Stomachion

domenica 26 gennaio 2020

Topolino #3348: Giustizia per tutti

Il numero attualmente in edicola è particolarmente interessante per molti motivi: inizia una nuova serie in qualche modo "didattica", Zio Paperone e l'alta finanza, tenuta anche questa, come Il coding a Paperopoli, da Alessandro Sisti; Young Indiana arriva al 4.o episodio, ambientato in un centro spaziale dove si lavora per progettare le missioni (anche umane) su Marte, che approfondirò sul Cappellaio Matto; e soprattutto viene finalmente recuperata Giustizia per tutti, che per motivi di censura era stata bloccata letteralmente all'ultimo minuto possibile. Ed è proprio da quest'ultima che inizio la recensione di Topolino #3348.
Tutti hanno diritto a una difesa
Quale sia stato il motivo per censurare Giustizia per tutti non è dato saperlo, né se nel frattempo è stato imposto ai due autori, Giorgio Fontana e Paolo Mottura, una qualche modifica. Nel complesso, però, è da considerarsi come la storia migliore di tutto il numero.
Lo scrittore torna, anche se con l'attenzione dovuta per un fumetto disneyano, al genere che lo ha portato all'attenzione del pubblico dei lettori: il procedurale. I due romanzi (di cui spero di scrivere nei prossimi giorni) cui mi riferisco sono Per legge superiore e Morte di un uomo felice e hanno come tema proprio la giustizia, come fa be intuire il titolo della storia, che a sua volta riprende un vecchio film del 1979 diretto da Norman Jewison con, tra gli altri, Al Pacino nel ruolo del protagonista.
In questo caso la trama è abbastanza semplice: Fontana prova a rispondere all'annosa domanda su come mai i Bassotti riescono a tornare liberi piuttosto in fretta, quando non evadono. La risposta è Rose Nelson, la loro avvocatessa che li difende gratuitamente.

sabato 25 gennaio 2020

L'uomo che consegnava valigie

Nella maggior parte dei casi, quando un opera di genere noir si concentra su un portapacchi, questo di solito è il classico corriere della droga che va di casa in casa per consegnare il pacchetto della dose giornaliera per i clienti dello spacciatore. Seguire il corriere permette all'autore di mostrare quella parte della società che è emarginata: da un lato i drogati stessi e il punto di non ritorno dove sono arrivati e dall'altro il mondo intorno al corriere stesso, che è spesso fatto di piccoli mezzucci per sopravvivere ogni giorno.
Più o meno è la stessa cosa che succede a Ira Zimmer, un ebreo di Brooklin della New York del 1937 che viene coinvolto in uno strano traffico: consegnare ogni giorno alcune valigette a un elenco di persone che gli verrà consegnato ogni mattina. Unico vincolo: non aprire mai nessuna delle valigette, o non guardarne il contenuto.
Il lavoro procede tranquillo, essenzialmente come per qualsiasi corriere della droga o di qualunque altro trafficuccio un po' losco, come sembra essere questo, fino a che, a causa di una situazione imprevista, una delle valigette non si apre di fronte agli occhi di Ira, rivelando il suo contenuto: un foglietto con su scritto il numero 12, che subito dopo prende fuoco.

