Stomachion

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domenica 7 giugno 2020

Topolino #3367: E' tutto uno scherzo

Con una copertina realizzata da Giorgio Cavazzano che riprende la prima vignetta della storia d'apertura, ritorna sulle pagine di Topolino il buon Casty. Questa volta, però, non con una storia da autore completo, ma affiancato dal clone ufficiale di Cavazzano, Alessio Coppola.
Tutti all'isola della gioia
La storia presenta i tipici elementi siegeliani rielaborati da Casty per i lettori di Topolino del terzo millennio. La storia inizia con Clarabella e Orazion che propongono a Minni e Topolino di andare al posto loro a Gioiosity per una vacanza calma e rilassante. Topolino, che ha diversi impegni, tra cui un campeggio con Pippo, non può partire, così va la sola Minni, che evidentemente non ha mai nulla da fare. L'imprevisto, però, è alle porte, è a conti fatti si rivela come una variazione sul tema di Lost: gli isolani, infatti, si ritrovano isolati a causa di una tempesta e il giorno dopo la non avvenuta partenza si trasformano tutti in burloni impenitenti che iniziano a tormentarsi a vicenda e quindi a inseguire Minni e Topolino, nel frattempo giunto a Gioiosity con un piccolo yacth, come una torma di zombie, assetati di scherzi, però!
Forse la parte più inquietante della storia è che, ancora una volta, dietro tutta la vicenda non ci sia alcun cattivo (come ad esempio il castyano Vito Doppioscherzo), ma ancora una volta un qualche genere di potere fuori controllo.

domenica 19 aprile 2020

Topolino #3360: Insieme siamo più forti

Mentre La pietra dell'oltreblu entra nel vivo con l'inizio effettivo della caccia al tesoro ai misteri di Paperello/Raffaello, a sommario si trova una storia che, un po' per caso, incita i lettori a resistere contro le difficoltà.
Insieme nel deserto
Il tamburo della città perduta non è la semplice riproposizione del tema classico dell'avventura alla Indiana Jones, ma una storia che combina temi differenti. Gabriele Panini, coadiuvato dal gattiano Michele Mazzon, spedisce Indiana Pipps sulle tracce di un'antica civiltà e il suo perduto tamburo in grado, secondo la leggenda, di richiamare i fulmini e, quindi, influenzare il tempo. A mettergli i classici "bastoni tra le ruote" c'è, come al solito, Kranz, questa volta con al seguito una banda di loschi figuri.
Panini descrive un Kranz violento e tirannico nei modi come poche altre volte: giunto al villaggio nel deserto dove vivono i discendenti dell'antica civiltà, usa la violenza dei suoi scagnozzi per ottenere il desiderato tamburo. Questo, però, non possiede alcun potere magico, ma è un simbolo di unione e fratellanza all'interno della comunità al motto di "molte mani, un solo intento". La società con cui si confronta Indiana, infatti, è molto poco strutturata con un unico punto di riferimento, il sommo vetusto, custode delle tradizioni del popolo: una società in un certo senso ciminiana e intrinsecamente pacifica, che però grazie alla presenza di Indiana, riesce a trovare prima la forza di ribellarsi agli scagnozzi di Kranz, e poi a riunirsi per riparare al danno subito, imparando anche una lezione sulla fiducia nei confronti del mondo esterno. Non tutti gli stranieri portano guai!

domenica 22 settembre 2019

Topolino #3330: La magia del teatro

Mentre Tre paperi in gioco si conclude con il sesto e ultimo episodio, Young Donald Duck giunge alla penultima puntata di quella che si spera sia solo la prima saga della serie. Ideata da Francesco Artibani e Stefano Ambrosio, sta accompagnando i lettori in queste settimane in un percorso in qualche modo inedito per le storie disneyane: approfondire il mondo dell'adolescenza. In questo senso è anche bello vedere come questa serie sia stata pubblicata insieme con la sagga di Bruno Enna che si occupa, anche se con personaggi differenti, di un argomento non molto differente.
Iniziamo, però, l'usuale articolo settimanale dedicato a Topolino proprio con Young Donald Duck.
Su e giù dal palco
In effetti è in questo modo che si potrebbe riassumere Lo spettacolo deve continuare, scritta da Artibani per i disegni di Marco Mazzarello, perfetto con il suo tratto rotondo e dinamico nel rappresentare le acrobazie incontenibili di Paperino. Quest'ultimo, infatti, calatosi eccessivamente nella parte assegnatagli per il saggio finale del corso di teatro della Jeremy Ratt, tormenta i compagni di classe durante la loro visita al luna park di Smileville facendosi inseguire attraverso le attrazioni.
La scena finale, senza necessità di renderlo esplicito, mostra non solo come Paperino, in pratica, abbia sacrificato il suo ruolo di primo attore della rappresentazione per consentire a Topolino e Minni di restare insieme sul palco, ma anche lo stesso spirito indomito del personaggio, quello spirito che molto spesso gli autori sembrano dimenticare, affossando Paperino tra i cliché della lista di debiti e della pigrizia congenita.

