Stomachion

martedì 30 giugno 2020

La scuola come costruzione sociale

Sempre dal solito, vecchio archivio di articoli che ho sparsi qua e là, oggi tiro fuori un papero interessante che, anche a scuola chiusa, potrebbe fornire qualche interessante spunto di riflessione, soprattutto considerato lo strano anno scolastico online che insegnanti e studenti sono stati costretti a vivere. D'altra parte l'articolo di Camilla Gobbo e Marta Girardi parla proprio dell'introduzione a scuola delle nuove tecnologie digitali, che nel "lontano" 2006 erano ancora relegate ai soli laboratori di informatica.
Gli aspetti più interessanti, ad ogni modo, sono un paio: innanzitutto c'è una maggiore propensione all'autoaggiornamento da parte degli insegnanti che risultano più competenti nelle così dette ICT; inoltre la visione costruttivista risulta più comune in quest'ultimo gruppo di insegnanti.
La visione costruttivista, d'altra parte, prevede che sia lo studente a crearsi da solo le competenze, con la semplice guida dell'insegnante che, in qualche modo, rinuncia al ruolo di "infusore delle nozioni". Inoltre il primo genere di insegnante (quello costruttivista) è in grado di sfruttare al massimo sia la fase di apprendimento "solitario", sia quella di apprendimento "collaborativo", cosa che risulta più difficile per l'insegnante "infusore".
C'è da dire che la scuola italiana non sembra sia cambiata molto: le idee costruttiviste stanno entrando molto lentamente e non sembra che la didattica online sia stata sfruttata, se non in rari casi, per andare in quella direzione.
Peraltro la diffusione di progetti come astroedu sono il segno che la richiesta di approcci costruttivisti nel mondo è piuttosto alta e forse la scuola italiana non può permettersi di trascurare questo modo di fare didattica. Per fortuna ci sono in giro insegnanti interessati a tali approcci, ma la strada per indirizzare la scuola verso un nuovo modo di concepire l'insegnamento sembra ancora lunga. Anche perché in fondo la scuola non è altro che lo specchio della società italiana.
Gobbo, C., & Girardi, M. (2001). Teachers' beliefs and integration of information and communications technology in Italian schools. Journal of Information Techology for Teacher Education, 10(1-2), 63-85. doi:10.1080/14759390100200103

domenica 28 giugno 2020

Topolino #3370: nel blu

Ultimamente scrivere le recensioni per Topolino sta diventando sempre più semplice. Dopo l'articolo con eventuale approfondimento scientifico sul Cappellaio Matto (anche questa settimana dedicato a Star Top), restano sempre al massimo un paio di storie di cui scrivere. Qualcuno potrebbe obiettarmi che in questo numero è tornata la serie de I fratelli De' Paperoni di Vito Stabile, ma dopo aver letto la storia d'esordio, ho semplicemente saltato quella di questa settimana. Inizierei, però, con l'avventura di copertina, peraltro disegnata da Giorgio Cavazzano:
Mistero in profondità
Per la prima volta nella serie di Topolino giramondo Giuseppe Zironi si limita a partecipare al soggetto, mentre la storia è affidata ai testi di Gabriele Panini e ai disegni di Giampaolo Soldati.
Se il disegnatore, negli ultimi tempi, è cresciuto tantissimo nella gestione delle espressioni e adotando un tratto in un certo senso più realistico (per quel che si possa dire "realistico" il tratto per un fumetto disneyano), la vera sorpresa della storia, a parte un dettaglio, comunque non trascurabile, è proprio Panini.
La nuova avventura della serie è ambientata su una nave di ricerca oceanica che ha come obiettivo la Fossa delle Marianne, la zona oceanica più profonda della Terra. Topolino è aggregato alla spedizioe per realizzare un servizio fotografico sugli sconosciuti fondali marini, lì dove non arriva la luce e buona parte degli abitanti ha sviluppato la così detta bioluminescenza, un fenomeno che permette agli esseri viventi di emettere luce attraverso particolari reazioni chimiche.