giovedì 23 gennaio 2020

Fisica quantistica: tra pop e poesia

Diciamolo subito: quello che dovrebbe essere il punto forte del libro, i versi, non solo di poesie ma anche di canzoni, risulta un po' carente all'interno del testo, anche se è sempre inserito nei momenti più opportuni. Tolto questo il poderoso testo di Leon Lederman, premio Nobel per la fisica nel 1988 grazie alle sue ricerche sui neutrini, e Christopher Hill, fisico teorico che nella sua carriera è stato anche direttore del dipartimento di fisica teorica del Fermilab, resta ad ogni modo un testo scorrevole e a tratti particolarmente godibile nonostante le 300 pagine circa, anche grazie all'inserimento di aneddoti curiosi, divertenti e poco noti.
Non mancano neanche le digressioni e i riferimenti pop, come quelli ad esempio a Star Trek, ma alla fine, a parte la gran mole di informazioni storiche che mettono in fila la storia della meccanica quantistica, restano proprio gli aneddoti sulle vite vissute dai fisici, per lo più teorici, che hanno fatto la storia di quella che può essere considerata come una vera e propria rivoluzione.
Ad esempio piuttosto curioso, ma anche decisamente scabroso, il rapporto di Erwin Shrodinger con il matematico Herman Weyl. Quest'ultimo, che ebbe un ruolo fondamentale nello sviluppo relativistico della meccanica quantistica, aiutava Shrodinger con i calcoli sulla sua famosa equazione, guadagnandosi così il diritto di frequentare la moglie di Erwin, Anny. D'altra parte lo stesso Schrodinger si concedeva divertimenti extraconiugali, come durante la vacanza del dicembre del 1925 che portò alla nascita della meccanica ondulatoria: in quel caso non si accompagnava alla moglie, ma a una sua vecchia fiamma. D'altra parte Schrodinger ebbe una figlia nel 1934 con Hilde March, che a sua volta era sposata con un suo collega austriaco.
Se, però, pensate che questo sia il meglio che Fisica quantistica per poeti vi possa fornire, semplicemente vi sbagliate di grosso, perché la meccanica quantistica è ancora più strana, divertente e intrigante di quanto possano mai essere i suoi scopritori, Schrodinger in testa.

mercoledì 22 gennaio 2020

Rolling in the deep

Non è che non sapevo cosa scrivere, ma mi sono perso tra articoli vari, video su YouTube e altre divagazioni, così alla fine è arrivata quasi mezzanotte e mi sono reso conto di aver dimenticato di caricare sul blog una delle recensioni già pronte. E allora, giusto per non saltare troppi giorni, torno a qualcosa che facevo alcuni anni fa: proporre musica a tarda ora. No, non sarà la norma, e poi ho già in testa uno dei prossimi articoli delle particelle musicali da mandare on-line a un orario decente. Per questa notte, invece, una cover completamente slegata da qualunque discorso serio. Buon ascolto:

martedì 21 gennaio 2020

Un condensato spettrale

La Moldavia è martoriata dalla guerra civile e, come al solito, gli americani decidono di esportare la pace utilizzando il loro efficientissimo esercito. Il problema è che, nella loro opera "pacificatrice", si imbattono in una specie di fantasma elettrico in grado di uccidere i militari semplicemente attraversandoli. Ovviamente non riesco a vedere nulla di più che delle vaghe scariche di elettricità statica che sembrano possedere una forma umana. Così decidono di chiamare Mark Clyne, ricercatore che sviluppa nuove armi per il governo, una specie di Tony Stark governativo, per semplificare. Il buon dottore, così, va in Moldavia dotato della sua migliore tecnologia per scoprire chi o cosa sta uccidendo i militari statunitensi.
Questa, in breve, la trama di Spectral, film di fantascienza di Nic Mathieu distribuito da Netflix. Nonostante la presenza di un personaggio come Clyne, stringi stringi il film si regge essenzialmente sul ritmo incessante e gli ottimi effetti speciali, mentre a livello di trama cavalca il nuovo periodo di tensione tra USA e Russia per costruire una storia che sembri credibile, ma che come al solito si riduce all'essenziale: gli altri combinano i guai e poi arriviamo noi americani, soli al mondo e decimati dalle circostanze, a risolvere la situazione.
Nel mentre della visione, però, si resta catturati dal flusso, per cui il pensiero, che pure nasce durante il discorso del generale statunitense a ciò che resta del suo esercito, viene rapidamente accantonato, travolto dal ritmo cinetico e dalla scoperta scientifica dietro questi misteriosi esseri evanescenti: il condensato di Bose-Einstein.

