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lunedì 17 giugno 2024

Topolino #3577: Tutto per la 313

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L'onda lunga di Paperino90 continua anche sul #3577, la cui copertina di Giuseppe Facciotto è dedicata ai campionati europei per nazionali iniziati in questi giorni. Le due storie d'apertura, invece, sono una lunga storia in due tempi dal macrotitolo Una amica a motore, dedicata come intuibile alla mitica vettura di Paperino.
Il suo esordio risale, senza targa, al 9 gennaio del 1937, data di distribuzione del corto animato Don Donald di Ben Sharpsteen. La versione a fumetti, invece, esordì il 9 agosto del 1939 in una striscia di Bob Karp e Al Taliaferro: se l'aspetto esteriore manteneva quello del corto d'esordio, c'era però un particolare aggiuntivo, la targa, quel mitico numero 313 diventato così iconico da essere anche il nome con cui Paperino e tutti i fan nel mondo la identificano.

domenica 2 febbraio 2020

Topolino #3349: Al cuore del mistero

In effetti le tre storie principali di questo Topolino #3349 vanno tutte al cuore di un qualche mistero. Iniziamo con il mistero legato al Manuale delle Giovani Marmotte.
Un concentrato di conoscenza
Il gruppo di scout delle Giovani Marmotte fa il suo esordio nel 1950 sulle pagine di Paperino e l'E.S.S.B. di Carl Barks. Quest'ultimo viene anche considerato come l'ideatore del Manuale utilizzato dalle GM come piccolo tomo di consultazione contentente praticamente tutto lo scibile umano (o quanto meno un suo sunto). Barks utilizza uno strumento di questo genere, senza però nominarlo come Manuale delle GM, in Zio Paperone pesca lo Skirillione del 1954, ma è in Paperino novello pioniere, pubblicata nel 1953, di Carl Fallberg e Jack Bradbury che viene nominato per la prima volta il mitico Manuale.
Successivamente arrivò Don Rosa che si occupò del Manuale in maniera più estensiva, prima aggiungendo le sue origini e successivamente il ruolo che rivestì nella fondazione del corpo delle Giovani Marmotte: il Manuale, infatti, venne redatto da Fenton Penworthy come sintesi dei volumi sopravvissuti della perduta Biblioteca di Alessandria. Conservato nella caverna sottostante al Forte Paperopoli, venne ritrovato da Cornelius Coot, fondatore della città, e da questi affidato al figlio Clinton Coot, che lo utilizzò come guida per il corpo delle Giovani Marmotte, di cui era il fondatore.

domenica 15 aprile 2018

Topolino #3255: un tesoro e un restyling

Mentre ancora è in valutazione il dove uscirà la recensione de L'orizzonte degli eventi, ecco arrivare l'ennesimo restyling nella lunga storia di Topolino. Accompagnato da un altrettanto canonico aumento di prezzo, vede il ritorno a un sommario corposo di storie, ben 6, di cui a conti fatti solo 3/4 sono di livello buono/discreto. Come già per L'orizzonte degli eventi anche per Il giro dei mondi in 80 giorni (siderali) di Fausto Vitaliano e Lorenzo Pastrovicchio mi riservo di scrivere una recensione cumulativa di fine parodia.
Prima di iniziare, due parole sul restyling:
Un nuovo vestito per il Topo
Anche se il buon Andrea Bramini ne ha scritto diffusamente, vorrei spendere anche io un paio di considerazioni. La prima cosa che salta all'occhio è la posizione dell'editoriale di Valentina De Poli, che occupa mezza pagina in condivisione con il sommario, e il nuovo font, presentato dalla stessa direttrice. La scelta è caduta su un carattere ad alta "leggibilità" studiato per i dislessici, l'EasyReading, utilizzato anche per il lettering delle storie. Sviluppato da un'azienda italiana a partire da un'idea del designer Federico Alfonsetti, è probabilmente la novità di punta del volumetto, cui seguono a ruota le modifiche grafiche ai redazionali. L'impostazione è molto più da "infografica" o da "album delle figurine", mentre a livello di contenuti risultano molto più frammentati e spezzettati rispetto agli anni precedenti, a parte l'articolo principale con l'intervista a Bebe Vio, che ha anche l'onore di avere uno "strillo" in copertina.
Nel complesso la nuova impostazione di Topolino, indubbiamente studiata per accogliere quanti più giovani lettori possibile, pur non dispiacendo, presenta forse due difetti di fondo: da un lato il seguire la cultura dei tempi, fatta di semplificazioni (non ci sono espliciti inviti ad approfondire, fatti salvi i riferimenti ai progetti scolastici), dall'altro il sommario ricco di storie (forse conseguenza della scelta di voler abbattere i costi redazionali che sta attraversando quasi tutte le pubblicazioni disneyane che li presentavano) che rischia di proporre ai lettori storie di qualità non sempre buona.
Ed è proprio alle storie che passo a dedicare il seguito di quest'articolo.

