Stomachion

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venerdì 6 giugno 2025

Jimbo: avventura fantastica

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La biblioteca di Lovecraft è una collana che, a quel che ho capito, raccoglie romanzi di autori apprezzati dal solitario di Providence, Howard Phillips Lovecraft. La collana, lanciata da Edizioni Arcoris, è ora in mano all'Agenzia Alcatraz, che nel corso di Marginalia 2025 ha portato le ristampe dei primi romanzi editi da Arcoris. E visto che tra le proposte che c'erano sul loro banchetto un romanzo di Algernon Blackwood, non potevo non acquistarlo, considerando che di questo autore non si trova molto in giro, al momento. E a proposito di Jimbo questo scriveva Lovecraft:
Troppo sottile, forse, per una precisa classificazione fra i racconti dell'orrore, tuttavia più veramente artistica in senso assoluto, è la delicata fantasia di "Jimbo". Blackwood raggiunge in questo romanzo un accostamento aderente e palpitante alla più profonda sostanza del sogno e spazza via le barriere convenzionali tra realtà e immaginazione.
Personalmente classificherei il romanzo come fantasy. Blackwood, infatti, descrive un mondo in qualche modo fantastico, al tempo stesso simile al nostro, visto che i luoghi in cui Jimbo si muove sono quelli della veglia, ma anche diverso.
Non ho usato a caso il termine sandmaniano di veglia. Di fatto il giovane protagonista finisce in coma, e questo diventa il modo per sperimentare un mondo fantastico, ma anche terrificante, dove l'obiettivo è quello di farsi trovare pronto a fuggire quando il suo corpo sarà pronto a risvegliarsi.
Ricco di descrizioni evocative, per lo più di stampo astronomico, scorre veloce nonostante i pochi dialoghi presenti. In appendice, infine, c'è un breve racconto, Jimbo e il giorno più lungo, in cui il protagonista, che non c'è garanzia sia lo stesso del romanzo, è elettrico per l'arrivo del solstizio d'estate. Alcune delle farsi di questo breve racconto le ho utilizzate nel cielo del mese di giugno su EduINAF.

giovedì 15 maggio 2025

Nel fantastico mondo di Abarat

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Era rimasto lì, nello scaffale, per qualcosa come dieci anni, poi, mentre stavo a ragionare su quale lettura far seguire all'ultimo romanzo noir letto, ecco che mi capita la costa di Abarat. Rifletto che è da tanto tempo che non leggo nulla di Clive Barker (anche se ho letto molto poco di Barker: un fumetto o due e il primo dei Libri di sangue, ma conto di recuperare questi ultimi avendo visto in libreria l'omnibus, o qualcosa del genere), così lo prendo in mano con l'intenzione di leggerlo. Vedo, però, che in quarta di copertina questo è solo il primo di cinque libri. Ci sto lì a ragionare ancora un po', poi mi stringo nelle spalle e opto per la lettura: se non mi piacerà o mi lascerà indifferente, non cercherò in nessun modo di recuperare gli altri quattro.
E mai pensiero fu più piacevolmente smentito!
Avrei dovuto intuirlo già dalla grafica del titolo: se ruoti il libro di 180° continui a leggere Abarat come se il libro non l'avessi girato! Inoltre siamo di fronte, verrebbe quasi da dire, all'ennesima saga fantasy in cui un ragazzino, in questo caso una ragazzina, Candy Quackenbush di Chickentown (sembra quasi uscita da un fumetto disneyano!), finisce su un mondo parallelo, l'Abarat del titolo. Qui inizia una lunga peregrinazione, scoprendo un pezzo alla volta che forse Abarat non è così estraneo a lei, o che lei non è così estranea ad Abarat (un'idea, personalmente, ce l'avrei), e, soprattutto, che su Abarat ci sono personaggi che mirano al controllo di questo mondo particolare.

