Stomachion

venerdì 31 luglio 2020

Rompicapi di Alice: Scambi di monete

Sylvie chiede consiglio al Professore. Egli sblocca la Porta d'Avorio per loro due e incontrano Bruno. Il Professore si vanta di aver ideato il nuovo Money Act dell'Imperatore, raddoppiando il valore di ogni moneta per rendere tutti due volte più ricchi, e mostra al narratore un orologio "Stravagante" (essenzialmente una sorta di macchina del tempo). Sylvie trova una lepre morta ed è inorridita nell'apprendere che gli esseri umani li cacciano.
Tra i molti rompicapi con cui Lewis Carroll deliziava i suoi ospiti, c'era quello del tizio che voleva acquistare il biglieto per il teatro, dal costo di uno scellino e sei pence. Aveva, però, in suo possesso solo uno scellino, così decise di andare al banco dei pegni, dove lasciò il suo scellino in cambio di nove pence e di una ricevuta. Successivamente vendette la sua ricevuta a un uomo incontrato per strada per 9 pence, ottenendo così la cifra necessaria per acquistare il biglietto del teatro.
La domanda che Carroll amava porre era allora
Chi ci rimise? E quanto?

mercoledì 29 luglio 2020

Le grandi domande della vita: i segreti di uno sterotto

Fa caldo. E sto letteralmente spostando e ristrutturando intere sezioni su Edu INAF, lavorando in maniera continuativa quasi senza prendere pause. Questo ha prodotto due effetti: scrivo poco, su Edu INAF e non solo, come avete visto nelle ultime settimane, e soprattutto ascolto molto Spotify. E visto che non sono un utente premium, mi becco la pubblicità, anche quella in cui Spotify ringrazia per l'ascolto.
In questo sicuramente molto famoso spot, vengono citati molti dispositivi realizzati appositamente per l'ascolto, come il vinile o le cassette (che mi sa che queste ultime siano poco note, a differenza dei primi che hanno avuto un ritorno di fiamma). Il messaggio, però, si conclude con una parola a metà strada tra il noto e l'ignoto, lo sterotto, "a sapere cosa fosse" conclude la signorina.
Già. Cos'è? Pensavo di saperlo, e invece non è lo spinotto (mannaggia a me!), ma qualcosa di meno tecnico: lo Stereo 8.

domenica 26 luglio 2020

Topolino #3374: Azione!

Il titolo portante della recensione domenicale del Topolino settimanale è un riferimento a tutte e tre le storie che, alla fine, ho deciso di recensire qui su DropSea. Partiamo, però, dall'azione, diciamo così, metaforica.
De' Paperoni S.p.A.
Nonostante Paperone possieda azioni di molte imprese sparse per il mondo, non esiste alcuna De' Paperoni SpA. Questo fatto viene finalmente stabilito ne L'azione risolutiva, nuovo episodio di Zio Paperone e l'alta finanza di Alessandro Sisti e Vitale Mangiatordi.
In questo caso la storia ruota intorno al concetto di Società per Azioni. In pratica questa è una società la cui proprietà è frazionata in forma percentuale in funzione di quante azioni ciascun socio possiede. Queste azioni possono essere generate o a partire da una costituzione iniziale in cui vengono messi insieme dei capitali iniziali, o perché una società preesistente, per ottenere liquidità, decide di diventare una S.p.A. Fondamentalmente è questo, spiega Paperone, il motivo per cui nessuna delle società che il magnate ritiene sue è una S.p.A.: preferisce controllare società altrui e non che altri contollino le sue.
La scoperta che effettivamente la vecchia De' Paperoni S.p.A. potrebbe non essere dismessa, porta i paperi verso una nuova avventura, questa volta di stampo ecologico, dove il concetto di azione gioca un ruolo fondamentale anche nel finale.

