Stomachion

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domenica 13 agosto 2023

Topolino #3533: Torniamo a parlare di cose belle (più o meno)

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Dopo aver saltato due numeri, il #3531 e il #3532 (quest'ultimo perché l'ho letto sul treno mercoledì scorso mentre viaggiavo verso la Calabria), ritorno a scrivere le solite due righe sul Topolino in edicola. La storia d'apertura è Il seminatore di discordie, che segna il ritorno di Wizards of Mickey su Topolino. Personalmente ho atteso questa storia con grandi aspettative, questo perché la storia porta la firma di Luca Barbieri, in questa occasione affiancato da un ottimo Marco Palazzi. Barbieri, infatti, è l'autore che, su Topolino fuoriserie, prese in mano WoM realizzando una storia bella e appassionante che è riuscita anche a far passare senza troppi storicimenti di naso tutti quegli elementi pessimi della saga originale. Per cui potete immaginare la delusione a leggere una storia breve, scritta decisamente un po' troppo di fretta, e ricca di così tante idee che sarebbe stata decisamente più efficace come saga a puntate e non come episodio autoconclusivo di, peraltro, una ventina di pagine.
Finisono qui le cose non tanto belle del numero. Le due chicche di questo #3533 sono sicuramente il secondo episodio de Il cieli di Farmtown e il quinto e ultimo episodio di Blue Peaks Valley.

domenica 31 luglio 2022

Topolino #3479: Il re del Klondike

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Potrei anche chiuderla qui, la recensione. Il titolo dice già tutto. Il re del Klondike è, infatti, il titolo che Marco Gervasio ha dato alla storia con cui si conclude Topolino #3479, la migliore dell'albo. Non solo: la migliore scritta da Gervasio. Non solo perché stuzzica i lettori con riferimenti barksiani e donrosiani evidenti sin dal titolo e dal tema della storia, o perché stuzzica i lettori abituali del Topo perché di fatto lega la storia a quelle che ha recentemente scritto per il settimanale disneyano, ma soprattutto perché è il primo autore italiano che riporta Doretta Doremì in una storia di Paperone in maniera seria e convincente, riprendendo l'interpretazione del personaggio fornita da Don Rosa. E poi, cosa non trascurabile, finalmente abbandona il Paperone martiniano per una caratterizzazione più tridimensionale del personaggio. E vediamo, poi, il Paperone che vorrebbe vedere Brigitta, ma che non vedrà mai, e sappiamo, ora esplicitamente, perché ciò non accadrà.
Gervasio, però, è anche riuscito a enfatizzare una caratteristica dei due personaggi che li ha al tempo stesso avvicinati e allontanati: l'orgoglio. Inoltre è anche riuscito a cogliere una sfumatura che da l'idea dell'humus in cui i due sono cresciuti: quel sentirsi in debito con qualcuno per via di un favore ricevuto. Non è solo un pensiero tipico di una certa generazione, ma anche di un ambiente particolare, quello della piccola criminalità, un mondo fatto di favori concessi per secondi fini, debiti che vengono riscossi, il mondo in cui, nel Klondike, si è mossa proprio Doretta e, in parte, anche Paperone.

domenica 19 giugno 2022

Topolino #3473: Sulle dita di una mano

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Le storie di Roberto Gagnor, limitandosi a quelle uscite su Topolino, che a conti fatti non ho gradito si possono raccogliere sulle dita di una sola mano. E tra queste, come mi aspettavo, c'è anche la Paperiliade. E questo perché è in qualche modo figlia della Topodissea, che per quanto gradevole fosse come parodia, personalmente non mi aveva convinto completamente.
I problemi principali sono i modernismi, usati anche in questa occasione in maniera un po' eccessiva, e un eccessivo umorismo che toglie qualunque senso di epicità alla storia, rendendo di fatto vano il lavoro di Paolo Mottura alla copertina che trasmette al lettore qualcosa che non troverà nella storia. Ci sono, però, alcuni elementi che invece mi fa piacere rilevare in positivo. Innanzitutto Paperino, che interpreta Achille, in questo caso il Paperide Paperachille, l'eroe dei paperachei, valorosissimo guerriero, cosa che ovviamente fa piacere. Ovviamente Gagnor sfrutta le caratteristiche di Paperino, in particolare il suo caratteraccio. E dall'altro lato, quello di troia, ecco Topolino interpretare Ettore, o meglio Topoettore (personalmente avrei optato per Topettore), che oltre al valore di combattente sul campo, si mostra come uno dei pochi intenzionato a trattare per porre fine a una guerra di lungo corso.
Proprio la guerra risulta l'elemento più difficile da affrontare da parte degli autori, ma Gagnor, ottimamente supportato da Alessandro Perina, che si mostra con un tratto particolarmente plastico e agile per l'occasione, mostra al lettore delle ammucchiate abbastanza innocue in cui i due eserciti semplicemente se le danno di santa ragione. E proprio nel corso della lunga battaglia che prende quasi tutta la seconda parte del primo libro abbiamo uno dei momenti più belli di tutta la storia con il monologo di Topoettore contro la guerra.