venerdì 16 agosto 2024

Gatti vagabondi

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La carriera di Yoshiko Watanabe è stata segnata in maniera abbastanza indelebile da Osamu Tezuka. Questi, infatti, era uno dei suoi miti fumettistici, anche se in effetti lo era e ancora oggi lo è per moltissimi mangaka. Così, quando Tezuka fondò la sua casa di animazione, la Mushi Production, si fece avanti, ottenendo un contratto come animatrice dal 1963 al 1972. Nel corso di questo periodo lavorò a serie come Astro Boy, Kimba, La principessa Zaffiro e altre ancora. Poi, nel 1973, innamoratasi dell'Italia e, soprattutto, di un italiano, si trasferisce nella penisola, dove inizia a collaborare con varie riviste di fumetti italiane, tra cui Fumetti in TV, che trasportavano su carta per il pubblico italiano le serie animate giapponesi: di fatto contribuì alla nascita della via italiana del manga. Negli anni successivi ha anche collaborato ad alcuni lungometraggi italiani realizzati da Lanterna Magica, come per esempio La gabbianella e il gatto o Freccia azzurra, e poi ha anche realizzato alcuni libri a fumetti, uno dei quali, Nora Neko, letteralmente Gatti vagabondi, che poi è anche il sottotitolo del volume uscito nel 2016 per Editoriale Cosmo.

martedì 18 giugno 2024

Bisesto

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Abbiamo una storia quasi gaimaniana. Da un lato un musicista di Venezia, Flavio, che sta cercando di portare a termine un concerto che dopo trent'anni vede la reunion sul palco della sua vecchia band punk. Dall'altro la Morte che gli fa visita e gli comunica che, per via di un disguido burocratico, dovrà giocarsi la possibilità di restare ancora in vita in una specie di caccia al tesoro contro un avversario sconosciuto. Chi dei due vincerà, otterrà salva la vita.
La caccia al tesoro si sviluppa attraverso i cimiteri di Venezia, Milano, Firenze, Roma e ha un che di Figlio del cimitero. O quasi. Morte, invece, ha una caratterizzazione un po' volubile, quasi schizofrenica, a differenza del corrispettivo sandmaniano. Nel complesso, però, nonostante questi elementi di vicinanza con le opere citate, sembra mancare qualcosa, un qual certo mordente, in particolare nella caccia al tesoro cimiteriale. Mordente che, invece, è presente nei flashback che raccontano la storia della band e su cui, in pratica, si regge tutto il romanzo.
Alla fine una lettura gradevole, nonostante il potenziale inespresso.

giovedì 13 giugno 2024

Il mattatoio dei matti

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Quando ho acquistato questo volume a Bookpride 2024, pensavo fosse un romanzo, anche se un po' il dubbio mi era venuto leggiucchiando un po' tra le pagine prima dell'acquisto. E invece alla lettura mi sono ritrovato con una raccolta di racconti in cui Federico Bottoni ha esplorato in vari modi i temi della follia, della vita, della morte e dell'amore, senza dimenticare il male di vivere moderno il tutto con un gusto che ora oscilla tra il sarcastico, ora l'ironico, in alcuni casi addirittura il ridanciano, alternando a racconti più intensi, sia per la forza dell'orrore lì rappresentato, sia per la delicatezza dello stile adottato. Lo scrittore non rinuncia nemmeno a introdurre elementi di quella che, probabilmente, è la sua filosofia di vita, esibendo alla fine uno stile che ricorda ora Edgar Allan Poe, ora Neil Gaimann (che mi sembra il nume tutelare più presente), ora Stefano Benni. Un alettura piacevole e a suo modo stupefacente.

domenica 3 marzo 2024

Il sesto: riflessioni sulla vita

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Una parte di me avrebbe preferito scrivere queste righe per Lo Spazio Bianco. L'idea, infatti, era scrivere una serie di recensioni a partire da fumetti presi a Cartoomics 2022 nell'area del fumetto indipendente. E in qualche modo ci tenevo a scrivere la recensione di un paio di fumetti della Green Moon Comics, una piccola casa editrice che ha come direttore editoriale il calabrese (cosentino, se la memoria non mi inganna) Lucio Perrimezzi, che nel 2022 venne intervistato da Amedeo Scalese.
Perrimezzi, però, è anche sceneggiatore e proprioin quella Cartoomics portò alcuni dei fumetti che aveva realizzato per Green Moon, incluso Il sesto, disegnato da Francesca Follini, di cui aveva da poco riottenuto i diritti dopo la sua precedente prima pubblicazione in bianco e nero per la NPE. La storia racconta l'ultima parte della vita di Trevor Between, immortale. A guidare la storia è la morte della donna che considerava quella giusta. Alison è un personaggio idealistico, in un certo senso, che combatte per migliorare la vita nella sua città, per la quale è candidata nelle elezioni. La storia, quindi, mescola le riflessioni sulla mortalità e sulla vita con quelle sulla politica e, in particolare, sui contrasti sociali, tema che in qualche modo è toccato anche nelle scene di flashback disseminate tra le pagine e che vanno ad approfondire alcuni momenti chiave della lunga e centenaria vita di Trevor.

