Italia e Brasile si sono incontrate, restando ai soli campionati del mondo di calcio, 5 volte con esiti sostanzialmente alla pari: due vittorie ciascuno e un pareggio, nella finale del 1994.
Quel mondiale, infatti, venne assegnato ai rigori e, alla fin fine, l'esito assegnato, assegnato un po' al caso un po' alle forze restanti dei giocatori, è stato sostanzialmente corretto considerando il valore complessivo delle due squadre e il modo in cui hanno giocato il torneo.
Allo stesso modo si conclude il Torneo delle Cento Porte, con un pareggio spettacolare e molto ben raccontato da Marco Nucci e Donald Soffritti. Una partita tirata fino all'ultima traversa il cui esito, però, era sostanzialmente scontato, visto che lo sceneggiatore ha lasciato in panchina Gastone con tutto il suo carico di fortuna. In questo senso, però, resta impagabile l'espressione di Gastone nel momento dell'ultimo tiro di Achille Ribbling: si legge chiaramente il dubbio che per una volta il merito possa avere la meglio sul caso. Ovviamente non è stato così, il che lascia un po' l'amaro in bocca sul messaggio in sottotesto della storia (puoi impegnarti quanto vuoi, ma alla fine la fortuna e i soldi saranno più importanti del talento e dell'impegno che ci metterai). Inoltre è un po' deludente scoprire l'esito dell'accordo segreto tra Paperone, Cuordipietra, Rockerduck e Filo Sganga, soprettutto perché grazie al finale della saga, che può essere definito come una "classica americanata", risulta evidente che non solo l'accordo è stato disatteso da Paperone, ma che Cuordipietra e Rockerduck non sembra siano stati risarciti in qualche modo dal mancato impegno.
Nel complesso Il torneo delle Cento Porte si è rivelato una saga bella e divertente, persa in alcuni dettagli, apprezzabili solo dai lettori adulti, con uno stupefacente Soffritti, che per l'occasione ha ingentilito il tratto, integrando alcuni elementi della scuola barbucciana, rappresentata in questo momento da Giada Perissinotto. Anche Nucci, dal punto di vista narrativo, ha adottato uno stile chiaro e lineare, leggero e semplice da seguire ma non banale, arricchendo la storia di spunti interessanti, alcuni dei quali ho cercato di mostrare nel corso di queste cinque settimane.
Un bell'esperimento che, a livello di calcio giovanile, ha anche un senso, considerata l'ambientazione statunitense: come sport giocato a livello amatoriale, infatti, il calcio ha un discreto successo almeno fino a che non si passa al professionismo, dove football, basket e soprattutto baseball la fanno da padrone.
Sulla spiaggia
Dopo questa lunga apertura dedicata alla conclusione del Torneo delle Cento Porte, andiamo a vedere le due storie balneari presenti su questo numero, iniziando da quella di copertina, Il caso elastico di Alessio Coppola che per l'occasione lascia il tavolo da disegno a Davide Cesarello.La storia rientra nel classico filone dei giali estivi di cui è un grande esperto Marco Bosco. Coppola, però, a conti fatti non si rivela all'altezza nemmeno del peggior Bosco: nonostante nel complesso la storia sia gradevole e riprende lo spunto di Topolino che porta in vacanza Minni nei posti dove poi farà le indagini per conto di Basettoni, presenta però alcuni spunti che stuzzicano il lettore, ma che alla fine lo deludono perché non hanno un vero seguito, risultando semplicemente dei riempitivi per raggiungere il numero di pagine necessario per la storia.
Forse sarebbe stato meglio permettere a Cesarello, che mostra un tratto molto simile a quello di Giorgio Di Vita, di mostrare sin da subito il volto del colpevole senza mostrare il volto in ombra e illuminati solo i suoi vestiti, peraltro così caratteristici da rendere evidente la sua identità.
L'altra storia da spiaggia, Imprenditrici balneari, vede Paperina, Brigitta e Miss Paperett impegnarsi per gestire uno stabilimento balneare. Le tre papere, con la segretaria di Paperone che è riuscita a ottenere un lungo periodo di ferie grazie agli arretrati accumulati (ci sarebbe da chiedersi perché qualcuno con uno stipendio si vuole giocare le sue ferie lavorando...), si ritrovano, non senza imprevisti, a barcamenarsi tra clienti e conti che non decollano e, soprattutto, con un apparentemente improbabile sabotaggio in corso.
In sintesi la classica storia di Carlo Panaro, un po' meno scontata e del solito, nel complesso gradevole e divertente che si giova dei disegni del sempre ottimo Francesco Guerrini.
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