sabato 25 luglio 2020

Rusty Lake: Alla ricerca di se stessi

Quando ai tempi incrociai la serie su Kongregate, la snobbai, non solo preferendogli altre tipologie di gioco, ma altri giochi dello stesso genere: sto parlando della serie Cube Escape della Rusty Lake, una serie di videogiochi di genere punta e clicca appartenenti al sottogenere dell'escapismo, in effetti definiti come scappa dalla stanza. Come intuibile dal termine originale di questo sottogenere, escape the room, proprio questo tipo di videogiochi, che nasce nel 1988 con l'avventura testuale Behind Closed Doors di John Wilson, è all'origine delle escape room. Ovviamente non sono l'unica fonte per questo divertente gioco dal vivo, e probabilmente approfondirò l'argomento in altra occasione, ma ovviamente in questo caso vi inizierò a "parlare" della serie ideata dalla Rusty Lake, partendo, però, dal gioco che ha riacceso la mia passione verso questo sottogenere, Samsara Room.

venerdì 24 luglio 2020

Un kalevala metallico

Antti Martikainen è un compositore finlandese specializzato in musica folk ed epica con forti innesti metal. Da bravo finlandese, in Northern Steel troviamo un lungo e complesso pezzo di folk metal, Kalevala, come l'omonima epica finlandese. Questa, in effetti, venne composta dal filologo, medico e botanico Elias Lönnrot nel 1849 a partire da una serie di leggende e miti popolari. Di fatto Lönnrot mise insieme una serie di racconti popolari in un corpus unico e coerente. Il poema epico vede, in sintesi, un gruppo di eroi, Väinämöinen, Ilmarinen e Lemminkäinen, che combattono contro la regina Louhi per il possesso del Sampo, un oggetto magico in grado di portare benessere e prosperità. Al Kalevala si è ispirato Tolkien per il suo Silmarillion: non a caso molti nomi della mitologia de Il Signore degli Anelli suonano proprio come i nomi dell'edda finnica.
Ora, però, mi taccio e vi lascio alle note di Martikainen:

mercoledì 22 luglio 2020

Wikiritratti: Giuseppe Castiglione


Le alte montagne offrono splendidi polipori - via commons
Giuseppe Castiglione, pittore e architetto milanese, ha passato quasi tutta la sua vita come missionario in Cina. Nato il 19 luglio del 1688, non portò in Cina solo i valori della religione cattolica, ma soprattutto la sua arte. Venne infatti inviato presso la corte degli imperatori cinesi su esplicita richiesta di Kangxi, che sedeva all'epoca sul trono imperiale.
L'arte e la pittura erano letteralmente nel sangue di Castiglione, erano la sua attività principale: sembra, infatti, che nel 1710, mentre si trovava a Coimbra, in Portogallo, in attesa di imbarcarsi per la Cina, dipinse la cappella del noviziato e due ritratti dei figli della regina, tutti lavori oggi perduti.
Una volta giunto in Asia, ebbe come mecenati gli imperatori della dinastia Qing, in particolare l'imperatore Qianlong che alla morte, il 17 luglio del 1766, proclamò i funerali imperiali in suo onore (l'equivalente dei nostri funerali di stato).
Essendo anche architetto, oltre a dipingere, progettò anche uno dei palazzi all'interno dei giardini imperiali, impreziosito dalle fontane disegnate da Michel Benoist, tutte strutture oggi in rovina, distrutte durante la seconda guerra dell'oppio nel 1860.

martedì 21 luglio 2020

Salute atomica


via commons
L'articoletto di oggi è dedicato a una curiosità "atomica" che trovo in qualche modo interessante soprattutto per i risvolti comunicativi. L'articolo di cui vi scrivo le classiche due righe è del 2008 e sembra volersi mettere in controtendenza alla così detta vulgata più diffusa che punta il dito contro la grande quantità di radiazioni rilasciate durante l'esplosione di una bomba atomica:
Luckey, T. D. (2008). Atomic bomb health benefits. Dose-response, 6(4), doi:10.2203%2Fdose-response.08-009.Luckey
In realtà se date un'occhiata, anche veloce, all'articolo, l'autore non sostiene nulla di non o poco noto. La nota di rottura, invece, sembra soprattutto realizzata per destare l'attenzione sull'articolo, perché è fuori di dubbio che quando il titolo e le prime righe dell'abstract affermano qualcosa del tipo "le bombe atomiche fanno bene alla salute" un minimo di attenzione l'ha indubbiamente attirata.
The evidence presented indicates that acute, low dose irradiation induced lifetime health benefits for Japanese survivors of atomic bombs. Each graph exhibited radiation hormesis and a threshold. The flash exposure for those in Hiroshima and Nagasaki was equivalent to a radiation vaccination. That suggests an important concept. These data indicate that acute exposure to low dose irradiation is adequate, with or without chronic exposures, to provide lifetime health benefits. Previous attention involved human exposures to chronic radiation. The question of hormesis and thresholds following chronic versus acute exposures needs resolution.

