Stomachion

domenica 26 aprile 2020

Topolino #3361: Nel mondo delle criptovalute

Avrei voluto realizzare sin da subito un ponte pittorico con il Cappellaio Matto e la recensione del terzo episodio de La pietra dell'oltreblu grazie alla storia d'apertura, sempre incentrata su un pittore, ma alla fine ho optato per l'apertura di questo articolo dedicato al Topolino ancora in edicola con la nuova storia della serie Zio Paperone e l'alta finanza.
Uno sguardo sui bitcoin
Una criptovaluta, o più correttamente una crittovaluta, è, semplificando fino all'osso, una moneta digitale basata sulla crittografia. Le crittovalute utilizzano protocolli peer-to-peer (p2p) tipo quella buonanima di Napster o gli ancosa esistenti e-Mule o i file torrent con corrispondenti client. I nodi di questa rete p2p sono decentrati sui computer dei singoli utenti, senza il controllo di alcuna autorità centrale, e sostanzialmente regolano, come le monete correnti, lo scambio di materie e servizi tra gli utenti stessi.
L'utilizzo di una rete senza nodi centrali rende la rete stessa molto più stabile: mentre con un accentramento del traffico il crollo del nodo centrale porterebbe al crollo di tutta la rete, il decentramento permette all'intero sistema di funzionare anche nel caso di crollo di uno o più nodi. Inoltre l'utilizzo di sistemi di crittazione rende la moneta sicura da qualunque sguardo esterno.
Di fatto le critto valute sono l'evoluzione digitale delle così dette monete alternative. Il nome identificativo di queste monete, in effetti, varia spesso in funzione della posizione di chi ne sta discutendo, ma effettivamente il senso è sempre quello: costruire una rete economica che sia fuori dal controllo dello stato. In particolare il termine moneta alternativa enfatizza la "contrapposizione" tra "i sistemi di credito comunitari, generalmente ispirati da principi di equità, solidarietà, e cura delle relazioni di comunità sul piano territoriale locale, rispetto ai sistemi monetari ufficiali".
Di fatto diventano un modo "dal basso" per regolamentare il baratto, che dal punto del legislatore è passibile di tassazione pur senza alcuno scambio di moneta. Il fatto di sfuggire in qualche modo alla tassazione rende le monete alternative e per traslato le crittovalute non molto ben viste dalle istituzioni, come ben visto da una battuta preoccupata del sindaco di Paperopoli ne Il cripto deposito di Alessandro Sisti e Vitale Mangiatordi. Il primo cittadino della capitale del Calisota è, infatti, preoccupato dell'economia paperopolese a causa del valore degli R-coin, le crittomonete di Rockerduck. E ovviamente queste preoccupazioni scompaiono quando Rockerduck presenta al sindaco un assegno con una cifra in grado di mettere a posto le casse comunali, evidentemente la vera preoccupazione del sindaco.
Rockerduck, vero mattatore della storia, nella creazione di suoi R-coin, che riecheggiano evidentemente i bitcoin, commette un errore: quello di creare una crittovaluta centralizzata in un unico nodo, un gigantesco supercomputer che nel corso della storia cresce sempre di più diventando anche un problema ambientale. Sisti realizza una storia divertende, profondamente pezziniana: come Giorgio Pezzin in buona parte della sua produzione papera, anche Sisti punta l'obiettivo delle vignette di Mangiatordi sulle case dei paperopolesi, enfatizzando pregi e difetti non solo della popolazione, ma anche, come in questo caso, dell'alta finanza e come questa, in pratica, potrebbe corrompere il concetto tutto sommato etico dietro le criptovalute.
Arte da brividi
Come ricordato da Casty nell'intervista live di Andrea Bramini per LSB, La casa dei dipinti che fingono è in un certo senso una diretta conseguenza de Il rampiro di Transvitania. Casty, infatti, realizza una storia da brividi in piena regola che non avrebbe sfigurato sul famigerato X-Mickey, e anzi è un vero peccato che l'autore friulano non sia stato coinvolto nel progetto: chissà quanto a lungo quella rivista sarebbe rimasta tra noi! In effetti il soggetto della storia è in linea con le atmosfere della rivista: una casa isolata in vendita con all'interno una stanza piena di quadri particolarmente inquietanti. Intorno alla casa dei corvi fastidiosi e violenti che cercano di entrare in ogni modo, un po' come ne Gli uccelli di Alfred Hitckcock. Infine un urlo nella notte e l'improvvisa sparizione di Pippo, preso ostaggio dalle figure all'interno del quadro.
Così, come già avvenuto nel Rampiro di Transivtania, (o in Paperoga, Teneroga, Tenebroga di Enrico Faccini, che presenta un soggetto molto vicino) anche ne La casa dei dipinti che fingono Casty catapulta Topolino in un mondo virtuale, in questo caso quello generato dai colori magici usati da Odoardo Crunch. E' interessante notare come esistono alcuni pittori italiani con nome Odoardo. Ad esempio il paesaggista Odoardo Ferretti, a quanto pare attivo nella prima metà del XX secolo (non ho trovato molte informazioni), con uno stile decisamente impressionista: dando un'occhiata a una sua selezione sembra che oltre ai classici quadri luminosi impressionisti, siano anche presenti vedute notturne come il Paesaggio romano del 1923, abbastanza buio e desolato da sembrare uno dei quadri di Crunch prima dell'arrivo di Topolino.
Nel finale della storia, e non è certo un gran spoiler, subito dopo una scena che sembra tratta da un Roger Rabbit inquietante, i quadri tornano alla loro versione originale, e qui Casty da veramente l'impressione di essersi ispirato proprio agli impressionisti, di cui il più noto è il francese Claude Monet, che peraltro ha rappresentato non pochi pic-nic sull'erba, uno dei soggetti dei quadri di Crunch.
Dal veterinario
Ultima menzione per la gag story di Giorgio Salati ed Enrico Faccini Una visita sgradita della serie Miao, ovvero le avventure del gatto di Paperino, Malachia.
In questo caso sono soprattutto le disavventure di Paperino e del nuovo veterinario che deve fare la periodica visita di controllo. Vi lascio immaginare cosa combina il buon Malachia in questa breve (10 pagine) ma divertentissima storia.

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