sabato 27 giugno 2020

Le grandi domande della vita: Operare con i quanti

Continuo a farmi ispirare dalle domande rivolte a Gabriella Greison (trovate il link alla sua pagina all'interno di questo post di Stefano Marcellini) anche in questa nuova puntata de Le grandi domande della vita.
Le basi quantistiche del computer classico
In questo periodo si parla molto di computer quantistico, e questo genera indubbiamente confusione, ma anche curiosità, tanto che alla fine ci si potrebbe legittimamente chiedere quanta meccanica quantistica c'è nei computer che usiamo goni giorno.
Tutto inizia nel 1949 quando il fisico Werner Jacobi, al tempo al lavoro nei laboratori della Siemens, brevettò un primo circuito integrato, costituito da cinque transistor.
Il transistor è un dispositivo basato sui semiconduttori. Questi ultimi sono dei materiali particolari, che hanno delle proprietà, come suggerisce il loro nome, intermedie tra conduttori e isolanti.
Ed è qui che entra in gioco la meccanica quantistica, perché ci fa capire in che modo funzionano i semiconduttori. Ne scrissi in occasione del premio Nobel per la fisica del 2014, per cui qui mi limito semplicemente a riassumere un po' la situazione. Esistono due bande particolari negli elementi chimici che ci permettono di distinguere tra metalli e isolanti, la banda di conduzione e quella di valenza. Mentre negli isolanti queste due bande sono nettamente separate, nei metalli la banda di conduzione è attraversata dal così detto livello di Fermi, che assume una certa importanza proprio nei semiconduttori.
In questi materiali, infatti, una tra la banda di valenza e quella di conduzione è più vicina al livello di Fermi rispetto all'altra, permettendo così più facilmente agli elettroni di quella banda di saltare verso l'altra tramite il gradino intermedio del livello di Fermi.

giovedì 25 giugno 2020

Frecce del tempo

Tra gli articoli che avevo da parte da un bel pò, c'è questa cartelletta contenente un trittico dedicato al concetto della freccia del tempo.
Sono in ritardo!
Cos'è il tempo, che ci fa spesso arrivare in ritardo, soprattutto se non riusciamo a sincronizzare il nostro orologio interno con gli impegni che di solito prendiamo in carico?
Una definizione interessante è quella fornita dal chimico Ilya Prigogine, per cui il tempo è in un certo senso una manifestazione dell'entropia.
Questo modo di vedere il tempo implica l'esistenza di una freccia del tempo che si dice termodinamica. Eppure è possibile determinare frecce del tempo differenti. Ad esempio un trittico di fisici teorici hanno proposto un punto di vista che mostra come anche la forza di gravità stessa fa emergere una freccia del tempo all'interno dell'universo(1).

mercoledì 24 giugno 2020

La macchina dei sogni

Mi seccava, un po', non scrivere nulla su Alan Turing, visto che ieri sono uscito con la biografia di Charles Messier e non ho usato nessuno degli altri miei blog allo scopo. Così oggi vi metto qui sotto un'immagine (via Alan Turing Scrapbol) del codice realizzato da Turing in base 32 per portare a termine una simulazione sulla sua teoria sulla morfogenesi. Chiamò il programma Ibsen5, dopo essere stato, nel 1952, in vacanza in Norvegia, terra dello scrittore Henrik Ibsen:

martedì 23 giugno 2020

Wikiritratti: Charles Messier


La grande cometa del 1744 di Amedee Guillemin - via commons
A osservare per la prima volta la Grande Cometa del 1744 furono, indipendentemente uno dall'altro, furono Jan de Munck a Middelburg il 29 novembre del 1743, Dirk Klinkenberg ad Haarlem il 9 dicembre e Jean-Philippe de Chéseaux a Losanna il 13 dicembre di quello stesso anno.
Divenne visibile a occhio nudo nei primi mesi del 1744 e venne ricordata per una particolarità: ben sei code!
Il cielo, come sempre, riserva sorprese a raffica e appena 4 anni dopo, il 25 luglio del 1748, ecco arrivare un'eclissi di Sole anulare: tutti eventi che potevano segnare l'interesse di qualunque giovane si fosse soffermato a osservare il cielo in quegli anni.
E in particolare è proprio su uno di questi spettatori che ci andremo a concetrare, un ragazzo nato il 26 giugno del 1730 in quel di Badonviller, nella Lorena, undicesimo di dodici figli.
In una situazione di questo genere il piccolo Charels Messier non aveva molti stimoli per restare nella casa paterna, così nel 1751 il giovane decise di cercare fortuna nella grande città, Parigi, dotato solo della sua mente acuta e di una bella scrittura. Forse fu proprio quest'ultimo talento che gli permise di ottenere un impiego presso Joseph Nicolas Delisle, astronomo della marina francese. All'inizio il suo compito era quello di mantenere in ordine i registri delle osservazioni, ma con il tempo Delisle istruì il giovane Messier all'uso degli strumenti astronomici. E iniziò subito con un evento astronomico di una certa importanza, il transito di Mercurio del 6 maggio del 1753.
Messier, però, puntava ancora più in alto.

