Stomachion

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sabato 18 luglio 2020

Storie di robot

La trasposizione a fumetti di Io, robot di Isaac Asimov realizzata da Raul Cuadrado ricorda un po' le prime animazioni in flash di un decennio fa, un po' lo stile di Carlos Meglia, famoso soprattutto per Cybersix. Realizzato su una struttura della pagina orizzontale anziché verticale che ricorda le strip stories dei quotidiani (o il Tascabilone per gli appassionati disneyani), l'I, robot a fumetti è una lettura veloce e intelligente, con uno stile un po' retrò anche grazie alla bicromia, fedele allo spirito di Asimov.

mercoledì 17 luglio 2019

Una base lunare per i Vedovi Neri

Proseguo il recupero dei racconti dei Vedovi Neri di Isaac Asimov. Anche questa seconda raccolta, Dodici casi per i vedovi neri, è ricca di enigmi arguti e interessanti, alcuni relativamente semplici da intuire, altri più complessi e in qualche modo più appassionanti. In effetti questa raccolta presenta anche un racconto particolare, Il delitto ultimo, con il quale si chiude il volume, che è anche la prova di ammissione di Asimov agli Irregolari di Baker Street. Già! E' proprio il racconto in cui si suggerisce che il buon professor Moriarty ha pubblicato un articolo su un ipotetico pianeta i cui resti sono alcune delle rocce che si trovano a ruotare intorno al Sole nella fascia degli asteroidi. A questo racconto ha dedicato un bellissimo articolo Marco Fulvio Barozzi, cui ha fatto seguito anche un mio articoletto. ALtro racconto degno di nota è Mancato assassinio, basato su un equivoco linguistico che ruota attorno alla famosa poesia dell'anello de Il signore degli anelli di J.R.R. Tolkien, il che mostra la vastità degli interessi che aveva Asimov. La raccolta contiene anche uno dei racconti più matematici di Asimov, Venerdì 13, su cui ho già scritto visto che lo lessi grazie alla raccolta Il dilemma di Benedetto XVI. La curiosità su questo racconto è che venne rifiutato dall'Ellery Queen's Mystery Magazine perché troppo complicato, e quindi accolto a braccia aperte per la pubblicazione tra le pagine di Fantasy & Science Fiction.

martedì 23 gennaio 2018

La raccolta dei vedovi neri

Dopo aver scritto del racconto all'interno della raccolta Il dilemma di Benedetto XVI, arriva la recensione del primo volume della minimum fax che raccoglie i racconti della serie ideata da Asimov
Il club dei Vedovi Neri venne ideato agli inizi degli anni Settanta del XX secolo da Isaac Asimov per coronare un progetto che aveva in mente da tempo: scrivere dei racconti gialli che fossero sì classici (un enigma da risolvere), ma al tempo stesso differenti dal giallo classico.
Così, ispirandosi a un club similare cui era stato invitato ad aderire, lo scrittore di fantascienza ideò questo particolare club costituito da 6 persone: cinque amici, membri fissi del club, e un ospite, rigorosamente maschio, scelto dall'anfitrione di turno. Le riunioni si svolgono una volta al mese, generalmente in un ristorante del centro città, e a servire il gruppo è sempre il cameriere Henry, diventato con il primo racconto della serie membro effettivo del club grazie alle sue doti di acume e deduzione.
In effetti la struttura dei racconti è abbastanza standard: l'ospite propone agli amici convenuti un dilemma. Questi iniziano a ragionare su di esso, facendo domande e suggerendo possibili soluzioni, fino a che non viene interpellato Henry, che funge da personaggio catalizzatore di tutte le tesi suggerite nel corso della conversazione fino a estrarre quella che alla fine si dimostra la soluzione vera e propria. L'interesse per i racconti, per la maggior parte pubblicati sull'Ellery Queen's Mystery Magazine, sta essenzialmente nella sfida tra lo scrittore e il lettore per la risoluzione degli enigmi. Alcuni di questi risultano anche abbastanza facili, soprattutto per l'usuale lettore del genere, ma lo stile di Asimov, le interazioni sempre dinamiche ed efficaci tra i personaggi, e la plausibilità e l'intelligenza delle varie idee lanciate dall'autore rendono piacevole e stuzzicante la lettura di ciascuno di essi.
Asimov affronta anche temi cari, come la crittografia o le bufale scientifiche, e propone anche alcuni limerick sui canti dell'Odissea, che purtroppo non proporrà più andando avanti con la serie, essenzialmente per via del fatto che originariamente ciascuno di essi non era stato ideato per una ristampa su libro. E' anche per questo, ricorda Asimov nell'introduzione, che i racconti sono stati modificati in funzione della pubblicazione in volume per evitare eccessive ripetizioni di passaggi che, invece, risultano necessari nell'edizione per rivista.
L'Asimov autore di gialli, alla fine, risulta altrettanto interessante, divertente e stimolante dell'Asimov divulgatore e scrittore di fantascienza.
I racconti dei vedovi neri, vol.1
di Isaac Asmiov
traduzione Mario Fois
Minimum fax, 2016, 240 pagine, € 9,00