domenica 12 giugno 2022

Topolino 3472: Nel segno di Margherita Hack

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Margherita non sopportava l'oroscopo e non capiva come così tante persone credessero che la giornata potesse essere influenzata dalle stelle. Così, quando le chiedevano di che segno fosse, lei rispondeva senza dubbi: "Sono del segno del gatto, almeno scelgo l'animale che più mi assomiglia".
Questa è una delle dieci cose da sapere che Federico Taddia ha messo insieme nel suo articolo La mia amica Margherita con il quale ricorda la figura di Margherita Hack, la grande astronoma e divulgatrice scientifica italiana che oggi 12 giugno 2022 avrebbe compiuto 100 anni. Come lo stesso Taddia ha ribadito nel corso della diretta che con EduINAF abbiamo dedicato al ricordo della sua figura, è oggi più che mai necessario ricordare chi era e ciò che ha fatto a nove anni dalla sua scomparsa, avvenuta il 29 giugno del 2013. Da qui anche il titolo dell'usuale recensione topolinesca settimanale, ispirata proprio alla sua risposta. Che poi la costellazione del gatto, per un po' di tempo, è anche esistita, ma poi l'Unione Astronomica Internazionale ha deciso di non adottarla nella sua lista di 88 costellazioni.

domenica 22 agosto 2021

Topolino #3430: Un amore cosmico

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Dopo il ritorno di Reginella ad opera di Bruno Enna e Giada Perissinotto, la gestione del personaggio era stata assegnata a Vito Stabile. Le storie realizzate, però, non avevano convinto molto, e non solo per le premesse che si trascinavano dietro dalla conclusione della storia di Enna: sia Reginella sia Paperino si erano dimenticati l'una dell'altro, e questo per impedire che il loro amore diventasse distruttivo per Pacificus.
Mi rendo conto che mi sto riferendo a un sentimento presente solo nella saga originale di Reginella, visto che, forse per pressioni della redazione, l'amore tra i due era diventata amicizia, un po' più forte del normale ma sempre amicizia. Ovviamente questa cosa salta subito all'occhio del lettore, visto che è solitamente l'amore a creare problemi di questa portata, e non l'amicizia.
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domenica 7 marzo 2021