domenica 21 giugno 2020

Topolino #3369: Gioco di squadra

Se il piatto forte del numero è il primo episodio della terza stagione di Star Top, subito dopo emerge il secondo episodio de Il torneo delle cento porte, la saga calcistica che anima questa prima parte dell'estate topolina.
Panchinari
Nel 313 team è in corso una piccola rivoluzione. Paperino viene messo da parte dall'arrivo di Ribbling come nuovo allenatore della squadra, e Quo dall'arrivo di Achille, nipote di Ribbling, velocissimo e talentuoso ragazzino. Il secondo episodio, che vede anche il secondo turno del torneo, con il 313 team che deve affrontare i Rocks di Rockerduck, ruota, dunque, attorno all'esclusione: da un lato quella di Quo, per fare spazio al nuovo arrivato, e dall'altra quella di Paperino come entusiasta allenatore della squadra.
Marco Nucci gestisce in particolare l'esclusione di Quo, con il quale è più probabile che si identifichi il lettore, in particolare quello più giovane. In questo caso, però, è proprio la possibilità di avere una seconda opportunità, sia per Quo sia per Paperino, che si gioca non solo la storia, ma il nodo centrale che rimette in discussione non solo la fiducia dela squadra nei suoi mezzi, ma anche il torneo stesso.
Ovviamente Nucci, che in questo Il tallone di Achille propone molte più scene calcistiche rispetto al primo episodio, ottimamente disegnate da Donald Soffritti, prosegue con gli elementi narrativi trasversali al torneo, proponendo nel finale un sicuramente scontato ma non per questo meno interessante spunto per l'episodio della prossima settimana.

sabato 20 giugno 2020

Superman e Batman: il ritorno degli eroi

Era ormai da un po' di tempo che non scrivevo di supereroi, e l'ultima volta era successo con Batman. Colgo l'occasione di ritornare a scrivere qui su DropSea su questo particolare genere fumettistico grazie all'esordio del nuovo licenziatario DC Comics in Italia: Panini Comics. L'editore modenese, dopo la Germania, anche in Italia inizia a gestire entrambi i due universi supereroistici e per l'occasione, soprattutto invogliato dallo sconto del 40% sull'acquisto dei due numeri uno, prendo i primi numeri di Superman e Batman, entrambi a cadenza quindicinale.
Usciti con un ritardo di un paio di mesi causa Covid 19, partono con i due archi narrativi più recenti possibile: per quel che riguarda l'azzurrone vengono proposte due storie tratte dall'Action Comics di Brian Michael Bendis e di Szymon Kudranski legati all'evento Leviathan, sempre di Bendis, mentre per il Cavaliere Oscuro Panini ha deciso di iniziare con il Batman di Tom King e Tony Daniel, in particolare con l'arco narrativo La città di Bane.
I due serial si alterneranno con il Superman originale e con il classico Detective Comics. Non è detto che proseguirò l'acquisto della serie regolare, in particolare quella di Batman: ho mollato gli spillati della Lion proprio per via del cambio massiccio di periodicità da un lato e dello spostamento in fumetteria di molti spillati, cosa che peraltro ha fatto in parte anche Panini con i supereroi Marvel alcuni mesi più tardi. Non è impossibile, invece, che, come già facevo prima, non decida di acquistare qualche volume di belle storie sparso qua e là.