domenica 14 ottobre 2012

Il mondo scientifico di Don Rosa

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Finalmente, grazie a Comunicare Fisica, sono riuscito a vedermi con Piero Patteri, che mi ha consegnato nelle mani il volume "Don Rosa: A little something special" che il Papersera.net ha consegnato a Don nel 2011. Nel corposo volume di poco oltre le 480 pagine, è presente anche un articolo scritto a quattro mani dal sottoscritto e da Piero. E visto che si sta avvicinando "Lucca Comics&Science" (per la quale ancora non sono pronto...) ho ben pensato di riproporre questo articolo anche sul blog come tappa di avvicinamento all'evento. Nel frattempo, oltre a leggere il programma completo, passate da Roberto Natalini, che vi racconta un po' di retroscena. Il sottoscritto, che è stato gentilmente coinvolto dai due organizzatori (l'altro è Andrea Plazzi) sarà il primo giorno nelle due "conferenze" dell'1 novembre, alle 12 e alle 14.
E ora via alla lettura!


Le leggi fisiche del mondo reale si applicano in maniera molto approssimativa nel mondo dei fumetti. Spiaccicarsi, rimbalzare, colpirsi in scontri terribili ma innocui sono eventi comuni nelle strip, almeno a cominciare dalle mattonate tirate da Ignatz a Krazy Kat, sulla scia delle frenetiche sequenze delle comiche del cinema muto. Per questo motivo è davvero sorprendente, e anche divertente dal punto di osservazione di un fisico, che un artista dei fumetti riveli una costante attenzione a costruire le sue gag collocandole in un contesto fisico apprezzabilmente coerente.
Racconteremo le nostre sensazioni esplorando il mondo fisico di Don Rosa, sia nel viaggio nel mondo microscopico, in Zio Paperone: L'incerdibile avaro minuaturizzato, sia nel Sistema Solare in Zio Paperone: L'attacco delle orribili creature spaziali, entrambi temi che sembrano inevitabili nella carriera di un autore di fantascienza.
Dopo aver presentato alcune divertentissime gag ispirate al teletrasporto in Zio Paperone "su un piatto d'argento" approderemo infine nel territorio della Fisica Straordinaria in vigore in due storie di straordinaria originalità creativa: Paperino in Tempo rubato e Zio Paperone: Una questione di estrema gravità.

Nel mondo microscopico

La macchina riduttrice che appare in Zio Paperone: L'incredibile avaro miniaturizzato è una esplicita citazione della macchina di Carl Barks in Zio Paperone e il riduttore atomico, ma quella trovata dai paperi nella soffitta di Zio Paperone è difettosa, e il processo di rimpicciolimento, una volta avviato, procede indefinitamente.
Mentre nella storia di Carl Barks la riduzione delle dimensioni causa un repentino ribaltamento del ruolo cacciatore/preda trale formiche e i paperi, che sono salvati solo dal tempestivo intervento di Archimede Pitagorico, nella storia di Don Rosa, oltre alla scoperta di nuovi pericoli in un mondo sempre più piccolo, la prospettiva di una riduzione continua e incontrollabile accresce la tensione tavola dopo tavola. Zio Paperone e Paperino lottano a ogni livello, saltellando sulle monete del deposito come sui sassi di un ruscello, finché i vuoti tra di esse non le fa apparire come pareti scivolose di immense voragini, o scacciano un orribile pidocchio che presto diventa un mostro più grande di loro. Infine, tra la sporcizia nella tavola di un Bassotto, i germi che sembrano mostri mitologici come Medusa e Argo-dai-cento-occhi sono sul punto di sopraffarli e solo un intervento risolutore, un teatrale deus-ex-machina, può riuscire a salvarli.
Esplorando il nuovo ambiente alla ricerca di una via di fuga scoprono continuamente particolari della vita reale, come il sebo scivoloso su un capello, o la lanugine appiccicatasi sulla superficie di una prugna; si è tentati di dire che questi dettagli non aggiungono nulla alla trama, ma è proprio il loro essere 'superflui' che induce la sensazione che i paperi siano davvero finiti in un mondo straordinario, ma estremamente realistico. Così infine la possibilità di scappare saltando da uno spuntone all'altro della barba rasata non è un trucco inventato al momento, ma è un'opportunità costruita logicamente lungo tutta la storia.
Il susseguirsi precipitoso degli eventi ricorda talvolta le sequenze di inseguimento e fuga di Hitchcock, come in intrigo internazionale o La donna che visse due volte, e come nei film del Maestro del brivido, la conclusione balsa a sorpresa sugli spettatori/lettori, come Zio Paperone che riacquista le sue dimensioni sulle mani di un Bassotto.

