Stomachion

domenica 19 aprile 2020

Topolino #3360: Insieme siamo più forti

Mentre La pietra dell'oltreblu entra nel vivo con l'inizio effettivo della caccia al tesoro ai misteri di Paperello/Raffaello, a sommario si trova una storia che, un po' per caso, incita i lettori a resistere contro le difficoltà.
Insieme nel deserto
Il tamburo della città perduta non è la semplice riproposizione del tema classico dell'avventura alla Indiana Jones, ma una storia che combina temi differenti. Gabriele Panini, coadiuvato dal gattiano Michele Mazzon, spedisce Indiana Pipps sulle tracce di un'antica civiltà e il suo perduto tamburo in grado, secondo la leggenda, di richiamare i fulmini e, quindi, influenzare il tempo. A mettergli i classici "bastoni tra le ruote" c'è, come al solito, Kranz, questa volta con al seguito una banda di loschi figuri.
Panini descrive un Kranz violento e tirannico nei modi come poche altre volte: giunto al villaggio nel deserto dove vivono i discendenti dell'antica civiltà, usa la violenza dei suoi scagnozzi per ottenere il desiderato tamburo. Questo, però, non possiede alcun potere magico, ma è un simbolo di unione e fratellanza all'interno della comunità al motto di "molte mani, un solo intento". La società con cui si confronta Indiana, infatti, è molto poco strutturata con un unico punto di riferimento, il sommo vetusto, custode delle tradizioni del popolo: una società in un certo senso ciminiana e intrinsecamente pacifica, che però grazie alla presenza di Indiana, riesce a trovare prima la forza di ribellarsi agli scagnozzi di Kranz, e poi a riunirsi per riparare al danno subito, imparando anche una lezione sulla fiducia nei confronti del mondo esterno. Non tutti gli stranieri portano guai!
I segreti di una bevanda
Una delle formule meglio nascoste della modernità, simbolo stesso del consumismo e dei segreti industriali, è quella della Coca Cola. Su questo segreto cade la scure satirica di Corrado Mastantuono nel nuovo episodio della serie Papersera News, La formula minacciata. In questo caso la formula è quella della Paper Cola di Roy Bretella, produttore della bevanda ed ex socio d'affari di Paperone ai tempi Klondike. I due non si erano lasciati benissimo all'epoca, però Bretella chiede una mano a Paperone per indagare su chi vuole vendere la formula ai concorrenti della sua ditta. E, ovviamente, Paperone mette in campo i suoi due (nonché unici) reporter d'assalto Paperino e Paperoga.
La storia è, sostanzialmente, una spy story che riprende le atmosfere della serie della P.I.A. ideata da Carlo Chendi, mettendo in serie una dietro l'altra gag divertenti che diventano la conclusione dei momenti di indagine dei due cugini. Un ruolo fondamentale viene giocato, poi, proprio da Paperone, a differenza di quanto accaduto nelle storie precedenti. Un'ottimo mix condito da un colpo di scena finale e dall'esordio del pensionato Gerindo Persichetti, appassionato osservatore di cantieri: e la domanda è Tornerà?
Tutto per una vignetta
O forse due. Le ultime due de Lo specchio del sorriso. Prima una fotografia di Paperoga e Paperino insieme. Quindi un primo piano di Reginella che, forse, guardando la foto, inizia a ritrovare la memoria. E sarebbe anche ora, perché delle storie di Reginella senza Paperino non se ne può più. Vito Stabile, in questa serie di avventura, stretto tra l'esigenza di non poter far interagire Paperino e Reginella a causa della conclusione di ... e la necessità di mantenere viva la presenza di Pacificus e della sua regina sulle pagine di Topolino, ha proposto alcune storie durante le quali a interagire con il mondo intergalattico ideato da Rodolfo Cimino sono stati gli altri componenti del cast papero. Le storie, però, non sono mai state completamente convicenti, e nemmeno quest'ultima che vede la presenza di Paperoga e di Archimede.
Alla fine Lo specchio del sorriso, disegnata con tratto rotondo da Renata Castellani, risulta più una parodia, una macchietta delle storie classiche di Cimino, senza la sua magia e con una presenza della superstizione obiettivamente eccessiva anche per una storia della serie di Pacificus. Basti, ad esempio, ricordare che l'astronomo del pianeta si precipita, all'inzio della storia, da Reginella blaterando di lune storte e di influenze magiche degli astri sull'umore, proprio come un astrologo qualunque. Non solo: quando Archimede ascolta del problema di Reginella, il suo approccio non è scientifico (troviamo una soluzione al problema), ma si mette a disposizione per portare a compimento la cerca dell'oggetto magico che serve per riportare l'umore di Reginella sul sereno.
Inoltre la stessa presenza di Paperoga è destabilizzante sul soggetto: Stabile, alla fine, sembra scrivere una storia alla brasiliana di Paperoga, più che una storia ciminiana con Paperoga.

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