Stomachion

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domenica 7 settembre 2025

Topolino #3641: 95 anni di Pluto

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Con Topolino #3641 si festeggia, sin dalla copertina di Ivan Bigarella i 95 anni di Pluto, il cane di Topolino. Oltre alla copertina e alla storia d'esordio, L'amico invisibile di Francesco Artibani e Lorenzo Pastrovicchio, era allegata al numero, ovviamente per chi voleva acquistarla, una "statuina" (o action figure) dedicata al personaggio realizzata a partire dai disegni di Federico Butticè.
Pluto, in effetti, ha esordito il 5 settembre del 1930 nel cortometraggio The Chain Gang di Burt Gillett, ma non aveva ancora il suo nome. Successivamente è comparso un mese dopo con il nome Rover nel cortometraggio The Picnic e quindi finalmente come Pluto il 30 aprile del 1931 in The Moose Hunt, anche questo, come il precedente, diretto da Gillett. Il personaggio, in particolare nella sua interpretazione presente in Tha Chain Gang, è ufficialmente diventato di pubblico dominio, avendo compiuto 95 anni.
Veniamo, però, alla storia d'apertura: è un'avventura divertente e dinamica in cui il nostro si lascia influenzare dalla voce di una pulce che, non volendo fare il bagno, convince Pluto a scappare, prendendo un treno per Parigi!
Col gusto dei cortometraggi delle origini, ma con il tocco del tratto moderno, ma classico, adottato da Pastrovicchio in particolare in queste storie celebrative, L'amico invisibile è un sentito omaggio a un personaggio che solo periodicamente viene utilizzato dagli autori in maniera significativa all'interno delle storie di Topolino.

lunedì 8 giugno 2020

Condominio microscopico

Uno dei modi di vedere la struttura esterna dell'atomo è quella di un grande condominio, per cui ogni piano è occupato da un certo numero di inquilini. Se prendiamo un piano come un livello energetico, e come inquilini gli elettroni, esiste una regola condominiale che impone che ogni orbitale sia occupato al massimo da due elettroni. Questa regola è il principio di esclusione di Pauli.
Tutti insieme appassionatamente
La meccanica quantistica era in giro da un ventennio circa quando il fisico indiano Satyendra Nath Bose iniziò a interessarsi di uno dei modelli fondamentali della meccanica quantistica, quello della luce di Albert Einstein. Nel suo annus mirabilis, il 1905, Einstein aveva visto uscire l'articolo che gli valse il Premio Nobel per la fisica nel 1921 sulla spiegazione dell'effetto fotoelettrico. In quell'articolo il fisico teorico suggeriva che la luce fosse suddivisa in piccoli pacchetti, che successivamente sarebbero stati chiamati fotoni. Una ventina di anni più tardi Bose, durante una lezione presso l'università di Dhaka, presentò ai suoi studenti il problema della catastrofe dell'ultravioletto con l'intenzione di mostrare come la teoria dell'epoca non fosse adeguata per spiegare i fenomeni sperimentali osservati in laboratorio.

martedì 21 gennaio 2020

Un condensato spettrale

La Moldavia è martoriata dalla guerra civile e, come al solito, gli americani decidono di esportare la pace utilizzando il loro efficientissimo esercito. Il problema è che, nella loro opera "pacificatrice", si imbattono in una specie di fantasma elettrico in grado di uccidere i militari semplicemente attraversandoli. Ovviamente non riesco a vedere nulla di più che delle vaghe scariche di elettricità statica che sembrano possedere una forma umana. Così decidono di chiamare Mark Clyne, ricercatore che sviluppa nuove armi per il governo, una specie di Tony Stark governativo, per semplificare. Il buon dottore, così, va in Moldavia dotato della sua migliore tecnologia per scoprire chi o cosa sta uccidendo i militari statunitensi.
Questa, in breve, la trama di Spectral, film di fantascienza di Nic Mathieu distribuito da Netflix. Nonostante la presenza di un personaggio come Clyne, stringi stringi il film si regge essenzialmente sul ritmo incessante e gli ottimi effetti speciali, mentre a livello di trama cavalca il nuovo periodo di tensione tra USA e Russia per costruire una storia che sembri credibile, ma che come al solito si riduce all'essenziale: gli altri combinano i guai e poi arriviamo noi americani, soli al mondo e decimati dalle circostanze, a risolvere la situazione.
Nel mentre della visione, però, si resta catturati dal flusso, per cui il pensiero, che pure nasce durante il discorso del generale statunitense a ciò che resta del suo esercito, viene rapidamente accantonato, travolto dal ritmo cinetico e dalla scoperta scientifica dietro questi misteriosi esseri evanescenti: il condensato di Bose-Einstein.