venerdì 19 giugno 2020

Profezia

Profezia è un gioco di avventura sviluppato in Italia con un'interfaccia a scelta multipla: a differenza delle avventure classiche in cui il giocatore è libero di vagare per il mondo del gioco (o in parte di esso), la trama di Profezia si sviluppa automaticamente. Ogni volta che si deve intraprendere un'azione, al giocatore viene proposta una serie di scelte, che influenzeranno il resto dell'avventura.
Profezia è ambientato nel nel Medioevo, in una zona montana tra le due regioni italiane dell'Abruzzo e del Lazio. Il giocatore prende il controllo di un mercenario che è stato assunto per recuperare una corona d'oro dal castello di Capistrello, dove il duca Attilio intende usarlo su un antico rito pagano.
Non esiste un percorso unico per completare il gioco: il giocatore può seguire rami alternativi, a condizione che le azioni che seguono siano coerenti con le loro scelte precedenti.

giovedì 18 giugno 2020

Chirone, l'addestratore di eroi

Mettere a posto le costellazioni è piuttosto divertente: i testi di partenza, infatti, non sono sempre corretti, nonostante si possa pensare il contrario. E non è solo una verifica degli aspetti astronomici, che a volte devo riscrivere, ma anche di quelli mitologici, che spesso vanno sistemati quasi da zero. D'altra parte, da appassionato di mitologia, molte di quelle storie le conosco abbastanza bene (molte imparate nelle puntate di Pollon...), per cui mi salta subito al naso quando qualcosa non va. Nel caso del centauro Chirone il problema è sostanzialmente nella sua doppia identificazione, da un lato nella costellazione del Centauro, e dall'altro in quella del Sagittario. In quest'ultima, però, dovrebbe anche avere un arco teso pronto a scoccare una freccia, cosa che sembra strana a Eratostene, astronomo e matematico, che ci ricorda come l'arco non sia esattamente un'arma da centauri.
Del Sagittario scriverò più avanti, anticipando qualcosa della costellazione la cui uscita è prevista a luglio su Edu INAF, per cui andiamo subito su Chirone:

mercoledì 17 giugno 2020

Origine della torcia elettrica

L'invenzione della torcia elettrica fu brevettata dall'inglese David Misell il 12 marzo 1898 (U.S. Patent No. 617,592). Il 10 gennaio del 1899 Misell cedette il suo brevetto all'American Electrical Novelty and Manufacturing Company, che donò alcuni di tali dispositivi alla polizia di New York. La torcia elettrica di Misell caricava una pila zinco-carbone di tipo D e presentava un riflettore in ottone.

martedì 16 giugno 2020

Trasformazione di Lorentz, effetto Doppler et al.

Presentiamo una semplice derivazione delle trasformazioni di Lorentz per le coordinate spaziotemporali dello stesso evento. E' basata sul carattere relativo degli intervalli di lunghezza e di tempo misurati da osservatori in movimento relativo. Iniziamo accettando che il movimento relativo modifica in qualche modo particolare il risultato di queste misurazioni. Tuttavia non postuliamo il carattere di questa distorsione, ovvero qualunque sia la dilatazione o la contrazione. Le formule che spiegano la contrazione della lunghezza, la dilatazione del tempo e lo spostamento Doppler sono un sottoprodotto di questa derivazione.
Rothenstein, B., & Popescu, S. (2007). Lorentz transformation, time dilation, length contraction and Doppler Effect-all at once. arXiv:0712.0463.
Approfondimenti:
Derivations of the Lorentz transformations (en.wiki)