lunedì 20 luglio 2020

La trigonometria è cosa seria

Il primo matematico a lavorare con le serie trigonometriche è stato Leonhard Euler nel 1744 \[\frac{\pi - x}{2} = \sin x + \frac{\sin 2x}{2} + \frac{\sin 3x}{3} + \cdots \] con $x$ compreso tra 0 e $2\pi$.
Come intuibile, le serie trigonometriche sono utilizzate per sviluppare altre funzioni: si parla, quindi, di sviluppo in serie trigonometriche. La cosa iniziò a risultare particolarmente interessante per un numero di matematici sempre maggiore: gente come Daniel Bernoulli, Jean le Rond d'Alembert, Joseph-Louis Lagrange e molti altri ci lavorarono su, anche grazie all'aumentato interesse intorno alla dinamica di una corda oscillante.
A un certo punto, però, Joseph Fourier nel 1807 diede alla luce le meglio note trasformate di Fourier, un set di equazioni integrali che permettono di calcolare i coefficienti dello sviluppo in serie trigonometrica di una data funzione: \[a_k = \frac{1}{\pi} \int_0^{2\pi} f(x) \cos (kx) dx\] \[b_k = \frac{1}{\pi} \int_0^{2\pi} f(x) \sin (kx) dx\] La tecnica ha ampie applicazioni in fisica, ma non è di questo che volevo "parlare": questo lungo preambolo mi serve solo per recuperare il solito ripescaggio dagli arXiv perduti:
A'rabi, M. A., & Irani, F. (2015). About Cantor Works on Trigonometric Series. arXiv preprint arXiv:1503.06845.
In questo caso, come ricordano gli autori, i risultati di Georg Cantor hanno avuto una ricaduta in particolare nella topologia, giusto come ennesima evidenza che la nuova matematica emersa dopo Cantor era ed è in grado di mettere in collegamento tra loro parti non così ovviamente collegabili tra logo.

domenica 19 luglio 2020

Topolino #3373: Attenti alla parodia!

Nonostante il pomeriggio passato con la saga di Cube Escape (ve ne scriverò!), alla fine sono riuscito comunque a scrivere le classiche due righe per il numero di Topolino in settimana.
Per quanto le storie che vi appunto qui sotto sono tre, non hanno impegnato poi molto tempo.
Nel segno di Spielberg
Con Lo squalo squalificante tornano i due improbabili giornalisti del Papersera News. Come in una perfetta storia di Dick Kinney, ideatore del Papersera, Corrado Mastantuono mette Paperino e Paperoga nell'ennesima caccia alla notizia per conto di Paperone sempre con stipendio inesistente. La missione, questa volta, è scrivere un articolo estivo sulle spiagge paperopolesi. Purtroppo, proprio come ne Lo Squalo di Stiven Spielberg, i due prodi giornalisti scoprono l'esistenza di uno squalo gigantesco che imperversa per le acque di fronte alle spiagge di Paperopoli.
Date le premesse, il divertimento è assicurato: una lunga serie di gag, fino alla risoluzione della trama, fanno della nuova storia di Mastantuono un vero e proprio cortometraggio di carta.