domenica 8 settembre 2019

Topolino #3328: Confusione creativa

Visto il sommario, con ben due episodi di Tre paperi in gioco e la quinta puntata di Young Donal Duck, la scelta per la storia da raccontare sul Caffè del Cappellaio Matto era abbastanza ridotta. Mi sono lasciato trasportare dalla passione per il genere giallo, sebbene La voragine degli Allegrones non era per nulla migliore di Topolino, colpevole! Inizierei, però, con YDD, perché l'episodio non è per nulla banale come potrebbe sembrare a raccontarne la trama:
Primeggiare a ogni costo
Uno degli elementi di maggiore interesse in Assasination classroom, manga di Yusei Matsui, è la neanche troppo nascosta critica al sistema ultra competitivo della scuola giapponese. E più o meno fa lo stesso anche Squadra che vince..., quinto episodio di Young Donald Duck.
La storia, ancora una volta scritta da Alessandro Ferrari, che contribuisce al soggetto insieme con i due ideatori della saga, Francesco Artibani e Stefano Ambrosio, è presto detta: Paperino, per evitare di essere espulso dal college, deve iscriversi a un'attività sportiva. Qualcosa del genere non sarebbe un grosso problema per un iperattivo come Paperino, che nella sua vita da adulto ha praticato diversi sport, dal basket al golf senza dimenticare il calcio, dove si è cimentato praticamente in tutti i ruoli, dalla porta all'attacco. Il problema di fondo è un altro: gli studenti della Jeremy Ratt non fanno, semplicemente sport per tutti i motivi per cui è giusto farlo (tenersi in forma e divertirsi), ma Vincono, signore! Sempre, signore! ricordano in coro gli allenatori della scuola. Ed è proprio questa necessità di primeggiare a ogni costo che impedisce a Paperino di riuscire ad aderire a un qualsiasi sport.
L'ingegnosa soluzione adottata da Paperino, alla fine, gli permette di evitare l'espulsione, ma soprattutto diventa un modo divertente degli autori di puntare il dito contro un modo di intendere la scuola eccessivamente competitivo. Ottimi, anche in questo episodio, i disegni di Marco Mazzarello, alle prese con sport differenti e con alcune vignette non semplici da gestire.

domenica 9 settembre 2018

Topolino #3276: Come un pulcino bagnato

Il riferimento non è solo all'acqua che il Topolino #3276 ha preso a causa di un giovedì sera piuttosto umido, ma anche alla qualità non eccezionale delle storie del numero, soprattutto quando la migliore delle lunghe porta la firma di Carlo Panaro e la migliore delle brevi, scritta da Tito Faraci è quasi allo stesso livello nonostante sia una gag story di appena 8 pagine.
Mi è sembrato di vedere un Gatto!
Invece era "solo" Michele Mazzon, sempre più erede indiscusso del maestro Luciano Gatto che era stato celebrato sulle pagine del #3274. L'occupazione blasonata è, ad ogni modo, una delle poche storie di Panaro squisitamente italiane, dove l'influenza di Carl Barks è praticamente azzerata: Paperino non è impegnato in una qualche attività ultra-specialistica che lo rende iper-ricercato, ma in quella di maggiordomo. Come al solito il desiderio di strafare e di ben figurare, unito al classico equivoco, lo porterà a combinare i soliti guai.
Storia indubbiamente divertente e ben scritta, ma ci si stufa un po' a dover attendere il Panaro ispirato o le mega-storie di Pikappa o di Double Duck per avere un Paperino con più carattere e mordente.

domenica 20 settembre 2015

Topolino #3121: Una divisa per Topolino

Recensione di #Topolino 3121 con storie, tra gli altri, di @jacopocirillo e @giorgiosalati
Con un po' di ritardo rispetto al solito, ecco con l'usuale (da un mese a questa parte) recensione dell'ultimo numero di Topolino, il #3121 in questo caso. Il ritardo è essenzialmente dovuto alla giornata di ieri, impegnativa, con in particolare l'incontro con Don Rosa al Museo WOW. Il cartoonist del Kentucky era in collegamento via Skype da casa sua in compagnia con Dan Shane che ha collaborato con lui per la storia Bassotti contro deposito realizzando i progetti pubblicati all'interno delle pagine di quella divertente avventura.
Visto che non so se scriverò un resoconto di quell'incontro, semplicemente vi anticipoi che Luca Boschi sta lavorando per proporre la ristampa di alcune storie di Don Rosa nel 2016 in Italia (molto probabilmente sarà una nuova edizione della Saga, e questo, evidentemente, per via delle particolarità del mercato italiano, dove gli editori sembrerebbero allergici alle cronologiche fatte bene...).
Detto ciò, passiamo alla recensione dell'ultimo numero di Topolino, che in questa versione estesa potrete confrontare con la già pubblicata brevisione:
Come intuibile dalla copertina di Carlo Limido (magari c'è un riferimento alla pur breve carriera da portiere di Paperino in Paperino ai mondiali di calcio di Romano Scarpa!) la prima storia è a tema calcistico. Scritta da Marco Bosco e disegnata dallo stesso Limido, presenta un Paperino e un Archimede particolarmente intraprendenti nel proporre a Paperone una sorta di campionato virtuale simulato al computer composto dalle grandi squadre del passato e da trasmettere sull'apposito canale tematico di PdP. In un crescendo di aggiunte di contorno alle partite che portano, all'inizio, a una passione sempre maggiore da parte degli appassionati, il giocattolo si rompe, fino alla soluzione finale che salva i nostri due eroi dall'ennesimo mezzo fallimento.
Una storia divertente e come al solito ben scritta da Bosco, dai tipici riferimenti europei assolutamente assenti su suolo statunitense (ma è una più che comprensibile concessione, visto l'inizio recente del camionato di calcio) e ben disegnata da Limido, che conferma la bontà del tratto dinamico già espressa nel numero precedente.