domenica 19 gennaio 2020

Topolino #3347: Scacco matto

Si conclude Corto circuito, la nuova saga del nuovo corso di Double Duck. Nonostante tutto l'impegno profuso nei singoli episodi, la saga nel suo complesso risulta un po' deludente e, in qualche modo, un passo indietro rispetto quanto fatto da Tito Faraci nella storia precedente di DD.
Veloce, forse troppo
Internal error è, in effetti, tecnicamente buona, grazie a un paio di passaggi narrativamente interessanti: Fausto Vitaliano, infatti, mette in scena un parallelo narrativo tra i due principali rappresentanti di Actinia che inscenano una rivalità uno contro l'altro senza sapere di far parte della stessa società segreta.
Il vero e grosso difetto della storia, e alla fine anche della saga nel suo complesso, è però nel ritmo, decisamente eccessivo. L'idea di ottenere la collaborazione di Red Primorose/Kay K da parte di Paperino potrebbe anche essere buona, ma viene ottenuta in maniera eccessivamente rapida, come se il piano per "incastrarla" e così "costringerla" ad allearsi con DD fosse già preparato e non improvvisato come lascerebbe intendere la storia. Inoltre le operazioni di infitrazione delle due spie nella banca e nel canale televisivo di informazione gestiti da Actinia risultano eccessivamente rapidi e semplici, senza alcuna preparazione e di questi il piano di Paperino è quello più improvvisato e assurdo. Infine l'influenza di Rockerduck sull'Agenzia viene bellamente dimenticata, trascurando così uno degli elementi più interessanti introdotti da Faraci nella serie.
Nel complesso un'operazione superficiale, che sembra voler essere una parodia del genere spionistico senza però esserlo fino in fondo, e che vede come unica nota positiva gli ottimi disegni di Stefano Zanchi. Ora non ci resta che attendere speranzosi che il prossimo sceneggiatore di DD non sia Vitaliano.

sabato 18 gennaio 2020

Born Again

Si è conclusa, un paio di mesi fa, la ristampa integrale del Daredevil di Frank Miller. Giunto a bordo della rivista come disegnatore sul #158 per affiancare lo sceneggiatore Roger McKenzie, ne ha ben presto preso le redini complete, aggiungendo al cast un personaggio iconico come Elektra e trasformando Bullseye nel suo principale avversario. Quest'ultimo, peraltro, era stato creato appena tre anni prima dell'arrivo di Miller su Dare Devil: erano stati Marv Wolfman e John Romita sr. a crearlo sul #131. Altro personaggio che ha giocato un ruolo fondamentale nel Devil di Miller è stato Wilson Fisk, meglio noto come Kingpin, signore del crimine di New York che aveva iniziato la sua attività criminale sulle pagine di Amazing Spider-Man #50. Ed è proprio quest'ultimo a giocare un ruolo fondamentale in Born Again (o Rinascita), la saga con cui si è chiuso il contributo di Miller a Daredevil, anche se non al personaggio.