sabato 18 luglio 2020

Storie di robot

La trasposizione a fumetti di Io, robot di Isaac Asimov realizzata da Raul Cuadrado ricorda un po' le prime animazioni in flash di un decennio fa, un po' lo stile di Carlos Meglia, famoso soprattutto per Cybersix. Realizzato su una struttura della pagina orizzontale anziché verticale che ricorda le strip stories dei quotidiani (o il Tascabilone per gli appassionati disneyani), l'I, robot a fumetti è una lettura veloce e intelligente, con uno stile un po' retrò anche grazie alla bicromia, fedele allo spirito di Asimov.

venerdì 17 luglio 2020

La cometa sta arrivando

Ricordandovi dell'articolo dedicato a Ride the comet, quest'oggi vi presento un po' di jazz moderno con la live di Journey Through The Asteroid Belt dei britannici The Comet is Coming.
In questo caso il gancio è il nome della band con la cometa Neowise che sta solcando i nostri cieli settentrionali in questi giorni di luglio.
L'idea, per questo breve post, è presentarvi l'equazione del moto orbitale:

giovedì 16 luglio 2020

La cometa di Donati

L'immagine qui sopra si trova in chiusura di Phantasmagoria and Other Poems, raccolta di poesie di Lewis Caroll edita nel 1869 e rappresenta C/1858 L1, meglio nota come cometa di Donati.
A scoprirla fu l'astronomo toscano Giovanni Battista Donati il 2 giugno del 1858 dai telescopi dell'Osservatorio di Firenze, dove lavorava dal 1852 e del quale sarebbe diventato direttore nel 1864. Dopo la Grande Cometa del 1811, è stata la più brillante del XIX secolo, oltre che la prima a essere fotografata.
Quando Donati la osservò per la prima volta, era all'incirca accanto alla testa del Leone dell'omonima costellazione ed era appena visibile come una piccola nebulosa. Divenne visibile anche a occhio nudo solo a partire da metà agosto. Rimase visibile per circa 270 giorni: l'ultima osservazione registrata, infatti, risale al 4 marzo 1859 realizzata da William Mann del Royal Observatory presso il Capo di Buona Speranza.
La foto, di David Gill, è tratta da
Pasachoff, J. M., Olson, R. J., & Hazen, M. L. (1996). The earliest comet photographs: Usherwood, Bond, and Donati 1858. Journal for the History of Astronomy, 27(2), 129-145. 10.1177/002182869602700202 (versione completa dal NASA ADS)

mercoledì 15 luglio 2020

Cieli d'estate: Segnali da Babilonia

La città di Babilonia, capitale della Mesopotamia, nonostante da alcune evidenze sembrerebbe sorta dopo altre città come Kish, Uruk, Ur, ha di fatto identificato la civiltà mesopotamica anche come civiltà babilonese. E tra le punte di diamante di questa antica cultura c'era l'astronomia: d'altra parte il concetto di costellazioni ci deriva direttamente da Babilonia passando per gli Antichi Greci.
Buona parte delle costellazioni greche sono, infatti, di derivazione babilonese. Mentre per alcune i greci svilupparono dei miti indipendenti da quelli originali, per altre rimasero tracce e indizi, come ad esempio per due costellazioni del cielo primaverile ed estivo: Sagittario e Ofiuco.
Divinità celesti
Il Sagittario è un gruppo di stelle caratterizzato da un asterismo centrale a forma di teiera che al giorno d'oggi identifichiamo con un centauro dotato di un arco. Tale identificazione viene, però, contestata: ad esempio Eratostene faceva notare che i centauri non usano l'arco come arma da caccia, ma la clava. Per cui, secondo il matematico e astronomo, l'identificazione più corretta sarebbe con il satiro Crotus, figlio di Pan, e inventore del tiro con l'arco. Tra l'altro Crotus andava a caccia, sempre dotato di arco, in groppa a un cavallo.
Però nella tradizione babilonese la costellazione del Sagittario era probabilmente un centauro: il dio Nergal, infatti, viene a volte rappresentato proprio come un centauro dotato di ali e armato di arco e frecce.
Anche la vicina costellazione dell'Ofiuco potrebbe essere di derivazione babilonese. Lo studioso Gavin White ritiene che quella costellazione identifichi il dio Nirah, rappresentato con parte superiore umana e parte inferiore (in particolare i piedi) serpentina.
Questa immagine, in un certo senso, è rimasta, trasformata, nei due miti più antichi legati all'Ofiuco. Nel primo la costellazione viene identificata con Apollo che lotta contro il serpente posto a guardia dell'Oracolo di Delfi. Nel secondo mito, invece, lo si identifica con il troiano Lacoonte che sta lottando contro i serpenti di mare inviatigli dal dio Poseidone come punizione.
Se il mito più noto identifica l'Ofiuco con Asclepio mentre si confronta con i due serpenti che gli permetteranno di scoprire il segreto della resurrezione, personalmente il mito che preferisco è quello di Lacoonte, essenzialmente perché in questo modo fa dell'Ofiuco una delle costellazioni più drammatiche e dinamiche del cielo stellato.

