativa interessante per quella che può essere considerata la sua opera definitiva sul tema, Providence, realizzata in collaborazione con il disegnatore Jacen Burrows. Moore, infatti, decide di trarre ispirazione per l'ambientazione iniziale e per il gioco metanarrativo di stampo borgesiano con un libro inesistente ma dagli effetti reali da Il Re in Giallo, raccolta di racconti di Robert Chambers.
Racconti vittoriani
Classificare il libro di racconti di Chambers sotto l'ombrello generico del gotico è probabilmente un po' eccessivo se consideriamo che non tutti i racconti hanno un'ispirazione fantastica e non tutti riescono a essere d'atmosfera con la stessa efficacia.
Il Re in giallo del titolo è una misteriosa commedia teatrale, citata in varie occasioni in alcuni dei racconti della raccolta, e che ispirerà lo stesso Lovecraft per la creazione delle atmosfere e di alcuni dei nomi e delle immagini presenti nei Miti di Cthulhu.
L'inizio oscilla tra il gotico e la fantascienza: Il riparatore di reputazioni è l'unico, insieme con Il segno giallo, ambientato negli Stati Uniti (gli altri tutti a Parigi) una ventina di anni dopo la pubblicazione effettiva della raccolta dopo una guerra che, invece, viene descritta in alcuni dei racconti parigini. Insieme con i racconti della prima parte, sono quelli più squisitamente gotici grazie alle citazioni tratte dalla fantomatica opera maledetta che da il titolo al libro e a un'ottimo utilizzo degli elementi tipici del brivido, come follia, fantasmi, ricerca di segreti proibiti e la presenza inquietante, ma comunque sottintesa, dell'oscuro Re Giallo.
La seconda parte, invece, è costituita sastanzialmente di racconti romantici che perdono qualunque elemento di brivido per concentrarsi su un gruppo di artisti a Parigi durante la guerra citata nel racconto d'apertura. In questo senso, dunque, risulta inclassificabile la raccolta di Chambers, forse troppo nettamente distinta nelle due sezioni, sebbene in un paio di racconti della prima parte alcuni elementi romantici sono pur presenti. Interessante, ad ogni modo, il racconto che fa da spartiacque, che in realtà è una raccolta di versi del brivido tratti dal libro proibito Il Re in Giallo.
Nel complesso una lettura interessante, che permete di avvicinarsi a una delle fonti di ispirazione di Lovecraft e di buona parte della narrativa del brivido e del mistero.

domenica 13 novembre 2016

Apocalypso!

La Coniglio è fallita, quindi quando mi è capitato di poter acquistare volumi di questo editore, che a un certo punto sembrava poter essere un valido alter ego d'autore della Bonelli per le librerie, non mi sono lasciato sfuggire l'occasione di acquistare la raccolta di storie brevi di Tuono Pettinato.
Sono tutti racconti che propongono una risata amara a partire da considerazioni intelligenti e interessanti. Curiosa in questo senso è L'uomo che non aveva compleanno, su un tizio che non voleva festeggiare il proprio compleanno, tanto da aver dimenticato anche il giorno in cui avrebbe dovuto festeggiarlo. C'è poi Abbattuto impietosamente mentre cercava di evadere dalla realtà, storia sull'essenza stessa del lettore seriale il cui protagonista sembra un prototipo dell'Alan Turing di Enigma. C'è quindi una rivisitazione del Signor Bonaventura, che Pettinato mette a confronto con la flessibilità, in una storiella bicromica rosso-verde cadavere, un omaggio a Philip Dick (Ma gli androidi sognano in balloons elettrici?), un omaggio ai mecha (che saranno presenti anche in Enigma) e ai supereroi della Marvel.
Con Omeopatia sconfigge un Hitler rinato nell'intestino di un poveretto spedendo il suo stesso clone all'interno del corpo del malato in una riedizione tragicomica del Viaggio allucinante di Richard Fleischer e in chiusura c'è una serie di storielle che qualcuno migliore di me definirebbe anticlericali, ma che mi limito a suggerire che semplicemente invitano il lettore a ragionare sulla religione e le sue conseguenze.

Il Cappellaio Matto Digest: ottobre 2013

Ed eccoci al nuovo digest del Cappellaio Matto. Il mese di ottobre inizia con un blocco, tra post del blog e articoli su LSB, dedicati a Topolino Comics&Science: Il resto del sommario di ottobre, invece, è così ripartito, iniziando con Il caffé del Cappellaio Matto: E per chiudere gli articoli usciti su LSB:

sabato 12 novembre 2016

Monologo quantistico: portare la fisica a teatro

Gabriella Greison (@GREISON_ANATOMY) è un fisico, ma anche un'attrice e una divulgatrice. In questi giorni ha portato a Milano al Teatro Menotti lo spettacolo 1927. Monologo quantistico centrato intorno alla quinta conferenza Solvay. Non mi metto a riscrivere su argomenti di cui ho già scritto, per cui cercherò semplicemente di raccontarvi le impressioni dello spettacolo, cui sono andato ad assistere insieme con l'amico Giovanni giovedì sera.
Tra racconto apassionato e TED Lesson
Strutturato in capitoli, il racconto inizia con Benjamin Couprie, il fotografo della foto di gruppo di quella conferenza del 1927, la riunione con i più grandi cervelli del XX secolo. L'inizio, nonostante l'ottima interpretazione che vede Couprie parlare con la lapide di Paul Dirac, mi stimola cattivi pensieri a causa del ricordo di un altra opera dove l'attore ha interpretato tre personaggi distinti con tre monologhi distinti in una discesa sempre più inevitabile verso la noia. Sarà stato per la materia o per chissà che altro motivo, ma questo effetto è stato per fortuna scongiurato e il capitolo successivo inizia con la Greison che, sul palco, interpreta se stessa seduta a un tavolino, mentre si trucca, beve un bicchiere d'acqua e quindi inizia a parlare.
Quello della fisica, attrice per l'occasione, è un racconto appassionato di un momento storico che ha visto la concentrazione dei punti di riferimento per molte generazioni di fisici dal 1927 in poi. E' un racconto sulla fisica, quella scoperta dai 29 scienziati riuniti nei pressi di Bruxelles, importante anche per il mondo di oggi così come lo conosciamo, ma anche un racconto sugli scienziati, la loro vita, le loro manie, persino le loro paure e preoccupazioni.
La storia procede spedita, con buon ritmo (nonostante qualche esitazione, evidentemente dovuta a un eccesivo uso della memoria, che è al tempo stesso amica e nemica dell'attore), pur se vive in una sorta di ambiguità, molto quantistica, tra l'essere una Ted lesson da un lato e un racconto leggero e teatrale dall'altro. In questo senso alcuni passaggi risentono della difficoltà di permettere al corpo di muoversi un po' di più sul palco (in questo senso apprezate un paio di battute improvvisate all'inizio del secondo capitolo, ad esempio, molto ben accompagnate dai gesti), mentre altri momenti sono squisitamente teatrali (come ad esempio il capitolo in cui Gabriella costruisce un percorso per un trenino seduta a piedi nudi sul palco) e altri ancora creano (o quanto meno provano a creare) una sorta di complicità e vicinanza con gli spettatori.
Personalmente, nonostante questi difetti, ho apprezzato sia il racconto in sé, sia il modo di presentarlo, che forse poteva essere migliorato grazie a un maggior apporto iconografico: infatti, come nelle migliori TED lesson, sullo schermo del palco venivano proiettate in alcuni momenti foto e citazioni. Forse questo espediente poteva essere utilizzato maggiormente, ma nel complesso siamo di fronte a uno spettacolo interessante e ben recitato, soprattutto perché traspare evidente la passione di Gabriella Graison nei confronti della fisica e di quei fantastici personaggi della conferenza Solvay del 1927 che hanno reso la fisica una protagonista (certo non sempre amata e apprezzata) dei nostri tempi.

