Stomachion

domenica 12 settembre 2021

Topolino #3433: Puntare sulle puntate

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Che l'idea fosse quella indicata nel titolo era ormai evidente da tempo, ma in questo numero è diventata perfino troppo manifesta, con ben tre storie a puntate: Ducktopia, al suo esordio, Paperbridge, che si conclude, e Siamo serie!, giunta al suo secondo episodio. E per una serie che si chiude, almeno momentaneamente, ecco pronta la settimana prossima una nuova che arriva, questa volta dedicata a Dante Alighieri. Ci sarà tempo di discuterne, ma nel frattempo lasciatemi scrivere che, forse, ci sono un po' troppe storie a puntate ultimamente su Topolino, anche se, per fortuna, il problema non è (sempre) la loro qualità.
Nel mondo della televisione
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Per l'occasione rispolvero i titoletti, che avevo abbandonato da tempo, per introdurre le tre storie a puntate. Inizio da quella che mi sta convincendo meno di tutte, Siamo serie!. Scritta da Sergio Badino per i disegni di Silvia Ziche, è ambientata nel mondo della televisione con Paperina e Chiquita impegnate nel produrre per conto di Paperone una serie televisiva che parli della produzione di serie televisive. E già la trama è un cortocircuito mentale che ai fan più sfegatati non potrà far altro che pensare a Boris (sebbene su Topolino troviamo un precedente obiettivamente inarrivabile come Il mistero del papero del mistero proprio della Ziche). Il primo episodio non mi aveva convinto, ma già questo inizia a ingranare un po' di più, anche grazie a un paio di gag ricorrenti decisamente gustose.
Continua a essere icomprensibile la presenza di un Paperone che vuole risparmiare su tutto, ma è un qualcosa di comune a moltissime storie italiane di quest'epoca, per cui più che chiedere che si cambi direzione, c'è ben poco da fare. Sarebbe stato più interessante avere, ad esempio, Filo Sganga come produttore: la cosa avrebbe sicuramente reso più realistica la situazione di bassissimo budget in cui operano Paperina e Chiquita.
A parte questo la storia inizia a funzionare, almeno come parodia del mondo televisivo, per cui non posso che aspettare con interesse il seguito.
Nella nebbia
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Si conclude nella nebbia il primo confronto ufficiale tra Cuordipietra Famedoro e Lord Quackett quando ancora quest'ultimo non ha indossato il manto di Fantomius, e con esso anche la seconda "stagione" di Paperbridge.
C'è ben poco da dire sulla storia in se: Marco Gervasio gestisce i personaggi e i tempi nel modo migliore possibile. Per buona parte la conclusione va considerata scontata, e oserei anche dire per fortuna. Sarebbe stato difficile digerire la vittoria di Famedoro, oppure il non scoprire il legame della storia con una delle avventure classiche di Fantomius, sventolato più volte nel corso degli episodi precedenti.
Altrettanto atteso, anche se non per questo meno deludente (nell'ottica dell'immedesimazione con Lord Quackett, e in questo sta forse la grande forza di Paperbridge), il finale della storia d'amore con Beth Duckett: d'altra parte, prima di Dolly Paprika, nel passato di Fantomius c'è stata Lady Senape, quindi i tempi non erano ancora maturi. La speranza è che nel seguito Gervasio, mentre svilupperà la storia di Lord Quackett prima di diventare Fantomius, non dimentichi di fare altrettanto con Beth/Dolly Paprika.
Fantasy d'autore
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Con una copertina rigida molto gradevole al tatto e un'illustrazione che fa pensare immediatamente a Bone (anche se non sono riuscito a trovare l'illustrazione di riferimento) fa il suo esordio Ducktopia, scritta a quattro mani da Francesco Artibani e Licia Troisi.
L'astronoma, che ha intrapreso una carriera da scrittrice fantasy, ha sempre diviso le platee dei lettori tra chi, leggendone i romanzi, ne apprezza le opere, e chi ne mette in dubbio le qualità di scrittura. Personalmente se devo pensare a una scrittrice fantasy, non è certo il primo nome che mi viene in mente, ma nel complesso i primi tre romanzi della saga di Nihal non mi sono dispiaciuti, pur ammettendo che qualche difetto è comunque presente. Non mi sembra, però, il caso di affrontare la Troisi scrittrice di romanzi, ma piuttosto l'esordio di Ducktopia.
La storia inizia in un reame lontano che a un certo punto ha bisogno di un esperto cacciatore di mostri. Per cui il re, Papenethor/Paperone, manda il nipote Quakko Bekkins/Paperino (nome che richiama Bilbo - o Frodo - Baggins) ad assoldare il più esperto cacciatore di mostri del regno, Topperalt di Trivia/Topolino. Quest'ultimo, proprio come Geralt di Rivia, protagonista di The Witcher, si accompagna a un menestrello, Goofunculus/Pippo, che ne canta continuamente le geste (ed è anche inevitabile leggere le sue rime con in sottofondo il tema musicale di The Witcher: la cosa incredibile è che per lo più ci stanno molto bene!).
Ai due riferimenti fantasy su menzionati (anche se nel complesso direi che The Witcher sia più importante del Signore degli Anelli), si aggiunge anche il già citato Bone. Il fatto che i mostri siano sempre più irrequieti va in effetti messo in parallelo con quanto avviene nella Valle in Bone, mentre i mostri di Amelyeris/Amelia ricordano i Rattodonti del Signore delle Locuste. Probabilmente c'è anche un pizzico di autocitazionismo, visto che il resto dei mostri, magistralmente rappresentati da Francesco D'Ippolito, sembrano uscire dalle pagine di Monster Allergy, che vede Artibani proprio tra gli ideatori.
Per ora c'è poco da aggiungere: una storia che è solo all'inizio e che presenta molti spunti interessanti. Nel seguito degli episodi ci si aspetta molto dai vari personaggi, presentati in questa prima puntata, soprattutto da Eomynn/Minni, dal chiaro riferimento tolkeniano (Eowyn del Signore degli Anelli, per essere precisi). Per il momento, se proprio devo fornire qualche appunto, andrei sulla caratterizzazione di Topperalt, troppo affabile (mi sarebbe piaciuto vedere Topolino completamente calato nelle vesti di Geralt) e sui disegni di D'Ippolito, molto belli e spettacolari sicuramente, ma non altrettanto inquietanti con l'arrivo di Amelyeris. Sono comunque due scelte comprensibili (più la seconda, a mio modesto parere) che per ora non intaccano la gradevolezza della storia e, soprattutto, la voglia di leggere il secondo episodio!

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