martedì 14 luglio 2020

False ricerche

Mi ero messo da parte questo articolo di John Ioannidis per non so quale motivo, forse un utilizzo simile a quello che ne faccio ora, forse qualcosa di più approfondito, ad ogni modo direi che Why Most Published Research Findings Are False potrebbe essere un buono spunto di discussione in questo momento storico particolare in cui, soprattutto in campo medico e genetico, la concentrazione della comunità è rivolta a un problema ancora sostanzialmente insoluto: quello del covid19.
There is increasing concern that most current published research findings are false. The probability that a research claim is true may depend on study power and bias, the number of other studies on the same question, and, importantly, the ratio of true to no relationships among the relationships probed in each scientific field. In this framework, a research finding is less likely to be true when the studies conducted in a field are smaller; when effect sizes are smaller; when there is a greater number and lesser preselection of tested relationships; where there is greater flexibility in designs, definitions, outcomes, and analytical modes; when there is greater financial and other interest and prejudice; and when more teams are involved in a scientific field in chase of statistical significance. Simulations show that for most study designs and settings, it is more likely for a research claim to be false than true. Moreover, for many current scientific fields, claimed research findings may often be simply accurate measures of the prevailing bias. In this essay, I discuss the implications of these problems for the conduct and interpretation of research.
Ho deciso di lasciare non tradotto né l'abstract qui sopra né i passi che vi propongo qui sotto, un po' per pigrizia, ma anche per non inquinare con mie possibili interpretazioni quanto scritto da Ioannidis. Certo aver selezionato un paio di passi fornisce una sorta di interpretazione, ma spiego che mi sono limitato a estrarre un passo di "attualità", se mi passate il termine nei confronti di un articolo del 2005:
Research findings from underpowered, early-phase clinical trials would be true about one in four times, or even less frequently if bias is present. Epidemiological studies of an exploratory nature perform even worse, especially when underpowered, but even well-powered epidemiological studies may have only a one in five chance being true, if R = 1:10.
Ovviamente Ioannidis propone anche una serie di soluzioni. Di queste vi propongo quella che anch'essa mi sembra più di "attualità" e che, molto probabilmente, risulterà vera nei prossimi mesi e anni:
Second, most research questions are addressed by many teams, and it is misleading to emphasize the statistically significant findings of any single team. What matters is the totality of the evidence.
Ovviamente il consiglio è leggere l'articolo nella sua interezza:
Ioannidis, J. P. (2005). Why most published research findings are false. PLoS medicine, 2(8), e124. doi:10.1371%2Fjournal.pmed.0020124