Topolino #3406: Rintronati

Il titolo della recensione dell'ultimo numero di Topolino non è solo un riferimento alla storia d'apertura, ma un po' anche ai contenuti del numero, che nel complesso non mi è sembrato così interessante (ma un po' me lo aspettavo). E questo nonostante Musicalisota si basi su una premessa molto stuzzicante e il resto del sommario presenti una chicca decisamente inaspettata. Andiamo, però, con ordine e iniziamo con la nuova saga musicale topolinesca.
La musica a chi la sa fare
Rispetto a X-Mickey, la nuova saga con il gruppo rock di Qua è scritta decisamente con maggiore competenza e attenzione al mondo musicale. E d'altra parte la storia è frutto dell'ingegno di Giorgio Salati, che oltre a scrivere storie a fumetti (e non solo per Topolino, è anche un musicista.
L'episodio, Mai più rintronati, disegnato da Nico Picone, più che la prima puntata di Musicalisota ne è un prologo, visto che la saga vera e propria, la cui trama si basa sul primo tour della band, partirà solo tra diversi mesi. La storia parte da una sorta di blocco creativo di Qua in fase di scrittura e dal suo desiderio di smuovere un po' la situazione. Ci penserà il primo concerto dei Rintronati presso lo Sbadaboom Rock Museum, gestito da un roadie, ovvero, come ci spiega Salati nella storia, uno degli addetti al montaggio delle impalcature del palco dei concerti. L'atmosfera e l'ambientazione della storia, invece, ricorda i classici posti dove si esibiscono gruppi medio piccoli, soprattutto agli inizi della loro carriara: sale raccolte con un'acustica ottima per divertirsi, ma anche, volendo, potersi godere il concerto un po' scostati dalla folla senza perdersi nemmeno una nota. Una cantina, come nel caso dello Sbadaboom, che in un certo senso ricorda un circolo Arci o, per arredamento, il Fermento, storico locale milanese dove si poteva mangiare un boccone nell'attesa dell'inizio del concerto. Peraltro il Fermento, anche se non a Milano, è anche una delle tappe del tour dei Rintronati. Che però non si chiameranno più Rintronati: è, infatti, partito un concorso tra i lettori per suggerire un nuovo nome alla band tra cinque alternative. Presto scopriremo il nuovo nome dei Rintronati, ma nel frattempo vi lascio con la voce di Joe Sal, ovvero proprio Giorgio Salati!

sabato 27 febbraio 2021

Topolino #3405: Solitudini

Il nuovo numero di Topolino è caratterizzato, almeno nelle due storie d'apertura, proprio dal concetto di solitudine, in entrambi i casi raccontato da Marco Nucci. La cover story, in particolare, ha anche un riferimento esplicito. La solitudine del quadrifoglio, disegnata da Stefano Zanchi, è, almeno nel titolo, una sorta di parodia a La solitudine dei numeri primi (non avendo letto il romanzo, non saprei giudicare) di Paolo Giordano.
Come evidente, la storia, di cui questa settimana leggiamo la prima puntata, si concentra sul fortunato Gastone, che all'improvviso si rende conto di non essere amatissimo dai parenti. E così decide di cambiare aria, contando sul fatto che nessuno noterà la sua assenza pensando che abbia vinto l'ennesimo viaggio all'estero. Nucci prova a recuperare, così, un personaggio sostanzialmente antipatico calandolo in un contesto completamente nuovo, con nuove amicizie e uno stile di vita completamente differente rispetto al precedente.

domenica 2 febbraio 2020

Topolino #3349: Al cuore del mistero

In effetti le tre storie principali di questo Topolino #3349 vanno tutte al cuore di un qualche mistero. Iniziamo con il mistero legato al Manuale delle Giovani Marmotte.
Un concentrato di conoscenza
Il gruppo di scout delle Giovani Marmotte fa il suo esordio nel 1950 sulle pagine di Paperino e l'E.S.S.B. di Carl Barks. Quest'ultimo viene anche considerato come l'ideatore del Manuale utilizzato dalle GM come piccolo tomo di consultazione contentente praticamente tutto lo scibile umano (o quanto meno un suo sunto). Barks utilizza uno strumento di questo genere, senza però nominarlo come Manuale delle GM, in Zio Paperone pesca lo Skirillione del 1954, ma è in Paperino novello pioniere, pubblicata nel 1953, di Carl Fallberg e Jack Bradbury che viene nominato per la prima volta il mitico Manuale.
Successivamente arrivò Don Rosa che si occupò del Manuale in maniera più estensiva, prima aggiungendo le sue origini e successivamente il ruolo che rivestì nella fondazione del corpo delle Giovani Marmotte: il Manuale, infatti, venne redatto da Fenton Penworthy come sintesi dei volumi sopravvissuti della perduta Biblioteca di Alessandria. Conservato nella caverna sottostante al Forte Paperopoli, venne ritrovato da Cornelius Coot, fondatore della città, e da questi affidato al figlio Clinton Coot, che lo utilizzò come guida per il corpo delle Giovani Marmotte, di cui era il fondatore.

