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Il re dell'horror.
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La seconda storia è dedicata a quello che può essere considerato come il re dell'horror statunitense, Tod Browning. I suoi capolavori sono, infatti, il Dracula del 1931 con Bela Lugosi, e il corale Freaks del 1931, in un certo senso una summa della poetica (se così si può dire) cinematografica di Browning. Questi è anche il regista del più noto dei così detti film persi: de Il fantasma del castello (London after midnight), in cui il vampiro protagonista era interpretato da Lon Chaney, uno degli attori preferiti da Browning, non sono al momento note copie esistenti. L'ultima, infatti, andò perduta durante un incendio agli studi MGM nel 1965.
Si diceva di Freaks come la summa della carriera di Browning, e in un certo senso così è non solo per i contenuti, molti dei quali non superarono la censura, ma anche per gli esiti: la carriera del regista è, infatti, costellata di alti e bassi e Freaks, film rivalutato nel XX secolo, fu l'ultimo e più forte flop nella carriera di Browning, che aveva posto alte aspettative in questa pellicola. Tutto questo Moore lo racconta non con disprezzo o rigetto, ma con profonda stima e ammirazione, come evidente dalla quadrupla che sancisce la fine della pellicola su carta.
Il terzo episodio, ambientato in un obitorio, racconta un po' di episodi piccanti e poco gratificanti di alcuni personaggi del mondo del cinema, tutti peraltro finiti sulle pagine del foglio scandalistico Confidential, tracciando così un quadro non proprio edificante del mondo delle stelle del grande schermo, cosa che è abbastanza comune a un po' tutte le storie di Cinema Purgatorio.
Mostri nella grande città
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La caratteristica della serie, infatti, è il lato psicologico, che Ennis riesce ad approfondire nonostante le poche pagine a disposizione fornendo con certosina precisione le informazioni sia sui protagonisti della serie, sia sugli altri personaggi, estemporanei o ricorrenti che siano. A dare una gran mano alla serie ci pensa, però, anche Caceres con un tratto ricco di linee e molto preciso ed espressivo.
Gli altri
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Proseguono, tra alti e bassi, anche Mod di Kieron Gillen e Nahuel Lopez, con una storia che si complica sempre più, e L'immenso di Christos Gage e sempre Andrade. In quest'ultimo caso, nonostante l'ottimo apporto del disegnatore, la storia sembra un po' più confusionaria del solito: è, probabilmente, quella che risente maggiormente della diluizione dovuta alla struttura breve degli episodi.
Il sesto volume delle raccolte dovrebbe essere uscito poco prima della chiusura, ma non essendo riuscito ad acquistarlo non so se e quando lo leggerò. Potrei, eventualmente, accontentarmi della lettura in inglese degli albi singoli. Ad ogni buon conto, se tutto procede come previsto, scriverò altro su Moore, non so ancora se qui o sul Cappellaio Matto.
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