domenica 12 luglio 2020

Topolino #3372: Come Italia-Brasile

Grazie ai colori delle maglie, era evidente fin dall'inizio del Torneo delle Cento Porte che il 313 team rappresentava l'Italia e il Klondike il Brasile. E ovviamente il fatto che le due squadre si siano giocate l'esito del torneo stesso ha reso questo parallellismo ancora più forte.
Italia e Brasile si sono incontrate, restando ai soli campionati del mondo di calcio, 5 volte con esiti sostanzialmente alla pari: due vittorie ciascuno e un pareggio, nella finale del 1994.
Quel mondiale, infatti, venne assegnato ai rigori e, alla fin fine, l'esito assegnato, assegnato un po' al caso un po' alle forze restanti dei giocatori, è stato sostanzialmente corretto considerando il valore complessivo delle due squadre e il modo in cui hanno giocato il torneo.
Allo stesso modo si conclude il Torneo delle Cento Porte, con un pareggio spettacolare e molto ben raccontato da Marco Nucci e Donald Soffritti. Una partita tirata fino all'ultima traversa il cui esito, però, era sostanzialmente scontato, visto che lo sceneggiatore ha lasciato in panchina Gastone con tutto il suo carico di fortuna. In questo senso, però, resta impagabile l'espressione di Gastone nel momento dell'ultimo tiro di Achille Ribbling: si legge chiaramente il dubbio che per una volta il merito possa avere la meglio sul caso.

sabato 11 luglio 2020

Beneficio: tra natura e universo

Valutare Beneficio non è per nulla banale. La narrazione è tutta concentrata intorno a una donna alla ricerca di se stessa, ricordando la nonna scomparsa.
Non c'è solo questo, però. Il viaggio della protagonista la porta dalle parti di Beneficio, una valle nei pressi del villaggio spagnolo di Orgiva dove si trova una comunità che vive a contatto con la natura all'interno di tende, tepee e ripari auto-costruiti.
E' in questo ambiente che la donna inzia a riflettere sulla sua vita per poi passare, senza alcuna soluzione di continuità all'universo e al divino, mescolando idee fantastiche, quasi religiose, con le grandi domande scientifiche ancora senza risposta. Il tutto all'interno di una valle circondata da grandi montagne, selvaggia e tranquilla.
La stessa narrazione è adatta al tema: il racconto è diluito e rarefatto, le pagine con il numero minimo di vignette (raramente più di tre o quattro), mentre i disegni sembrano ora degli schizzi di viaggio, altre volte particolarmente dettagliati.
Nel complesso, sia dal punto di vista narrativo sia da quello estetico, Beneficio di Michał Kalicki e Krzysztof Gawronkiewicz è quasi una versione di terra del Children of the sea di Daisuke Igarashi.

venerdì 10 luglio 2020

L'estasi dell'oro

Candidato a ben 6 premi Oscar, alla fine ottiene l'ambita statuetta solo nell'ultima occasione, nel 2016, per The Hateful Eight. Non sto "parlando" di Quentin Tarantino, regista di quel film, ma di Ennio Morricone. La cosa risulta un po' strana, non solo per via di una carriera costellata di successi, ma soprattutto perché l'Academy non gli tributò neanche il premio alla carriera. Da pochi giorni la cosa ha, ormai, cessato qualunque importanza, visto che il grande compositore italiano ci ha lasciati, il 6 luglio del 2020.
Le colonne sonore per cui è, però, più noto sono quelle dei film di Sergio Leone, in particolare L'estasi del'oro (o The ecstasy of gold) per il capolavoro Il buono, il brutto, il cattivo del 1966.

mercoledì 8 luglio 2020

La strega di Agnesi

La prima "matematica" nota è stata l'italiana Maria Gaetana Agnesi e il suo lavoro più famoso Instituzioni analitiche ad uso della gioventù italiana, nel quale ella studiò una curva famosa detta versiera, che divenne in inglese the witch of Agnesi. Il passaggio da versiera a strega deriva da una cattiva traduzione di John Colson che intese il termine italiano utilizzato per identificare la curva come sinonimo di avversiera, che in inglese è tradotto come witch.
La curva venne studiata per la prima volta da Pierre de Fermat nel 1630 e successivamente da Guido Grandi nel 1703 e da Maria Agnesi nel suo trattato del 1748. La curva è definta in questo modo:

martedì 7 luglio 2020

Pulizie

Nei giorni scorsi non è che non ho fatto proprio nulla, ma mi sono dedicato alla pulizia di un po' di codici che ho su github. Mentre ho sistemato un po' di php per alcuni plugin (nei prossimi giorni dovrei riprendere un po' di codice che ho lasciato orfano), la maggior parte del tempo è stata dedicata a una completa riorganizzazione del codice legato alle inforgrafiche e a tutte le illustrazioni realizzate con tikzdraw, pacchetto grafico di LaTeX. Per cui alcuni link sul blog potrebbero non funzionare. Spero di trovarli e correggerli io, ma se capita a voi, lasciateci su un commento.
Ovviamente spero presto di poter tornare a "tediarvi" con i soliti contenuti cui vi ho abituato negli ultimi anni!