domenica 14 giugno 2020

Topolino #3368: Riparte il campionato

Il calcio, si sa, è lo sport più amato in Italia, per cui era più che ovvio che l'editore che ha inventato le raccolte di figurine non ideasse un progetto multimediale come Il torneo delle cento porte. La multimedialità sta nel fatto che, insieme con la serie, lanciata dalla sempre ottima copertina di Andrea Freccero, viene diffuso anche un album dove attaccare le figurine dei calciatori che partecipano a questo grande torneo paperopolese.
Prima, però, di scendere nei dettagli, iniziamo con la seconda e ultima puntata de Le onde Skerz:
Effetto farfalla
Come fatto notare dal redazionale introduttivo alla storia, le farfalle energetiche che abbiamo visto settimana scorsa nella prima puntata della nuova storia di Casty, hanno portato letteralmente il caos sulla gioiosa isola vacanziera di Gioiosity.
La storia, come abbastanza intuibile sin dalla prima puntata, si basa su una scoperta scientifica dai risvolti imprevisti per gli scopritori e dalle applicazioni pratiche limitate, in questo caso commerciali. In particolare è l'imprevisto della bufera che costringe vacanzieri e personale a restare sull'isola di Gioiosity a generare il contagio di scherzite acuta che travolge gli isolani.
Alessio Coppola, che ha disegnato la storia, riesce a rendere nel modo migliore possibile le situazioni ideate da Casty, risultando alla fine un'ottima scelta.

sabato 13 giugno 2020

Elma: Storia di un orso

Inizia un po' come Il libro della giungla: una bambina, nella foresta, che è stata cresciuta da un orso. Si alza al mattino e inizia a barrire, come un orso (all'incirca!). Elma è felice della vita tranquilla nella foresta insieme con Papà Orso, ma la storia inizia giusto un attimo prima che tutto cambi, quando l'Orso e la piccola Elma devono intraprendere un viaggio pericoloso per riportare la bambina dalla madre.
La svolta fantasy, quasi favolistica, della storia di Ingrid Chabbert e Léa Mazé diventa abbastanza presto evidente quando sembra che sia l'acqua stessa a rivoltarsi contro la piccola Elma e il suo protettore. Le due autrici realizzano il tipico viaggio di scoperta, di se stessi, dei segreti dietro le proprie origini. E' anche una storia sull'abbandano, ma anche sul ricominciare. E ovviamente è anche una storia su una maledizione da spezzare, ma questo in un certo senso fa da contorno al triangolo che viene raccontato tra l'Orso, Elma e la figura della madre che viene costruita mano a mano che ci si avvicina al finale.
I due volumi sono strutturati su una griglia ariosa, con poche vignette, che permette alla disegnatrice di realizzare delle splendide illustrazioni, molto evocative grazie al contrasto tra la colorazione più accesa tendende al rosso dell'ambiente naturale e quella blu dei personaggi, come l'Orso e Elma. Elma: A Bear’s Life ricorda molto da vicino Krishna di Abishek Singh (in Italia edito da Bao, e di cui non vi ho scritto nulla...), sia per stile narrativo sia per stile del tratto e impostazione generale. In due parole un'opera deliziosa.

venerdì 12 giugno 2020

I rompicapi di Alice: L'ambiguo cilindro

Vi ricordate del matematico Kokichi Sugihara? Ne avevo scritto poco più di 9 anni fa in occasione di un rompicapo escheriano. Lo tiro fuori dal cilindro in questa nuova occasione grazie a un'altra sua interessante scoperta, quella dei cilindri ambigui.
Questo è il nome che Sugihara ha dato a una classe particolare di superfici il cui aspetto risulta molto differente quando visto da due punti di vista particolari.

giovedì 11 giugno 2020

Orologiai relativistici

Tra i miei piuttosto nascosti appunti di scrivere di questo o di quell'articolo, c'era anche infilato da qualche parte una serie di link relativi a
Delva, P., Lodewyck, J., Bilicki, S., Bookjans, E., Vallet, G., Le Targat, R., ... & Lopez, O. (2017). Test of special relativity using a fiber network of optical clocks. Physical review letters, 118(22), 221102. doi:10.1103/PhysRevLett.118.221102 (arXiv)
Non voglio dilungarmi più di tanto, ma semplicemente riassumere un paio di concetti. Partiamo dalla relatività speciale: una delle sue assunzioni fondamentali è che le leggi della fisica debbono essere valide in tutti i sistemi di riferimento (invarianza di Lorentz). Sono molti gli esperimenti che hanno verificato tale principio e quello cui fa riferimento l'articolo linkato qui sopra è un test che utilizza una rete di orologi ottici utilizzati per misurare con la massima precisione la dilatazione del tempo. In particolare gli orologi sono stati posti in Francia, presso l'Osservatorio di Parigi, in Germania, presso il Physikalisch-Technische Bundesanstalt (l'istituto di metrologia) a Braunschweig, e in Gran Bretagna, presso il National Physical Laboratory a Teddington.
E i risultati non hanno prodotto alcuna discrepanza significativa dal principio di Lorentz.
La faccenda la si potrebbe anche chiudere qui, allora, almeno fino a che non si ottengono alcune osservazioni particolari che innanzitutto suggeriscono che il tasso di espansione dell'universo non è esattamente uguale in tutte le direzioni, il che lascerebbe intendere che l'universo non è così isotropo come si vuol credere e che a una scala piuttosto grande il principio di Lorentz potrebbe non essere più tale. La cosa, però, è ancora tutta da verificare.
Migkas, K., Schellenberger, G., Reiprich, T. H., Pacaud, F., Ramos-Ceja, M. E., & Lovisari, L. (2020). Probing cosmic isotropy with a new X-ray galaxy cluster sample through the LX–T scaling relation. Astronomy & Astrophysics, 636, A15. 10.1051/0004-6361/201936602 (arXiv)