Il palco alla fine dello spettacolo

La settimana della luce 2016 a Brera

In occasione della settimana della luce (in effetti la settimana aperta per la difusione dell'astronomia e dell'astrofisica) l'Osservatorio Astronomico di Brera a Milano ha organizzato una serie di eventi che vanno a iniziare già a partire da domani:
Domenica 13 novembre, ore 11:30 - Tutti su... Plutone! - Evento per bambini 4-11 anni, presso la Feltrinelli di Piazza Piemonte a Milano. Ingresso gratuito senza prenotazione.
Dettagli su Astrokids 2016
Mercoledì 16 novembre, ore 18:00 - per I cieli di Brera, presso la Sala Delle Adunanze dell'Istituto Lombardo Palazzo Brera, Via Brera 28, Milano, in collaborazione con l'Istituto Lombardo, Fabrizio Tavecchio presenta: "Nuova luce sulla materia". Ingresso libero fino ad esaurimento posti (100 posti max)
Giovedì 17 novembre, dalle 18:00 alle 21:00 - Open Night per l'Osservatorio Astronomico di Brera: apertura straordinaria della Galleria degli Strumenti e della Cupola Schiaparelli. Turni di visita ogni 30 minuti. Prenotazione in loco il giorno della visita a partire dalle 17:00. Ingresso libero fino a esaurimento posti
Sabato 19 novembre - ore 11:00 e 15:30 - Un telescopio tutto per sé, presso la Cupola a fiore dell'Osservatorio Astronomico di Brera, in collaborazione con PACTA. Dei Teatri. Recital multimediale di e con Mauria Eugenia D'Aquino e Ilaria Arosio. Prenotazione obbligatoria
Sempre sabato 19 novembre, dalle 10:00 alle 18:00, apertura straordinaria della Galleria degli Strumenti dell'Osservatorio
Inoltre dal 14 al 19 novembre: Lontano, lontano nel tempo..., mostra presso la Galleria degli Strumenti antichi dell'Osservatorio. Sarà visitabile secondo gli orari di apertura dell'Osservatorio.
Attività per le scuole su prenotazione a sul minisito della settimana della luce.

venerdì 11 novembre 2016

Gli anelli di Emmy Noether

Non sempre gli anelli si mettono al dito. O al naso. O... Attenzione: post avanzato
Uno dei risultati più famosi di Emmy Noether è l'omonimo teorema sulle grandezze invarianti in fisica. La matematica tedesca, però, ha prodotto una quantità incredibile di lavori in poco meno di trent’anni in svariati campi. Con uno dei più importanti, Idealtheorie in Ringbereichen(1), ha fondato la teoria degli anelli commutativi, fornendone una prima, generale definizione.
Provando a semplificare ciò che leggerete più sotto con (si spera) maggior dettaglio, si potrebbe scrivere così: si parte da un insieme matematico chiamato anello (vedi definizione più avanti). All’interno di un anello si possono eventualmente definire dei particolari sottoinsiemi chiamati ideali. Emmy Noether ha dimostrato che, se in un dato anello si riescono a trovare una serie di ideali incastrati uno dentro l’altro, un po’ come delle scatole cinesi, allora un qualsiasi ideale di quell’anello è costruito utilizzando un numero finito di sottoinsiemi ideali, o se preferite una qualsiasi scatola ideale che posso costruire utilizzando elementi dell'anello è costituita a sua volta da un numero finito di scatole più piccole, anch’esse ideali.
A questo si aggiunge un risultato forse ancora più importante, che generalizza il teorema fondamentale dell’artimetica. Si parte da quelle che potremmo chiamare, seguendo l’analogia delle scatole, le scatole elementari. Allora ogni scatola ideale di un anello noetheriano è costituita da un numero finito di scatole elementari.
Scritto ciò, avvertendovi in anticipo, il resto del post è una descrizione decisamente più tecnica di quanto riportato qui sopra. Se avete voglia, proseguite la lettura, altrimenti quanto letto vi dovrebbe bastare per capire il risultato ottenuto da Emmy Noether.

martedì 8 novembre 2016

Il dilemma di Benedetto XVI

Ho inseguito questa raccolta di racconti uscita su Urania 745 sin da quando il nome di questo papa è uscito sulla ruota della Città del Vaticano, e finalmente sono riuscito a trovarlo in una delle librerie di Milano che trattano libri vecchi e fallati.
Fantascienza, fantasy, horror
Il racconto di apertura, che da anche il titolo alla raccolta, è opera di Herbie Brennan, scrittore passato al lato umoristico del genere (in effetti la serie con cui l'ho scoperto è un mix di fantasy e fantascienza scritta con uno stile alla Douglas Adams, vista comunque l'importanza della scienza in questi romanzi) e si regge su tre elementi distinti. Il racconto, infatti, propone l'elemento scientifico nella macchina che permette al terapeuta contattato dal Vaticano di esaminare la mente del papa per determinarne la pazzia. L'elemento fantastico è nella possibilità dell'esistenza di questa macchina. L'elemento distopico è quello più interessante di tutta la faccenda e si presenta sin dal titolo originale, The armageddon decision.
Alla fine il lettore non può fare altro che interrogarsi su cosa avrebbe fatto al posto dei protagonisti nel momento di prendere la decisione finale sullo stato mentale del papa.
Più o meno uno schema simile può essere trovato in molti altri racconti fantascientifici, come ad esempio Mentre l'Atlantico muore di Hilbert Schenck, fulgido esempio di eco-fantascienza che ruota intorno a un esperimento sfuggito di mano (guarda un po'!) ai militari (l'elemento che soddisfa maggiormente, oserei scrivere utopistico, è come un'istituzione accademica, per quanto statale, riesca a opporsi grazie alla necessità di divulgare le scoperte per la salvezza del pianete a un'altra che si copre dietro il paravento della sicurezza nazionale), o Lui di Alan Dean Foster (lo scrittore della novelizzazione di Alien), dove l'elemento fantastico è rappresentato dal Carcharodon megalodon, che diventa un modo per filosofeggiare sull'uomo e sul suo rapporto con se stesso e con gli altri.