domenica 5 luglio 2020

Topolino #3371: Una mano alla fortuna

Quando si valuta il successo, ci si ritrova di fronte a due possibilità, quello costruito con il caso e quello costruito cogliendo le occasioni. Mentre il primo caso è sostanzialmente passeggiero, aleatorio, il secondo è più solido e duraturo. E in un certo senso le due storie di apertura si concentrano proprio su questi due tipi di fortuna.
Una mano alla tecnologia
La mano di riserva, storia di copertina scritta da Francesco Artibani per i disegni di Stefano Intini, si concentra, riducendo all'osso la storia, sul nostro rapporto con lo smartphone.
Nel detaglio, con una presentazione che ricorda quelle di Steve Jobs per i nuovi modelli di iPhone, Paperone lancia sul mercato una vera e propria terza mano meccanica, che serve per aiutare i paperopolesi a concentrarsi sull'uso dello smartphone.
In questo senso è significativa la battuta di Paperone:
I cittadini vivono in sicurezza perché Handy li protegge! Possono stare a testa bassa senza paura!
Ovviamente il problema è dietro l'angolo sotto forma del più classico spionaggio industriale andato a finire male, ma ciò che più conta, al di là delle divertanti gag ideate dai due autori, è proprio l'enfasi della storia sul rapporto, forse un po' troppo "simbiotico" con gli smartphone.

sabato 4 luglio 2020

L'ultimo cavaliere: La vita vince sempre

Ormai qualcosa come nove mesi fa avevo scritto una recensione sul primo volme di The last knight on Earth. Avevamo lasciato l'ultimo clone di Bruce Wayne a vagare sulla Terra insieme con la testa parlante del Joker alla ricerca di una soluzione per salvare il pianeta da Omega, un supposto clone di Batman folle che ha ucciso Darkseid (e Batman lo ha fatto in almeno un altro paio di occasioni in storie sempre fuori continuity) e grazie all'equazione dell'antivita ha istituito un controllo su Gotham e il pianeta in continua crescita.
Il nuovo dinamico duo, per quanto poco dinamico visto che il Joker è confinato dentro una lanterna, negli ultimi due volumi, che ho letto in originale, si ritrova ad affrontare una sorta di Odissea supereroistica, con tanto di viaggio all'interno del limbo, confrontandosi con gli eroi morti durante l'ascesa di Omega. In questo caso il riferimento viene reso ancora più esplicito da Scott Snyder e Greg Capullo quando Batman vede il fantasma di Alfred, ucciso dallo stesso Omega (anche se la scena della sua morte non è stata mostrata in maniera esplicita, ma solo suggerita).

venerdì 3 luglio 2020

Wikiritratti: Harrison Schmitt

Articolo precedentemente pubblicato su Edu INAF
Il programma Apollo della NASA si sviluppò a partire dal 1961 fino al 1975. Vennero utilizzati quattro distinti razzi vettori: il Little Joe II, per voli sub-orbitali senza equipaggio; il Saturn I, sempre senza equipaggio ma destinato anche ai voli orbitali; Saturn IB per le orbite terrestri con e senza equipaggio; e infine il Saturn V impiegato anche per le missioni lunari.
Ogni missione del programma veniva identificata con una sigla fino alla AS204, rinominata Apollo 1 dopo la distruzione del modulo a causa di un incendio con conseguente morte dell'equipaggio, il 27 gennaio del 1967. Gli astronauti erano Virgil Grissom, Edward White e Roger Chaffee. Dopo il successo dell'Apollo 11 con l'allunaggio di Neil Armstrong e Edwin Aldrin, il programma proseguì fino all'Apollo 17, ultima missione che portò degli esseri umani sulla Luna. L'equipaggio era composto da Eugene Cernan, Ronald Evans e, soprattutto, da Harrison Schmitt, fino a ora primo e unico scienziato ad aver mai messo piede sul nostro satellite.
Un geologo sulla Luna