sabato 2 dicembre 2023

Ranking of Kings: Un protagonista che non ti aspetti

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Il motivo per cui inizio a "parlarvi" di Ranking of Kings ora che è uscito da poco il 4.o tankobon dell'edizione italiana è che, semplicemente, ho recuperato da poco questi primi quattro volumetti. Il motivo del recupero recente è essenzialmente legato al fatto he solo da poco ho visto il #1 e così, letto del primo volume, mi sono fatto un'idea e deciso di proseguire con la lettura (d'altra parte era difficile sarebbe accaduto il contrario visto l'interesse iniziale).
Il primo aspetto su cui vorrei soffermarmi è quello estetico. Sousuke Toka, infatti, si presenta con un tratto che, personalmente, mi ricorda quello di Steven Universe, la serie animata statunitense creata da Rebecca Sugar nel 2013, mentre alcuni dei personaggi di contorno mi fanno pensare a Chobin, vedi per esempio Desha, il Re dell'Otlretomba.
Della storia, però, a colpire più che l'ambinetazione fantasy è il protagonista, Bojji, primogenito dell'immenso re Bosse, un gigante, che è sordomuto, oltre che privo di qualsiasi forza. Farà presto amicizia con Kage, quella che definisco come una macchia di inchiostro, o di buio, che si muove strisciando a terra e che, come si scopre nel corso di questi 4 volumi, appartiene a un'antica razza di sicari che venne sterminata per impedire loro di confessare il mandante di un omicidio particolarmente poco gradito. Questo per dire che lo stesso Kage ha avuto una vita piuttosto complicata, sempre in fuga e a nascondersi, e che in qualche modo riesce a comprendere Bojji, ammirandone la forza d'animo e il suo riuscire a non abbattersi mai, nonostante la sua condizione di debolezza. Non dimentichiamo, poi, che Bojji deve ogni giorno confrontarsi con il fratello minore, nato dal secondo matrimonio del padre. Daida, infatti, è un bimbetto molto più forte e, soprattutto, è fortemente determinato a prendere il posto del padre come re, cosa che effettivamente farà alla morte di Bosse. In questo progetto è affiancato dalla madre, Hiling, che ha anche poteri da guaritrice.

sabato 30 settembre 2023

Collezione Disney #11: PaperFantasy, il fantastico disneyano

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Dopo una liunga attesa riprende la serie Collezione Disney e, come avevo promesso alla fine del video dedicato a Zio Paperone, ecco la puntata dedicata a Paper Fantasy, rivista molto particolare perché, oltre al sommario ricco di storie sia di genere fantascientifico sia di genere fantasy, presentava anche alcuni interessanti articoli scientifici che trovavo particolarmente stimolanti. Inoltre è proprio grazie a questa rivista che ho potuto leggere le storie disneyane di Jerry Siegel o alcuni dei grandi capolavori di Luciano Bottaro.
Il prossimo episodio, che ho imparato dagli ultimi ritardi a non datare e che spero uscirà nel corso di ottobre, sarà dedicato a una rivista tutta da ridere! E ora, il video:

sabato 28 gennaio 2023

Le grandi saghe Disney #9: Di principi e belle addormentate

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Concludo, finalmente, l'uscita dei video dedicati alla ristampa de La saga della spada di ghiaccio di Massimo De Vita con il terzo e ultimo volume, uscito sul nono numero della collana La grandi saghe. In quest'ultimo numero, uscito sul finire del 2022, sono ristampati gli ultimi due capitoli della quadrilogia originale, Il ritorno del principe delle nebbie, uscito su Topolino #1517, e La bella addormentata nel cosmo, scritta da Fabio Michelini e uscita in due puntate sui Topolino #1536-37. Con la saga fantasy, però, non ho ancora finito, visto che ho in cantiere (spero di pubblicarlo già settimana prossima) un video dedicato alla seconda parte de La bella addormentata nel cosmo all'interno della serie Disney Comics&Science. Inoltre non è detto che alla fine non decida di dedicare un video anche a La leggenda della spada di ghiaccio, la recente nuova storia di Marco Nucci e Cristian Canfailla, ma questo è già più difficile che avvenga. Detto ciò, non mi resta che lasciarvi alla visione del video:

sabato 21 gennaio 2023

Memorie di uno spirito felino

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Uno dei primi eventi dal vivo cui ho partecipato è il mini-festival di Bricola sull'editoria indipendente organizzato presso il Museo del fumetto WOW di Milano. E' proprio lì che ho avuto modo di acquistare Memorie di uno spirito felino, volume autoprodotto di ottima fattura di Marga Biazzi, illustrattrice elegante dal tratto evidentemente influenzato dalle Clamp e che in qualche modo ricorda Sana Takeda, giusto per restare su un'illustratrice e fumettista che si occupa di un genere molto affine a quello della Biazzi: il fantasy.
D'altra parte Memorie di uno spirito felino è un urban fantasy dal gusto gaimaniano in cui viene raccontata la storia di un gatto giapponese millenario diventato un bakeneko che ha attraversato mezzo mondo fino a fermarsi a Parigi per diventare il gatto di compagnia del giovane Etienne.

sabato 29 ottobre 2022

Le grandi saghe Disney: Il torneo dell'Argaar

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Dopo il video dedicato alla prima storia della Saga della spada di ghiaccio torno, come si suol dire, "sul luogo del delitto", con un nuovo video, questa volta dedicato a Il torneo dell'Argaar, pubblicata un anno dopo il primo capitolo. In questo caso la storia uscì in due parti, invece che le tre del capitolo precedente. Poiché il volume non era abbinato ad alcun numero di Topolino, non si tratta di un unboxing, ma è un mix tra uno sfoglialibro e una critica fumettistica. Nel video, infatti, mi sorrfermo su una questione, peraltro sollevata da Davide Del Gusto nel suo articolo introduttivo, relativa alla parentesi progressista degli Uli: a mio giudizio, infatti, non solo questa trasformazione non è diretta conseguenza dell'intervento di Topolino e Pippo, come affermato da Del Gusto (tra l'altro la cosa è anche abbastanza esplicita nella storia), ma probabilmente Massimo De Vita avrebbe dovuto più giustamente usare il termine consumistica. Alla fine, però, questi sono dettagli, e in fondo per il lettore c'è ben poca differenza tra il consumismo come lo intendiamo oggi e il progressista usato da Yor:

mercoledì 31 agosto 2022

Locke&Key: Dalla carta allo schermo

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La serie a fumetti Locke&Key di Joe Hill e Gabriel Rodriguez venne pubblicata per la prima volta in albi in formato comic book nel 2008 dalla IDW, per poi venire raccolta, dopo una quarantina di uscite, in sei volumi, corrispondenti ognuno alle sei stagioni in cui venne divisa la serie. Dopo l'uscita dell'ultimo numero, datata dicembre 2013, arriva nel 2020 su Netflix la prima di tre stagioni che adattano per il "piccolo schermo" il fumetto di Hill e Rodriguez.
In effetti la serie di Netflix non fu il primo tentativo di Joe Hill di portare la sua creazione nel mondo "reale". Tutto iniziò con un pilot realizzato per la Fox tra il 2010 e il 2011 che diede una prima spinta di entusiasmo per testare il terreno per una trilogia di film nel 2014, progetto che venne presto abortito. Quindi ecco un nuovo pilot realizzato nel 2017 per Hulu, una piattaforma simile a Netflix. Poi Hulu declinò il progetto e alla fine venne prodotto da Netflix.
Avendo letto tutti i volumi del fumetto, arrivati in Italia grazie alla Magic Press, e avendo come progetto futuro la lettura del nuovo volume, L'eta dell'oro, con all'interno il crossover con il Sandman di Neil Gaiman, ho inevitabilmente fatto un confronto tra i due prodotti, trovando alla fine quello televisivo comunque convincente, nonostante i cambiamenti, alcuni anche importanti, apportati alla trama. Alcuni di questi cambiamenti sono prettamente televisivi, come la chiave testa, che nel fumetto è presentata in una versione un pochino più realistica come una chiave che apre letteralmente la testa di chi la usa, permettendo di vederne il contenuto, mentre nella serie compare una porta attraversando la quale si entra nei ricordi della persona che la sta usando. E questa è la modifica che mi è piaciuta di più.