venerdì 13 ottobre 2017

La matematica dei venerdì 13


La triskaidekafobia è la paura del 13, mentre la paraskevidekatriafobia (o qualcosa del genere!) è la paura del venerdì 13
Nella raccolta Il dilemma di Benedetto XVI, uno dei racconti proposti è firmato da Isaac Asimov, uno dei più famosi scrittori di fantascienza, oltre che divulgatore scientifico. Venerdì 13, appartenente alla serie dei Vedovi neri, è un'intelligente indagine che, partendo da una lettera datata semplicemente venerdì 13, senza indicazioni di mese o anno, e dalle informazioni in essa contenute, riesce a stabilire l'innocenza di un uomo morto da alcuni decenni, riabilitandone così il nome.
Dedicato ai triskaidekafobi
Tutto il racconto ruota intorno alla matematica del calendario gregoriano, per stabilire quale sia l'anno del venerdì 13 indicato nella lettera di cui sopra. Seguiamo le spiegazioni presenti nel racconto di Asimov:

martedì 8 novembre 2016

Il dilemma di Benedetto XVI

Ho inseguito questa raccolta di racconti uscita su Urania 745 sin da quando il nome di questo papa è uscito sulla ruota della Città del Vaticano, e finalmente sono riuscito a trovarlo in una delle librerie di Milano che trattano libri vecchi e fallati.
Fantascienza, fantasy, horror
Il racconto di apertura, che da anche il titolo alla raccolta, è opera di Herbie Brennan, scrittore passato al lato umoristico del genere (in effetti la serie con cui l'ho scoperto è un mix di fantasy e fantascienza scritta con uno stile alla Douglas Adams, vista comunque l'importanza della scienza in questi romanzi) e si regge su tre elementi distinti. Il racconto, infatti, propone l'elemento scientifico nella macchina che permette al terapeuta contattato dal Vaticano di esaminare la mente del papa per determinarne la pazzia. L'elemento fantastico è nella possibilità dell'esistenza di questa macchina. L'elemento distopico è quello più interessante di tutta la faccenda e si presenta sin dal titolo originale, The armageddon decision.
Alla fine il lettore non può fare altro che interrogarsi su cosa avrebbe fatto al posto dei protagonisti nel momento di prendere la decisione finale sullo stato mentale del papa.
Più o meno uno schema simile può essere trovato in molti altri racconti fantascientifici, come ad esempio Mentre l'Atlantico muore di Hilbert Schenck, fulgido esempio di eco-fantascienza che ruota intorno a un esperimento sfuggito di mano (guarda un po'!) ai militari (l'elemento che soddisfa maggiormente, oserei scrivere utopistico, è come un'istituzione accademica, per quanto statale, riesca a opporsi grazie alla necessità di divulgare le scoperte per la salvezza del pianete a un'altra che si copre dietro il paravento della sicurezza nazionale), o Lui di Alan Dean Foster (lo scrittore della novelizzazione di Alien), dove l'elemento fantastico è rappresentato dal Carcharodon megalodon, che diventa un modo per filosofeggiare sull'uomo e sul suo rapporto con se stesso e con gli altri.