Harrison Schmitt - via commons
Laureatosi in geologia presso il Caltech nel 1957, passò alcuni anni in Norvegia, all'università di Oslo, per poi tornare in patria dove ottenne il dottorato in geologia presso l'università di Harvard nel 1964.
Lavorò per un breve periodo presso il Geological Survey's Astrogeology Center di Flagstaff, in Arizona, svilupopando tecniche geologiche che sarebbero state successivamente utilizzate dagli equipaggi delle missioni Apollo. Venne quindi selezionato dalla NASA nel giugno del 1965 per far parte del primo gruppo di scienziati-astronauti: passò all'incirca un anno ad addestrarsi come pilota di jet per poi entrare nel gruppo degli addestratori degli astronauti. Il suo compito era istruire i componenti degli equipaggi a portare a termine osservazioni geologiche del suolo in orbita e sul modo corretto per raccogliere i campioni di roccia dal suolo della Luna. Inoltre dopo ogni missione con allunaggio, partecipava all'esame dei campioni riportati a Terra e aiutava gli equipaggi a stilare la parte scientifica del loro rapporto.

mercoledì 1 luglio 2020

Trappole per gli anti-atomi

Sulla storia della scoperta dell'antimateria mi sono già soffermato, per cui non ripeto tutto il discorso, se non il ruolo centrale avuto dall'equazione di Dirac nel prevedere la sua esistenza e guidare verso la sua scoperta. Quello di cui voglio brevemente scrivere quest'oggi è un altro recupero dai miei archivi, in questo caso legati all'intrappolamento dell'antimateria, o per essere più precisi degli anti-atomi.
In generale è stato osservato che un atomo costituito da una particella e da una antiparticella risulta instabile: il loro legame, infatti, si rompe in un tempo dell'ordine dei microsecondi (10-6 secondi, un 1 preceduto da 6 zeri prima della virgola). Per cui l'idea di realizzare un anti-atomo vero e proprio, cioè costituito completamente da antiparticelle, risultava molto intrigante, considerando che in questo caso ci si aspettava un legame più stabile. Ed effettivamente, sotto le opportune condizioni, è stato possibile catturare l'anti-idrogeno e farlo sopravvivere prima per un tempo di circa 172 ms (millisecondi, 10-3 secondi), quindi per ben 1000 secondi! A compiere questa incredibile impresa è stata, tra il 2010 e il 2011, la collaborazione ALPHA del CERN presso l'LHC. Nel rilevatore della collaborazione sono stati fatti interagire degli antiprotoni con dei positroni e si è visto un po' cosa è successo a partire dallo studio delle tracce lasciate dalle particelle all'interno del rilevatore.
Sempre nel 2011 la collaborazione STAR preso il RHIC, un acceleratore di particelle che si trova nei dintorni di New York, è riuscita a compiere un'impresa analoga, ma con un atomo leggermente più pesante: l'elio. In questo caso, però, si parla di osservazione dell'anti-elio, ma tutto questo, in qualche modo, potrebbe supportare l'affascinante idea di un universo di antimateria che si sta sviluppando dall'altra parte della freccia del tempo.
Peccato che questa, al momento, è solo un'idea fantascientifica, non avendo ancora alcuna solida prova a supporto.
ALPHA Collaboration (2010). Trapped antihydrogen. Nature, 468(7324), 673-676. doi:10.1038/nature09610
ALPHA Collaboration (2011). Confinement of antihydrogen for 1,000 seconds. Nature Physics, 7(7), 558. doi:10.1038/nphys2025
STAR Colaboration (2011). Observation of the antimatter helium-4 nucleus. Nature, 473(7347), 353. doi:10.1038/nature10079