Stomachion

domenica 5 aprile 2020

Topolino #3358: Nel segno di Jack London

E anche questa settimana riesco a leggere la mia brava copia di Topolino, che in questo numero celebra, con la copertina di Alessio Coppola, il grande Zucchero. Abbinato con il servizio dedicato al cantante ci sono anche alcune autoconclusive da una pagina disegnate sempre da Coppola, su testi di Francesca Agrati. Il numero, però, inizia subito a volare alto con una nuova storia della serie Topolino giramondo.
In giro per l'Australia
Da bravo erede di Massimo De Vita, Giuseppe Zironi realizza una splendida avventura ambientata nell'outback australiano. Tra dinghi, dromedari e canguri, Topolino si ritrova coinvolto in una vicenda che mescola la coscienza ecologica e il rispetto per l'ambiente con una classica vicenda di rapimento, per l'occasione di un animale.
Ciò che colpisce della narrazione, però, è come essa sia sospesa in maniera magistrale tra il già citato De Vita e uno dei più grandi autori dell'avventura, Jack London. D'altra parte il titolo della storia di Zironi, Il richiamo dell'outback, riecheggia uno dei più noti romanzi di London. E, secondo me, più delle mille parole che potrei spendere, vale in particolare la striscia che metto qui sotto:
Silenzio, parla l'amore
Non è solo l'amore che può sorgere tra due persone, come quello che Qua inizia a provare per Vanessa, ma è anche quello di Paperino per il nipote. La storia, infatti, si regge sul quello che Paperino, come genitore in effetti più che come zio, può dire al nipote per dargli una mano, dei consigli o semplicemente le parole giuste per dare a Qua la possibilità di affrontare questa nuova prova.
Questo nuovo episodio di Area 15, però, è particolare soprattutto per la lunga sequenza iniziale completamente muta. Robertp Gagnor, ben supportato da Claudio Sciarrone, in questo caso si diverte a sperimentare, anche in maniera azzeccata, con una tipologia di storia particolarmente complessa, perché bisogna permettere al lettore di intuire cosa i personaggi si stanno raccontando o cosa essi stanno provando senza utilizzare parole o didascalie. E l'esperimento risulta assolutamente riuscito, e molto ben integrato anche all'interno delle sequenze dove, di necessità, Paperino e Qua devono farsi le confidenze più intime.
L'episodio migliore della serie fin qui letto.
Un fantastico equivoco
Giorgio Fontana e Giulio D'Antona prendono decisamente in giro il lettore a partire dal titolo, Una notte al deposito, e dalla prima parte. I lettori che hanno visto e amato uno dei film della serie di Una notte al museo, infatti, avranno sicuramente pensato a una storia fantastica con, magari, l'intervento di Amelia. La storia, però, presenta sin dall'inizio una particolarità narrativa tipica del genere noir: viene raccontata attraverso le versioni differenti dei protagonisti, in questo caso Paperino e Paperoga.
L'avventura, disegnata da Federico Franzò, dal tratto rotondo ma tutto sommato senza particolarità, è una divertente commedia degli equivoci che, alla fine, si regge su un messaggio non banale: per ogni fatto che accade nella vita reale, ci sono sempre più di una versione, tutte spesso valide e corrette. La verità, alla fine, più che nel mezzo sta nella somma di queste osservazioni.

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