giovedì 18 settembre 2014

Affascinanti teorie

Infatti le teorie sono tutte molto affascinanti, ma se non vengono verificate da osservazioni o esperimenti, rimangono piacevoli ipotesi che divertono gli scienziati e gli scrittori di fantascienza.
Isaac Asimov
da Scivola, stella, scivola (Twinkle, Twinkle, Microwaves), su Urania 735, traduzione di Luca Serri

giovedì 9 febbraio 2012

Astrofisica 2161, Isaac Asimov e le tre leggi della futurica

Nel saggio Le tre leggi della futurica (Oh, Keen-Eyed Peerer into the Future!), pubblicato in Italia sul n.732 di Urania in appendice alla raccolta di Ray Bradbury Molto dopo mezzanotte, Isaac Asimov prova a tracciare le tre leggi della futurica, presunta scienza sulla previsione del futuro della quale egli veniva considerato esperto in quanto scrittore di fantascienza.
La Prima Legge recita più o meno così:
Quello che succede continuerà a succedere.
La Seconda Legge recita invece
Rifletti sull'ovvio, perché pochi lo vedono
La Terza Legge invece recita
Rifletti sulle conseguenze
Grazie a queste tre leggi, secondo Asimov, si possono spiegare tutti i clamorosi successi della fantascienza nel corso del XX secolo (e di fine XIX).
In particolare, usando Prima e Seconda Legge, Asimov scrive:
Tuttavia, nel 1900, quando venne scoperta l'energia nucleare, la Prima Legge avrebbe reso evidente che la tecnologia, diventando sempre più perfezionata, avrebbe alla fine sottomesso quest'energia nucleare alle necessità dell'uomo.
H.G.Wells fece subito questa supposizione, e scrisse racconti sulle bombe atomiche nel lontano 1902. Molti onesti scienziati - perfino premi Nobel per la fisica - continuarono invece a credere in buona fede, fino agli anni '30, che l'energia tomica non sarebbe stata mai domata. Fu su questo particolare argomento che gli scrittori di fantascienza si dimostrarono, e in modo molto spettacolare, più esatti degli scienziati, ed è per questo che oggi gli scienziati, imbarazzati per il precedente, sono più propensi a usare la Prima Legge e a essere generosi nelle loro predizioni.
E in un certo senso quella lezione viene oggi applicata dall'INAF che sul suo canale youtube ha pubblicato due video su Astrofisica 2161, uno sul presente:
e uno sul futuro:

mercoledì 11 giugno 2008

Un piccolo rompicapo

Immagine di Rompicapo in quattro giornate
Isaac Asimov non è solo uno scrittore di fantascienza, ma anche di saggi scientifici, nonché di gialli. Avevo già letto, alcuni anni fa, alcune storie della serie dei Vedovi neri, racconti interessanti e intriganti. In Rompicapo in quattro giornate il protagonista è uno scrittore di nicchia che, suo malgrado, viene coinvolto nella morte di un suo amico, nonché dello stesso scrittore che ha contribuito a lanciare. Tormentato dai sensi di colpa (un favore non fatto potrebbe essere stata una delle possibili cause della morte dell'amico), inizia a indagare, scoprendo alla fine loschi traffici all'interno dell'albergo nel quale si svolge la vicenda. Lo stesso albergo è anche la sede della conferenza dei librai, alla quale Asimov ha effettivamente partecipato e, anche per questo motivo, si è inserito come attore nel romanzo. Romanzo che è appassionante e al tempo stesso divertente, per quell'ironia, nonché auto-ironia, che pervade il libro dalla prima all'ultima pagina.
Asimov non si può non leggere, e a maggior ragione l'Asimov giallista!

domenica 13 giugno 2004

La Fondazione

Trilogia della Fondazione: è un gruppo di romanzi, scritti da Isaac Asimov. Sono una saga spaziale, composto da Prima Fondazione, Fondazione e Impero, Seconda Fondazione. Nel suo complesso la saga è un vero e proprio libro di storia, in cui vengono narrati trecento anni di storia spaziale, in cui un gruppo di persone cercano di realizzare il Secondo Impero, per ridurre al minimo il numero di anni di barbarie dovuti alla caduta, lenta ma inesorabile, dell'Impero Galattico. Il grande Progetto di Hari Seldon, quindi, tra mille difficoltà procede, attraversando indenne ogni Crisi e ogni volta diventando più forte e sicuro di sé, grazie alle previsioni di una nuova scienza: la psicostoriografia.
Complotti, battaglie spaziali, sfide a distanza, società segrete: tutto contribuisce a realizzare una delle più belle ed appassionanti saghe spaziali mai concepite da mente umana!

domenica 8 giugno 2003

Mente

Perché non era possibile sfoggiare la propria mente? Oh, era possibile invece, solo che alla gente non piaceva. Alla gente piaceva guardare i corpi ben fatti, ma arricciava il naso di fronte alle menti ben fatte. Perché?
da Nemesis di Isaac Asimov