lunedì 7 novembre 2016

Il terzo reich: il lato oscuro del gioco

E' nel gioco che riveliamo la nostra vera natura.
Ovidio
Si può passare un'estate ad affrontare un orrore proveniente da un antro oscuro che vuole conquistare la tua anima, oppure andare in giro per il mondo seguendo l'inspiegabile richiamo da un'isola nel mar Mediterraneo, oppure si può passare l'estate a divertirsi in Costa Brava. Certo per Udo Berger, turista tedesco, il divertimento sfocia nel lavoro: doversi preparare per una convention sui gochi da tavolo. La sua specialità è Il terzo reich, gioco di guerra sul secondo conflitto mondiale.
Udo si ritrova con la fidanzata Ingborg nell'albergo dove era stato con i genitori durante l'adolescenza, gestito dall'affascinante Frau Else, di cui Udo è invaghito. A questo gruppo si uniranno poi Hanna e Charly, anche loro tedeschi, con cui verrà intrecciato un rapporto di confidenza che costituisce una delle molte linee narrative portate avanti da Roberto Bolano in questo romanzo breve, veloce ma intenso per contenuti.
L'intreccio delle diverse linee narrative, le immagini intense al limite dell'horror e la narrazione in prima persona rendono Il terzo reich un noir a tutti gli effetti. Bolano, infatti, esplora l'animo del protagonista, dibattuto tra l'amore per la fidanzata, la passione per i giochi da tavolo, l'infatuazione per Frau Else e la partita al Terzo reich con il Bruciato, un personaggio silenzioso e particolarmente drammatico anche grazie alle ustioni di cui è pieno il suo corpo.

domenica 6 novembre 2016

Giochi esagonali: Make7!, UniWar, Antiyoy

Tra i giochi per Android che ho installato negli ultimi mesi c'è una categoria particolare che si gioca su una plancia costituita da celle esagonali. Uno dei più interessanti dal punto di vista logico e matematico è Make7! in cui l'obiettivo è realizzare tre celle adiacenti contenenti lo stesso numero.
Quando si ottiene un risultato del genere, le tre celle vengono sostituite da una cella con il numero successivo fino ad arrivare al 7. Giunti a questo punto, tre 7 adiacenti generano un'esplosione. Alla versione di base, quella classica dove le cifre vengono fornite in blocchi ruotabili, vengono aggiunte altre due versioni, una con blocchi non ruotabili mandati al giocatore in gruppi di tre e una con blocchi ruotabili mentre sulla plancia, più o meno casualmente, una delle celle già piazzate si trasforma in un countdown fino all'esplosione, che può essere scongiurata o realizzando una tripletta o facendo esplodere un tris di 7 lì accanto.
Un altro gioco su plancia esagonale è, invece, UniWar, strategico abbastanza interessante dove bisogna gestire una serie di basi e di truppe con l'obiettivo di conquistare tutte le basi presenti. Non è durato molto essenzialmente per l'alto consumo della batteria.
L'ultimo gioco interessante di questo terzetto è Antiyoy (su Google Play), che riprende sia il gameplay (obiettivo quello di conquistare tutto il territorio, o quanto meno la maggior parte dell'isola su cui si gioca) sia la successione dei personaggi di Slay di Sean O'Connor (peraltro anche Slay ha una sua versione per Android). Può essere giocato sia nella versione a mappa casuale sia in modalità campagna con mappe di difficoltà crescente. Come in Slay, una volta raggiunto l'obiettivo minimo della mappa, si può scegliere se interrompere la partita, ottenendo così la vittoria, o proseguire. In quest'ultimo caso a proprio rischio e pericolo, poiché esiste la possibilità di perdere la sfida, considerando che bisogna anche gestire le risorse a disposizione per sostenere l'esercito necessario per la conquista.

sabato 5 novembre 2016

Una Alice un po' dark

Avrei dovuto scriverla io la recensione del fumetto, ma per varie questioni non sono riuscito, così la recensione è toccata a Lisa Cecconi, che ha realizzato un ottimo lavoro. Qui semplicemente metto in ordine alcuni appunti sparsi che avevo scritto all’epoca (e che ovviamente utilizzo per segnalare la recensione di Lisa!)
Alice nel Paese delle Meraviglie è un romanzo piuttosto noto, anche solo grazie alla trasposizione animata surrealista di Hamilton Luske per la Disney. Nell'ultimo lustro, poi, il personaggio ha prestato nome e ispirazione a vari spettacoli teatrali, incluse le trasposizioni propriamente dette.
Lewis Carroll, pseudonimo utilizzato dal matematico Charles Dodgson, ha poi inserito nel romanzo stesso una serie di giochi e paradossi matematici approfonditi su vari libri e articoli(1) oltre che sulla fondamentale edizione che raccoglie i due romanzi della serie, annotata da Martin Gardner. Lo stesso romanzo, prima di essere dato alle stampe, venne realizzato da Carroll in un’edizione manoscritta appositamente per Alice Liddell e le sue amiche, alle quali in un pomeriggio d’estate aveva narrato per la prima volta la favola. Oltre ad essere più breve rispetto al Paese delle Meraviglie, Alice Underground presenta anche varie differenze, come alcuni spunti ed episodi successivamente tagliati o una Alice dai capelli scuri, come la bambina che ispirò il personaggio, disegnata dallo stesso Carroll.
L'Alice nel Paese delle Meraviglie di David Chavel e Xavier Collette recupera quella Alice originale, in luogo della bambina bionda ritratta da John Tenniell nella prima edizione rilegata del libro o nel famoso film disneyano.
In generale questa nuova trasposizione del romanzo carrolliano è estremamente fedele al testo e, a differenza di altre trasposizioni, si concentra esclusivamente sul primo romanzo, senza combinare gli elementi del Paese delle Meraviglie con Attraverso lo specchio, come ad esempio è accaduto con il film di Luske. D’altra parte Collette, pur non escludendo un’ispirazione proveniente sia da Tenniell sia dal film animato, ha cercato di trovare una strada e uno stile personale approcciandosi al romanzo:
(...) Ho giusto tentato di dare una versione personale di questo paese delle meraviglie. E' difficile non essere influenzati da tutti questi riferimenti. Il mio metodo… anche se sembra un po' semplicistico, non è certo guardare tutto ciò che è stato fatto! Mi baso unicamente sulle brevi descrizioni dei personaggi che si possono trovare nel libro, che non sono, in definitiva, molto dettagliate (...)(2)
Alla fine, anche grazie a una colorazione scura e in molte scene a una tavolozza basata su colori freddi, emerge una Alice un po' dark che anche nello stile di disegno ricorda la protagonista del videogioco American McGee's Alice.

  1. e anche online su siti e blog scientifici, vedi per esempio la serie dei Rompicapi di Alice
  2. Dall'intervista Petites questions à... Xavier Collette

Il Cappellaio Matto Digest: settembre 2013

A quanto pare questi primi giorni di novembre sembrano caraterizzati da una certa continuità nelle pubblicazioni dei post. Il digest del Cappellaio Matto però prosegue con le uscite di settembre (vedi agosto): In particolare quest'ultimo post è l'approfondimento della recensione de Il dominatore della matematica uscita sul Topolino #3174 e con la quale entriamo nel regno delle recensioni uscite su LSB: Ci sarebbe un altra recensione uscita asettembre, ma di quella ne scriverò con il prossimo digest dedicato a ottobre!

