Stomachion

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domenica 19 aprile 2020

Topolino #3360: Insieme siamo più forti

Mentre La pietra dell'oltreblu entra nel vivo con l'inizio effettivo della caccia al tesoro ai misteri di Paperello/Raffaello, a sommario si trova una storia che, un po' per caso, incita i lettori a resistere contro le difficoltà.
Insieme nel deserto
Il tamburo della città perduta non è la semplice riproposizione del tema classico dell'avventura alla Indiana Jones, ma una storia che combina temi differenti. Gabriele Panini, coadiuvato dal gattiano Michele Mazzon, spedisce Indiana Pipps sulle tracce di un'antica civiltà e il suo perduto tamburo in grado, secondo la leggenda, di richiamare i fulmini e, quindi, influenzare il tempo. A mettergli i classici "bastoni tra le ruote" c'è, come al solito, Kranz, questa volta con al seguito una banda di loschi figuri.
Panini descrive un Kranz violento e tirannico nei modi come poche altre volte: giunto al villaggio nel deserto dove vivono i discendenti dell'antica civiltà, usa la violenza dei suoi scagnozzi per ottenere il desiderato tamburo. Questo, però, non possiede alcun potere magico, ma è un simbolo di unione e fratellanza all'interno della comunità al motto di "molte mani, un solo intento". La società con cui si confronta Indiana, infatti, è molto poco strutturata con un unico punto di riferimento, il sommo vetusto, custode delle tradizioni del popolo: una società in un certo senso ciminiana e intrinsecamente pacifica, che però grazie alla presenza di Indiana, riesce a trovare prima la forza di ribellarsi agli scagnozzi di Kranz, e poi a riunirsi per riparare al danno subito, imparando anche una lezione sulla fiducia nei confronti del mondo esterno. Non tutti gli stranieri portano guai!

domenica 20 ottobre 2019

Topolino #3334: Alla fiera della scienza

Avrei voluto scrivervi qualcosa sulla Maker Faire, fiera dell'innovazione che si tiene ogni anno, più o meno in questo periodo, alla Fiera di Roma. Quest'anno, infatti, ho avuto l'onore, l'onere e il piacere di essere presente alla mostra con un workshop-conferenza dedicato a Kerbal Space Program. Visto, però, che la storia d'apertura di Topolino #3334, L'inventore inceppato, è ambientata presso la Fiera della Scienza del Calisota, mi è sembrato più interessante unire le due occasioni in un unico articolo.
Inoltre, altra novità solo (si spera) per questa settimana è l'assenza del tradizionale articolo pubblicato sul Caffè del Cappellaio Matto, a causa di nuovi problemi di server: sono stati risolti, ma alla fine, considerando che questa settimana ho deciso di riposare il più possibile, non ho avuto il tempo materiale per sistemare l'articolo, per cui avrete tutto qui!
Maker Faire: innovazione e divertimento

Inizia la parte di laboratorio al Maker Faire - foto di Agatino Rifatto, in primo piano
Possiamo certamente considerare Maker Faire come una fiera della scienza, dell'innovazione e della tecnologia. Suddivisa in varie aree tematiche, vede la presenza di vari soggetti privati, pubblici e accademici che propongono vari progetti innovativi nei campi digitali e tecnologici. A causa dei tempi stretti (ho scelto, insieme con Agatino Rifatto, che mi ha supportato durante il workshop, di andare a Roma in giornata) non sono riuscito a girare molto la fiera, alla fine limitandomi a visite di passaggio per i padiglioni 7, dove erano approntati gli stand dell'INAF, per lo più gestiti dal personale dell'Istituto di Astrofisica e Planetologia Spaziali, e 9, quello dove si è fisicamente svolto l'incontro dedicato a KSP.
Iniziamo da quest'ultimo: si sono presentati, alla fine, solo quattro studenti delle scuole superiori, peraltro di Cuneo, e nessun insegnante, probabilmente per la posizione un po' sacrificata: le stanze per gli incontri e le conferenze erano, infatti, all'ingresso dei padiglioni, ma sul piano rialzato, mentre gli eventi al piano terra, e persino con Agatino e con Luca Nardi dello IAPS che ci ha seguito abbiamo avuto qualche difficoltà a trovare il posto preciso. Ad ogni modo, una volta sistemati e atteso il classico quarto d'ora accademico, abbiamo suddiviso lo spazio a noi dedicato in questo modo: prima una presentazione che avevo messo in piedi sul treno unendo un mio articolo sulla gamification con alcune informazioni aggiuntive fornite da Sandro Bardelli durante il workshop INAF della prima metà di questa settimana con alcune parti della presentazione che avevo realizzato per l'Alternanza Scuola Lavoro sempre su KSP. Finita la presentazione, ho dato agli studenti la possibilità di utilizzare il videogioco e nei tre quarti d'ora che gli sono rimasti dopo l'avvio del programma, anche grazie alla presenza nel gruppo di un ragazzo che aveva già giocato a KSP, sono riusciti a costruire un razzo in grado di andare verso Mun, fare un'orbita intorno al satellite e rientrare in tutta sicurezza su Kerbin. In questo senso, nonostante i numeri piccoli relativi ai partecipanti, considero la presenza al Maker Faire non certo inutile: i 4 studenti si sono divertiti e hanno anche fatto qualche domanda interessante, cui con Agatino abbiamo provato a dare risposte, spero soddisfacenti.