venerdì 17 gennaio 2020

Una minima collezione dedicata al re del mistero

E' venerdì. E' 17. Il giorno giusto per scrivere di corvi e gatti neri. Anche se non è novembre.
Che cosa mi ha spinto ad acquistare il libriccino leggero e veloce in lettura dal titolo Minima. 7 racconti neri e uno bizzarro? Soprattutto considerando che è una raccolta di racconti di Edgar Allan Poe di cui, da qualche parte, ho un mammut con una selezione decisamente molto corposa dei suoi racconti? Innanzitutto la copertina a metà strada tra l'ironico e l'irriverente. Quindi l'ottimo lavoro di grafica, quello realizzato per i titoli dei racconti, e quello per la quarta di copertina. E infine le bellissime illustrazioni che accompagnano ciascun racconto, pensate non solo per accompagnarlo, ma per integrarsi completamente nel testo. Il grosso problema in tutto quanto scritto sopra è che AbEditore non accredita nessuno dei lavori di cui sopra, i cui autori andrebbero, vista la cura messa, indicati come coautori della raccolta.
Questa carenza di informazioni, però, non mina la piacevolezza di leggere e, nel caso dei due iniziali, rileggere i racconti della raccolta. Il barile di Amontillado e Il cuore rivelatore, che già conoscevo facendo parte del mammut citato prima, sono due pezzi squisitamente noir, una discesa nella follia e nel cuore nero dell'essere umano. Non sono da meno neanche gli altri cinque racconti che costituiscono la sezione nera del libercolo, alcuni dei quali anche con alcune piccole influenze del fantastico, come Il ritratto ovale o Il gatto nero.

giovedì 16 gennaio 2020

Un anno da assassino

Rudolf Hess è stato un gerarca nazista. Forse non come altri, ma pur sempre un gerarca nazista. Era il numero tre del partito, dopo Hitler e Göring, anche se veniva escluso dalle riunioni dove venivano prese le decisioni più importanti. Certo il suo segretario, Martin Bormann, era sempre presente e d'altra parte, nonostante fosse considerato un moderato, non protestò contro l'invasione della Polonia, che diede il via Purtroppo alla seconda guerra mondiale.
Suo medico personale era Georg Groscurth, ma a differenza di Hess non era nazista, tutt'altro: era un membro attivo della resistenza e utilizzò la sua posizione di vicinanza a Hess per salvare molte persone durante il regime nazista. Purtroppo, come capita a chi resiste, Groscurth venne arrestato: era il 4 settmebre del 1943. La sua condanna a morte venne firmata dai giudici Roland Freisler e Hans-Joachim Rehse per poi essere portata a termine l'8 maggio del 1944.
Dei due giudici, Rehse, l'unico sopravvissuto alla guerra, venne assolto dall'accusa di crimini di guerra: il tribunale che lo giudicò era quello della Repubblica Federale Tedesca, la Germania Ovest, per intenderci. Nel frattempo la vedova di Georg, Anneliese Groscurth, anch'essa medico, chiese a più riprese giustizia per il marito. La risposta della democrazia fu renderle sempre più complicato il suo lavoro di medico e, di conseguenza, il suo compito di madre, con due giovani orfani da tirare su. Insieme ai due figli, però, Anneliese ospitava ogni tanto in casa il piccolo Friedrich Christian Delius che, diventato uno scrittore, decise di raccontare la storia di Anneliese.
La scelta del genere, però, non ricadde sul documentario giornalistico, ma sul romanzo: il protagonista del quale era uno studente che, subito dopo l'assoluzione di Rehse, decise di farsi carico di un compito gravoso, quello di uccidere il giudice nazista. Si diede un anno di tempo per prepararsi e preparare un piano accurato, durante il quale ricostruì tutta la vicenda, avvicinandosi ad Anneliese. In effetti è proprio lei la vera protagonista del romanzo, ancora di più del marito, che nonostante tutti i problemi che uno stato che si autodefiniva democratico, non perse mai la forza.
Il merito del romanzo, dunque, è quello di raccontare la storia dei Groscurth, che dedicarono la loro vita agli altri, resistendo contro i soprusi dei regimi nei quali vissero. Vorrei, però, chiudere con una piccola osservazione che mi aveva fatto notare mia sorella quando lo lesse: nel momento in cui scrivo su it.wiki le voci dedicate ai coniugi Groscurth sono completamente assenti, mentre quella di Hess è presente. Inoltre nella voce in italiano di Delius Il mio anno da assassino non viene neanche citato (certo non lo è neanche in quella in inglese). Speriamo che qualcuno vi porrà prima o poi riparo.