venerdì 4 novembre 2016

Autisti marziani

Narrazione leggera, brillante e ironica dei nostri primi passi su Marte

Foto dell'area di impatto di Schiaparelli sul suolo marziano
La missione ExoMars 2016 ha avuto un doppio esito, positivo per il satellite di comunicazioni messo in orbita intorno a Marte, e che servirà per la missione successiva, negativo per il lander, che invece si è schiantato su Marte. L'ammartaggio di Schiaparelli ha, infatti, avuto esito negativo a causa di un non meglio identificato problema tecnico: a quanto pare il computer ha frenato il lander per appena 3 dei 30 secondi previsti. La causa di questo malfunzionamento potrebe essere una malprogrammazione del software o una difficoltà nell'incrocio dei dati provenienti dai sensori.
Ovviamente ci sarà nei prossimi quattro anni la necessità di capire l'origine del problema, per poter ridefinire la missione che dovrebbe portare nel 2020 un vero e proprio rover, come il famoso Spirit della Nasa.
Questi dispositivi mobili che vengono periodicamente inviati su Marte non si muovono di loro iniziativa, ma vengono guidati da Terra, con grande precisione, attenzione e lentezza, essenzialmente a causa dei 14 minuti per inviare e ricevere informazioni dal pianeta rosso. Tra gli attuali Autisti marziani che lavorano presso il JPL della Nasa c'è anche l'italiano Paolo Bellutta che, coadiuvato da Stefano Dalla Casa, ha scritto un'interessante guida per i suoi aspiranti colleghi!
L'uomo di Marte ha esplorato le possibilità di sopravivenza di uno scienziato rimasto solo sulla superficie marziana. Questo vero e proprio Robinson Crusoe del terzo millennio (e si spera che su Marte ci andremo entro questo millennio!) può essere considerato come un passo intermedio (ancora da compiere) nel processo di colonizzazione del pianeta rosso, iniziato, seppure in maniera indiretta, nel 1964 grazie alle prime foto scattate dal Mariner 4, la prima delle sonde terrestri a riuscire nell’impresa di avvicinarsi a sufficienza al pianeta.
Fino ad allora l'osservazione di Marte era stata fatta da lontano utilizzando il classico strumento dell'astronomo: i telescopi. Sebbene le osservazioni rislagono fino agli albori della civiltà, i più noti osservatori del pianeta sono stati considerati Giovanni Schiaparelli e Percival Lowell. In particolare quest'ultimo, a causa di una cattiva traduzione degli scritti dell'italiano, suggerì che sulla superficie marziana abitasse un popolo tecnologicamente avanzato. L'equivoco era nato a causa della traduzione del termine "canali", reso in inglese con "canals", utilizzato per i "canali artificiali", mentre Schiaparelli intendeva "canali naturali", suggerendo così un'idea forse meno forte di vita intelligente sul nostro vicino cosmico, ovvero quella di presenza di acqua corrente su un altro pianeta del sistema solare.
Ad ogni buon conto le idee di Lowell scatenarono gli scrittori di fantascienza, in particolare Edgar Rice Burroughs, che così trovò materiale per ideare la saga di John Carter eroe di Barsoom (il nome natio di Marte secondo Burroughs), e H.G. Wells con la sua Guerra dei mondi.
Tornando all'esplorazione di Marte, il passo successivo furono le missioni Viking, 1 e 2. Esse erano costituite da un orbiter e da un lander, con quest'ultimo che avrebbe effettuato l'esplorazione vera e propria del suolo marziano. Possiamo considerarli come i veri primi pionieri della possibile futura colonizzazione del pianeta.
Tra alterne fortune l'importante passo successivo avviene nel 1997 con l'entrata in orbita del Mars Global Surveyor e il successivo atterraggio del Pathfinder il 4 luglio del 1997, che però non arriva solo: deposita, infatti, il primo rover della storia del pianeta, il Sojourner. E ovviamente a guidarlo, da Terra e con un ritardo di 14 minuti circa, c'è il primo team di autisti marziani!

giovedì 3 novembre 2016

Iddu: il richiamo del dio del fuoco

La seconda magica lettura di un'estate fa by @andreavismara2 per @edizionispartac
«Be', il libero arbitrio ce l'hanno dato in dotazione proprio per questo, per rovinarci la vita con le nostre mani, se vogliamo».
«Ah, una filosofa, bene. Senti, ma perché non finisci quella brodaglia e te ne vai a dispensare buoni consigli altrove? Non ho bisogno di un'infermiera».
Dieci persone, sparse in giro per il mondo. Ognuna è in cerca di qualcosa: un amore, un padre, una fuga, un riposo.
Ognuna di loro ha una vita che in qualche modo e per un qualche motivo deve abbandonare, un qualche dramma alle spalle, piccolo o grande che sia, ma comunque sufficientemente importante da spingerli a compiere, a un certo punto, una scelta. Non è certo l'unica che hanno compiuto nella vita, ma è quella che, quando ti giri dietro e rivedi il film, è quella con la "esse maiuscola", quella che ti fa dire "ecco, senza quella scelta, ma proprio senza quella, sarei completamente diverso, ora, la mia vita sarebbe completamente diversa".
Sono dieci persone, dieci personaggi in un certo senso, scritti e diretti da una forza più grande di loro, una sorta di richiamo inesorabile, che sottrae loro quello che ci piace chiamare "libero arbitrio".
In un certo senso ciascuno dei dieci personaggi, alla fine, accetta questo semplice fatto, accetta quel numero limitato di desideri che Iddu gli ha concesso:

mercoledì 2 novembre 2016

Mondo matematico: i numeri primi

Nell'ultimo periodo, particolarmente lungo e difficile, mi sono ritrovato a leggere di seguito, intervallati da una sola raccolta di fantascienza, un po' di libri di scienza, soprattutto matematici. E', infatti, arrivata in edicola la serie Mondo matematico che, nonostante buona parte degli argomenti li conosca abbastanza bene, mi ha attirato e ho iniziato ad acquistare.
La collana è la versione italiana di una serie di libri divulgativi in spagnolo che presentano una strutura ben definita: prefazione, svuiluppo dell'argomento in una serie di capitoli, eventuali appendici, bibliografia e ringraziamenti. All'interno sono poi posizionati a intervallare il testo principale una serie di box che propongono brevi digressioni e curiosità che arricchiscono la lettura e possono ovviamente essere letti secondo i gusti del lettore.
Vediamo un po' quali libri e quali argomenti propone la collana iniziando con il volume dedicati ai numeri primi, di Enrique Gracian. Il libro è una cavalcata nella storia dello studio di questi particolari numeri a partire dalle origini: la necessità del contare con la scoperta dei numeri stessi e di uno dei primi risultati ad essa legati, il teorema fondamentale dell'aritmetica sulla fattorizzazione. Da qui il salto verso la ricerca di una qualche regolarità nella distribuzione dei numeri primi è breve e passa anche attraverso la mitica biblioteca di Alessandria.
Costruita da Tolomeo I "Sotere", venne affidata alla gestione di Demetrio, allievo di Teofrasto, all'epoca in esilio. Il modus operandi della biblioteca era abbastanza semplice: chiedere in prestito testi da altre città, su tutte Atene, e ricopiarli per poi mandare indietro le copie e tenersi gli originali. Stessa operazione venne fatta con le navi che giungevano nel porto. Quando il gioco venne scoperto, con la protezione di Tolomeo, la città impose ai commercianti che giungevano al porto di... portare dei testi di varia natura per essere consegnati e ricopiati nella biblioteca.
La biblioteca di Alessandria divenne, così, il maggior centro di raccolta di informazioni e cultura dell'antichità, ma anche un ottimo modo per diffonderla. Inclusa la matematica. Torniamo ai numeri primi: il primo salto importante venne fatto con Marin Mersenne, religioso dell'ordine dei minimi. Proprio a lui sono dedicati i numeri primi di Mersenne, numeri della forma \[2^p -1\] con $p$ primo.
Un'altra delle caratteristiche di Mersenne fu la sua capacità di mantenere i contatti con altri scienziati e matematici dell'epoca, con i quali portava avanti varie ricerche nel campo. Lo si potrebbe considerare un antesignano della moderna colaborazione accademica e uno spirito piuttosto affine all'ungherese Paul Erdos, il matematico con il maggior numero di collaborazioni.