domenica 27 gennaio 2019

Topolino #3296: Paperinik salva tutti

Avendo dedicato la domenica del Caffé del Cappellaio Matto a Werner Heisenberg, visto il giorno della memoria, e rinviando così a lunedì l'usuale recensione di una delle storie di Topolino (non sono riuscito a pubblicarla ieri), ho deciso che anche su DropSea la recensione del resto del numero, decisamente poco memorabile, poteva attendere qualche ora per essere scritta e pubblicata.
Questione di...Signora in Giallo!
Marco Bosco è indubbiamente un abile sceneggiatore, ma anche uno di quelli che ti fa disperare: è al tempo stesso in grado di scrivere grandi storie o altre decisamente dimenticabili. A volte riesce, però, a porsi nel mezzo, con storielle abbastanza semplici spesso ispirate, come atmosfera e svolgimento, proprio al serial che cito nel titolo di questa sezione, La signora in giallo.
Non sfugge a questa catalogazione nemmeno la storia con Paperinik protagonista, La forza perduta, che si trova a sommario come seconda del numero, nonostante la splendida copertina di Andrea Freccero dedicata al più famoso alter ego di Paperino. Quest'ultimo, dopo non essere riuscito a provare a causa del rinculo la nuova pistola congelante di Archimede Pitagorico, decide di iscriversi in palestra per rinforzare i suoi muscoli, che secondo l'inventore sono la causa del mancato collaudo. Di ritorno dalla palestra, nei panni di Paperinik per fare prima, si imbatte in un forzutissimo criminale, che lo sconfigge facilmente. Inizia, così, un'indagine neanche troppo complessa che, tra un equivoco e l'altro, porta l'eroe alla cattura del criminale con in più un piccolo bonus.

domenica 9 dicembre 2018

Topolino #3289: Droidi, un esercizio di stile

Con una copertina dedicata alla storia di apertura, dove Topolino e Peter Quarky, versione disneyana di Piero Angela, si trovano sull'asteroide 7197 pieroangela, si presenta il Topolino #3289, che oltre alla nuova storia griffata Topolino Comics&Science, di cui scriverò entro poche ore (si spera!) Al Caffé del Cappellaio Matto, ha in sommario anche il terzo e ultimo episodio di Droidi, la nuova saga pikappika realizzata da Alessandro Sisti e Claudio Sciarrone.
Scontato un tanto al chilo
Come già le puntate precedenti, anche questa, nonostante la chiusura di tutti i nodi narrativi aperti dagli autori, risulta incredibilmente veloce, lasciando la sensazione al lettore non solo che la storia, ma anche tutta la saga si sia conclusa in maniera troppo rapida. Rispetto alle saghe precedenti, in particolare quelle di Francesco Artibani, che forse avrebbero giovato di una o due puntate in più, Droidi sarebbe stata molto più efficace come storia autoconclusiva in un unico numero di Topolino o al massimo due.
Inoltre le atmosfere della storia, che richiamavano chiaramente a Philip Dick, e gli indizi seminati sin dal primo numero, hanno reso il finale scontato e atteso, tanto che una conclusione differente avrebbe deluso molto di più del finale ideato da Sisti.
In conclusione Droidi riesce allo stesso tempo a soddisfare e a deludere: soddisfare perché il tema portante viene sviluppato secondo i canoni della letteratura dickiana, senza tradirli ma adattandoli al settimanale disneyano; deludere perché la storia è nel complesso troppo rapida e la sua pubblicazione su più numeri ne ha spezzato il ritmo generale, togliendo parte dell'efficacia del soggetto proposto da Sisti. La struttura delle pagine, però, ha per contro permesso a Sciarrone di proporre ora pagine dense di vignette ora pagine più ariose con poche ma ampie vignette.