Stomachion

domenica 12 aprile 2020

Topolino #3359: L'invasione degli ultravegetali

con storie di @titofaraci @RGagnor
E anche questa settimana riesco a ottenere la copia digitale di Topolino. Ci sarà tempo per ordinare gli arretrati, ma quanto meno continuo con la lettura settimanale, cosa che almeno placa l'anima collezionistica che non vorrebbe perdere nessun numero. Tornando ai contenuti, il #3359, come sottolineato sin dalla copertina di Alessandro Perina, è dedicato a Raffaello Sanzio di cui nei giorni scorsi è stato ricordato il cinquecentenario della morte. Mentre della storia che lo stesso Perina ha disegnato su testi di Bruno Enna ho scritto sul Cappellaio Matto, qui vado ad occuparmi di alcune delle altre storie che completano il sommario del Topolino di questa settimana.
Quando Ciccio mangia pesante
Sono stato un fervente lettore della mitica Ridi Topolino, rivista cui ho anche dedicato uno speciale della serie de Le grandi domande della vita. Era ricca di belle storie, alcune appartenenti a piccole serie, come ad esempio la mitica Quando Paperinik mangia pesante. Così, quando ho visto Ciccio che si stava per assopire sotto un albero dopo la classica abbuffata, il pensiero è inevitabilmente andato proprio a quella serie! E la cosa era persino giustificata dal coprotagonista de Le creature della fattoria: Paperinik!
A scrivere l'avventura ci ha pensato il deus ex-machina di quella rivista, Tito Faraci, che realizza a partire da un soggetto abbastanza tipico per molti film di fantascienza dell'epoca d'oro, peraltro spesso parodiati da Giuseppe Ferrario nella prima pagina della rivista, una divertentissima e cinetica storia in cui Paperinik e Ciccio si scontrano con due vegetali antropomorfi alieni giunti sulla Terra per non si sa bene quale motivo. Lo scrivo sinceramente: non ridevo così tanto da diverso tempo. A differenza, però, della serie dello stesso Faraci, Quando Paperinik mangia pesante, queste Creature della fattoria non è un incubo generato dagli alimenti mangiati da Paperino durante la serata. Inoltre non la si può neanche inserire in tutta quella serie di storie, soprattutto di produzione brasiliana, in cui essenzialmente autori e lettori ridevano di Paperinik e non con Paperinik, come avviene nella storia di Faraci. E questo dettaglio fa una grande differenza, insieme con un leggero autocitazionismo dello stesso autore, che va anche oltre Ridi Topolino e sfocia fino a PKNA, visto che molte battute di Paperinik ricordano alcune delle più efficaci battute che lo stesso Faraci, o gli altri autori che scrivevano per quella serie, metteva nel becco dell'eroe in molti momenti dei momenti di tensione, che ovviamente non mancano neanche ne Le creature della fattoria.
Ad affiancare Faraci, poi, troviamo un disegnatore avvezzo, anche da autore completo, alle storie cinetiche e sensa respiro: Lucio Leoni. Il suo tratto rotondo, tra Romano Scarpa e Luciano Gatto, risulta perfetto per la storia di Faraci: comico al punto giusto, ma anche drammatico, epico e spettacolare quando serve. Peraltro entra perfettamente nel mood della storia, non solo grazie alla rappresentazione degli alieni vegetali, ma anche con l'ottima quadrupla di apertura con il titolo che riprende proprio quei vecchi manifesti parodiati in Ridi Topolino.
In definitiva una gran bella storia che mi pare molti, in giro, hanno decisamente sottovalutato.
I dolori dei giovani cosplayer
Dopo il picco della settimana scorsa, anche Area 15 si prende una pausa qualitativa, cosa che è più che comprensibile all'interno del racconto seriale. La storia, per quanto sia a mio giudizio la peggiore tra quelle fin qui uscite, è però gradevole e ha comunque tutti gli elementi per piacere: l'amore tra adolescenti, la passione nerd, l'equivoco, il messaggio stimolante per non arrendersi mai.
Cosplay alla riscossa, sempre di Roberto Gagnor e Claudio Sciarrone, è ambientato nella fiera del fumetto di Ocopoli, che si svolge all'interno di alcuni capannoni che ricordano quelli che fino a qualche anno fa (una decina, forse: vado a memoria, visto che abito a Milano da circa 12 anni) ospitavano Cartoomics vicino a Milano. La storia ruota intorno al concorso per cosplayer cui partecipa anche il gruppo di amici di Qua. Del gruppo, però, inizia a far parte anche uno dei suoi fratelli, ma c'è un problema: quale? Fino a settimana scorsa eravamo tutti convinti fosse Qui, ma i due autori, non si sa quanto volutamente, fanno un po' confusione con l'identità del nipotino presente, che a volte è proprio Qui altre è invece Quo. In definitiva un piccolo qui pro quo che, insieme con una trama nel complesso un po' più superficiale rispetto a quelle precedenti, rende la storia qualitativamente inferiore rispetto a quelle precedenti.
Come scritto all'inizio, un difetto tutto sommato più che comprensibile che non riduce, però, la qualità generale di Area 15.
Sulle orme dei reporter
Dopo l'esordio ricco di aspettative su Topolino #3356, il secondo episodio di Topolino: Le origini mostra già una battuta d'arresto, come intuibile dal titolo di questo secondo episodio, Scuola di furfantologia di Danilo Deninotti e Ottavio Panaro.
La storia, che ha indubbiamente il pregio di mostrare quanto la gavetta sia un percorso duro e difficile, ma necessario, si basa su un soggetto in effetti assurdo, quasi surreale, con un unico aggettivo brasiliano. Topolino, infatti, si infiltra in una scuola per ladri per realizzare un articolo di cronaca, ma è proprio l'idea di una scuola per ladri che risulta debole e più che parodistica all'interno di una serie che non forniva aspettative di questo genere.
La parte migliore della storia è, però, il finale, non solo perché pone fine a un'avventura tutto sommato non all'altezza del numero o dell'esordio della serie, ma soprattutto per il cameo finale, che fornisce al lettore le atmosfere e l'ispirazione delle storie: i classici serial di supereroi che si concentrano sulla gioventù degli eroi, prima che questi diventino eroi.

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