Pierre de Fermat di Bernarda Bryson
Tra gli amici di penna di Mersenne figurava anche Pierre de Fermat, noto soprattutto per il suo famoso ultimo teorema, ha anche ottenuto diversi risultati nella teoria dei numeri. In particolare il piccolo teorema di Fermat:

lunedì 31 ottobre 2016

Un'estate di paura

Dan Simmons è noto soprattutto per essere uno scrittore di fantascienza, ma ha al suo attivo anche un paio di romanzi dell'orrore, che sono intimamente collegati uno all'altro, non solo perché hanno gli stessi protagonisti, ma anche perché presi insieme sembrano rappresentare una visione metaforica della carriera di un qualunque scrittore. Dei due romanzi, il primo, L'estate della paura, l'ho letto dopo L'inverno, ed è del primo che vorrei scrivere.
Campane maledette
Nel volume I miti di Lovecraft, sono raccolti alcuni dei migliori romanzi d'annata che, in un modo o in un altro, hanno arricchito i Miti di Cthulhu. In particolare in quella raccolta spiccava il racconto Le campane dell'orrore (Bells of horror) del 1939 scritto da Henry Kuttner.
Nel testo, una spedizione archeologica ritrova le mitiche tre campane dei Mutsunes, una popolazione indigena già all'epoca estinta e di base nell'area di San Juan Bautista. Secondo la leggenda creata da Kuttner, il suono delle tre campane sarebbe in grado di richiamare dalle viscere del pianeta l'oscuro dio del male venerato dai Mutsunes. E infatti, nel momento stesso in cui le campane vengono issate nella torre campanaria del paesotto dove vengono ritrovate (non ricordo il nome, scusate!), ecco improvviso il freddo e una profonda oscurità. Sarà il coraggio dei tre archeologi a impedire al dio di ritornare sulla Terra, ma in perfetto stile lovecraftiano il racconto con il buio si fa oscuro e nebuloso, mentre l'orrore cerca di impossessarsi dei tre amici fino al punto che uno dei tre cercherà di eliminare gli altri due, o in alternativa di cavare loro gli occhi. Ciò che però risulta inquietante tanto quanto il finale di Colui che sussurrava nelle tenebre è quanto succede alla fine del racconto dopo un'eclissi solare naturale...

domenica 30 ottobre 2016

(non) carnevale dela fisica #19

La diciannovesima edizione della rassegna (a)periodca dedicata alla fisica sui blog e i siti italiani arriva alla fine del mese dedicato ai Premi Nobel, come ricordato dallo speciale banner di apertura, dove vedete Alfred Nobel disegnato da Rudy Palais, tratto da Science Comcs #3 della Ace Magazine. In particolare quello della fisica 2016 è stato assegnato a David Thouless, Duncan Haldane e Michael Kosterlitz per le teorie delle transizioni di fase topologiche e le fasi topologiche della materia. Il Nobel per la chimica, invece, è stato assegnato a Jean-Pierre Sauvage, Fraser Stoddart e Bernard Feringa per la progettazione e la sintesi delle macchine molecolari. Ed è legato a quello della fisica proprio dalla topologia, che alla fine ha giocato un ruolo importante nelle ricerche che hanno otenuto il riconoscimento dal comitato che asegna i premi.
Per avere un'idea di cosa sia la topologia, prendiamo in prestito questa citazione estratta da Strani stati della materia per il Nobel per la fisica 2016 di Andrea Bersani su Scientificast:
La topologia è una branca della matematica che descrive gli oggetti geometrici in base a proprietà che non variano deformando gli oggetti stessi "con continuità". Questo vuol dire, per esempio, non creando buchi o tagli, ma soltanto allungando, stirando, piegando l’oggetto stesso. Dal punto di vista topologico, per esempio, una ciambella e una tazza (col manico) sono equivalenti, mentre una ciambella e un pretzel non lo sono. I primi due oggetti hanno un solo "buco", il pretzel ne ha tre.
Peraltro questi pasaggi tra ciambelle e pretzel sono legati alla congettura di Poincaré, che ho provato a spiegare in un vecchio post su Science Backstage che ho recentemente recuperato per l'occasione:
Fondamentalmente la congettura di Poincaré afferma, nella prima parte: una qualunque forma geometrica (una 3-varietà) chiusa e senza buchi in uno spazio di 4 dimensioni è identica (nel senso di cui sopra) ad una sfera in 4 dimensioni (una 3-sfera), ovvero esiste un qualche modo che consente di trasformare la prima nella seconda.
Torniamo al tema del'edizione con Andrea Rubin che su Oggi Scienza propone un interessante approfondimento, Fermi, Krebs, Gell-Mann: i paper rifiutati ma da Nobel:
Anni di lavoro, sacrifici e dedizione per uno scienziato si materializzano in qualche paginetta. Un articolo da pubblicare, magari, in qualche prestigiosa rivista. Ma lo sconforto è enorme quando quel lavoro viene rigettato, respinto dalla rivista. E lo sconforto sale se si ha la sensazione che quanto contenuto in quell'articolo fosse realmente qualcosa di importante. Capita a tutti di vedersi rigettare un proprio contributo, ed è successo anche a scienziati importanti che si sono poi aggiudicati il premio Nobel.
Per chiudere con la sezione dedicata i Premi Nobel, ecco l'intervista di Giuseppe Alonci a Jean-Pierre Sauvage:
G. Alonci – Prof. Sauvage, grazie di essere qui e di dedicarci un po' del suo tempo. Può spiegarci in breve il lavoro che l'ha portata a vincere il Nobel?
J. P. Sauvage – Beh, ho lavorato molto duramente! Probabilmente la cosa più importante è stata affrontare molti problemi, nelle scienze molecolari in generale. Abbiamo anche cambiato argomento molto spesso, non ci siamo mai limitati a un solo ambito ben preciso, e ad un certo punto abbiamo avuto la sensazione che uno dei nuovi temi che avevamo appena iniziato a investigare – cioè le "molecole dinamiche", molecole che si possono muovere e possono essere messe in movimento – era molto promettente, innovativo e poco trattato in passato.