mercoledì 10 giugno 2020

Carpaccio

La carne per il carpaccio deve essere freschissima.
Fu Giuseppe Cipriani a chiamarlo così quando un giorno del 1950 preparò il piatto appositamente per un'amica, la contessa Amalia Nani Mocenigo. Alla contessa i medici avevano vietato la carne cotta.
Il nome è un omaggio al pittore Vittore Carpaccio, perché a Cipriani il colore della carne cruda ricordava i colori intensi del pittore.
Stefano Fantelli da The cannibal family #5

lunedì 8 giugno 2020

Condominio microscopico

Uno dei modi di vedere la struttura esterna dell'atomo è quella di un grande condominio, per cui ogni piano è occupato da un certo numero di inquilini. Se prendiamo un piano come un livello energetico, e come inquilini gli elettroni, esiste una regola condominiale che impone che ogni orbitale sia occupato al massimo da due elettroni. Questa regola è il principio di esclusione di Pauli.
Tutti insieme appassionatamente
La meccanica quantistica era in giro da un ventennio circa quando il fisico indiano Satyendra Nath Bose iniziò a interessarsi di uno dei modelli fondamentali della meccanica quantistica, quello della luce di Albert Einstein. Nel suo annus mirabilis, il 1905, Einstein aveva visto uscire l'articolo che gli valse il Premio Nobel per la fisica nel 1921 sulla spiegazione dell'effetto fotoelettrico. In quell'articolo il fisico teorico suggeriva che la luce fosse suddivisa in piccoli pacchetti, che successivamente sarebbero stati chiamati fotoni. Una ventina di anni più tardi Bose, durante una lezione presso l'università di Dhaka, presentò ai suoi studenti il problema della catastrofe dell'ultravioletto con l'intenzione di mostrare come la teoria dell'epoca non fosse adeguata per spiegare i fenomeni sperimentali osservati in laboratorio.

domenica 7 giugno 2020

Topolino #3367: E' tutto uno scherzo

Con una copertina realizzata da Giorgio Cavazzano che riprende la prima vignetta della storia d'apertura, ritorna sulle pagine di Topolino il buon Casty. Questa volta, però, non con una storia da autore completo, ma affiancato dal clone ufficiale di Cavazzano, Alessio Coppola.
Tutti all'isola della gioia
La storia presenta i tipici elementi siegeliani rielaborati da Casty per i lettori di Topolino del terzo millennio. La storia inizia con Clarabella e Orazion che propongono a Minni e Topolino di andare al posto loro a Gioiosity per una vacanza calma e rilassante. Topolino, che ha diversi impegni, tra cui un campeggio con Pippo, non può partire, così va la sola Minni, che evidentemente non ha mai nulla da fare. L'imprevisto, però, è alle porte, è a conti fatti si rivela come una variazione sul tema di Lost: gli isolani, infatti, si ritrovano isolati a causa di una tempesta e il giorno dopo la non avvenuta partenza si trasformano tutti in burloni impenitenti che iniziano a tormentarsi a vicenda e quindi a inseguire Minni e Topolino, nel frattempo giunto a Gioiosity con un piccolo yacth, come una torma di zombie, assetati di scherzi, però!
Forse la parte più inquietante della storia è che, ancora una volta, dietro tutta la vicenda non ci sia alcun cattivo (come ad esempio il castyano Vito Doppioscherzo), ma ancora una volta un qualche genere di potere fuori controllo.