lunedì 30 maggio 2022

Cose strane nel sottosuolo di Hawkins

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C'ho pensato a lungo sull'opportunità e sui tempi di scrivere una recensione delle prime tre stagioni di Stranger Things. Alla fine, visto l'arrivo recente su Netflix dell'iconica serie dei fratelli Duffer, poteva valere la pena di scrivere qualche riga. Soprattutto perché mi posso considerare un fan entusiasta del lavoro di Matt e Ross Duffer, gemelli, e nostalgici degli anni Ottanta, come è ben chiaro a chiunque veda la serie.
La storia, tra l'altro, è un crogiolo di citazioni dell'epoca: si va dai giochi di ruolo, alla musica (la colonna sonora, tra l'altro, è curata, tra gli altri, da Fabio Frizzi, senza dimenticare L'esorcista, ovviamente il film, ma la trama di base è in tutto e per tutto Super 8 di J. J. Abrams, con però alcuni opportuni cambiamenti che rendono Stranger Things più seriale certo, ma a ben vedere anche più facilmente mainstream.

giovedì 5 maggio 2022

Il bastone del drago

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In uno dei tanti banchetti di libri usati ho recuperato una serie di romanzi Urania e Urania fantasy che mi sembravano particolarmente interessanti. Tra questi uno dei primi che ho affrontato è Il bastone del drago di Peter Morwood, che racconta la storia di un giovane principe, Aldric Talvin, la cui famiglia viene quasi completamente trucidata da un mago. La strage, però, è solo il primo passo verso un piano più complesso di conquista del mondo da parte del mago stesso, aiutato da un ancor più potente mago malvagio, Kalarr cu Ruruc, richiamato dalla morte dal primo.
A dare una mano ad Aldric c'è Gemmel Erekren, anch'egli mago, avversario di Kalarr, che manda il suo giovane protetto a recuperare il bastone del drago del titolo, arma che risulta fondamentale per la conclusione positiva della vicenda.
Nel complesso il romando di Morwood riprende molti dei temi de Il Signore degli Anelli o più in generale dei temi di J. R. R. Tolkien. Ad esempio la storia di Aldric ricorda, in parte, quella di Kullervo. Lo stesso Aldric viene descritto come persona gentile ma con un lato oscuro che emerge ogni volta che usa la sua spada. La stessa spada sembra avere un'anima tutta sua, anche se la cosa è appena accennata a differenza di quanto avviene con la Tempestosa di Elric.

giovedì 14 aprile 2022

Witcher: Una strana famiglia allargata

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Con la seconda stagione di Witcher gli autori hanno adottato uno stile narrativo più standard rispetto a quello che aveva invece caratterizzato la prima stagione. D'altra parte non c'era alcuna necessità di costruire le interazioni tra i personaggi come un intreccio che si dipana nel corso del tempo. In questo caso, infatti, l'azione si svolge in un tempo molto più ristretto, dell'ordine dei mesi per intenderci.
La prima necessità della stagione, infatti, anticipata nelle interviste agli autori che accompagnavano la prima stagione, è quella di costruire quella strana famiglia che già si prefigurava nel corso della prima serie, ovvero Geralt di Rivia e Yennefer di Vengerberg come "genitori" e la principessa Cirilla di Cintra come loro "figlia".
Ovviamente la storia non si riduce a questa semplice necessità, visto che gli autori scavano all'interno di tutti e tre i personaggi principali, su tutti Cirilla, alla ricerca di un modo di comprendere se stessa, la sua natura, le sue origini e la sua storia, incluso quel destino che sembra le sia stato in qualche modo imposto; e poi Yennefer, che dopo essere stata la grande eroina del finale di stagione, passa buona parte della seconda stagione a trovare anch'essa se stessa, perdendosi dentro l'ossessione del riottenere il potere magico perduto; e infine Geralt, forse il più granitico di tutti, quella roccia su cui ruota l'intera storia. E la cosa è tanto più evidente, quanto ironica, visto che comunque Geralt molte cose le scopre insieme con lo spettatore. Proprio la caratterizzazione di Geralt, però, rende sempre più evidente la scelta di Henry Cavill come protagonista, visto che effettivamente sembra di essere di fronte a personaggio saldo come Superman, ma determinato come Batman: il mix perfetto, oserei dire!