sabato 29 ottobre 2016

La fisica di Nathan Never #300

Sebbene con un ritardo pazzesco, ci tengo a pubblicare questo articolo di approfondimento sul 300.mo numero di Nathan Never.
Non leggo spesso Nathan Never, però per l'occasione del 300.mo numero, a colori, mi sono lasciato convincere da David Padovani, che ha recensito l'albo su LSB. Altri mondi, questo il titolo dell'avventura scritta da Bepi Vigna e disegnata da Roberto De Angelis, presenta vari livelli di lettura, di cui i primi sono quelli su cui è centrata la recensione di David. Prima di addentrarci nella fisica dell'albo, due parole sul fumetto.
Se trovi cattivo questo mondo, dovresti vedere gli altri!
È sin da subito una storia cyberpunk ispirata a Matrix. Gli elementi di contatto con la saga dei fratelli Wachowski vengono, però, da una famosa conferenza di Philip K. Dick, il visionario scrittore di fantascienza ispiratore della rivoluzione cyberpunk che sarebbe avvenuta nel tardo XX secolo. E' interessante osservare come la conferenza, tenutasi durante la convention fantascientifica di Metz, in Francia, nel 1977, sia successiva di appena due anni rispetto alla prima pubblicazione di Sogno dentro sogno (The long sleep) di Dean Koontz (che usò lo pseudonimo di John Hill) dove il protagonista sperimenta un incastro di situazioni non reali esattamente a metà strada tra Matrix e Inception.
Un altro elemento interessante è poi l'uso di computer portatili per trasmettere i viaggiatori all'interno del multiverso, come nel racconto di Bruce Sterling Cigno nero, pubblicato in Italia su Urania #1622 nella raccolta Utopia pirata.
Vigna, nonostante qualche buco narrativo (che personalmente ritengo non solo marginale, ma forse persino voluto nell'ottica di una possibile macrotrama più vasta), è riuscito tutto sommato in un molteplice intento: celebrare un traguardo storico, dando il via ai festeggiamenti per i 25 anni del personaggio; celebrare l'editore che pubblica il personaggio grazie a piccoli cameo provenienti da altri universi narrativi bonelliani; scrivere una storia nel complesso gradevole, divertente e stuzzicante.
Completano i disegni di De Angelis, che, nonostante generalmente sia un disegnatore per me gradevole, non mi è sembrato particolarmente efficace: con un tratto poco dettagliato soprattutto con i personaggi, è stato evidentemente influenzato dalla necessità di realizzare un disegno il più chiaro possibile per la colorazione di Gianmauro Cozzi. Nel complesso niente di drammatico: quel che il tratto ha perso è stato recuperato dal colore, ottenendo alla fine un buon albo come ce ne sono pochi in giro.
Scritto ciò, vado ad approfondire il livello di lettura scientifico di Altri mondi:

Il Cappellaio Matto Digest: agosto 2013

E' stato un periodo che ho pubblicato molto poco, almeno qui su DropSea, ma come avrete notato sto cercando di riprendere il ritmo. Nel frattempo in questi ultimi tre mesi (o qualcosa del genere) ha, diciamo così, prosperato il Caffé del Cappellaio Matto e l'attività su LSB. Ho pensato bene, visto che quegli articoli non li ho segnalati su Google+, di scrivere un digest aperiodico che raccolga i link a quegli articoli.
Inizio con agosto 2016: Paperino sulla Enterprise | Il paradiso perduto in 8-bit | Scoprire il mondo con Disney | Dove cadono le stelle cadenti? | Paperi alle Olimpiadi Su LSB, invece, un solo articolo, scritto con l'amico Andrea Bramini: Dai piombatori ai cablatori: Faraci omaggia Gottfredson

venerdì 28 ottobre 2016

Sogno dentro sogno


Ho pensato di ruotare la copertina di Karel Thole per mostrare in maniera più evidente il bel gioco di incastri dell'illustrazione, che riprende quello del romanzo
Un uomo si sveglia all'improvviso, ritrovandosi senza memoria all'interno di una sorta di sarcofago a sua volta all'interno di un ambiente tecnologico. La sua principale missione è, ovviamente, recuperare la propria identità, capire dove si trova e in ultima analisi il perché e il percome del suo coinvolgimento in quella strana situazione.
Ben presto scoprirà di ritrovarsi incastrato in una serie di situazioni fittizie, apparentemente dei sogni, sempre e comunque molto reali, dove interagisce con gli stessi personaggi, tra cui quella che dovrebbe essere la sua donna, che si presenta a lui sotto molti nomi. In questo incastro di situazioni differenti, Joel, il nome del protagonista, il primo punto fermo recuperato dallo smemorato, si ritrova a scoprire un pezzo alla volta un piano che ha ideato egli stesso.
Il romanzo, a metà strada tra Matrix e Inception, molto ben scritto da John Hill, pseudonimo del ben più noto Dean Koontz, scorre veloce fino alla sua conclusione, che pur risultando abbastanza soddisfacente, sembra in parte incompiuta, poiché apre al lettore su una nuova visione di stampo ecofantascientifico che non viene sviluppato dal'autore né in questo Sogno dentro sogno, né in romanzi successivi ( almeno così mi pare, visto che la bibliografia di Koontz è decisamente molto vasta!).
A parte questo dettaglio, che non inficia la lettura, è un ottimo libro che consiglio di recuperare girando per bancarelle (che poi è quel che ho fatto io!).

giovedì 27 ottobre 2016

La quinta forza e mezza

Avevo intenzione di scrivere solo due righe su una vecchia news...
Più tardi, mentre stavo discutendo di problemi cosmologici con Einstein, egli osservò che l'introduzione del termine cosmologico fu il più grande abbaglio della sua vita.(20)
La prima volta che ho avuto un incontro ravvicinato con una quinta forza è stato a fine settembre 2011 per un seminario di Valeria Pettorino, Interactions in the dark sector: impact on CMB and large scale structure(21), presso l’Osservatorio Astronomico di Brera. Il modello che la ricercatrice venne a raccontare è semplicemente uno dei tanti che si propone di risolvere il principale dilemma cosmico della nostra epoca: l'esistenza e la natura di materia ed energia oscure.
Un nuovo paradigma cosmico

Distribuzione della materia oscura nell'universo in base alla Millennium simulation
L'idea che nel cosmo ci fosse più di quel che si vede era nota da tempo: da un lato i calcoli sui buchi neri realizzati da Karl Schwarzschild(1) e Johannes Droste(2), allievo di Hendrik Lorentz, che prevedevano all’interno della relatività generale di Albert Einstein l'esistenza di una singolarità gravitazionale, ovvero un punto (o una regione) con una densità di massa così alta da generare una curvatura dello spaziotempo tanto grande da impedire persino alla luce di sfuggire alla sua attrazione(3, 4). Dall'altro, invece, le osservazioni che spinsero Fritz Zwicky(5) a proporre il concetto di materia oscura(6).
Le prime forti evidenze dell’esistenza di materia oscura giunsero con lo studio delle proprietà delle galassie, in particolare della loro velocità di rotazione(7), che da un certo punto in poi invece di decrescere come previsto, restava costante. Tale osservazione era spiegabile solo introducendo una quantità di massa non visibile all'interno della galassia, stimata da Vera Rubin in all'incirca 6 volte maggiore della massa visibile(8).
Altre misure che permettono di verificare l’esistenza della materia oscura sono quelle sulla velocità di dispersione delle galassie, misure gneriche sugli ammassi di galassie e l’utilizzo della lente gravitazionale, lo studio della radiazione cosmica di fondo e, tra gli altri, le importanti osservazioni sulle supernove di tipo Ia. Il primo studio che si occupò in maniera estensiva di questa classe di stelle, associandole a un processo di espansione accelerata dell'universo, venne pubblicato dal High-Z Supernova Search Team nel 1988(9) cui fece seguito, l'anno dopo, l'articolo del Supernova Cosmology Project(10), che ne confermava i risultati. L'effetto di tale scoperta, che implicava l'esistenza di un nuovo tipo di energia, chiamata per analogia energia oscura, fu l'assegnazione nel 2011 del Premio Nobel per la fisica a Saul Perlmutter, Brian Schmidt e Adam Riess.