sabato 6 giugno 2020

Ninfee nere

A un certo punto ho pensato che non sarei riuscito mai a finirlo, eppure, un po' a sorpresa, la fine è arrivata. Sto parlando di Black wtaer lilies, versione a fumetti delle Ninfee nere di Michel Bussi. Effettivamente l'edizione italiana del volume di Fred Duval e Didier Cassegrain è uscita per lo stesso editore del romanzo, Edizioni E/O, ma alla fine ho letto quella in inglese edita da Europe Comics.
Proviamo a smontare un attimo la storia: la vicenda si apre con un omicidio che sconvolge la cittadina di Ginevry, famosa per essere stata dimora del grande Claude Monet. Le indagini vengono affidate a un giovane commissario che, nel corso delle pagine, resta affascinato dalla maestra, moglie di uno dei principali sospettati dell'omicidio. La storia, però, vede tre protagoniste: una bambina, pittrice talentuosa con la possibilità di andare fuori da Ginevry, magari fino a New York; la maestra della scuola; un'anziana signora che vive sola in un vecchio mulino e che è la narratrice della storia stessa.

venerdì 5 giugno 2020

Full moon is on the sky

Formatisi nel 1996, dopo alcuni cambi di nome (da Tricky Beans a Tricky Means, fino al nome attuale) esordiscono nel 1999 con Ecliptica i Sonata Arctica, band power metal finlandese.
A dispetto del titolo dell'album, però, c'è solo una traccia che ha un riferimento astronomico sin dal titolo, la sesta: Full Moon.
Prima di immergerci nella canzone dei Sonata, ma anche di chiarire cosa sia l'eclittica, vi ricordo che giusto domani 6 giugno ci sarà la luna piena, l'ultima della primavera 2020.

giovedì 4 giugno 2020

Cose fragili

Mi sembrava un bel titolo per un libro di racconti. Dopo tutto, di cose fragili ce ne sono talmente tante. Le persone si rompono così facilmente, e anche i sogni, e i cuori.
Con queste parole Neil Gaiman giustifica il titolo della raccolta di racconti Cose fragili. Il libro, peraltro, ha anche una dedica particolare a tre maestri del racconto: Ray Bradbury, Harlan Ellison e Robert Sheckley. In effetti c'è un altro nume tutelare di Gaiman, non citato nella dedica, Arthur Conan Doyle. La raccolta, infatti, dopo l'introduzione, inizia con Uno studio in smeraldo, evidentemente ispirato all'infallibile investigatore di Baker Street e al suo amico dottore. Il racconto, che ha permesso a Gaiman l'ingresso all'interno degli Irregolari di Baker Street, è un piccolo capolavoro, quasi un romanzo breve, costruito intorno all'idea del ribaltamento dei ruoli, come diventa evidente nel finale, ma intuibile già a metà racconto per gli amanti del canone sherlockiano. In effetti l'idea di ambientare il racconto in una realtà alternativa rende anche il racconto apprezzabile anche dai puristi come il sottoscritto e anzi restituisce uno Sherlock Holmes ancora più fedele di molti racconti e romanzi fuori dal canone.
Non è l'unico gioiello presente nella raccolta. Di alcuni ne ho scritto nelle settimane precedenti, avendo essi avuto una versione fumettistica (cosa normale per uno scrittore come Gaiman diventato famoso soprattutto con la sua reinterpretazione di Sandman), così in questa sede mi posso concentrare su alcuni piccoli pezzi di bravura, come ad esempio L'uccello del sole, che in un certo senso è sulla stessa linea del racconto sherlockiano, in cui un simpatico gruppo di amici decide di andare alla ricerca di un misterioso uccello del sole che all'incirca ogni quarantina d'anni ricompare nella città di Suntown. La loro idea è quella di mangiarlo! Non sanno, però, quale sia la vera identità mitologica di questo uccello del sole.