Nello spazio cosmico

Ancora una volta, la sconsiderata accensione di un misterioso apparecchio influenza le proprietà fisiche del deposito di Zio Paperone. Questa volta perde il peso, e i paperi devono inseguirlo nello spazio, con la speranza di riuscire ad invertire il funzionamento dell'apparecchio.
I commenti all'edizione italiana di Zio Paperone: L'attacco delle orribili creature spaziali sottolineano l'omaggio alle classiche serie di fantascienza televisiva o cinematografica. Sebbene questo sia vero per quanto riguarda il tuffo nel tunnel dello spazio-tempo, che ricorda direttamente le saghe di Star Trek o Guerre stellari, noi pensiamo che una gran parte dei dettagli della storia siano un amorevole tributo a Paperino e il razzo interplanetario. Il viaggio dell'astronave nella fascia degli asteroidi e l'incontro con la famiglia di pescatori di minerali ricalca la sequenza di Luciano Bottaro.

sabato 22 ottobre 2011

Il sogno di una vita

Quando scrissi l'omaggio a Richard Matheson citai la storia di Don Rosa, Il sogno di una vita, una avventura per certi versi strana dove Paperino entrava nel sogno di Paperone grazie a un'invenzione di Archimede trafugata dai Bassotti. L'intento di questi ultimi era quello di carpire alla debole mente di Paperone la combinazione della porta blindata per la sala del denaro.
Quando successivamente vidi il film Inception (che ho anche visto di recente) pensai quasi immediatamente alla storia di Don Rosa: un gruppo di spie entrano, grazie all'ausilio di una macchina particolare e di un fluido realizzato ad hoc, nei sogni di alcune persone per rubare loro i segreti industriali richiesti dal committente. La storia realizzata da Christopher Nolan è ovviamente più complicata rispetto a quella di Don Rosa: c'è una prima missione che va male, il desiderio di riscatto del protagonista che affronta una impresa ritenuta impossibile (impiantare un'idea nella mente di una persona), e soprattutto il mondo del sogno, così diverso dai lidi favolistici del Sandman di Gaiman, è strutturato in livelli, ognuno via via più profondo dell'altro e più vicino all'essenza del sognatore, dove il tempo scorre in maniera sempre più concentrata. Le uniche preoccupazioni delle spie guidate da Di Caprio sono: non farsi scoprire troppo presto dal subconscio del sognatore che popola il sogno, farsi trovare preparati al momento della sveglia e non restare intrappolati nel mondo del sogno.
Per quel che riguarda i viaggiatori del sogno di Don Rosa, invece, la principale preoccupazione è quella di non finire troppo lontani da Paperone, il sognatore. L'area del sogno, infatti, è una circonferenza centrata sul sognatore e chi finisce nel bianco estremo, che ricorda quello che Paperino si rifiutò di popolare ne La storia (in)finita di Michelini e Dalla Santa, si sveglia improvvisamente.
Le comunicazioni tra Paperino e l'esterno avvengono quando questi si concentra e riesce a parlare nel sonno, mandando informazioni ai nipotini. Questi, magari sussurrando all'orecchio dello zione, magari con altri mezzi, cercano di modificare il sogno di Paperone, per aiutare i due parenti a sconfiggere i Bassotti.
Uno dei punti fondamentali della storia di Don Rosa, però, è che questa può essere per certi versi considerata come un riassunto della Saga di Paperon de Paperoni: il sogno di Paperone, infatti, è pieno di ricordi, incluso quello che poteva essere il più dolce ma che nemmeno nel mondo del sogno Paperone riesce a far andare bene, almeno fino al finale, fino alla sua seconda occasione!
L'uscita del film di Nolan, come avrete immaginato, suscitò una serie di commenti che accostavano il film con la storia di Don Rosa. Esempi su tutti boing boing, Slash film, Moviefone. Le immagini tratte dalla storia disneyana le ho scaricate dalla versione scannerizzata presente sulla fanpage Discneycomics.

giovedì 23 ottobre 2003

La cosa importante

L'importante è che non avvizzisca il cervello! Molti grandi uomini erano ancora attivi a novant'anni! E sapete perché erano rimasti giovani? Perché avevano ancora dei sogni da realizzare!
Voi, giovani "zucchevuote", dovreste vergognarvi! La qualità della vostra vita dipende da ciò che farete! Gli unici limiti alle avventure sono i limiti della vostra immaginazione!

(Zio Paperone, da D.U.C.K. - La saga di Paperon de Paperoni - capitolo 12: Il papero più ricco del mondo, by Don Rosa)

(Vedi anche [1376])