sabato 9 aprile 2022

Girl from the other side

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Una favola nera sull'accettazione di se

Avevo già affrontato un'opera di Nagabe, autore interessante sia nel tratto sia nelle tematiche. Il mangaka, infatti, in Love from the other side affronta il tema del rapporto tra diversi, declinandolo attraverso il sentimento dell'amore.
La raccolta dei racconti, come avevo scritto, riprende in piccolo il tema portante di Girl from the other side, serie pubblicata in Italia dalla J-Pop e conclusasi di recente con l'uscita dell'11.mo tankobon.
La storia racconta di due società in contrapposizione, quella degli umani e dei mostri, esseri che portano tra gli umani una maledizione oscura che spinge gli uomini ad allontanare e persino uccidere intere comunità dove la maledizione giunge (o sembra giungere). Attraverso l'ambientazione medioevale, Nagabe racconta dunque una storia sull'intolleranza, ma anche sulla religione, che la alimenta, e sulla ricerca del sé, visto che è proprio quello che fa il Maestro, l'essere umano maledetto che prova a sopravvivere nella zona maledetta insieme con la piccola Shiva.
Nagabe esplora il loro rapporto, attraverso il quale sviluppa il tema della diversità in maniera delicata, senza dimenticare scene ricche di tensione o di azione dovute alla ricerca di Shiva da parte dei soldati del regno degli uomini. Inoltre, man mano che si leggono i vari volumi, diventa sempre più evidente il collegamento della storia con il concetto orientale di yin e yang. Un manga nel complesso decisamente molto interessante, che ci racconta tanto su di noi e sulla nostra società, fornendoci un suggerimento per superare le nostre divisioni.

giovedì 17 marzo 2022

Il Signore dei Maghi

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Era da diversi anni che non trovavo l'occasione per leggere Il Signore dei Maghi, romanzo fantasy di Lawrence Watt-Evans, scrittore statunitense di genere fantasy e fantascientifico. Mentre in quest'ultimo caso ha realizzato soprattutto le così dette novelizzazioni (o comunque romanzi appartenenti a universi narrativi nati per altri media), nel fantasy è da considerarsi un creatore di mondi, proprio come questo romanzo, che risulta il primo de La saga degli Eletti.
Il romanzo è ambientato a Barokan, un regno dominato dalla magia che, come si scopre man mano che procede la lettura, è solo una porzione di un mondo ancora più vasto. La struttura di Barokan è al tempo stesso semplice e complessa. A capo di tutto c'è il Signore dei Maghi, che grazie a una serie di incantesimi, è in grado di controllare il tempo atmosferico e ha il potere di uccidere i maghi che ritiene malvagi (e in generale tutti coloro che ritiene comportarsi in maniera criminale). Questi viene eletto dal Consiglio degli Immortali, ovvero il club di tutti i maghi presenti a Barokan (da questo Consiglio sono esclusi i sacerdoti dei singoli villaggi e città, che invece conoscono semplicemente i riti per ingraziarsi gli elementali del luogo, denominati ler). Infine ci sono otto Eletti, il cui compito è decidere se un Signore dei Maghi è impazzito diventando un Signore delle Tenebre e quindi operare i passi necessari per costringerlo ad abdicare oppure a ucciderlo.

