Rieccoci qui con
Le grandi domande della vita. In questa puntata proseguo idealmente il discorso iniziato un mese fa con la
Terra piatta, aggiungendo un paio di escursioni matematiche, una leggera ma di calcolo l'altra un po' triste, e finendo con un paragrafo dedicato all'ormai classico film di supereroi
Infinity War.
Un'altra interessante teoria sulla struttura e la forma del nostro pianeta è quella della
Terra cava. Anche questa teoria ha solide basi nella mitologia antica, in particolare quella legata ai mondi
post mortem: popolati da anime più o meno in pena in funzione della visione più o meno ottimistica, tali mondi erano posti in cavità sotterranee raggiungibili solo grazie a profondissimi cunicoli costellati da prove impervie. Indubbiamente il più famoso di tali mondi sotterranei è quello degli antichi Greci, dominato da Ade, e dove sono ambientati moltissimi miti, su tutti quello di
Orfeo ed Euridice.
Nella mitologia celtica, invece, c’è una leggenda simile di una grotta detta
Cruachan, anche nota come
La porta irlandese per l'inferno, da cui strane creature uscirebbero per circolare sulla superficie della Terra. Lo stesso
Dante Alighieri, seguendo questa tradizione occidentale, pose l’inferno nel sottosuolo terrestre, sebbene fosse chiaro a lui e ai suoi contemporanei che tale luogo non era veramente fisico, ma mentale.
Con una piccola digressione fumettistica, è anche interessante osservare come sull'Isola Paradiso di
Wonder Woman, in particolare quella descritta nella serie della seconda metà degli anni Ottanta del XX secolo realizzata da
Marv Wolfman e
George Perez, si trova una porta verso il regno di Ade, con le amazzoni poste a difesa della porta contro l'invasione dei mostri pronti a invadere la Terra.
Le basi, per così dire, scientifiche della teoria risalgono al 1692 quando
Edmond Halley propose l'idea di una Terra costituita da un guscio cavo di circa 800 km, due gusci concentrici interni e un nucleo più interno. Le sfere, separate da strati di atmosfera e con un proprio campo magnetico (con corrispondenti poli), ruoterebbero a velocità differenti. Suppose che l'atmosfera all'interno fosse luminosa (e magari abitata) e che le fughe di gas fossero la causa delle aurore boreali.
All'interno dei modelli di Terra cava venne tirato dentro anche il matematico svizzero
Leonhard Euler. A suggerire l'esistenza di una sua teoria di tal genere furono gli scrittori statunitesi
Lyon Sprague de Camp e
Willy Otto Oskar Ley, ma come ha dimostrato
Edward Sandifer(1), Euler non ha mai proposto un modello del genere. Al contrario in un articolo del 1738 propose per la Terra una crosta dura con una massa fluida al di sotto che avrebbe avuto un rigonfiamento all'equatore e non ai poli, come ritenevano altri studiosi.