La supernova di Keplero
La spiegazione più semplice per l'esistenza dell'energia oscura è nell'introdurre nuovamente nella relatività generale la costante cosmologica, che Einstein aveva inserito nella prima versione dell'equazione della relatività immaginando un universo statico e successivamente cancellato non appena venne a conoscenza delle soluzioni di Alexander Friedmann, che prevedevano un universo in espansione, cosa per altro osservata da Edwin Hubble(11). Il modello così prodotto è oggi noto come $\Lambda$-CDM, dove $\Lambda$ è la costante cosmologica. Quest'ultima è l'espressione di una presione negativa che contrasta quella generata dalla gravità prodotta dal contenuto in massa dell'universo.
Di idee alternative a questo modello ne sono state prodotte molte (d'altra parte la fantasia dei fisici teorici non ha limiti!), e una di queste è il così detto modello della quintessenza cosmica.

mercoledì 26 ottobre 2016

Carbonio

Elia Ferri lavora nel reparto comunicazione di una associazione ambientalista. Convinto delle idee e dei progetti portati avanti, spesso lavora prima che il committente paghi. A causa del suo idealismo rischia di mandare a monte una collaborazione che avrebbe portato all'associazione un buon accordo economico. Il suo idealismo lo porta, così, al licenziamento. Dietro la porta, però, è gia pronto tale Ermanno Maxer che sta provando a raccogliere i fondi per un complesso progetto di cattura dell'anidride carbonica in Italia. Ferri è consapevole del mondo ricco e vagamente ipocrita che lo sta tentando, eppure accoglie la proposta di assunzione di Maxer. Il suo idealismo muore e con lui qualunque stima nei confronti di un personaggio scarsamente approfondito nella seconda parte e che sostanzialmente fa la figura del fantoccio, dell'utile idiota senza alcuno spirito critico. A complicare c'è poi la sensazione che alcuni pezzi della vicenda siano andati perduti: le situazioni si susseguono una all'altra, come se passase poco tempo tra ognuna, per poi scoprire alla fine che di anni ne sono passati un bel po' (all'incirca sei, se la memoria non mi inganna).
Certo, tutti dettagli, ma che a ben vedere combinati insieme non forniscono un'esperienza di lettura soddisfacente (al di là del finale).

martedì 25 ottobre 2016

E la bestia sorse dall'abisso

Un po' scacchi, un po' tarocchi, un po' heroic fantasy, un po' intrighi di potere, con un sorprendente finale che getta una luce fantascientifica su tutto il romanzo, profondamente ispirato a William Shakespeare. Di fatto è una guerra come gli scacchi, fatta di cavalieri e tradizioni, dove l'aspetto fantastico è più nell'atmosfera che in un qualche reale intervento magico e solo il finale chiarisce l'origine delle tradizioni e delle leggende del mondo dove è ambientato il romanzo di John Crowley.
Una lettura interessante che costituisce uno dei miei molti recuperi di vecchi romanzi tra le bancarelle del mercato o gli scaffali di venditori ambulanti e librerie dedicate (che purtroppo stanno scomparendo)!

venerdì 14 ottobre 2016

Goccia matematica

La forma matematica qui sopra, che dovrebbe essere una goccia, è realizzata con archimy.com. Sono partito dalle seguenti equazioni parametriche: \[x =a(1-\sin\,t)\cos\,t\] \[y=b(\sin\,t-1)\] con $a=2$, $b=5/2$.
Queste, però, valgono nel piano. A quel punto ho applicato una rotazione spaziale intorno all'asse $y$.
Il codice del programma online è il seguente:
# Example
# 3D. Rotation through Z-axis

# Scale
scale = 5

# p,q - parameters
pmin = 0; pmax = 2*pi
qmin = 0; qmax = 2*pi

# Grid
pgrid = 20
qgrid = 15

# Calculations
a = 2 * sin(q + pi*7/8) + 3

z = -sin (q) * (2*(1 - sin(p)) * cos (p))
x = cos (q) * (2*(1 - sin(p)) * cos (p))
y = 5/2 * (sin (p)-1)
Su WolframAlpha si possono anche graficare, in maniera più semplice, anche le seguenti forme: $x^2+y^2+z^4 = z^2$ e $(x^4-x^3)+y^2+z^2=0$.
Sia queste due ultime equazioni, sia la forma parametrica iniziale, sono tratte dalla discussione A Math function that draws water droplet shape?.

lunedì 12 settembre 2016

Urschel: un grande matematico sui campi da football

La comunità matemtica è una comunità che rispetto molto. Ho il profondo desiderio di essere accetato in essa, e accettato come un membro legittimo.(1)

John Urschel, foto di Shawn Hubbard
John Urschel è un giocatore di football americano, un ragazzo canadese imponente che gioca per i Baltimore Ravens nella National Football League, dove ha esordito nel 2014 giocando nel ruolo di guardia. Urschel, però, ha anche qualcosa in comune con un quarterback texano, Frank Ryan(1), che nel 1965 ottenne il Ph.D. in matematica, pubblicando peraltro un paio di articoli sulle funzioni olomorfe, e insegnando matematica alla Rice. Avrete già immaginato che Urschel ha intrapreso il duro cammino di un Ph.D. in matematica, scegliendo il MIT come college, dove si sta interessando di teoria spettrale dei grafi, algebra lineare numerica e machine learning. Urschel gioca con il numero 64, tra le tante cose numero pari, difettivo, numero colombiano e, soprattutto, numero potente, come dovrebbe essere un giocatore di football americano. E’ anche un appassionato giocatore di scacchi (vedi ad esempio la partita sua e di Danny Rensch contro il mondo!)

domenica 11 settembre 2016

Consolazioni

Notate come tutti consolano le vittime dell'incendio! Ma nessuno consola gli eroici pompieri! Se ne vanno stanchi, dimenticati e senza ringraziamenti!

(Qui, Quo, Qua da Paperino e gli eroici pompieri, di Carl Barks)

venerdì 9 settembre 2016

Web 2.0: Da fruitori a generatori di informazione

I blog scientifci e il Carnevale della Matematica, gli aggregatori di contenuti e Research Blogging, la rivoluzione prima tecnica e poi di approccio dei web social network (twitter, Facebook, Google Plus et al.) visti dallo sguardo di un internauta italiano.
Quando mi è stato proposto da Franco Rosso il titolo dell'intervento per l'interessante workshop sulla divulgazione della chimica organizzato da Chimicare, la prima domanda che mi sono posto è stata: Da dove è iniziato tutto?
Non è solo una questione di incipit, considerando che da questo dipende anche il corso con cui gli appunti, mentali e non, vengono organizzati, ma anche una qual certa curiosità per capire quale sia stata la prima scintilla.
Determinare l'inizio, ad ogni modo, è impresa decisamente ardua: si potrebero indicare molti blogger italiani, ma personalmente preferisco identificare il primo evento di aggregazione propriamente detto, il Carnevale della Matematica.
Come poi gli altri carnevali scientifici successivamente nati e sviluppatisi con alterne fortune, quello originale della Matematica è un link post con un'introduzione tematica, a volte semplicemnte dedicata alle proprietà del numero dell'edizione, ospitato da un blogger matematico (ma non solo) a rotazione. Ispirato dall'analoga iniziativa anglosassone, il Carnival of Mathematics, vede in Maurizio Codogno il motore principale e in una serie di blogger che costituiscono lo zoccolo duro e che vanno da Roberto Zanasi, che ha ospitato la prima edizione, ad Annarita Ruberto e Marco Fulvio Barozzi senza dimenticare i Rudi Mathematici e molti altri che sarebbe tropo lungo elencare (mi scuso con tutti loro!).
Storicamente il passo successivo sono stati gli aggregatori e le classifiche da questi prodotte. Innanzitutto un paio di righe tecniche: un aggregatore è un sito, anch'esso dinamico, che raccoglie i feed rss dei blog, li sistema eventualmente in gruppi tematici e ne stabilisce una classifica in funzione dei link dati e ricevuti grazie a una formula che non necessariamente è identica per tutti. Tra gli aggregatori italiani uno dei primi (se non forse il primo) è Blog Italia mentre Liquida, che è stato nella sua punta di massimo successo una sua evoluzione, è oggi diventato un semplice motore di ricerca, mentre il progetto precedente di Blogbabel è chiuso.
In particolare questi due aggregatori sono stati utilizzati per sondare lo stato dell'arte della blogosfera italiana e hanno avuto in Wikio (che ormai ha cambiato la sua destinazione d'uso) il principale concorrente. Insieme ai Carnevali, proprio gli aggregatori, in particolare Wikio che classificava (in maniera abbastanza arbitraria) in gruppi tematici i vari blog, a spingere nello sviluppo della divulgazione su web in Italia e nello scambio dei link tra i blogger.