domenica 12 settembre 2021

Topolino #3433: Puntare sulle puntate

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Che l'idea fosse quella indicata nel titolo era ormai evidente da tempo, ma in questo numero è diventata perfino troppo manifesta, con ben tre storie a puntate: Ducktopia, al suo esordio, Paperbridge, che si conclude, e Siamo serie!, giunta al suo secondo episodio. E per una serie che si chiude, almeno momentaneamente, ecco pronta la settimana prossima una nuova che arriva, questa volta dedicata a Dante Alighieri. Ci sarà tempo di discuterne, ma nel frattempo lasciatemi scrivere che, forse, ci sono un po' troppe storie a puntate ultimamente su Topolino, anche se, per fortuna, il problema non è (sempre) la loro qualità.
Nel mondo della televisione
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Per l'occasione rispolvero i titoletti, che avevo abbandonato da tempo, per introdurre le tre storie a puntate. Inizio da quella che mi sta convincendo meno di tutte, Siamo serie!. Scritta da Sergio Badino per i disegni di Silvia Ziche, è ambientata nel mondo della televisione con Paperina e Chiquita impegnate nel produrre per conto di Paperone una serie televisiva che parli della produzione di serie televisive. E già la trama è un cortocircuito mentale che ai fan più sfegatati non potrà far altro che pensare a Boris (sebbene su Topolino troviamo un precedente obiettivamente inarrivabile come Il mistero del papero del mistero proprio della Ziche). Il primo episodio non mi aveva convinto, ma già questo inizia a ingranare un po' di più, anche grazie a un paio di gag ricorrenti decisamente gustose.
Continua a essere icomprensibile la presenza di un Paperone che vuole risparmiare su tutto, ma è un qualcosa di comune a moltissime storie italiane di quest'epoca, per cui più che chiedere che si cambi direzione, c'è ben poco da fare. Sarebbe stato più interessante avere, ad esempio, Filo Sganga come produttore: la cosa avrebbe sicuramente reso più realistica la situazione di bassissimo budget in cui operano Paperina e Chiquita.
A parte questo la storia inizia a funzionare, almeno come parodia del mondo televisivo, per cui non posso che aspettare con interesse il seguito.

lunedì 30 agosto 2021

La discendenza di Zeus

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Come sappiamo dai miti che vengono raccontati dalle costellazioni (almeno quelli che sono chiaramente associabili alle leggende dell'antica Grecia), Zeus, il capo degli dei dell'Olimpo, non è mai stato particolarmente fedele alla sua sposa (nonché sorella) Era. Di tradimenti di Zeus i miti ce ne hanno tramandati molti, e anche di reazioni gelose di Era, ed è proprio con un soggetto del genere che gli autori di Blood of Zeus hanno deciso di giocare per realizzare una storia non narrata nei miti antichi. La serie animata, infatti, è ambientata proprio all'epoca della nascita di questi miti e racconta di uno dei figli di Zeus, Heron, uno dei tanti semidei disseminati dal dio olimpico. Questi, dopo essere rimasto nascosto con la madre per anni in una valle protetta dagli occhi di Era dalla magia di Zeus, scopre di essere figlio di quest'ultimo e viene coinvolto in una nuova guerra tra gli dei olimpici e i titani.

martedì 13 luglio 2021

Black Spot: Una zona bianca in mezzo ai boschi

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Per non so quale motivo, quando la serie franco-belga Zone blanche arriva in Italia, si decide di mantenere il titolo in inglese con cui la serie viene distribuita, Black spot, che non mi sembra altrettanto evocativo del titolo originale.
Dettagli di titolo a parte, la serie è ambientata a Villefranche, un'inesistente cittadina in mezzo alle montagne (forse le Ardenne?), circondata da una foresta. L'inesistenza della cittadina permette agli autori di costruire una sottotrama interessante che lega la cittadina a una leggenda dell'Antica Roma che viene sviluppata nella seconda stagione, ma gli elementi fondamentali della serie hanno poco a che fare con la storia. L'ambientazione, infatti, è moderna e la protagonista della serie è Laurène Weiss, interpretata da Suliane Brahim, capo della locale gendarmeria e con un passato tormentato, anch'esso approfondito nel corso della serie. Ciò che si sa all'inizio è che è stata rapita in gioventù e tenuta nascosta nella foresta, da cui è tornata improvvisamente con due dita della mano sinistra in meno. E questo è probabilmente il motivo principale, oltre all'ovvio dovere dovuto al ruolo rivestito, per cui Laurène ogni notte batte la foresta alla ricerca della scomparsa figlia del sindaco, Bertrand Steiner, interpretato da Samuel Jouy.