domenica 19 gennaio 2020

Topolino #3347: Scacco matto

Si conclude Corto circuito, la nuova saga del nuovo corso di Double Duck. Nonostante tutto l'impegno profuso nei singoli episodi, la saga nel suo complesso risulta un po' deludente e, in qualche modo, un passo indietro rispetto quanto fatto da Tito Faraci nella storia precedente di DD.
Veloce, forse troppo
Internal error è, in effetti, tecnicamente buona, grazie a un paio di passaggi narrativamente interessanti: Fausto Vitaliano, infatti, mette in scena un parallelo narrativo tra i due principali rappresentanti di Actinia che inscenano una rivalità uno contro l'altro senza sapere di far parte della stessa società segreta.
Il vero e grosso difetto della storia, e alla fine anche della saga nel suo complesso, è però nel ritmo, decisamente eccessivo. L'idea di ottenere la collaborazione di Red Primorose/Kay K da parte di Paperino potrebbe anche essere buona, ma viene ottenuta in maniera eccessivamente rapida, come se il piano per "incastrarla" e così "costringerla" ad allearsi con DD fosse già preparato e non improvvisato come lascerebbe intendere la storia. Inoltre le operazioni di infitrazione delle due spie nella banca e nel canale televisivo di informazione gestiti da Actinia risultano eccessivamente rapidi e semplici, senza alcuna preparazione e di questi il piano di Paperino è quello più improvvisato e assurdo. Infine l'influenza di Rockerduck sull'Agenzia viene bellamente dimenticata, trascurando così uno degli elementi più interessanti introdotti da Faraci nella serie.
Nel complesso un'operazione superficiale, che sembra voler essere una parodia del genere spionistico senza però esserlo fino in fondo, e che vede come unica nota positiva gli ottimi disegni di Stefano Zanchi. Ora non ci resta che attendere speranzosi che il prossimo sceneggiatore di DD non sia Vitaliano.

domenica 12 gennaio 2020

Topolino #3346: Spie, archeologi e coboldi

Le due serie al momento in pubblicazione su Topolino, Corto circuito all'interno della serie Double Duck, e Young Indiana, proseguono con il secondo episodio, mentre inizia una nuova saga temporale, Un salto nel tempo. Andiamo, però, con ordine e immergiamoci nelle atmosfere spionistiche di DD.
Una notte al museo
Nemici ovunque inizia e finisce al Museo della scienza e della tecnica di Paperopoli. Fausto Vitaliano porta avanti due linee narrative differenti: i sospetti di Paperino nei confronti praticamente di chiunque, e questo solo per un centinaio di persone nelle file di Actinia, e la sfida con Red Primrose, la vecchia Kay K, che vuole tenere Double Duck lontano dai giochi per poter portare a termine una ricca rapina.
La situazione, dunque, viene decisamente complicata e per il povero Paperino sarà già tanto riuscire a risolvere i suoi problemi con la vecchia collega: abbastanza scontato, allora, attendersi che la sfida con Actinia sia solo all'inizio. Niente da aggiungere, invece, su Stefano Zanchi che sta attraversando una stagione di forma particolarmente efficace.

domenica 5 gennaio 2020

Un buon 2020 con Topolino #3345

Il primo numero di Topolino del 2020 viene inaugurato con la terza copertina di seguito di Andrea Freccero che vede Double Duck che brinda al nuovo anno. D'altra parte la storia d'apertura è dedicata proprio alla nuova saga dell'identità da spia di Paperino, Corto circuito.
Le spie sono tutte intorno a te
Dopo il nuovo inizio realizzato da Tito Faraci, proseguono le avventure di Double Duck con il nuovo status dell'Agenzia, ancora più clandestina di prima. DD è, tra l'altro, l'unica delle altre due serie alternative a essere rimasta sulle pagine di Topolino, visto che sia Wizards of Mickey sia PK sono finiti su Topolino fuoriserie nel formato cartonato.
Con Elemento zero, primo dei tre episodi di Corto circuito, Fausto Vitaliano riporta in vita Actinia, il gruppo di terroristi che sembrava essere stato sgominato alla fine di Reboot. Vitaliano, che inizia con un Paperino indaffaratissimo a sbarcare il lunario con ben tre lavori differenti, intercetta perfettamente la paranoia imperante su spie e terroristi. Questi vengono infatti rappresentati come persone comuni, gente normale che cammina per i fatti propri, come osserva Paperino nella prima parte della storia.
Questa è, ovviamente, solo la prima delle complicazioni che Vitaliano ha iniziato a impostare per Paperino/Double Duck in una storia molto ben disegnata da Stefano Zanchi, che avevamo già visto all'opera nella seconda e terza parte di Reboot. Il giovane disegnatore conferma quanto di buono scritto in precedenza e, per ora, anche questo primo episodio risulta sufficientemente interessante da voler attendere con curiosità il seguito di Corto circuito.