martedì 14 gennaio 2020

We are happy

L'altro giorno si discuteva a pranzo dell'applicazione tik tok, molto in voga tra gli adolescenti in questo periodo. La cosa divertente è che, pensandoci un po' su, in fondo non è molto diverso da quel che si faceva (e qualcuno probabilmente ancora fa) qualche anno fa su YouTube: a cambiare sono solo i tempi di fruizione, che si stanno riducendo parecchio. Per cui, secondo me, vale la pena citare il vecchio progetto We are happy, lanciato da Pharrell Williams che ha invitato le persone comuni in giro per il mondo a girare un video in cui mostrare i propri concittadini in momenti felici e divertenti. Come nel caso del video di Lecce qui sotto, che ho scelto essenzialmente perché girato da adolescenti:

lunedì 13 gennaio 2020

Il dono di Svet

Svetlana Tereskova è una poliziotta newyorkese. E' una dei tanti russi nati in terra statunitense dopo che la Russia, in alleanza con la Cina, ha invaso il suo storico avversario dopo che la crisi dei missili cubani del 27 ottobre del 1962 si svolse in maniera leggermente differente rispetto a quanto avvenuto nel nostro mondo.
Quella congegnata da Donato Altomare per Il dono di Svet è una storia di fantapolitica decisamente molto interessante, in linea con La svastica sul Sole di Philip Dick, e che utilizza un rappresentate di uno dei due regimi che controllano gli Stati Uniti per immaginare, nel 2008, un mondo in cui non sono stati i valori del capitalismo statunitense, ma quelli del comunismo sovietico ad aver vinto e influenzato tutto il pianeta. Altomare, infatti, non contento di raccontare i cambiamenti politici statunitensi, getta anche uno sguardo, per quanto fugace, sull'Europa e l'Italia. L'effetto conclusivo è quello di descrivere un mondo nella sua essenza non molto diverso dal nostro, con criminalità spicciola da un lato, grandi complotti dall'altro e la nascita della resistenza degli americani contro gli oppressori, in particolare quelli cinesi. Altomare, infatti, se da un lato recupera lo spirito libertario degli Stati Uniti, rappresentato proprio dai ribelli, dall'altro punta decisamente il dito contro il sistema politico cinese.
Lo scrittore italiano, però, condisce tutto questo con i poteri di Svet: la donna, infatti, è in grado, grazie ai sogni, di estrarre l'energia radioattiva dai nuclei per modificare il tempo, scegliendo il mondo che in quel momento il suo subconscio ritiene il migliore tra i molti possibili. Questo potere, però, è anche il punto debole di tutto il romanzo, visto che la risoluzione di ognuna delle situazioni difficili in cui Svet si trova invischiata genera un paradosso che, in un paio di casi, risulta decisamente irrisolto. A parte questo, la lettura del romanzo risulta piacevole e divertente ed è un vero peccato che l'autore non abbia prestato maggiore attenzione ai paradossi temporali presenti nel testo.

domenica 12 gennaio 2020

Topolino #3346: Spie, archeologi e coboldi

Le due serie al momento in pubblicazione su Topolino, Corto circuito all'interno della serie Double Duck, e Young Indiana, proseguono con il secondo episodio, mentre inizia una nuova saga temporale, Un salto nel tempo. Andiamo, però, con ordine e immergiamoci nelle atmosfere spionistiche di DD.
Una notte al museo
Nemici ovunque inizia e finisce al Museo della scienza e della tecnica di Paperopoli. Fausto Vitaliano porta avanti due linee narrative differenti: i sospetti di Paperino nei confronti praticamente di chiunque, e questo solo per un centinaio di persone nelle file di Actinia, e la sfida con Red Primrose, la vecchia Kay K, che vuole tenere Double Duck lontano dai giochi per poter portare a termine una ricca rapina.
La situazione, dunque, viene decisamente complicata e per il povero Paperino sarà già tanto riuscire a risolvere i suoi problemi con la vecchia collega: abbastanza scontato, allora, attendersi che la sfida con Actinia sia solo all'inizio. Niente da aggiungere, invece, su Stefano Zanchi che sta attraversando una stagione di forma particolarmente efficace.