mercoledì 3 giugno 2020

Boote e i suoi cani da caccia

Abbiamo già incontrato la costellazione di Boote (da identificarsi in quell'occasione con Icario) a proposito di mitologica battuta di caccia. E visto che la costellazione si trova accanto a quella della Corona Boreale, vale la pena provare a raccontare più specificamente la sua storia.
Il custode dell'Orsa
La grande costellazione di Boote è strettamente legata a quella dell'Orsa Maggiore. Boote, infatti, era anche indicato come Arctophylax, che indica sia Sorvegliante dell'Orsa sia Custode o Guardiano dell'Orsa.
Questa tradizione avvalora, in particolare, il mito più noto legato alla costellazione, secondo cui questa rappresenta Arcas, figlio di Zeus e Callisto. La storia del giovane è piuttosto complessa e interessante. Iniziamo da Callisto: ancella di Artemide, era la figlia di Licaone, re di Arcadia. Un giorno Zeus andò a pranzo dal suocero (si autoinvitò!), ma quest'ultimo, non fidandosi dell'identità del suo commensale, decise di fare a pezzi il nipote Arcas e servirlo al suo ospite, che lo avrebbe certamente riconosciuto se fosse stato Zeus. E purtroppo per Licaone fu proprio così, visto che Zeus si incollerì subito uccidendo a colpi di fulmine i figli di Licaone trasformando quest'ultimo in un lupo. Alla fine di tutto il dio prese pazientemente tutti i pezzi del figlio dalla grigliata mista che aveva gettato a terra, li ricompose e diede il fanciullo alla Pleiade Maia per allevarlo forte e robusto.
E così, in effetti fu. Nel frattempo la madre di Arcas, la sventurata Callisto, era stata trasformata in un'orsa, non si sa bene se da Era, moglie di Zeus, che gli trasformava quasi sempre le sue amanti in qualche animale, o se da Artemide per punirla della perdita della verginità. A parte questo piccolo dettaglio, che però ci dice quanto vendicativi erano gli dei dell'Olimpo, Callisto vide Arcas e lo riconobbe. Cercò di andargli incontro, in fondo era suo figlio, ma avendo perso il dono della parola, la comunicazione tra i due non fu granché efficace, così Arcas iniziò a inseguire sua madre per ucciderla. Nel corso di questa drammatica battuta di caccia i due finirono all'interno di un tempio dedicato proprio a Zeus, dove però vigeva il divieto di ingresso, pena la morte. Così il dio finalmente decise di intervenire e pose madre e figlio in cielo per sottrarli al loro mortale destino.
Inoltre, a seguito di questa leggenda, secondo il poeta Arato di Soli è proprio Boote che costringe l'Orsa a muoversi intorno al polo nord celeste.
Come curiosità accessoria è interessante notare come per gli antichi babilonesi era identificata con il dio Enlil, il capo del loro pantheon. Per i nativi nordamericani, invece, la costellazione era nota come Taluyaq, la trappola per pesci.
I cani da caccia cui faccio cenno nel titolo gli vennero assegnati da Johannes Hevelius nel 1690: d'altra parte i cani da caccia più famosi erano già di Orione e in qualche modo anche Boote/Arcas aveva bisogno di un paio di cani per la sua caccia celeste all'Orsa.

lunedì 1 giugno 2020

Agenzia Erba Volant

C'erano una volta i bei tempi dei blog, si dice in giro, anche di quelli scientifici. E tra gli animatori di "quella volta" c'era anche Renato Bruni con Meristemi. O Erba Volant. Era, riducendo all'osso, un blog di botanica, anche con un buon seguito, e per un po', quando finalmente iniziamo a utilizzare anche in Italia Researchblogging, fu anche una colonna di questo aggregatore scientifico, che è sostanzialmente morto anche nella sua versione originale in inglese.
Sto divagando: torniamo a Renato. Ovviamente l'esperienza del blog, che ha ormai abbandonato da circa un paio di anni, è stata un'ottima palestra per scrivere, in particolare libri. E' arrivato a tre e di questi l'ultimo ha come titolo proprio il blog da cui tutto, almeno per lui, ebbe inizio: Erba volant.