domenica 24 febbraio 2019

Topolino #3300: Di bastoni e barbabietole

Lo ammetto: non attendevo altro che il #3300 solo per la copertina di Andrea Freccero, che vorrei copertinista unico del Topo per almeno un paio di decenni. La bella copertina è, peralro, realizzata per introdurre Il bastone tubetano, storia esotica disegnata dal suo "allievo" Stefano Zanchi, che più passa il tempo, più diventa indistinguibile dallo stesso Freccero, il che forse non è proprio un punto di merito. Zanchi, però, è bravo quindi ha indubbiamente tutto il tempo per migliorare e magari introdurre elementi di distinzione nel tratto rispetto a quello di Freccero. D'altra parte fossero dello stesso livello gli epigoni di Giorgio Cavazzano forse non ci sarebbe ancora bisogno del maestro sulle pagine di Topolino.
Bando ai sentimentalismi, passiamo però alla storia d'apertura:
Un insolito sport
Con una storia dall'evidente gusto ciminiamo, Vito Stabile spedisce Paperino e Paperone nel Tubet, evidente riferimento al Tibet reale, in un villaggio sconsciuto da cui nessuno può più andare via a meno di non vincere una sfida nello sport locale: il wakayak, che può essere tradotto come football e che si gioca a cavallo di uno yak con un bastone legato a un piede con il quale colpire un pallone per farlo finire contro il gong dell'avversario.
Pur rilevando gli stessi difetti riscontrabili nella maggior parte delle storie di Topolino relativamente alla caratterizzazione abbastanza granitica e stantia dei personaggi disneyani, in particolare dei paperi, la storia di Stabile, ad ogni modo abbastanza fedele allo schema tipico delle avventure scritte da Rodolfo Cimino, risulta comunque una ventata di aria fresca, non solo per i riferimenti a altre saghe, come il flashback di mezza vignetta ambientato nell'universo di Paperino Paperotto, ma anche per un prefinale non scontato, che controbilancia il classico inseguimento tra zio e nipote con il quale si conclude la storia, senza dimenticare l'ottima caratterizzazione di Paperino durante la sfida di wakayak, che in qualche modo ricorda quella di Paperino ne L'odissea nello strazio di Nino Russo e Francesco Guerrini durante la sfida di rollerball.

sabato 18 agosto 2018

Topolino #3273: Fine di un'odissea

Si conclude con la seconda puntata la Topodissea ideata da Roberto Gagnor con i disegni di Donald Soffritti e iniziata settimana scorsa.
Tra Scilla e Cariddi
Il secondo e conclusivo episodio della Topodissea con il ritorno a Topolitaca risulta altrettanto divertente anche se più gradevole e per un paio di motivazioni: da un lato c'è la stessa prima puntata che, tra difetti e pregi, fornisce al lettore un punto di partenza con cui approcciare la storia; dall'altro le invenzioni di Gagnor risultano meglio inserite nel contesto storico, anche grazie a un uso molto più ridotto degli inglesismi. Potrebbe essere, allora, interessante per la più che probabile edizione in volume provare ad eliminarli, sostituendoli con termini in greco antico. Infine il finale dell'avventura, con l'esplicito invito alla lettura, chiaro marchio di fabbrica di Gagnor, arricchisce la parodia di un elemento forse scontato conoscendo lo sceneggiatore ma non per questo meno gradevole. D'altra parte Soffritti conferma quanto già scritto in precedenza pur con una storia più densa di vignette: particolarmente piacevoli risultano la quadrupla con Rockerione che scatena una tempesta contro Topodisseo e i suoi amici o quella del ritorno sulle coste di Topolitaca.