sabato 11 gennaio 2020

Il mondo oltre la diga

cc @Baopublishing @odrissey
E' abbastanza evidente, se ci soffermiamo sugli elementi essenziali della storia, che Il guardiano della diga di Robert Kondo e Dice Tsutsumi, giunto al secondo volume e portato in Italia dalla Bao Publishing, è una storia sulla crescita, l'esplorazione e la sfida che ci pone il mondo esterno alla protettiva cerchia familiare (intesa, in questo caso, in senso esteso, visto che il protagonista è un orfano).
Il mondo de Il guardiano della diga è, in qualche modo, post-apocalittico: gli abitanti della Valle dell'Aurora sono, infatti, confinati all'interno della valle, protetti da una diga gigantesca dotata di mulini a vento che li tiene lontani da un mondo esterno preda di una misteriosa e pericolosa oscurità che tutto consuma. Questa nebbia, però, inizia a diventare sempre meno frequente, ma il guardiano della diga, un giovane maialino che, tra un impegno scolastico e l'altro, ne ha cura nell'attesa dell'improbabile ritorno del padre, andato all'esterno per un misterioso motivo, spinto un po' dal sospetto di qualcosa di più terribile in arrivo, un po' dalla curiosità di vedere il mondo esterno, un po' dalla speranza di ritrovare il genitore, decide di affrontare il mondo oltre la diga. Ad accompagnarlo ci penseranno due suoi amici, un giovane ippopotamo un po' spaccone e una simpatica volpacchiotta.

venerdì 10 gennaio 2020

Il volo dei corvi di Odino

Altra fonte di ispirazione degli Amon Amarth è l'epica vichinga, in particolare gli dei asgardiani. Su tutti probabilmente l'album più noto della band, Twilight of the Thunder God, che poi sarebbe il buon Thor. Però anche nell'ultimo loro lavoro, Berseker, sono presenti molti riferimenti asgardiani già semplicemente scorrendo i titoli: come semplice esempio, la terza traccia è Mjölner, Hammer of Thor, giusto per ricollegarsi all'album citato prima. Appena tre posti sotto, però, la terza traccia Raven's flight, dedicata ai corvi di Odino:
Come what may, we hold our heads up to the sky
And know that we will never die
As long as Odin's on our side
I corvi sono spesso presi come esempio di animali individualisti, e forse per questo non è un caso che sono anche associati al buon Odino, ma in effetti si muovono anche loro in stormi, come ben dimostra lo splendido e inquietante Uccelli di Alfred Hitchcock, maestro del brivido in questo caso alle prese con una storia al limite del fantahorror e dell'ecofantascienza.
E d'altra parte, come scriveva Giosuè Carducci in San Martino:
sta il cacciator fischiando
su l'uscio a rimirar
tra le rossastre nubi
stormi d'uccelli neri,
com'esuli pensieri,
nel vespero migrar.
Che poi erano neri per via della distanza e non perché corvi la cosa ha poca importanza, ma d'altra parte vista l'atmosfera invernale della poesia è più che comprensibile pensare a quegli uccelli neri come a dei corvi.
Ritenuto tra gli uccelli più intelligenti del pianeta, il corvo è diffuso soprattutto in Eurasia, e possiede una caratteristica che condivide con altre specie di uccelli: è monogamo. Il corvo, però, è anche protagonista di un curioso paradosso:

giovedì 9 gennaio 2020

Ritratti: Walther Bothe

Tra le figure che hanno contribuito allo sviluppo della meccanica quantistica nei primi trent'anni del XX secolo è presente anche un fisico nucleare tedesco: Walther Wilhelm Georg Bothe.
Il suo contributo, di tipo sperimentale, alla fisica delle particelle è decisamente di tutto rispetto: allievo di personalità come Max Planck e Hans Geiger, Bothe, di ritorno dalla prima guerra mondiale dove si era arruolato volontario, ideò il metodo delle coincidenze, applicandolo allo studio di reazioni nucleari, effetto Compton, raggi cosmici, dualità onda-particella, ottenendo per questo il Premio Nobel per la fisica nel 1954. Quell'anno condivise l'importante riconoscimento con uno dei tanti allievi di Niels Bohr, il fisico teorico tedesco Max Born.
Tra l'altro i due fisici ebbero alcuni problemi durante il regime nazista, ma mentre Born, di origini ebree, fu costretto a emigrare in Gran Bretagna, Bothe fu "solo" costretto dal mivomento Deutsche Physik ad abbandonare il posto di direttore dell'istituto di fisica e radiologia dell'università di Heidelberg. A quel punto il fisico sperimentale era pronto ad abbandonare la natia Germania, ma per non perdere l'ennesimo talento gli venne offerto il posto di direttore dell'Istituto di fisica all'interno dell'Istituto Kaiser Wilhelm per la ricerca medica sempre ad Heidelberg. E fu qui che Bothe costruì il primo ciclotrone tedesco.
In particolare ad ostacolare Bothe furono Philipp Lenard, di cui Bothe sarebbe dovuto essere il successore, e Johannes Stark, che ne criticavano l'accettazione delle nuove teorie in voga, quella della relatività di Albert Einstein e quella in divenire della meccanica quantistica di Born e Planck. Ad ogni modo, nonostante queste forti opposizioni Bothe fece parte dell'Uranium Club (Uranverein), il progetto nucleare bellico della Germania naziasta sin dalla sua partenza nel 1939.
Non dovrebbe stupire la partecipazione di Bothe al programma: nonostante la Gestapo abbia aperto un'inchiesta sul fisico nucleare, Bothe era di fatto un patriota tedesco, come dimostra la sua precedente partecipazione alla prima guerra mondiale, quindi era inevitabile che, nonostante le divergenze di vedute con il nazismo, accettasse di collaborare a un progetto decisamente ambizioso come il programma nucleare tedesco.

mercoledì 8 gennaio 2020

Peccato non essersi visti

Una delle cose più belle del 2019 appena concluso è il discorso di Eric Cantona di quest'estate in accettazione dello Uefa president's award:

La cosa più bella di questo discorso erano, però, le facce di chi lo ascoltava, in particolare gli inquadrati Messi e Ronaldo, che mostravano il livello culturale delle persone che normalmente bazzicano nello sport in generale e nel calcio in particolare. Cantona, infatti, ha citato il Re Lear di William Shakespeare.
D'altra parte Cantona dal 1995 ha intrapreso una abbastanza ricca carriera da attore il cui fiore all'occhiello, almeno per il sottoscritto, è Il mio amico Eric, film coprodotto dallo stesso Cantona e diretto dal grande Ken Loach. Ed è proprio qui che volevo arrivare, visto che è arrivato da poco nelle sale cinematografiche l'ultima fatica del regista britannico, Sorry we missed you.

martedì 7 gennaio 2020

I camminatori del cielo

Sin dalla prima pellicola, nota semplicemente come Guerre stellari, o Star Wars in originale, con cui poi verrà chiamata l'intera saga, Luke Skywolker era un nome immediatamente evocativo. In un certo senso lo si potrebbe rendere come la luce che cammina nel cielo. D'altra parte Luca, secondo alcuni studiosi, deriva dal latino lux, luce, anche se per altri deriva da lucas, abbreviazione di lucanus, ovvero proveniente dalla Lucania. D'altra parte lo stesso termine Lucania potrebbe provenire dal sanscrito luc, che vuol dire proprio luce, così teniamoci per buona la nostra luce che cammina nel cielo senza iniziare a ricamare sulle possibili origini lucane di Luke Skywalker!