sabato 20 agosto 2016

Paperino 2.0

Carl Barks ha utilizzato i paperi per raccontare la società moderna, criticandone gli atteggiamenti sia nelle storie urbane di poche pagine sia nelle avventure di più ampio respiro. In questo senso uno degli autori più barksiani è Giorgio Salati, le cui storie spesso ruotano intorno a un particolare aspetto della personalità dei personaggi disneyani. In particolare con Paperino e... Paperino 2.0, pubblicata su Paperino #434, Salati si concentra sulle difficoltà di ascoltarsi vicendevolmente, ritenendo le proprie esigenze e le proprie idee prioritarie rispetto a quelle degli altri, familiari inclusi.
In questo caso è proprio Paperino a incarnare questo aspetto: come in Mondo Paperino di Carlo Panaro e Silvia Ziche, il nostro viene messo di fronte ai suoi difetti grazie all'ennesima invenzione di Archimede Pitagorico, in questo caso un robot con la memoria e gli schemi mentali del protagonista, mentre nella storia di Panaro e Ziche di fronte a un mondo costituito da Paperini creato da una sofisticata macchina di realtà virtuale.
La storia, dinamica e divertente anche grazie alle simpatiche canzoni ideate da Paperino, si sviluppa rapidamente fino alla sua drammatica, ma educativa conclusione.
Dal canto suo Nicolino Picone, che realizza i disegni, risulta particolarmente efficace grazie a un tratto molto simile a quello di Stefano Intini, salvo alcuni dettagli come il ciuffo di Gastone o il fiocco di Paperina che richiamano, per proporzioni, a Donald Soffritti.

venerdì 19 agosto 2016

Il germano paltese

Recupero una breve recensione della storia di apertura di Paperino #432 che per molti motivi non ho pubblicato prima o sottoposto su LSB

Poster promozionale della storia in stile cinematografico - via instagram
Inevitabile per un lettore italiano confrontare Il germano paltese(1) di Kari Korhonen con il Detective Donald di Vito Stabile e Carlo Limido.
La storia dell'autore finlandese, però, risulta un'opera unica, parodia del romanzo Il falcone maltese di Dashell Hammett, trasposto una prima volta nel 1931 su pellicola da Roy Del Ruth e quindi nel 1941 da John Huston. In quest'ultima trasposizione il protagonista è interpretato da Humphrey Bogart, che negli anni Ottanta ispirò Carlo Chendi per la creazione di Umperio Bogarto, presente insieme con Paperino e Paperina nell'avventura come protagonista secondario.
Umperio, che grazie alla parodia di Korhonen torna così all'ispirazione originale, viene utilizzato dal fumettista nelle scene iniziale e finale in maniera piuttosto leggera con una caratterizzazione che ricorda quasi Paperoga. D'altra parte il ruolo del detective alla Sam Spade viene assegnato a Paperino, che, supportato da un manuale per investigatori, verrà sfruttato dall'autore per scherzare sui cliché del genere.
Alla fedeltà all'atmosfera del genere contribuiscono anche i disegni: da un lato il tratto inizialmente influenzato da Daniel Branca risulta in questa storia più spigoloso e adatto alle atmosfere noir e hard boiled dell'avventura(2), risultando alla fine una parodia gradevole e divertente.

Don Rosa e Kari Korhonen - via instagram

(1) In originale Maltan Ankka, L'anatra, o anche il papero maltese
(2) Nonostante abbia realizzato oltre 200 storie per il mercato finlandese, Kari Korhonen è poco noto in Italia, con appena una quarantina di storie di cui l'ultima di una quindicina di anni fa e pubblicata in Italia nel 2002. E' pertanto difficoltoso valutare nel modo migliore possibile l'evoluzione nello stile grafico e narrativo dell'autore.

giovedì 18 agosto 2016

I parastinchi di Olympia

In occasione delle Olimpiadi di Rio 2016, Panini Comics propone ai lettori disneyani un'iniziativa interessante come la raccolta di una serie di 12 medaglie celebrative con altrettanti personaggi impegnati in diverse discipline olimpiche. Ognuna delle medaglie è abbinata a un diverso periodico tra quelli in uscita durante le settimane olimpiche e la raccolta viene inaugurata, insieme con l'elegante raccoglitore, dal 7.mo numero dei nuovi Grandi Classici. Per l'occasione la storia di copertina è Pippo e i paratinchi di Olympia, classico di Romano Scarpa uscito nel 1972 sui Classici #45 (prima serie), numero speciale realizzato in occasione delle Olimpiadi di Monaco.
Le Olimpiadi
Le Olimpiadi erano delle competizioni sportive e religiose che si tenevano ogni 4 anni in cui gli atleti gareggiavano in varie discipline, come la lotta, la ginnastica, il tiro con l'arco. La sede dei giochi era la città di Olimpia e durante la manifestazione venivano interrotte tutte le guerre e le scaramucce.
Le origini dei giochi si perdono nel mito, anzi nei miti: uno dei più antichi lo associa alle celebrazioni per la nascita di Zeus, con gare di lotta, salto e corsa: la prima in assoluto sarebbe stata vinta da Eracle contro i suoi quattro fratelli Paeonaeus, Epimedes, Iasius e Ida per chi sarebbe giunto prima a festeggiare il divino neonato.
Tra gli atleti più noti Cinisca di Sparta, la prima donna vincitrice di un alloro olimpico (il vincitore di una competizione veniva infatti premiato con una corona di ulivo) nella corsa del tiro a quattro; Leonidas di Rodi, corridore; Milo di Crotone, lotatore; e soprattutto Teogene di Taso, vincitore di più discipline (corridore, lottatore, combattente di pancrazio) e Corebo di Elide, indicato come il primo campione olimpico, primatista del giro di pista, la gara più prestigiosa di tutte le olimpiadi.
In un certo senso è alla fascinazione del primo campione olimpico che si deve la figura di Pipponte, che nella mitologia scarpiana sostituisce l'atleta di Elide come primo vincitore di una Olimpiade.

giovedì 4 agosto 2016

Sudoku del 4 agosto 2016

Nuovo sudoku, sempre realizzato con Andoku3, sempre di livello facile/intermedio.