sabato 7 luglio 2018

Topolino #3267: Le nuove piccole papere e altre storie

Tra il 1992 e il 1993 Topolino pubblicò Piccole papere e Le piccole papere crescono, parodie dei romanzi di Louisa May Alcott realizzate da Claudia Salvatori e Lino Gorlero. A più di 25 anni di distanza, sul Topolino #3267, ecco un nuovo omaggio all'epopea delle donne della famiglia March realizzata questa volta da Marco Bosco e Silvia Ziche, che per l'occasione utilizzano il rodato gruppo di papere che più volte hanno già messo in campo: Nonna Papera, Paperina, Paperetta Yé-Yé, Miss Paperett e Brigitta.
Solo una parodia
In effetti è solo con questo mantra in testa che si riesce a mandar giù la scelta delle protagoniste. Le quattro piccole donne hanno, infatti, un'età compresa tra i 12 e i 16 anni e anche con tutta la buona volontà e un allargamento della fascia d'età, includere tra le piccole papere Brigitta risulta abbastanza complicato, anche perché la sua età "avanzata" è abbastanza manifesta per via del suo innamoramento per Paperon Laurenbek, evidentemente l'equivalente dell'altrettanto burbero James Laurence. Paperino, invece, è il nipote di Laurenbek, equivalente di Theodore Laurence, e in effetti ne interpreta una versione più matura, ma abbastanza coerente sia con il personaggio originale sia con Paperino stesso.
La scelta che fa storcere di più il naso è, però, l'interprete dell'anziana zia March, affidata a Doretta Doremì, per l'occasione diventata semplicemente zia Etta. Il problema non è tanto la presenza contemporanea delle due spasimanti di Paperone (anche se ultimamente l'amore in generale e quello con Doretta in particolare sembra che siano stati banditi da Topolino, come se i bambini, almeno in Italia, vivessero in famiglie felici ma senza amore!), o della precisa preferenza, per il ruolo di spasimante, di Brigitta, ma proprio per il trattamento del personaggio, che mal si adatta a interpretare la zia March.
Scelte dei personaggi a parte, la storia procede liscia, lineare e in maniera tutto sommato coerente con la trama del romanzo della Alcott: siamo comunque di fronte alla prima puntata delle Piccole grandi papere, ma gli elementi qui presentati sembrano preparare una storia bella e appassionante. Speriamo che Bosco riesca a mantenere le attese.

domenica 13 maggio 2018

Topolino #3259: Un salto nel cyberspazio e altre storie

La storia di apertura del Topolino #3259, che esce nella settimana del Salone del Libro di Torino è dedicata alla meccanica quantistica. Dinamite Bla e il meccanico quantistico è la nuova storia prodotta nel cappello di Topolino Comics&Science. Scritta da Fausto Vitaliano per i disegni di Stefano Intini, propone una serie di spunti interessanti, alcuni dei quali li ho esaminati con un certo dettaglio Al caffé dell Cappellaio Matto. Resta allora da vedere cosa è successo nel resto del numero.
Spia cyberpunk
Il secondo episodio di Nemici come prima, lasciato nelle capaci mani di Tito Faraci, sfocia nel cyberpunk grazie a un'ampia porzione della storia ambientata nel cyberspazio. Dotata di un buon ritmo e di dialoghi brillanti, scherza sugli appassionati di serie televisive, che grazie al nuovo modo di fruirle, sono sempre attenti a evitare gli spioler sulle stagioni che stanno seguendo, ritrovandosi ora a sviare una sesta, ora una decima, ora un'ottava stagione!
Ottima la prova di Stefano Zanchi: lo stile dinamico e l'ottima gestione di espressioni e movenze rende il segno particolarmente gradevole. Particolarmente efficaci sono, poi, gli agenti di Actinia: un florilegio di paperi, piccioni, pellicani con quell'acquilotto di Z a guidarli, che spuntano da ogni angolo delle vignette dove sono ritratti. Per contro si riconosce a stento il tratto, nonostante i crediti in fondo alla prima pagina: molto simile, infatti, lo stile a quello di Andrea Freccero.