Mistero in profondità
Per la prima volta nella serie di Topolino giramondo Giuseppe Zironi si limita a partecipare al soggetto, mentre la storia è affidata ai testi di Gabriele Panini e ai disegni di Giampaolo Soldati.Se il disegnatore, negli ultimi tempi, è cresciuto tantissimo nella gestione delle espressioni e adotando un tratto in un certo senso più realistico (per quel che si possa dire "realistico" il tratto per un fumetto disneyano), la vera sorpresa della storia, a parte un dettaglio, comunque non trascurabile, è proprio Panini.
La nuova avventura della serie è ambientata su una nave di ricerca oceanica che ha come obiettivo la Fossa delle Marianne, la zona oceanica più profonda della Terra. Topolino è aggregato alla spedizioe per realizzare un servizio fotografico sugli sconosciuti fondali marini, lì dove non arriva la luce e buona parte degli abitanti ha sviluppato la così detta bioluminescenza, un fenomeno che permette agli esseri viventi di emettere luce attraverso particolari reazioni chimiche.
Queste reazioni coinvolgono due composti particolari, la luciferina e la luciferasi. In particolare quando la luciferina si trova in presenza di magnesio (a voler essere pignoli serve anche l'adenosintrifosfato) e della luciferasi, cede elettroni, che saltano a un livello più basso e quindi rilasciano energia, ovvero fotoni, cioé luce.
Per esplorare questi splendidi fondali servono strumenti tecnologici piuttosto avanzati, come un batiscafo e uno scafandro in grado di sopportare le alte pressioni del fondale marino e permettere anche di spostarsi agevolmente e compiere gli esperimenti del caso. Tutto questo è generalmente sostenuto da una nave oceanografica con un equipaggio preparato, che nel caso della storia di Topolino si riduce ad appena 4 persone, incluso il nostro reporter. E' questo l'unico, ma importante dettaglio che stona all'interno della storia, per quanto sia anche l'unico mezzo per Panini per limtare le opzioni legate al mistero "giallistico" presente nel soggetto.
A parte questo, comunque, la storia risulta gradevole, ben centrata sulla bellezza dei fondali marini e forse proprio quel mistero, che non ha nemmeno alcuna implicazione ecologica, è l'unico elemento di troppo in un soggetto che si sarebbe retto ottimamente anche da solo.
Fuga per la vittoria (o qualcosa del genere)
A me, che ho amato e continuo ad amare Fuga per la vittoria, il terzo episodio de Il torneo delle cento porte ricorda un po' quel mitico film. Il soggetto del Piano 4-3-1-2 di Marco Nucci e Donald Soffritti, prevede, infatti, lo scavo e l'uso di un tunnell nel corso di una partita di calcio, proprio come nella pellicola di John Huston del 1981. In questo caso, però, non è la fuga da un campo di prigionia nazista, ma l'audace rapina dei Bassotti ai danni del deposito di Paperone.Ovviamente la rapina verrà sventata, ma senza svelarvi nulla di più, semplicemente pongo in risalto come i due autori si siano divertiti e abbiano fatto divertire i lettori grazie alla varietà di Bassotti presenti nella storia, come in una delle classiche storie disneyane di produzione americana. Ovviamente tutto questo è andato un po' a scapito del racconto stesso del torneo, ma seguire l'impresa dei Bassotti è stato decisamente molto più divertente!
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