domenica 5 gennaio 2020

Un buon 2020 con Topolino #3345

Il primo numero di Topolino del 2020 viene inaugurato con la terza copertina di seguito di Andrea Freccero che vede Double Duck che brinda al nuovo anno. D'altra parte la storia d'apertura è dedicata proprio alla nuova saga dell'identità da spia di Paperino, Corto circuito.
Le spie sono tutte intorno a te
Dopo il nuovo inizio realizzato da Tito Faraci, proseguono le avventure di Double Duck con il nuovo status dell'Agenzia, ancora più clandestina di prima. DD è, tra l'altro, l'unica delle altre due serie alternative a essere rimasta sulle pagine di Topolino, visto che sia Wizards of Mickey sia PK sono finiti su Topolino fuoriserie nel formato cartonato.
Con Elemento zero, primo dei tre episodi di Corto circuito, Fausto Vitaliano riporta in vita Actinia, il gruppo di terroristi che sembrava essere stato sgominato alla fine di Reboot. Vitaliano, che inizia con un Paperino indaffaratissimo a sbarcare il lunario con ben tre lavori differenti, intercetta perfettamente la paranoia imperante su spie e terroristi. Questi vengono infatti rappresentati come persone comuni, gente normale che cammina per i fatti propri, come osserva Paperino nella prima parte della storia.
Questa è, ovviamente, solo la prima delle complicazioni che Vitaliano ha iniziato a impostare per Paperino/Double Duck in una storia molto ben disegnata da Stefano Zanchi, che avevamo già visto all'opera nella seconda e terza parte di Reboot. Il giovane disegnatore conferma quanto di buono scritto in precedenza e, per ora, anche questo primo episodio risulta sufficientemente interessante da voler attendere con curiosità il seguito di Corto circuito.

giovedì 2 gennaio 2020

Quello che fu

Non amo scrivere degli anni passati, ma questa volta mi sembra che possa essere utile. Questo 2019 appena passato è stato in qualche modo una corsa, un modo per dimostrare a me stesso che stavo reagendo a quanto era accaduto nel 2017. L'obiettivo minimo che mi ero prefisso era, infatti, quello di ripetere il numero di post dello scorso anno, ma alla fine sono addirittura riuscito a raggiungere e superare il risultato ottenuto nel 2010, giungendo a un articolo dal 2008. Anche con il Caffè del Cappellaio Matto la situazione è stata piuttosto rosea e ho anche ripreso a scrivere in inglese, sia su Doc Madhattan sia per Mathematics in Europe. Il tutto, ovviamente, mentre anche le attività per l'INAF e l'Osservatorio Astronomico di Brera sono andate nel modo migliore possibile.
Sono riuscito a portare a termine il 2019 con una certa costanza e precisione, cercando di mantenere un buon ritmo per mantenere vive le tre rubriche principali che ho in corso: Ritratti, Rompicapi di Alice e Grandi domande della vita. A queste tre ho affiancato anche le Particelle musicali, aperiodica rispetto alle altre, che metto in piedi quando capita.
Alla fine tutto bene, vero? Purtroppo non è esattamente così, e non c'entra tanto l'ombra del lutto, ma altre situazioni, alcune che si sono trascinate negli ultimi 14 mesi e che non hanno soddisfatto, e altre che sono legate all'incertezza sul futuro, quello sul lavoro. Sarà un 2020 complicato, lo so già (in mezzo ci sarà anche un cambio di casa). Un 2020 in cui dovrò districarmi con pazienza e curare alcune ferite che il 2019 e poco più ancora mi hanno lasciato, ma per ora cerco di mantenere l'ottimismo. In fondo il nuovo anno è appena iniziato, e anche se mi hanno insegnato che onestà e sincerità non contano nulla, onestamente cercherò di non tenerne conto.